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Sarri, Mancini e le contraddizioni del calcio italiano

Non credo ci siano altri Paesi in cui il calcio sa tirare fuori contrasti ai limiti dell’assurdo come accade in Italia.
Prendiamo la questione Sarri-Mancini. In pratica l’allenatore del Napoli, evidentemente fuori dai gangheri, decide di insultare il suo collega e avversario e ha la malaugurata idea di dargli del “finocchio” o forse del “frocio”, non ho ben capito. Credo cambi poco.
Ovviamente è subito il pandemonio.
Giusto, viene da pensare, perché certi atteggiamenti andrebbero stigmatizzati con fermezza, specie nello sport dove dovrebbero regnare concetti come il rispetto dell’avversario e l’etica sportiva. Da lì lo scandalo, i cori di sdegno e le richieste unanimi di sanzioni.
Eppure qualcosa non mi torna.
Inizio a leggere in giro la parola “omofobia” e ho questa impressione per cui non sia del tutto chiaro quanto successo. Sarri ha voluto insultare Mancini e l’ha fatto con il primo appellativo offensivo che gli è filtrato dal cervello alla bocca. Non credo, anzi, sono sicuro non avesse in testa i gusti sessuali dell’allenatore nerazzurro.
Se dai del bastardo a un tale è perché pensi non sia veramente figlio di suo padre?
Ecco come la penso io: ogni lingua e ogni cultura comprenono gli insulti, che sono niente più che la manifestazione di mancanza di educazione. Personalmente trovo abbastanza ridicolo mettermi a fare dei distinguo su quali siano accettabili e quali no: nessuno dovrebbe esserlo.
Certamente ci sono insulti che esprimono più di altri carenze culturali nella popolazione che li utilizza. Un popolo che usa “frocio” come insulto è chiaramente un popolo di base omofobo, tuttavia molti di coloro che dicono “frocio” non lo fanno con lo scopo di denigrare le abitudini sessuali del bersaglio. Molti lo fanno perché è una parola comunemente usata allo scopo di attaccare/offendere l’interlocutore. Abitudine. Poi certo, se incontrando due ragazzi che si tengono per mano in strada grido loro “froci” è decisamente diverso, ma non è questo il caso. E poi, volendo davvero essere ipersensibili, non è forse altrettanto omofobo chi apostrofato come “Frocio” si risente?
Sarri è stato maleducato e soprattutto è venuto meno all’etica che dovrebbe stare alla base dello sport e per questo andrebbe sanzionato, ma sarebbe stata la stessa cosa se avesse dato a Mancini dello stronzo, eppure nessuno ne avrebbe fatto un caso.
C’è una sorta di moralità posticcia e forzata nel nostro calcio che, a mio avviso, è solamente dannosa e non aiuta ad educare.
Un altro buon esempio è il razzismo negli stadi, una gigantesca nuvola di fumo negli occhi.
Mi spiego.
In america hanno una cosa che si chiama “Trash talk” il cui principio è fondamentalmente insultare l’avversario, ferirlo più possibile a parole, in modo da deconcentrarlo e trarne vantaggio sul campo. Se lo chiedete a me è quanto di più antisportivo esista, ma è tollerato dalle regole. Il “tifo contro” è fenomeno del tutto accomunabile e non si può certo chiedere ad un tifoso la sportività che non si pretende dagli stessi atleti. Quindi se dando del negro o dello zingaro ad un calciatore, o facendo BUH ogni volta che tocca palla, riesco nell’opera di deconcentrarlo io sto centrando il mio obbiettivo di tifoso e non è per nulla scontato io sia razzista. Sopratutto, non vedo perché questa cosa vada criminalizzata quando è lecito cantare ingiurie alla madre morta di Materazzi o al fratello disperso (poi morto) di Kaladze.
Ma i contrasti assurdi non si trovano solo dentro il calcio. Il brutto è quando confrontiamo il calcio alla società e scopriamo che la seconda è molto peggio, sebbene nessuno purtroppo se ne lamenti. Non si tratta di benaltrismo eh, ma di priorità.
Un paese in cui Salvini fa politica non può risultare credibile quando prova a stigmatizzare il razzismo negli stadi. Non è un concetto di ipocrisia, che comunque è evidente, ma proprio di modus operandi.
Siamo un Paese razzista? Si.
Cambiare questa realtà si può, ma sono convinto che sia più facile il problema svanisca dagli stadi una volta ripulita la politica che forma l’opinione pubblica piuttosto che vice versa. Infatti il mondo del calcio è il primo a credere sia solo questione di immagine. Tavecchio va bene a tutti finché non esterna il suo pensiero (davvero razzista e omofobo in quel caso, roba che manco Trump…). Se importasse qualcosa a qualcuno il tizio non dovrebbe stare dove sta. Non dovrebbe nemmeno esserci arrivato, ad onor del vero, e invece le sue uscite diventano “gaffe” e le si insabbia appena possibile.
Stesso discorso per l’omofobia.
Non è pensabile che in un Paese in cui la forza teoricamente progressista e di sinistra è ancora ampiamente insicura in tema di diritti civili, il calcio debba provare in modo palesemente artificioso ad apparire irreprensibile in merito. È chiaro che l’operazione puzzi di finto. Specie quando la base del contendere è pretestuosa, come nel caso Sarri-Mancini.
In Italia ogni singolo campetto in cui giocano bambini e ragazzi è una cellula che accresce il cancro della diseducazione sportiva, alimentata da genitori ed allenatori incapaci di dare un esempio corretto.
Volendo risanare e dare un modello di comportamento, forse, varrebbe la pena partire da lì.

