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Sublime

Ieri sera io e la Bri siamo andati alla serata Chuck Norris organizzata al Goganga di Milano.
Sebbene io abbia perso quasi totalmente la voglia di leggere uno dei blog più chiacchierati della rete dopo i primi 5 o 6 giorni dall’esserne venuto a conoscenza, ho deciso di andare al party per conoscere Dietnam, co-autore di Roundhouse Kicks, ma soprattutto blogger da me linkato per la sua pagina personale.
Il posto non è niente male, un po’ troppo fighetto forse, ma nulla di eccessivo.
Menzione assolutamente d’onore per il Basito, cocktail pestato simile al mojito da cui si discosta solo per la vodka al posto del ruhm ed il basilico al posto della menta. Me l’hanno servito con tanto di pomodorino pugliese.
Sublime.
Anche la musica non era male. Tutto indie ben selezionato che per le due orette che ho passato nel locale non ha pesato troppo e si è lasciato ascoltare, regalando perfino qualche chicca ignota che mi piacerebbe risentire.
Conoscere Dietnam mi ha fatto piacere. E’ bello parlare con qualcuno di cui quotidianamente ti ritrovi a leggere la vita.
L’incontro rende i blog entità meno astratte.
In conclusione non aver visto “Il codice Da Vinci” mi è pesato meno passando la serata in questo modo. La voglia di vedere questo film resta alta e l’ultimatum lanciato alla Bri è per domani sera.
No way out.
Resta solo una cosa da fare prima di chiudere: parlare di “We Don’t Need to Wishper”.
Non è facile.
Non lo è per nulla.
L’attesa per questo lavoro è stata spasmodica e l’adorazione che provo per Tom Delonge non è quantificabile. Con questi presupposti restare delusi non è affatto improbabile.
Solo che deluso non è il termine adatto.
Deluso è quando ti aspetti qualcosa di bello ed ottieni una cosa che non ti piace.
In questo caso non mi aspettavo nulla, ero solo terribilmente curioso. L’anteprima datami da “The Adventure” mi aveva colpito in positivo: singolone finto, lento, plasticoso, ipermelodico e terribilmente orecchiabile.
Tamarro.
Molto tamarro.
Come piace a me.
Purtoppo o per fortuna, il disco è tutto così. Letteralmente. Effetti e riff di chitarra si trascinano identici per tutte dieci le tracce dando al tutto uno scorrimento quasi cinematografico. Facendo un paragone azzardato è come sentire un CD di musica classica. In quest’ottica diventa vitale ascoltare il tutto dall’inizio alla fine, senza interruzioni. Devo ammettere che la cosa non è facile perchè la traccia numero due, “Distraction” è decisamente la più brutta del disco e compromette pesantemente le possibilità di proseguire nell’ascolto. Se si ha la forza di superarla però si può essere oltremodo sicuri del fatto che da lì in avanti sia tutta discesa.
Ora sono curioso di vedere cosa mai potranno propormi dal vivo. Con soli dieci pezzi all’attivo mi aspetto qualche sorpresa.
Vedremo.
Concludo scrivendo l’unico fact su Chuck Norris che ho pensato ieri sera. Non fa ridere, non è immediato, ma a me piace molto e lo trovo piuttosto azzeccato alla serata.
Ne vado discretamente fiero.

“Chuck Norris non ascolta Indie perchè sa già dov’è l’Arca perduta.”

5 commenti su “Sublime”

  1. troppo lento!! mi stavo addormentando alla seconda canzone :(

    pero’ molto stiloso e altrettanto commerciale

  2. sul disco di tom la penso ESATTAMENTE come te!
    il tuo fact in realtà è stato molto apprezzato sia da me che da mist (e pure dalla finta segretaria), però lì dentro non lo avrebbe capito nessuno :D
    ho deciso: la Bri è identica ad una mia amica :)
    e il Codice dovete andare a vederlo! A me è piaciuto molto.
    Per il resto, speriamo di rivederci presto!!!

    ciao
    Maxxx

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