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Ancora lui

Oggi è un anno che vivo a Colonia.
In questi giorni, a Milano, si sta lavorando per chiudere il Palasharp.
Avrei molto da scrivere sulla mia vita ed altrettanto su come il killeraggio delle uniche forme di cultura rimaste ingovernabili prosegua senza che nessuno dica o faccia nulla.

Eppure, nonostante quest’abbondanza di argomenti, mi ritrovo ancora una volta costretto a parlare di Berlusconi.
Ho visto la sua intervista al TG1.
Tralasciamo il tenore dell’intervista e il servilismo dell’intervistatore (la terza domanda ha dell’imbarazzante), tralasciamo il feeling da videomessaggio alla nazione in stile totalitarismo sudamericano.
A colpirmi è stato un altro punto.
Parlando di economia, di proiettare il PIL al 4% e di terribili eredità dei governi passati che in soli 17 anni non si sono potute cancellare, non faceva che ripetere: “Dobbiamo modificare l’articolo 41 della Costituzione.”
Ora, per curiosità, sono andato a cercarmelo questo benedetto articolo che starebbe ancorando l’Italia alla crisi.
Recita così:

“L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.”

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