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Marzo 2010

Blogosphera

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Ho deciso di tentare di dare qul minimo di visibilità in più al mio blog.
Il motivo è che, sarò arrogante, ma penso di meritarla.
Questo post però non è volto a tessere le lodi di me stesso, anzi. Il primo modo che mi era balzato in testa per perseguire questo mio scopo è stato quello di iniziare a pubblicare i post di questo blog sul mio “facebook wall”. Se non l’ho mai fatto fino ad ora però è perchè trovo la cosa abbastanza triste. Qui sopra scrivo quello che penso e non credo di nascondermi, mettendolo on-line. Tuttavia non mi piace essere promotore di me stesso, forse per timidezza o forse per qualche altra tara psicologica, non lo so. In ogni caso non è questo il punto. Il punto è che ho deciso di optare per soluzioni diverse.
Come primo passo ho contattato il bell’uomo, che in quest’ambito è un po’ il mio mentore. Il prezzo da pagare per la sua consulenza è sentirsi costantemente l’ultimo degli ignoranti, ma essendo questa cosa molto vicina alla realtà dei fatti non credo sia nemmeno troppo colpa sua.
Il primo consiglio che mi ha dato è utilizzare “Feedburner”, l’applicazione di Google che da quella marcia in più al feed del sito. E’ presto per valutare, ma questa nuova veste dei feed è coincisa con un incremento di visite quasi del 30%.
Il passo successivo, sempre su consiglio del bell’uomo, è stato quello di inserire in fondo ai post la possibilità per il lettore di divulgarne il contenuto con un click, utilizzando Facebook, Twitter o la cara e vecchia e-mail. Infatti seppur io sia lungi da voler essere promotore di me stesso, apprezzerei molto se qualcuno, leggendo quancosa da me scritto, sentisse la voglia di condividerlo con gli altri.
Ora, l’ultima cosa che potrebbe aiutarmi a dare visibilità a questo sito, sono i buoni e cari link su altri siti. La cosa fastidiosa, molto fastidiosa ad essere onesti, è che non c’è più la buona creanza di linkarsi a vicenda, cosa che una volta funzionava abbastanza bene. Ora l’idea che mi son fatto è che, quantomeno per i blog che seguo in prima persona, ci sia una sorta di cricca in cui i link alla fine son sempre gli stessi ed in cui non entri se non sei sufficientemente trendy nel tuo essere indie.
Lo so, è il classico discorso di chi rimane fuori.
Avrei potuto scrivere “non importa sai, avevo judo.” e sarebbe stato ancora più lampante, però questa nella sua tristezza è una grossa verità.
Chiudo sottolineando come l’esperimento Trombi si stia rivelando un colossale fallimento. A circa una settimana dall’installazione ho registrato un’unica foto, fatta più che altro per pietà.
Lo lascio, in ogni caso, perchè magari prima o poi esplode.
E poi non ho voglia di riscrivere altre righe di codice per questa sera, già allineare i bottoni qui sotto è stata roba da sangue dal naso.
Rileggendo questo post, forse avrei potuto anche scriverlo così:

Voglio incrementare le visite al blog e per questo ho migliorato i feed ed aggiunto la possibilità di condividere i miei post in diverse maniere.
Speriamo funzioni.
Bazinga.

