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Febbraio 2012

Grazie di cuore

La cosa che veramente manda il sangue alla testa in questa Italia da ricostruire è che gli ultimi trent’anni di politica ci hanno privato di tutto. Sono riusciti pure a toglierci la possibilità di controbattere, di far valere quantomeno a parole i nostri diritti.
Oggi Emma Marcegaglia se n’è uscita dicendo che l’articolo 18 serve esclusivamente a tutelare “assenteisti cronici e ladri“. Qualche giorno fa Lupi, con molta più eleganza, su twitter aveva sollevato la medesima questione sostenendo che nessun imprenditore licenzierebbe in tronco un buon lavoratore e che quindi, implicitamente, l’articolo 18 tutela quelli che buoni lavoratori non sono.
In altre circostanze sarebbe facilissimo rispondere a questi individui. Senza una tutela del lavoratore il confine tra buon dipendente e lazzarone diventa assai labile. Oggi posso valutare bene chi fa il suo dovere. Domani chi non obbietta a fare più del suo dovere. Dopodomani chi fa più del suo dovere ed essendo più giovane lo fa più in fretta e stancandosi meno. In tre giorni chi il tutto lo fa pretendendo la metà del salario. Tra una settimana chi, oltre a tutte queste caratteristiche, mi sta più simpatico.
Senza un freno, senza una regola, non so quanti di noi a lungo andare potranno essere definiti “buoni dipendenti” dal loro datore di lavoro e questo, nell’ambito di professioni poco specializzate, non è un bello scenario.
Che, quindi, l’argomentazione che fa perno sul vantaggio imprenditoriale nel tenere i lavoratori di cui si è soddisfatti faccia acqua da tutte le parti non è che sia poi così arcigna.
Cosa rende allora gente come la Marcegaglia, Lupi o la Fornero così sicuri della loro posizione? Cosa fa di loro quasi degli inattaccabili?
Io un’idea ce l’ho. Innanzi tutto non è certo bravura loro. L’abolizione dell’articolo 18 non è una cosa che si sono inventati gli imprenditori del dopo crisi, nè i tecnici del governo Monti. Questa proposta è vecchia come il cucco. Paradossalmente più vecchia dell’articolo stesso, perchè vede gli imprenditori tentare di riportarsi nella posizione che avevano un tempo, ovvero quella di poter decidere dei loro dipendenti come più gli aggrada.
Come dire “per uscire dalla crisi e rilanciare l’impresa, re-istituiamo la schiavitù”. Non è che sia un’idea nuova, nè tantomeno intelligente, e il fatto che funzionerebbe non credo porti nessuno a prenderla in considerazione. Al momento, perlomeno.
Il merito di aver ridato fiato e vigore a chi vorrebbe tornare ad essere “padrone” (termine che Dio solo sa quanto ero felice di ritenere fuori tempo massimo) va solo ed esclusivamente alla sinistra italiana.
Va ad anni, decenni di sindacalisti prezzolati, di lotte inutili e strumentali, di accordi beceri. Va a chi ha trasformato la sottoscrizione al sindacato ad un equivalente del pizzo da pagare per non aver problemi e, spesso, per potersi garantire un’esistenza “al risparmio energetico”. La tutela per anni degli scansafatiche, dei ladri e dei disonesti non è leggenda e non è certo colpa della destra. Delle persone che conosco, qualsiasi credo politico esse abbiano, non solo non ce n’è mezza che stimi i sindacati, ma la maggior parte può snocciolare almeno un episodio in cui questi si son comportati in maniera vergognosa.
E i partiti? Dov’erano i partiti di sinistra in tutto questo?
Che sinistra è una che tradisce la base del proprio elettorato mettendola nella posizione di diventare vittima sacrificale designata? Che sinistra è quella capace di far tornare plausibili scenari lavorativi vecchi di cent’anni?
Ci si stupisce che in vent’anni non sia riuscita a cacciare Berlusconi, ma ditemi voi, oggi, se questa è la colpa più grave.
Siamo arrivati al punto che una Marcegaglia o un Marchionne qualsiasi possono fare la voce grossa e strapparci in faccia dei diritti acquisiti con questa cosiddetta sinistra che nemmeno li lascia fare, ma li appoggia (ieri il sì del referendum FIAT, oggi l’articolo 18). Certo, la scusa è sempre che “o così, o la rovina”. Beh, quasi quasi scelgo la seconda perchè, sarò un illuso, ma almeno potrebbe essere per tutti.
E mi chiedete di andare a votare.
Andatevene tutti affanculo. TUTTI.
E con voi portatevi i giornalisti beceri e celebralmente inerti che abbiamo in questo paese.
Notizia di oggi: scandalo sulla clausola maternità in RAI. Insorgono i sindacati: contratto illegittimo.
In un Paese dove la regola sono i Co.Co.Pro. dove sta la differenza?
La destra ci ha messo in ginocchio governando praticamente da sempre.
La sinistra è riuscita nella non facile opera di prendersi le colpe.
A noi, tanto per cambiare, toccherà pagare le conseguenze.

