Vai al contenuto

Agosto 2006

Google hit list [Agosto 2006]

Ecco la classifica del mese di Agosto.
Le ferie si sono fatte sentire e le ricerche fatte per arrivare a queste pagine sono state meno del solito, tuttavia la qualità non ne ha risentito.
Unica annotazione è la ricerca che sarebbe dovuta essere prima in classifica, ma che ritenendo io fuori scala rispetto alle altre, preferisco innalzare a menzione d’onore: qualcuno è finito a leggere ciò che scrivo cercando “ottimismo”.
Paradossale.

1- “vai gibo”
2- e capirai in un solo momento
3- trasformare vecchio monitor in cestino
4- cappello neffa
5- foto crude
6- interruzione improvvisa pillola anticoncezionale
7- per non annoiarmi
8- senza mutande inconvenienti
9- test: hai davvero una cotta?
10- cos e la pillola balanca

Blog Day 2006

Ho appreso navigando che oggi è il Blog Day.
In qualità di Bogger ormai discretamente veterano, seppur totalmente avulso da tutto ciò che è il mondo dei blogger e di conseguenza dalle loro iniziative, ho deciso di aderire alla manifestazione.
Per partecipare, a quanto ho capito, non serve fare altro che linkare in un post cinque blog che si frequentano.
L’iniziativa prevederebbe che questi fossero totalmente dissimili dal proprio per arricchire e ampliare lo spettro della manifestazione, tuttavia io conosco pochi blog, tra l’altro tutti assolutamente italiani e per di più quasi tutti simili al mio per argomenti trattati.
D’altra parte se non volessi raccontare la mia quotidianità non avrebbe senso aprire un blog, almeno a mio avviso, quindi non posso che comprendere chi fa esattamente come me.
Bando alle ciance, è il momento di elencare le mie cinque scelte.
Lo farò in ordine sparso e del tutto casuale, senza meritocrazia o premeditazione.
As it comes.

Dietnam. La blogstar. Lo inserisco non tanto perchè sia particolare, ma perchè è continua fonte di soluzioni e spunti su come utilizzare appieno le potenzialità del nostro amico internet. Credo che tra le mie scelte questa sia la più simile al mio blog e quindi forse la meno corretta, ma tant’è.

Primadipartire. Il cinismo. Il primo blog che ho letto dall’inizio alla fine. Forse sono l’unico a vederci più di macabro esibizionismo dietro, ma è per questo che credo che sia spaventosamente coinvolgente.

Dissezione Mentale. L’arte. Questo lo scelgo perchè tratta di una cosa che non potrò mai capire e che quindi non posso che limitarmi a cogliere da chi invece sembra trovarcisi più a suo agio. Alcuni racconti sono realmente fantastici.

Creati_v. Le immagini. Questa scelta non so se sia consentita dal regolamento, trattandosi di un fotolog. Tuttavia trovo le immagini di questo spazio troppo belle per non essere omaggiate.

Bioetica. La quotidianità. Questo lo metto perchè è bene che la gente lo legga e ne discuta. Si può non essere d’accordo solo se si hanno opinioni in merito e per averle l’unica è documentarsi. Almeno a parer mio.

Fatto.
Ora dovrei taggare il tutto.
Spero che sia corretto:
E’ stato divertente.

Cinema

Sono andato a vedere Slevin* al Warner Village.
Mi è decisamente piaciuto.
Credo sia stata la prima volta in cui sono andato al cinema convinto di vedere un certo tipo di film ed invece ne sono rimasto realmente spiazzato.
La scenografia è stratosferica, geniale.
Bruce Willis è sempre Bruce Willis.
Lucy Liu è bella, forse per la prima volta.
Josh Harnett in questo film è l’uomo per cui potrei abbandonare l’eterosessualità.
Sopra ogni cosa però ci sono assolutamente i dialoghi.
Slevin - Patto Criminale
* “Ma è una storia assurda!”
“Una volta Charlie Chaplin partecipò ad un concorso di sosia di Charlie Chaplin e arrivò terzo. Questo è assurdo.”