Chi ha orecchie per intendere…

Quello riportato qui a fianco è uno dei tre spot d’autore che Intesa San Paolo ha deciso di far circolare sulle reti televisive del nostro bel paese. Non so se stia girando per davvero o no, purtoppo non posso più seguire la TV italiana, però in rete c’è arrivato, la gente ha iniziato a parlarne ed io, di conseguenza, voglio spender due parole in merito.
Per prima cosa mi permetterei di fare due pulci alla storia narrata nel promo. Claudio “33 anni, laurea con lode e dottorato (o PhD come dicono in America)” è il protagonista della favola. Facendo due conti a quell’età, se è bravo come si lascia intendere, a Los Angeles deve aver fatto il PhD e almeno un post-doc, se non due. Verrebbe da dire che uno non fa dottorato e due post-doc nello stesso laboratorio, se vuol davvero fare questo lavoro, ma qui andrei sulla pignoleria e non è questo quel che mi preme adesso, quindi passo oltre. Sta di fatto che a questo punto decide di ritornare in Italia a fare il PI, ovvero il capo laboratorio. Il professore americano gli fa il suo in bocca al lupo, la morosa americana sclera un po’, ma lui è deciso e parte. Domanda: dove cazzo va? Qualcuno gli ha spiegato che per tornare a fare il PI in Italia, in Università, deve fare milioni di concorsi che non vincerà mai perchè il suo posto è già assegnato ad almeno tre diversi sgherri che hanno sacrificato la scienza per restare a far da schiavi a qualche cattedrato? Forse no. Però, grazie al cielo, in Italia non c’è solo l’università e questo Claudio lo sa. Lui a Los Angeles ha pubblicato bene, diciamo un paio di primo nome su Nature/Science/Cell, ha un buon curriculum e quindi applica a Telethon e vince un posto da PI al Tigem di Napoli. Bravo. Come lui ce ne saranno 1 su un milione, anche e soprattutto considerata l’età, ma ci sono e quindi bravo. Adesso qualcuno mi spiega in tutto questo che ruolo può mai ricoprire Intesa San Paolo?
Sul serio, qualcuno me lo spieghi perchè io non lo capisco. Mi pare ovvio che non abbia la minima intenzione di finanziare la ricerca, visto che in gergo scientifico “finanziare” non vuol dire prestare dei soldi, ma regalarli. Potrei non prendere bene il fatto di essere emigrato proprio quando le banche iniziano a regalare denaro invece che succhiarlo come sanguisughe.
Forse però ho capito male. Forse quello che Intesa fa per Claudio, il ragazzo dello spot, esula dalla ricerca e si riferisce alla sua vita privata. A quel punto non capisco perchè scegliere il ricercatore come figura e non un qualunque ragazzo che decide di rientrare a lavorare nel suo paese, forse perchè la figura del ricercatore fa sempre un po’ più pena delle altre, ma ad ogni modo ok. Diciamo che Claudio ha bisogno di una mano per rifarsi una vita a Napoli, insieme a Kate, e quindi si rivolge alla banca amica dei ricercatori.
Sono così andato, per curiosità, a vedere sul sito di Intesa San Paolo i servizi che offrono ai giovani, ricercatori e non. Alla fine Claudio ha 33 anni e Kate forse pure qualcuno meno, quindi rientrano ampiamente nella finestra d’età necessaria per poter accedere a questi privilegi.
I due possono ad esempio aprire un conto a zero spese con operazioni on-line (ZEROTONDO). Wow. Non so quante banche non abbiano ormai conti di questo tipo, ma anche fosse l’unica mi chiedo in ogni caso cosa ci sarebbe di così straordinario in un ente che ti chiede di prestargli i tuoi soldi e non ti paga nemmeno. A sto punto te li tieni nel materasso, no? Vabbè, Claudio sta a Napoli e non vuole rischiare, quindi ok fa bene ad aprire il conto.
Costantemente in due su uno scooter però non possono andare avanti, ‘sti poveri figli (oltretutto, non per apparire razzista, ma è assodato che glielo fottano la prima settimana e non potendo nemmeno assicurarlo credo che presto o tardi avrà bisogno di una macchina. Se compra un altro scooter c’è da farsi due domande su come abbia avuto quei risultati nella ricerca.). Avranno bisogno di un’auto ed essendo ricercatori, indi privi di risparmi di sorta, potranno chiedere ad Intesa di far loro un prestito (PRESTITO GIOVANI). Purtroppo però Intesa chiuderà loro la porta in faccia perchè nessuno dei due ha risieduto in Italia gli ultimi due anni e quando avranno due anni di residenza, finalmente, saranno fuori dalla finestra temporale che consente di richiedere il prestito. Una sfiga, perchè avrebbero potuto farsi prestare 30.000 euro per renderne 35.000 dopo ventiquattro mesi (spannometricamente).
Servirà loro pure una casa, direi. Possono provare per un mutuo (DOMUS GIOVANI), ma come sopra Kate non ha i requisiti di italianità necessari per avere il prestito. Claudio invece dovrebbe poterlo ottenere anche senza un lavoro fisso e quindi siamo a posto. Ora, sul sito non se ne parla, ma credo che al buo Claudio qualche garanzia la chiedano comunque (l’ipoteca sull’immobile acquistato con i soldi della banca pare non bastare più).
Per finire, la coppia coraggiosa dello spot può anche scegliere di far partire un maxi investimento (EURIZON META GIOVANI) in cui affida un tot dei suoi risparmi nelle mani della Banca per almeno 5 anni per riuscire finalmente ad avere qualche spicciolo di interesse. Anche fosse vantaggioso (non ho tempo nè voglia di fare una simulazione on-line per capire quanto realmente frutti la cosa) non so quante coppie che devono costruirsi una vita in un nuovo paese, con un affitto da pagare (perchè di comprar casa, come detto, temo non se ne parli) e tutte le spese del caso, abbiano anche del valore aggiunto da investire. Che lavoro abbiamo detto che facevano Claudio e Kate? Ricercatori? Ah, ecco.

