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Marzo 2007

Google Hit List [Marzo 2007]

Come da copione, come ogni mese, ecco la classifica ufficiale di frasi e parole che inserite in Google portano l’ignaro net surfer da queste parti.
Il cambio di dominio ha avuto qualche strascico poichè risultano diminuite le ricerche che hanno condotto qualcuno al mio blog e questo fa si che sia minore la casisistica da cui estrapolare le dieci vincitrici. Ciò nonostante credo ancora una volta di aver selezionato dieci esempi decisamente degni di nota.
La numero tre è stata messa in classifica e posizionata così in alto unicamente perchè sono un pavone e mi riempie di gaudio sapere che se qualcuno cerca suggerimenti per scrivere qualcosa, viene mandato da Google ad apprendere da me.

1 – eretici-com
2 – gambe di burro reunion
3 – popoli che vivono oggi allo stato primitivo
4 – come fare i ringraziamenti in una tesi
5 – gay the city blog
6 – le parole di “diventerò una star”
7 – che fine ha fatto tiziano crudeli
8 – unipol quartoggiaro
9 – ricostruzione unghie facili da fare
10 – hero: significato

Stacco dal lavoro

Iniziano ufficilamente i preparativi.
Una delle prime cose da fare sarà tagliare la barba.
Che si apra il countdown!

Road to New York

La partenza per New York si avvicina.
Proprio nel momento in cui sentivo le forze abbandonarmi e la stanchezza prendere il sopravvento.
Domenica si vola oltre oceano.
Per prepararsi alla cosa la mia mente già naviga nei sogni, in un mix di tutto ciò che mi immagino questo viaggio possa regalarmi. Le tinte dei pensieri sono acquarellate ed i loro confini indefiniti, tuttavia l’immagine che ne affiora è chiara come poche cose lo sono state nella mia vita.
Ho fatto l’assicurazione sanitaria.
Nello sbrigare questa pratica e soprattutto nel pagare il premio mi sono soffermato a riflettere su come debba essere terribile vivere negli Sati Uniti ed essere povero.
Un povero nel paese a cui tutto il mondo [purtoppo] guarda e tende non può permettersi di ammalarsi. Questa cosa è drammatica.
Io però negli States ci vado carico di tutta l’ipocrisia del turista e quindi butto ideali e politica nel cassetto per sette giorni e dallo stesso estraggo macchina fotografica e contanti.
Al turista piace spendere.
Il turista non si deve far mancare nulla.
Il turista sarebbe più tranquillo se gli avessero versato sul conto lo stipendio, cosa che da Lunedì ancora non sembra essere successa.
Mi piacerebbe molto prendermi un cavalletto per la macchina fotografica. Ne vorrei uno abbastanza scalcinato, perchè ho ancora i piedi ben saldi a Brugherio e qui il cash preferisco non buttarlo alle ortiche, tuttavia senza questo strumento non so come poter fare foto in notturna che rendano giustizia alla grande mela. Sabato mi concederò un tour alla ricerca di qualcosa che faccia al caso mio.
Non so ancora che vestiti portare in America. In realtà è perchè non ho idea di che situazione climatica mi aspetti. L’unico indumento che sicuramente non mancherà in valigia è un paio di pantaloni corti per il Giovedì di Pasqua, giorno che in tutto il mondo apre la stagione degli shorts.
Spero che Giovedì prossimo non nevichi.
Sono [credo] riuscito a creare due pagine in cui si possono ascoltare in streaming due compilation che ho ultimamente ideato e riguardo alle quali forse ho anche già detto qualche parola.
Sono abbastanza contento del risultato ottenuto in entrambi i casi, da volerle condividere. Se qualcuno le ascolterà e vorrà dirmi cosa ne pensa, ne sarà valsa la pena.
Se così non fosse ne sarà comunque valsa la pena perchè ho imparato ancora qualche piccolo trucco dell’HTML.
E’ arrivata mia zia per la cena.
Vado ad aprire.
Ah, dimenticavo, ecco i link alle compilation.

Schegge

Il dannato caffè la sera mi priva del sonno.
Sono stato fino ad ora a discutere con Bazzu in macchina come non si faceva da un po’ di tempo.
Quello che ne è uscito è un triste dipinto.
Tragicomico, forse.
E’ bello tuttavia riuscire a volte a staccarsi dalla tela di quel quadro e quindi ringrazio Bazzu di avermi dato questa possibilità.
Sto tagliando la quinta serie di Scrubs in modo che stia in un unico DVD.
Sto anche lavorando nel tentativo di mettere on-line due compilation che ho creato. La prima è quella utilizzata per il viaggio a Monaco, la seconda invece è quella che la Bri mi ha chiesto di fare per lei.
A me piacciono, spero vengano pronte presto.
Ora sarei dell’idea di andare a dormire.
Dopo la classica stracittadina Brugherio-Melzo percorsa Sabato mattina in bici ho tutt’ora dolori al culo.
Vorrei il mio letto non fosse vuoto.