Back from the future

Calma.
Non sto citando nessun film, perchè altrimenti avrei scritto “Back to the future”.
Quello che ho scritto è esattamente quello che volevo scrivere.
Come sempre.
Sono da poco tornato a casa. Questo sia perchè è solo qualche minuto che mi trovo tra le mura domestiche dopo la giornata in lab, ma soprattutto perchè da ieri sono rientrato ad occupare la mia camera nella casa dei miei genitori.
Vivere da solo è stato tante cose: tranquillità, solitudine, “La Verità del Ghiaccio”, “Baldur’s Gate” finito ieri con magna soddisfazione, i piatti da lavare, un letto grandissimo e altrettanto scomodo, i ragni, Ambra, i risotti, Luigi il prestinaio, “The Village”, bottiglie di vino che durano più di un pasto, niente TV, il semaforo sempre verde all’uscita del cancello, lavarsi i denti per scelta e mille altre che potrebbero rendere questo elenco interminabile.
E’ stato bello.
Davvero.
Ripulendo la casa domenica, prima dell’abbandono, avvertivo le sensazioni che si provano da piccoli e non solo, quando si lascia il luogo dove si sono trascorse delle bellissime vacanze.
Si torna alla vita di tutti i giorni e con lei alle abitudini più o meno sane e gioiose che immancabilmente la accompagnano.
Tra queste una di quelle da pollice alto è indubbiamente il mio diario virtuale.
Vivere da solo mi ha però insegnato che prima di tornare ad abitare un luogo, che sia fisico o etereo come questo mio spazio, è il caso di rimettere un po’ le cose in ordine.
Detto fatto, ho deciso di dare una sistemata ai link dei blog che leggo abitudinariamente, eliminando quelli abbandonati, ma lasciando quelli volontariamente chiusi.
Le cose con un inizio ed una fine meritano di esistere, le incompiute no.
Anche la lista dei siti che frequento è stata aggiornata e potrebbe subire ulteriori integrazioni nel prossimo futuro.
Per finire, grazie all’ennesima imbeccata del blogger più famoso che conosco, ho regalato a questo posto un po’ di musica grazie al player di radio.blog.club. Avrei potuto creare una playlist di molti brani ascoltabile in streaming, ma preferisco utilizzare questa opportunità per restituire il CD del momento alla sfera che più gli compete, quella dell’ascolto.
L’odore di aglio, olio e peperoncino che invade prepotentemente camera mia mi suggerisce sia arrivata l’ora della cena.
Senza che io dovessi cucinare.

