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Giuro che parto per Roma ed è la volta buona che mi arrestano

C’è da allarmarsi.
Io non sono mai stato un attivista, non sono mai sceso in piazza salvo in rari casi e comunque tanti anni fa. Ora però sono disposto ad armarmi di bulloni e partire per Roma.
Il dodici ottobre, con l’unanimità del consiglio dei Ministri, è stato approvato questo disegno di legge.
Una normativa volta a rimuovere dalla rete la gran parte dei siti personali e dei blog, come spiegato in questo articolo di Repubblica. Il succo è che per qualunque sito personale di informazione saranno necessari l’iscrizione al ROC, il pagamento di un bollo, la produzione di carte e certificati pur se il sito in questione sia privo di qualsivoglia fine di lucro.
Pur essendo già questo sufficiente a demolire le possibilità e le aspirazioni del 90% dei ragazzi che scelgono, come il sottoscritto, di aprire un sito in cui parlano del mondo visto con i loro occhi, la coppia Levi-Prodi fa di più ed impone che questi siti abbiano un direttore responsabile appartenente ad una casa editrice ed iscritto all’albo dei giornalisti.
Di tutti i blog che leggo quotidiananmente non ne sopravviverebbe nessuno.
Nessuno.
Non è ancora finita.
Se anche riuscissi a rientrare nelle restrizioni elencate (non so come) il contenuto del mio blog potrebbe risultare non conforme agli standard per quelli che vengono definiti come “contenuti diffamatori” ed io sare passabile di provvedimenti come previsto dagli articoli 57 e 57 bis del codice penale.
CO-DI-CE PE-NA-LE.
Sebbene nessun giornale o telegiornale parli di questa cosa (e come potrebbero, con tutto quello che c’è da sviscerare su Garlasco e sul rilascio della Franzoni?) fortunatamente in rete esistono ancora modi validi per informarsi.
Io devo ringraziare Dietnam e Bazzu che hanno citato questa cosa sui loro siti personali, così come devo ringraziare Beppe Grillo visto che tramite il suo blog ho ottenuto le informazioni necessarie per informarmi sulla vicenda.
Nella precededente frase in realtà credo siano ben chiari i due principali motivi che hanno spinto i nostri esimii ministri a votare questo decreto: internet è l’unica fonte di informazione loro malgrado non manovrabile e Beppe Grillo necessita di essere represso.
A quelle menti eccelse sfuggono però alcuni particolari.
Il primo è che se c’è qualcuno che non verrà certo leso dal provvedimento è proprio il comico genovese. Come lui stesso dice sul suo blog, Grillo non avrà certo problemi a trasferire il tutto in qualche altro stato. Ad eccezione di Cina, Birmania e forse altri due o tre posti, credo non farà fatica ad individuare una nazione meno liberticida della nostra. Lui continuerà come nulla fosse nella sua opera ed anzi avrà un ulteriore argomento da utilizzare per infierire su chi ci governa.
Lui può, perchè è potente.
A prenderla in culo saremo come al solito noi poveracci: ragazzi e ragazze che scrivono le loro vite on-line per motivi che a chi ha scritto questa legge non passano nemmeno per la testa.
Altra cosa che il signor Levi forse non considera è che con questo provvedimento otterrà esattamente l’opposto di ciò che sono i suoi intenti. Se mai questo decreto si tramutasse in legge aiuterà Grillo ad accumulare ancora più consensi e la prova è che io stesso, che mai ho nutrito simpatia nei suoi confronti, inizierei ad aderire alle sue iniziative contro questa nefandezza.
E non solo alle sue.
A tutte quelle di cui verrò a conoscenza e che secondo me potranno portare a cambiare le cose.
Tanto per cominciare quindi, ho inviato una e-mail al sottosegretario.
Non mi aspetto certo che la legga, ma mandargliela è un mio diritto e mi fa piacere poter pensare di non essere stato indifferente di fronte alla cosa.
L’indirizzo a cui ho spedito è questo: levi_r@camera.it.
Avrei voluto riportare qui il testo della lettera, ma appesantirebbe molto il post. Il file word però si può leggere clikkando qui.
Ora non resta che attendere quello che Camera e Senato stabiliranno in merito. La speranza è che la risicatissima maggioranza non sia sufficiente a far passare il decreto, tuttavia credo che in casi come questo non avranno problemi a prendere consensi anche dall’altra parte.
Tutti d’accordo quando c’è da reprimere.
Ultimamente scrivo troppo spesso di cose che non vanno nella società in cui vivo.

5 commenti su “Giuro che parto per Roma ed è la volta buona che mi arrestano”

  1. Ringrazio l’anonimo per la pronta segnalazione. Ho visto anche io l’articolo sta mattina.
    Che dire, speriamo si siano realmente resi conto dell’errore.
    Ah, mi piace pensare di aver contribuito alla cosa.

  2. Ultimamente scrivi troppo spesso di cose che non vanno?
    Allora per alleggerirti fai come me: chiediti perchè Prodi il governo è costretto a dare fiducia a Mastella nonostante quest’ultimo sia ormai serio quanto il gabibbo.

    Le risposte saranno sorpendentemente variegate e tutte estremamente divertenti!
    E vaffanculo il 5 per mille!!!

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