Torniamo alla vita di tutti i giorni

Questa volta voglio essere frivolo e parlare di stupidate.
Prima però voglio dare l’ennesimo esempio di quanto sostengo da tempo.
Elencherò i fatti senza dare giudizi.
Non serve.
Prosperini è un assessore milanese di AN.
Prosperini si definisce cattolico ed anzi si erige a tutela dei valori cattolici in Italia.
Prosperini oggi ha dichiarato di voler “Garrottare tutti i gay”.
Garrottare vuol dire uccidere per soffocamento tramite corde di cuoio bagnato.
La chiesa non ha mai preso le distanze da Prosperini.
Ok, dicevo di voler discutere di cose meno impegnative e così farò.
Ieri analizzavo con una mia collega la nostra generazione. Di solito quando si fanno queste operazioni, il risultato porta costantemente a sottolineare come la propria generazione sia migliore dell’attuale. Nel caso specifico credo che però questo verdetto sia oggettivo. L’esempio da cui tutto è scaturito è il romanzo generazionale.
Mi spiego meglio.
“Jack frusciante è uscito dal gruppo” vs “Tre metri sopra il cielo”.
Cazzo, non c’è proprio competizione.
Volete mettere il mito del giovane bello e ribelle che rimorchia facile le bambine della società bene in sella alla sua sfavillante moto, contro lo sfigato emarginato per i suoi gusti musicali, che si sposta unicamente in bicicletta e che fila per 300 pagine una che poi non gliela da?
Insomma dai, non c’è proprio pargone.
Anche a livello cinematografico. Lasciando stare il confronto Scamarcio/Accorsi che è assolutamente marginale, volgiamo parlare dell’abisso che c’è tra i Faith no More e le Vibrazioni?
Non c’è dubbio, sono arci contento di essere parte della generazione degli sfigati, di quelli che il “punk” lo dovevano ascoltare lontano dai genitori perchè i Punkreas non erano certo i Finley, di quelli che mettevano le allstar perchè costavano 9.900 lire al Bennet, di quelli che robbosi lo erano tutta la settmana e non solo il Sabato sera, di quelli che per provarci con una dovevano armarsi di coraggio e guardarla in faccia (coraggio che nel 70% dei casi non marcava presenza e nel restante 30% era spesso preludio al fatidico due di picche) e non usare il T9.
Insomma, la mia generazione vince tanto a niente nei confronti delle nuove leve e a loro non resta che dire “mi dispiace, ma ve la siete voluta”.
Chiudo l’escursus con una nota assolutamente generazionale: il 30 Aprile ci sarà un live reunion delle Gambe di Burro al Bloom. Speravo la facessero all’A.R.C.I. di Arcore, ma sarebbe stato addirittura troppo revival. Non mancherò.
Tornando ai giorni nostri, ma continuando a parlare di musica mi piace spendere tre parole riguardo il nuovo CD dei Comeback Kid.
Spacca il culo.
Abbandonate le velleità pseudomelodiche del precedente lavoro, i christian-corers americani piazzano un lavoro violento, corposo, ben strutturato, strabordante attitudine e decisamente completo. I pezzi sono tirati, ma non fanno della velocità e dell’immediatezza il loro punto di battaglia come accadeva in “Wake the Dead”, sono piuttosto complessi e dimostrano come si possa suonare HC senza compromessi anche cercando di staccarsi un po’ dalle linee guida.
Lo consiglio a tutti, ma soprattutto a Federico perchè è giusto non lasciar morire la sua anima accaccì.
Oggi Elena mi ha dato le foto della convencion Telethon di Salsomaggiore e dell’aperitivo che abbiamo fatto per festeggiare la mia laurea.
Sono carine.
Eccone una*.
Lab. Rugarli
* da sinistra: Andrea, Paola1, Paola2, Monica, io ed Elena.

Potevo forse esimermi?