Summer trip

So di aver passato la maggior parte dell’ultimo periodo a lagnarmi o vantarmi del mio Agosto brugherese.
So di conseguenza quanta incoerenza ci sia nel titolare questo post “Summer Trip” e, soprattutto, nel raccontarci il mio fine settimana in terra di Toscana.
Conscio di tutto questo posso semplicemente dire chissenefrega e iniziare con la narrazione.
Venerdì mattina all’alba, la Bri ed io abbiamo levato le tende con l’intenzione di farci un sano e breve tour enogastronomico.
La destinazione ufficiale era il Castello di Gargonza, dove avremmo pernottato l’unica notte passata fuori città, mentre quelle ufficiose erano Pienza e Montalcino.
L’idea era di dare sfogo alle nostre indoli golose (avrà poi il plurale la parola indole? Mi sa di no…) ingerendo quanto più pecorino, brunello e chinina possibili e magari riuscendo a dare sfogo alla voglia maledetta che mi assillava da quasi una settimana: fegato.
Il viaggio di andata è stato piuttosto dilettevole.
In sottofondo si alternavano i cd delle due playlist* stilate da me e Bri durante il tragitto e la strada scorreva abbastanza agevole in compagnia di un amico olandese al volante di una Porche GT2, che ho seguito da Milano Sud a Bologna Borgo Panigale.
Il tizio, che da buono straniero osservava tutti i limiti dando solo a sprazzi dimostrazioni di forza, si è rivelato molto cordiale e dopo quasi duecento chilometri passati a seguirlo come fossi la sua ombra, mi ha anche salutato mentre percorreva la rampa di uscita dall’autostrada.
Ho ricambiato il saluto.
E’ stato un bel momento.
Siamo arrivati a Pienza poco dopo le dieci della mattina.
Prima di darmi alle gioie del palato però era necessario che testassi il nuovo treno di Bridgestone Potenza montate sulla Yaris il giorno precedente.
Dopo quarantaduemila chilometri era effettivamente il caso di cambiare gomme.
Tra colli e vigneti il collaudo delle nuove coperture ha dato gli esiti sperati.
Una volta parcheggiata la macchina è iniziato il minitour per le vie del paesino che devo ammettere essere molto bello.
La peculiarità del luogo tuttavia resta il pecorino e le piccole botteghe locali che ne permettono l’assaggio libero sono tutte invitanti.
La nostra scelta è ricaduta sull’Azienda Agricola Zazzeri che con due fette di formaggio, una di salame e un bicchiere di buon rosso si è aggiudicata le nostre simpatie.
Questo sottintende che in quella piccola bottega io e la Bri abbiamo acquistato nell’ordine mezza forma di pecorino dolce, mezza forma di pecorino stagionato ed una finocchiona.
Appagati dalla prima tappa siamo ripartiti alla volta di Montalcino.
L’obbiettivo per la seconda sosta era, nemmeno a dirlo, il pranzo con al tavolo una bottiglia del famigerato Brunello.
Al modico costo di venti euro ci siamo così accaparrati una mezza bottiglia di Col D’Orcia per accompagnare i pinci al ragù di carne e funghi di Ambra ed il mio cinghiale con polenta.
A chiudere sono poi arrivati cantucci con moscato e grappa di Brunello Riserva.
Immensa.
Anche in questo caso ripartire senza i dovuti souvenir non sembrava elegante e quindi abbiamo deciso di fare nostre un paio di bottiglie di Brunello di Montalcino ed una mini bottiglia di distillato annesso.
Per le quattro di Venerdì pomeriggio le chiavi della Camera Superiore numero 19 della dimora storica di Castel Gargonza erano nelle nostre mani e noi stazionavamo felici ed infreddoliti ai bordi della sua gelida piscina.
Il pisolino era, a questo punto, un obbligo a cui non abbiamo sentito di sottrarci prima di una doccia ristoratrice ed un aperitivo al bar dell’albergo.
Ora il programma prevedeva la cena.
La Bri, navigando in internet, aveva scovato una piccola trattoria chiamata “La Locanda del Templare”.
Si può rinunciare a un locale con un nome del genere?
No.
Abbiamo prenotato.
La chicca del posto era che con un’aggiunta di un paio d’euro era possibile abbinare al piatto scelto un bicchiere di vino indicato senza dover trovare una bottiglia che andasse bene con tutto.
L’adesione all’iniziativa è stata totale.
Io ho preso delle tagliatelle di farina di castagne con funghi porcini accompagnate da un bianco fermo e molto fruttato e, goduria massima, fegatini con patate arrosto accompagnati da un buon rosso.
Ambra invece come primo ha optato per delle tagliatelle al ragù di cinghiale servite con un rosso di media gradazione, seguite da una tagliata di carne chinina a dir poco sublime, accompagnata da un rosso molto più strutturato.
A chiudere, per entrambi, dessert della casa e moscato.
Durante la cena abbiamo fatto la conoscenza di tal Lorenzo Villa, torinese D.O.C. che a cinquant’anni ha deciso di mollare il lavoro per trasferirsi a fare il viticoltore.
Una persona realmente splendida che, dopo averci offerto praticamente una bottiglia di grappa al tavolo, ci ha raccontato di quando allenava alla Berloni Torino, di quando per scherzo in un’amichevole allenò Dawkins e di quando, sempre per scherzo in una partitella contro ragazzini di un college americano in tour in Italia, si era trovato a marcare un giovanissimo Michael Jordan.
Tra cibo, bevande e compagnia la serata non sarebbe potuta essere migliore.
Almeno fino a che ci è stato presentato il conto.
Non perché questo fosse particolarmente salato, tutt’altro, quanto perché in quel momento il mio bancomat (sì, c’è scritto mio perché è quello del mio conto, su cui ci sono i miei soldi. Non è quello della mamma, per intenderci) ha deciso di smettere di funzionare.
In quel preciso istante, i due giorni da Re che ci siamo regalati hanno rischiato seriamente di trasformarsi in qualche mese da carcerato.
Fortunatamente la Bri aveva in tasca poco più del necessario a saldare il conto al ristorante.
Ora il problema restava solamente pagare albergo, casello ed eventuale benzina con i sedici euro che ci restavano in tasca.
Fortunatamente dopo vari tentativi sono riuscito, circa alla una di notte, a far sputare ad un bancomat qualche euro.
Questa mattina, una volta effettuato il check-out, disponevamo per il rientro della spropositata cifra di 52 euro e di un serbatoio pieno solo per metà.
La colazione faraonica fatta in albergo ed una guida paranoica che ha tenuto il motore inchiodato ai 3800 giri per quattrocento chilometri, con conseguente velocità di crociera di centoventi chilometri orari, ci hanno permesso di rientrare con ancora dieci euro in tasca e senza necessità di pranzare.
Sarebbero potuti essere anche trenta, se la non Bri mi avesse persuaso del fatto che la riserva non sarebbe bastata da Piacenza a casa.
Vista la precisione chirurgica con cui avevo guidato fino a quel momento, io avrei creduto all’impresa, ma probabilmente avrei solo costretto il team a restare a piedi sulla est.
Così è finita la mia breve, ma fantastica vacanza.
Domani invece a finire sarà il mio soggiorno nell’appartamentino e con lui, la mia estate.
Di quel che è stato questo periodo di indipendenza però è bene che ne parli in un’altra occasione.
Pur non potendo connettermi per pubblicare immediatamente quanto ho prodotto e valutarne la lunghezza, vedere che si tratta di due pagine di word mi è sufficiente a capire che è il caso che mi fermi qui.
Sono le 22.09 ed io sono a letto.
Per scrivere ho utilizzato il mio portatile, unico oggetto tecnologicamente avanzato di cui ho disposto in questo mese.
Affianco a me, la Bri sta dormendo già da parecchio tempo.
Non posso staccare però senza citare la chiamata che ho ricevuto poco fa dai quattro d’oltre oceano.Inutile spiegare quanto l’abbia gradita.