6 commenti su “Sarri, Mancini e le contraddizioni del calcio italiano”

  1. Molto del tuo post è condivisibile. Però ci sono cose che non è giusto tollerare, punto. Gli insulti che in qualche modo tirino in ballo le questioni razziali e i gusti sessuali sono due di queste.
    È anche scorretto costruirci un ragionamento intorno. Non si fanno e basta. Complicare una cosa semplice è sbagliato. Non si fanno insulti per il colore della pelle e sui gusti sessuali perché per migliaia, forse milioni di persone sono dei problemi, e li riconosciamo come tali. E quindi vanno guardati con più attenzione. Ed evitati con più attenzione. Non si tratta di fare la classifica degli insulti più o meno pesanti. Su certi insulti, è un problema anche fare dei ragionamenti. Non complichiamo cose semplici.

    Poi, sulle strumentalizzazioni del calcio, Tavecchio, la società, i campetti ecc ecc sono d’accordo con te. Sottoscrivo. Se vuoi, ti dico anche che se al posto di Sarri ci fosse stato, che ne so, Ancelotti, Mancini non avrebbe reagito così (sempre che Ancelotti fosse così imbecille da comportarsi come Sarri). Però su un punto ci tenevo a dire la mia.

    ciao!

  2. Ciao e grazie del commento.

    Io non è che non trovi lineare o sacrosanto quanto dici. Trovo questo fosse un buon esempio per tirare fuori un concetto: siamo un paese omofobo/razzista. Lo siamo.
    Eccedere nella polemica e mostrarsi addirittura ultrasensibili (leggi sensibili oltre il lecito visto che quello a Sarri è di fatto un processo alle intenzioni) in reazione a certi fatti non cancella questo fatto e non aiuta a risolvere il problema. Vuole solo essere una mossa di facciata, nemmeno troppo convinta o coerente.
    E provo a ragionarci su.
    Mi capita di “dare del frocio”, il più delle volte per descrivere me stesso, spessissimo per goliardia e senza cattiveria (se capisci cosa intendo), ma certamente mai con accezione positiva. E’ una manifesta dimostrazione di ignoranza e malcostume, ma mi capita. Io non sono omofobo. Non è che “non sono omofobo, ma…” o “secondo me non sono omofobo”. Io non sono omofobo PUNTO.
    Il fatto che usi la parola frocio non fa di me un omofobo. Fa di me un maleducato.
    Penso saremmo tutti d’accordo ad eliminare certe cattive abitudini dalla società in toto. Certamente è giusto pensare di dover partire da qualche parte. Mi spingo a dire che se ci fosse davvero in tutta questa campagna (o in qualsiasi altro dissenso di massa in ambito calcistico) una reale volontà educativa non avrei scritto quanto ho scritto.
    Invece non così. Ciò a cui stiamo assistendo è un tentativo degli addetti ai lavori di darsi una ripulita a costo zero, perchè punire Sarri si può mentre cacciare Tavecchio è complicato. A rimorchio c’è poi la spinta dei tifosi, che oggi sono tutti iscritti all’arcigay solo per avere un’ulteriore ragione per attaccare la prima in classifica (o semplicemente un’avversaria). La questione sta tutta lì e fa incazzare, perchè poi nella vita quotidiana non si fa niente, nemmeno il minimo indispensabile, per combattere l’omofobia VERA.
    Mi sembra superfluo dirlo, ma ragionare e fare un’analisi che provi ad andare oltre lo sdegno non implica legittimare nè cercare attenuanti.

  3. Grazie a te del post e dell’ulteriore commento.
    Tutto il ragionamento che fai mi piace, lo condivido. Dovevo forse precisare che mi sembra giusto fare un ragionamento attorno a un fatto di cronaca. Fa sviluppare riflessioni, è ottimo. Non dicevo che non sia giusto ragionare intorno al fatto. È il ragionamento intorno all’insulto che mi pare rovini il resto.
    Per capirci, scrivi: “Sarri è stato maleducato e soprattutto è venuto meno all’etica che dovrebbe stare alla base dello sport e per questo andrebbe sanzionato, ma sarebbe stata la stessa cosa se avesse dato a Mancini dello stronzo, eppure nessuno ne avrebbe fatto un caso”. Mi sembra sbagliato. Non ci sono milioni di stronzi che si sentono offesi ad essere usati come insulto. Mica offesi banalmente, ma proprio in una cosa che è un problema vero.

    Se tra i tuoi amici vi chiamate finocchi non so se è un problema, è anche un discorso di codici linguistici di un gruppo e ci sta. Se tu al semaforo abbassi il finestrino e gridi finocchio o negro a uno che ti taglia la strada, mi pare sia diverso. Non si fa e basta.

    Detto ciò, temo, ma anzi sono sicuro: tra due settimane la cosa sarà dimenticata e via tutto come prima. Il polverone si abbassa in fretta. E come dici, non si fa quasi nulla per combattere l’omofobia quotidiana.

  4. Posso certamente sbagliare, ma non credo che ci siano omosessuali che “risentono” del fatto che la parola frocio sia usata come offesa in generale. Ci sono omosessuali che soffrono, purtroppo tanti, perché vengono offesi e discriminati in prima persona. Quali che siano i termini usati per farlo. Cosa gridi Sarri a Mancini non sta nella top 50 dei loro problemi.
    Ma davvero, magari sono io che sottostimo la cosa.

    Come detto ad altri amici con cui ho discusso in merito, spero il mio punto sia chiaro, ma non ho velleità sia condivisibile. ;)

  5. Sì hai ragione, mi sa che non ne usciamo. Ne abbiamo parlato, però, che è una cosa buona.
    grazie del post

  6. Grazie a te, quando riesco a scambiare opinioni con chi passa di qui mi sembra quasi abbia un senso avere um blog.
    Poi mi passa eh, tranquillo. :)

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