Roma 2020 e altre cose di cui avrei potuto scrivere

Oggi pomeriggio al lavoro è noia pesa.
Siccome ho già provato ad impegnare il tempo facendo ogni sorta di lavoro e ho tirato al massimo un’oretta, ho deciso che potrebbe essere un buon momento per aggiornare il blog. Magari con un post vero, non con una di quelle ciofeche da tre/quattro righe che pubblico ultimamente.
Tra tutti gli argomenti che ho a disposizione (e che sono tantissimi), deciso di spendere due parole in merito all’ormai quasi ufficiale veto di Monti ad Alemanno per la candidatura di Roma alle olimpiadi 2020.
Se in Italia parlare di pudore avesse ancora un senso, ci si chiederebbe chi s’è portato via quello del sindaco di Roma che, a pochi giorni dalla manifesta incapacità di gestire qualche centimetro di neve, se ne esce autocandidandosi all’organizzazione dell’evento sportivo mondiale per antonomasia. Una roba tipo Schettino che domani chiama la NASA e si auto-candida per pilotare il prossimo Shuttle. E conta poco che probabilmente nessun comitato olimpico (vado a braccio eh, non ho idea minima di chi sia poi incaricato a scegliere tra le candidate) prenderebbe in considerazione Roma (e l’Italia) sulla scia di quanto stiamo mostrando in giro ultimamente, il NO di Monti sarebbe ampiamente giustificabile anche solo per una questione di dignità. “No, caro Alemanno, oggi come oggi il permesso per farci bocciare l’ennesima volta non te lo do. Stiamocene buoni per un po’ e vediamo se ne usciamo.”
Il dramma vero è che la debacle di Roma nella sua sfida alle intemperie, pur essendo indicazione sufficiente a far nascere legittimi dubbi sulle capacità organizzative della capitale, non è nulla paragonata a quanto verificatosi l’ultima volta che a Roma s’è avuto in gestione un evento sportivo rilevante. Perchè ci ricordiamo tutti vero, quello che è successo in occasione dei mondiali di nuoto 2009? Ora, io non dubito che un alone di corruzione aleggi intorno più o meno a tutti i grandi eventi di questo genere, in tutti i paesi del mondo. Ci sarà sempre chi alle spalle di una macchina miliardaria come l’olimpiade (o i mondiali, gli europei, l’expo e via dicendo) troverà il modo di arricchirsi. Non dovrebbe capitare, ovviamente, ma capita e sono convinto non solo qui nel bel Paese. Il dramma è che da noi il tutto è esasperato. Oggi leggevo in twitter che intorno a Napoli ci sono dei lavori in corso per un’uscita della tangenziale appaltata per Italia ’90. Non mi ci metto nemmeno a verificare se l’nformazione è vera, perchè è credibile e tanto basta. Insomma, c’è un’attitudine italiana alla tangente che già spaventa a priori, c’è il precedente, proprio a Roma, di una situazione analoga, più piccola, e finita malissimo e ci sono un sindaco ed una giunta che dimostrano il loro non essere pronti al minimo inconveniente e il non saper farvi fronte. In aggiunta, come ciliegina, siamo in una situazione economica che dire precaria e puro eufemismo (oggi c’è chi dice che la crisi Greca iniziò con l’olimpiade e, non avendo le basi, non posso nè confermare nè smentire).
Con questi presupposti, il NO di Monti non solo è legittimo, ma auspicabile.
Che poi, Alemanno, è sicuro di avere abbastanza parenti per farsi carico di un evento del genere?
Ecco fatto, il post è scritto e il blog torna, per una volta, sul pezzo.
Giusto per conoscenza, ecco gli altri argomenti che avrei potuto trattare:
Il nuovo singolo di Jovanotti ha una base che è plagio plagissimo della colonna sonora di Drive. Così, a muzzo, senza che io verifichi chi è uscito prima e chi poi.
Il nuovo singolo di Madonna ad un certo punto (minuto 2:20 del video, per apprezzare appieno) piazza un breakdown di chiara matrice hardcore. L’unica spiega plausibile è che nel 2012 i produttori siano gente che ascolta bella musica e questo porterà inevitabilmente ad un mondo migliore. (vedi parentesi al punto precedente).
– Su radio 105 gira un pezzo che pare fatto mischiando insieme tutta la discografia dei Jimmy Eat World. Non avendo uno smartphone dalle mille applicazioni utili, non ho idea di chi siano gli autori. Sono solo sicuro non si trati dei Jimmy Eat World. Nel nome della band potrebbero esserci le parole Pedro o Leon, ma non si tratta dei Pedro the Lion.
– Il PD perde le primarie a Genova e la sindachessa uscente si incazza su twitter dicendo che è tutto dovuto al suo essere donna. Stando al ragionamento, quattro anni fa probabilmente non lo era.
– Google celebra S.Valentino con un cartoon in cui si omaggiano tutti i tipi di coppie. Google non ha mai omaggiato, ne mai omaggerà Giovanardi. Il passato, prima o poi, ci lascerà liberi.
– Si vocifera di una possibile mossa del governo volta a rivedere le esenzioni ICI per i beni immobiliari della Chiesa. Bravi. E’ vero, son gli stessi che provano quotidianamente a cancellare i diritti dei lavoratori, ma un governo normale non fa mai solo cose giuste o cose sbagliate. Quello di Monti è un governo normale. E’ che non ci siamo più abituati.

EDIT: Il pezzo che frulla cinque dischi Jimmy Eat World e finisce per passare in radio è Cough Syrup degli Young Giant. Da li a capire perchè avessi in mente Pedro e Lion ne passa una vita.

Ne parlavamo tanto tanti anni fa


Oggi compie vent’anni “Hanno ucciso l’uomo ragno”.
Tipo che ci sarebbero milioni di cose da dire e scriverci sopra, ma alla fine si può benissimo evitare e limitarsi all’omaggio ad uno dei capolavori di quello che, per me, è e sarà sempre il più grande cantautore italiano. Grazie Max!
E comunque, sembra ieri.