Ecco le playlist a confronto (Manq vs. Bri):
1- Darkest Hour – Undoing Ruin vs. Poison the Well – You Come Before You
2- Brand New – Your Favorite Weapon vs. Mineral – The Power of Failing
3- The Bled – Found in the Flood vs. The Used – The Used
4- Bloodhound Gang – Hafty Fine vs. Taking Back Sunday – Tell All Your Friend
5- Taking Back Sunday – Where you Want to Be vs. Fightstar – Grand Unification
6- Senses Fail – Let it Enfold You vs. Brand New – Deja Entendu
7- Angels & Airwaves – We don’t need to Wishper vs. Atreyu – The Curse
8- Grade – Under the Radar vs. Mae – The Everglow

It’s hard to say

Eccomi qui in laboratorio, appena rientrato da Malpensa.
Tra un paio d’ore i miei amici si imbarcheranno su un Boeing 767 con destinazione Los Angeles per compiere uno di quei viaggi che si ricordano per tutta la vita.
Il ruolo di spettatore in tutto questo mi va abbastanza stretto.
E’ come aver perso una di quelle occasioni che, nella vita, non bisogna assolutamente lasciarsi scappare.
Probabilmente avrò nuovamente occasione visitare quei posti, ma non sarà a 25 anni e con gli amici di sempre.
Sarà un’altra cosa.
Non migliore, non peggiore.
Diversa.
Poco importa se tutto questo sia dovuto solamente ad una serie abbastanza lunga di tristi coincidenze, in primis la scelta dei miei soci di fare il viaggio super proprio nell’unico (spero) anno in cui partire non mi è possibile e poco importa anche l’essere consci di quanto sia inutile stare a piangere sul latte versato.
In questo momento fa un po’ male.
Forse anche per questo ho aderito all’idea folle della veglia continuata fino alla loro partenza ed ho poi scelto di accompagnarli in aereoporto, solo per sentirmi un po’ meno “outsider”.
Faccio abbastanza cagare.
Leggere a video quanto so essere stupidamente emotivo rende il tutto ancora più reale, come mi impedisse di mandare giù con indifferenza questo boccone decisamente amaro.
Quello che realmente mi preme fare adesso è augurare ai quattro una bellissima vacanza e ringraziarli per aver provato a tirarmi in mezzo sempre e comunque, facendo di questo mio senso di non appartenenza una tara personale.
Resta solo una cosa da dire: Anubi.