E’ abbastanza curioso come tutti gli imput che mi arrivino per scrivere qualcosa qui sopra ultimamente riguardino soprattutto la politica in tutte le sue forme.
In realtà mi piacerebbe scrivere anche di altro, ma sono sincero se dico di non avere molto di interessante da comunicare.
Forse una cosa di cui scrivere prima di darmi alla “res publica” c’è.
Da Lunedì a Mercoledì sarò a Salsomaggiore Terme per una convencion Telethon. Dovrò presentare un poster con i miei dati insieme ad Elena. La stesura del manifesto è stata compiuta un po’ di corsa, ma il risultato finale a mio parere è buono nonostante qualche leggero inestetismo. Speriamo vada bene, sono un po’ agitato all’idea di spiegare il mio lavoro alla comunità scientifica, mi rilassa unicamente sapere che il mio poster probabilmente non se lo filerà nessuno.
La cosa più bella è però poter dire la frase “dal 12 al 14 sono via per lavoro”.
Tra poco arriverà la Bri ed insieme andremo al Magnolia di Milano per il “Nerd Party” quindi è bene non perdere altro tempo e andare al cuore del motivo per cui, uscito dalla doccia, mi sono messo a scrivere sul blog.
Oggi, in giro per la rete, ho visto molti diari tra quelli che sono solito leggere linkare o copiare le “10 ragioni per dire NO al matrimonio omosessuale”. La fonte originale è Craigslist, ma il documento è stato tradotto in italiano da Queerblog. Le ho trovate drammaticamente divertenti, un po’ come il filmatino in Flash che ho linkato Lunedì scorso.
E pensare che l’omofobia nella sua scempiaggine non è nemmeno la peggiore delle nefandezze con cui mi tocca quotidianamente convivere, se vogliamo è addirittura una di quelle che meno mi tange.

  1. Essere gay non è naturale. I veri italiani rifiutano ciò che è innaturale, come gli occhiali, le scarpe, il poliestere e l’aria condizionata.

  2. Il matrimonio gay spingerà le persone a essere gay, allo stesso modo in cui far andare in giro persone alte vi fa diventare alti.

  3. Legalizzare il matrimonio gay aprirà la strada a ogni tipo di stile di vita folle. Le persone vorranno sposare i propri animali domestici, perché ovviamente un cane ha una personalità giuridica e i diritti civili per sposarsi.

  4. Il matrimonio eterosessuale esiste da moltissimo tempo e non è mai cambiato minimamente; le donne sono ancora una proprietà del marito, le nozze sono decise dai genitori, il padre ha diritto di vita e di morte sui figli, i neri non posso sposare i bianchi e il divorzio non esiste.

  5. Il matrimonio eterosessuale perderà valore se sarà permesso anche ai gay di sposarsi. La santità dei sette matrimoni di Liz Taylor verrebbe distrutta.

  6. I matrimoni eterosessuali sono validi perché sono fertili e producono figli. Le coppie gay, quelle sterili e le persone anziane non devono potersi sposare, perché i nostri orfanotrofi sono vuoti e il mondo ha bisogno di più bambini.

  7. Ovviamente i genitori gay tirerebbero su figli gay, proprio come da genitori eterosessuali nascono soltanto figli eterosessuali.

  8. Il matrimonio gay è vietato dalla religione. Dunque in una teocrazia come la nostra i valori di una religione devono essere imposti all’intera nazione. Ecco perché in Italia c’è una sola religione e tutti i bambini devono essere battezzati alla nascita.

  9. I bambini non saranno mai sereni ed equilibrati senza un modello maschile uno femminile a casa. Per questo nella nostra società quando un genitore è da solo, o perché è vedovo o perché è stato lasciato, gli vengono tolti anche i figli.

  10. Il matrimonio gay cambierà i fondamenti della nostra società e noi non potremmo mai adattarci alle nuove norme sociali. Proprio come non ci siamo mai adattati alle automobili, al lavoro in fabbrica e all’allungamento della vita media.