Politica/Informazione – Split post

Side A – Politica
Pur essendo in Germania non posso fare a meno di seguire quanto sta avvenendo nella mia cara Italia riguardo le prossime elezioni amministrative. In particolare, ovviamente, mi riferisco a quanto accaduto alla lista Formigoni in quel della Lombardia e alla lista Polverini in Lazio. Lo dico subito: trovo che non dare la possibilità ad un numero elevato di persone di esercitare il proprio diritto fondamentale sia quanto di più antidemocratico possa esistere. Per questo sono molto più che solidale nei confronti di tutti i cittadini incazzati che, se le cose andranno come dovrebbero andare, saranno costretti ad un voto di ripiego o, come farei io al loro posto, ad un’astensione forzata. In quest’ottica farebbero davvero bene a farsi sentire, questi cittadini. Il problema però è che gli unici colpevoli di questo mezzo disastro sono gli esponenti stessi delle liste in questione e nessun altro. Non ha colpa chi ha notato le scorrettezze fatte nel presentare le liste nè tanto meno chi ha deciso di attuare la legge e, a problema riscontrato, prendere i dovuti provvedimenti. Le migliaia di persone che potrebbero non riuscire a votare dovrebbero prendere i loro rappresentanti ed esigere non solo delle sentite e profonde scuse, ma anche che i colpevoli di questo crimine contro i loro diritti paghino di conseguenza. Invece no, in Italia è tutto buono per fare casino e quindi via ai proclami di rivolte di piazza ed anacronistiche marce su Roma. Si grida al complotto, alla congiura, con una faccia tosta che solo la nostra classe dirigente può ostentare in certe occasioni. E ovviamente tutti dietro a dar ragione a chi sbraita, nessuno che si prenda la briga di dire: “Cazzo, ma pare possibile che io debba perdere il voto perchè un cazzone qualsiasi va a mangiarsi un panino invece di fare quello per cui lo pago profumatissimamente?”. Tutta la gente che c’era in piazza oggi, per esempio, avrebbe dovuto tirare pomodori al grido di: “Non siete nemmeno in grado di farvi votare.” invece di osannare i loro stessi carnefici. Io, almeno, avrei reagito così. E’ anche vero che è difficile che ci sia qualcuno, oggi, per cui mi dispiacerebbe perdere la possibilità di votare. Ah, ho appena appreso che la lista Polverini è stata riammessa. Domani probabilmente toccherà a Formigoni. Quanto ho scritto resta comunque valido, per quel che mi riguarda.