Commiato estivo

Dopo un fine settimana di intensi lavori, domani sarà il grande giorno.
Da domani andrò a vivere da solo per un mesetto.
Rimettere in sesto quella casa è stata un’opera decisamente impegnativa, sporca e malconcia com’era.
Io e la Bri tuttavia ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo fatto un gran bel lavoro, rendendo il monolocale abitabile almeno per questi giorni.
Certamente nessuno di noi due è Copperfield e quindi i danni grossi e le situazioni irreparabili (tutto concentrato grossomodo nel cesso*) sono rimasti tali, tuttavia anche in quell’ambiente disgraziato adesso è possibile lavarsi e sistemarsi senza prendere troppe malattie.
Oggi è stato tempo di investimenti.
Ho comprato un fantastico set di piatti ultra style, delle posate fichissime, dei bicchieri, un tagliere, tre pentole hi-tec, uno scolapiatti, un porta posate e un fantastico scopettone da cesso da 0,99 euri, il tutto rigorosamente targato IKEA.
Ho anche fatto la valigia e traslocato di la tutti i miei vestiti stagionali.
In realtà ho dimenticato le camicie, ma farò un secondo viaggio domani con le ultime cose.
Mi aspetta un mesetto di vita strana.
L’idea di non avere internet già mi angoscia, ma non credo sarà poi un gran problema.
Ovviamente non potrò aggiornare questo mio diario, ma a settembre ci sarà modo di riportare al suo interno tutto quello che questa seppur breve esperienza sarà in grado di darmi.
Ora è tempo di fare l’ultima doccia calda e comoda e di andare.
In fondo in fondo, anche quest’anno d’estate farò una grande esperienza.
Senza muovermi da casa.
Scarico a vista
* impressionante.

Home alone

Agosto, è tempo di partire.
L’esodo vacanziero è un fenomeno che colpisce più o meno tutti in questo periodo dell’anno: amici, colleghi, parenti e conoscenti.
Purtoppo quest’anno non prenderò parte a questa folkloristica mobilitazione di massa.
Starò a Brugherio tutta l’estate.
Per motivi se vogliamo diversi, ma nemmeno poi troppo, anche i miei genitori passeranno l’estate a casa.
La prospettiva era quindi di un lungo lungo agosto insieme.
Io voglio bene ai miei genitori.
La cosa però sarebbe stata abbastanza tragica per tutti.
Inutile nascondersi, le abitudini e i ritmi sono molto diversi e stare a casa tutto il mese da soli, senza possibilità di molti svaghi visto che sia i miei amici che i loro sono in ferie, avrebbe creato più stress che relax anche in un periodo di sosta da lavoro e studio.
Oggi però è stato approvato il mio progetto di separazione: andrò a vivere per due o tre settimane nella casetta che fu di mia nonna e che sarà il mio domicilio nonappena potrò pagarmi le spese.
E’ a circa 200 metri da casa mia ed ha il posto auto interno.
E’ piccola.
E’ da pulire.
E’ vuota.
E’ la casa dove passerò agosto.
Una sorta di prologo all’indipendenza che, prima o poi, verrà.

Spot

Occhiali poser CK: 80/90 euro.
Codini: 2 euro .
Polina a righine Quicksilver: 30/40 euro.
Pantalone Skater Analog: 40/50 euro.
Scarpe DC: 50/60 euro.
Trasformare una metallozza in una fikissima Emo/Skate/Poser Girl* non ha prezzo.
Emogirl
* Manca giusto una cintura con le borchie, ma provvederò…