Un fine settimana preciso

A volte capita di passare un week-end preciso, in cui tutto fila come avrebbe dovuto ed alla fine si va a letto soddisfatti, pronti per una nuova settimana di lavoro.
Lo scorso fine settimana per me è andato esattamente così e quindi ho deciso di scrivere un post per ripercorrerne le tappe.
Venerdì sera sono andato a “La Casa 139”, circolo A.R.C.I. di Milano. Ci sono andato con la Bri seguendo questo nuovo trend per cui almeno una sera a settimana cerco di fare qualcosa di diverso. Suonava un tipo Venerdì, tal Fabrizio Coppola. Non sapevamo nemmeno che suonasse, siamo andati lì perchè abbiamo fatto la tessera A.R.C.I. e stiamo cercando di sfruttarla. Il sopracitato cantante stava tenendo un set acustico in cui proponeva in chiave “unplugged” pezzi presi dai suoi due album pubblicati nonchè dal terzo in uscita per Ottobre. Lo show mi è piaciuto talmente tanto che alla fine ho acquistato il primo dei suoi dischi e mi sono ripromesso di andare alla seconda data milanese del suo minitur acustico. Mi piacerebbe proporre ad Aui di venire con me e la Bri a sentirlo, credo che gradirebbe tanto la musica quanto la compagnia.
Sabato mattina mi sono svegliato di buon’ora con diverse commissioni da fare. Il primo punto del programma prevedeva andare in biblioteca a prenotare un libro da leggere dopo Crypto di Dan Brown. L’operazione è perfettamente riuscita perchè ho prenotato “Un nome senza volto” di Ludlum e “Il trono di Spade” di R.R. Martin. A questo punto mi sento in dovere di spendere due parole su Crypto: una merda. Forse due parole sono un po’ pochine, quindi è il caso di argomentare. In sostanza è il classico ed ormai scontato libro di Dan Brown in cui però la tesi cospirativa non appassiona come nelle precedenti circostanze ed in più la trama risulta piuttosto scontata ed incapace di sorprendere. Direi che, visti gli unici intenti che l’autore si pone per i suoi manoscritti, è facile definire il libro come un fallimento.
Seconda tappa della mattinata è stata la questura di Monza, per il ritiro del passaporto della Bri in vista dell’ormai prossima partenza per NY. Tutto ok, documento ritirato e una seccatura in meno a cui badare.
La terza tappa mi ha visto rientrare al liceo “P. Frisi” dopo diverso tempo. L’idea era di dare una copia della tesi alla mia prof. di scienze dell’epoca, ma ho appreso che la totalità dei miei professori è ormai in pensione o in via di pensionamento quest’anno.
Mi sono sentito vecchio.
Sarà perchè sono vecchio.
In tutto questo però sono riuscito a salutare Antonio il bibliotecario e Diario, imperatore del “Mantega”.
Uscito dal mio vecchio liceo con un velo di tristezza mi sono appropinquato all’ultima tappa della mattinata: il Colors Tattoo Studio.
Alle 13.00 di Sabato ho inciso per la terza volta la mia pelle.
Direi che il risultato mi soddisfa decisamente, frocio quanto basta.
La serata di sabato è invece stata all’insegna dello sport: prima spazio alle gesta di Ronaldo sul prato di S.Siro e poi qualche partita a biliardo tra incapaci in un Tatanka inaspettatamente sovrapopolato.
A metà del mio fine settimana ero già ampiamente soddisfatto, ma la situazione è riuscita a migliorare Domenica pomeriggio, quando dopo circa 6 anni di speranze ho potuto assistere alla reunion dei Murder, We Wrote. Cinque pezzi suonati alla festa delle scuole di Cassano d’Adda possono sembrare pochi, ma per i fan che attendevano questo momento da un’eternità, è stato semplicemente magico.
“Falling Down”, cazzo, ho risentito “Falling Down”.
Emozione.
Questo bel week end si è concluso con un aperitivo censurabile al Route 66 e con una visita a casa della Bri.
Ci siamo visti “Lady Vendetta”, un film asiatico che mi aspettavo pesante ed invece si è rivelato bello. Abbiamo anche chiacchierato un bel po’.
Ora chiudo con una chicca scovata Sabato sera su Qoob, il canale pseudo indie di MTV sul digitale.
Mi ha spezzato.

Cena di lavoro?

Ho sonno.
E’ tardi.
Domani si lavora.
Ho bevuto un po’ nonostante i miei ultimi propositi salutisti.
Nonostante tutto questo è doveroso spendere un paio di parole sulla serata di addio di Egil all’Istituto Besta.
Il programma prevedeva una cena per pochi intimi, in sostanza tutti coloro che “il vichingo” teneva realmente a salutare.
Ci siamo molto divertiti.
E’ un peccato che il laboratorio perda un elemento come lui.
Spero che l’abbandono del Besta non pregiudichi la possibilità di altre serate insieme tra rose clandestine, camerieri calabresi, vino, birra, “figa budget” (La perla della serata), pettegolezzi, risate, qualche bestemmia e la voglia di ridere fuori dall’ambiente lavorativo.
Grazie a tutti i presenti per la piacevolissima cena “di lavoro”.
L'espressione della ricerca scientifica
* lo Scalmani ed Egil: due eroi.