Side B – Informazione
Oggi è stato anche il giorno in cui, tramite il bell’uomo, sono venuto a conoscenza di un esperimento mediatico molto interessante di cui riporto a lato unicamente la parte video. L’intero post è leggibile qui. La notizia su cui verte il documento in questione è che Barak Obama farebbe i suoi comizi in playback, con tutte le implicazioni del caso. Ovviamente la notizia è una bufala, ma non è qui la questione. Il punto sta nel fatto che il post che ho linkato era null’altro che un tentativo di dimostrare che internet non è affatto luogo ove si possono mescolare con facilità notizie vere e notizie false. Il tutto è stato fatto in risposta ad un articolo del Corriere in cui si diceva come la rete, per due italiani su tre, non sia affidabile. Direi che il loro esperimento è riuscito. La cosa buona della rete, infatti, è che è accessibile a tutti e che, di conseguenza, tutti possono “controllarne” i contenuti. Se si diffonde una notizia falsa quindi saranno moltissime le persone a sottolineare come questa lo sia. Esattamente come accaduto nei commenti del post in questione. A meno di un complotto globale che spinge l’intero pianeta a mentire, difficilmente si possono pubblicare notizie false e dar loro risalto senza venir sbuggerati. L’esperimento è stato riporposto in piccolo proprio da Ale che, nonappena ha pubblicato la notizia (al momento presa per buona) si è trovato di fronte a diverse persone che gli hanno segnalato come si trattasse di un falso. La rete funziona bene perchè è di tutti, non c’è un caporedattore, un padrone o un vertice cui rendere conto. E, cazzo, cercare di far passare tutto questo come negativo è ovviamente il gioco di chi un potere sovrano ce lo metterebbe di corsa. E’ tuttavia importante sottolineare come l’informazione on-line sia utile solo se sfruttata e sempre l’esperimento in questione offre la dimostrazione di quanto ho scritto. Appena vista la notizia sul wall del bell’uomo, oggi, ci sono cascato come una pera, ma ho comunque deciso di controllare le fonti. Ho così cercato in google se c’era tracca di questa notizia su altri siti ed ho anche cercato sul sito della Casa Bianca la fantomatica lettera di scuse citata nel video in questione. Questo perchè, come reazione alle notizie che mi interessano, ho l’abitudine di approfondirle e verificarle. Se non avessero immediatamente detto tutti che era un falso, ci sarei comunque arrivato io tramite ricerca. Questo vuol dire informarsi ed è una cosa che con la TV non si può fare e, purtroppo, lo si può fare sempre meno anche con i giornali. Ecco perchè la rete da fastidio a molti ed ecco perchè c’è una campagna in atto per fare in modo che la gente vi riponga sempre meno fiducia. La rete è un contraddittorio continuo, la TV no. Semplice e facile.

Nessuna nuova, buona nuova.

Ho scelto questo proverbio come titolo del post unicamente per dire che non lo sottoscrivo.
Non parlerò di questo, tuttavia.
Non parlerò di nulla in realtà, perchè sono stanchissimo. Mi limiterò a segnalare alcune piccole novità riguardanti questo mio blog. Da qualche tempo infatti in fondo al menu è comparsa una piccola icona che, all’occorrenza, si colora di verde o di grigio. Trattasi del mio contatto Skype, messo lì apposta perchè chi abbia voglia di sentirmi e vedermi possa provare a farlo. Se, come credo nella grande maggioranza dei casi, questa esigenza fosse da me corrisposta utilizzare questo mezzo risulterebbe facile e veloce per entrambe le parti.
La seconda novità riguarda una nuova voce nel menu, corrispondente al tasto “visitatori”. Ecco di cosa si tratta: ho semplicemente deciso di installare un Trombi su questo sito. Trombi è uno strumento facile e veloce che permette a chi passa di qui, se vuole, di lasciare una foto ricordo del suo passaggio. L’utilizzo è immediato, non servono spiegazioni, e lo trovo un modo facile e veloce per conoscere le facce di chi si interessa alla mia vita. Non so quanto verrà utilizzato, se mi si chiedesse un parere direi “per niente”, ma ho voluto provare questa cosa. La mia blogstar di riferimento d’altronde lo utilizza ormai da tantissimo tempo e io dopo un po’ mi sento a disagio a non emularla nelle tendenze on-line (ho resistito e resisto tutt’ora solo per quel che riguarda twitter e non ho idea del perchè).
In ogni caso, funziona così:

La prima foto del mio trombi è un mio autoritratto. Lo so, è abbastanza triste, ma volevo immortalare l’irritazione che ha colpito il mio occhio sinistro da qualche giorno a questa parte. Ovviamente ho fallito nell’intento, ma quello è un altro discorso.
La terza ed ultima novità riguarda la sezione musica ed è una brutta notizia. Libero, nota compagnia costitutivamente incapace di fornire servizi decenti ai clienti, ha deciso che la mia pagina personale sui loro server non mi è più accessibile in quanto connesso da fuori dall’Italia. Di per se la cosa non mi frega più di tanto, il problema è che utilizzavo i loro server per uploadare i sample tratti dal disco in ascolto. Questo perchè, non ho mai capito per quale ragione, Aruba si rifiuta di far funzionare i file .rbs. Ora, fino a che troverò un nuovo spazio gratuito su cui poter caricare questi file e farli andare nel lettore posto sotto l’immagine del disco del momento, il mio sito resterà purtoppo orfano di quel servizio. Mi scuso con chi eventualmente possa averlo utilizzato nel tempo e, addirittura, possa averlo ritenuto utile.
Ok, penso di aver detto quel che c’era da dire.
Ora me ne vado a nanna e se l’occhio me lo consente mi sparo un paio di episodi della terza serie di Dexter.