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Racconti

Cronaca di un calvario (annunciato)

Giovedì 18/11, ore 9:52
Arriva notifica Whatsapp.
“Ciao, volevo segnalarti che oggi sono risultat* positiv* al covid.”
La prima reazione è controllata. Faccio presente la cosa in ufficio, mentre mi vesto e mi appresto a rientrare a casa per isolarmi.
Chiamo il medico, specifico che il mio ultimo contatto è stato Domenica. Sono vaccinato, quindi la procedura è isolarmi per sette giorni dal contatto e poi procedere con un tampone, in assenza di sintomi. Ok.
La seconda reazione è una canzone di Alanis Morrisette: giusto ieri ho prenotato la mia terza dose di vaccino. Sarebbe effettivamente molto ironico ammalarsi proprio ora, dopo averlo schivato per 20 mesi.
La terza reazione è più tendente all’isterico ed arriva quando realizzo che in diciassette giorni dovrei partire per un viaggio che rimandiamo da due anni e che adesso sembra finalmente possibile grazie ai corridoi COVID-free. Ho appena preso coscienza del fatto che potremmo non essere per niente COVID-free.

Giovedì 18/11, ore 10:20 circa
Dopo aver chiamato il medico realizzo che Olly è a casa dall’asilo perchè questa notte ha avuto forte mal di orecchio, dovuto al catarro. Ha anche un po’ di tosse, adesso che ci penso. In questo momento è dai nonni, quindi li chiamo e spiego loro di mettersi la mascherina. Poi chiamo Paola, che a sua volta chiama la pediatra.
Olly deve andare subito al drive-through dell’Ospedale San Raffaele a fare un tampone molecolare.
Allerto di nuovo il mio medico, le disposizioni non cambiano anche se adesso mi sembra di avere tutti i sintomi del mondo. Provo la febbre: 35.7°C.
Olivia rientra a casa post tampone con un pacco di wafer, perchè è stata bravissima.
Si aspetta l’esito.

Giovedì 18/11, ore 20:30
Ho il tavolinetto da giardino in camera, ci sto mangiando il risotto isolato dal resto della famiglia. Mentre mangio faccio compulsivamente ctrl+f5 sulla pagina dei referti del San Raffaele per vedere l’esito del tampone di Olivia, che continua a non arrivare.
Quel che arriva invece è un’altra notifica whatsapp, dalla terza persona coinvolta nel contatto positivo di Domenica. “Per scrupolo ho fatto il tampone ed è negativo”.
E’ ovviamente un dato insignificante, ma è interessante valutare come lo si può elaborare. Conosco persone che lo prenderebbero come un segnale incoraggiante, di speranza. Io riesco solo a pensare che la sfiga abbia preso la mira invece di sparare nel mucchio.
Ctrl+f5.
Ancora niente.

Giovedì 18/11, ore 21:53
Olivia è negativa.
Nulla da aggiungere dal fronte. La stanza è chiusa e così resterà fino a domenica mattina, quando il tampone toccherà al sottoscritto.
Continuo a pensare che quello dello scorso weekend è stato il primo vero rischio che mi sono preso in venti mesi di pandemia, se si può definire rischio fare un viaggio in auto di due ore con due persone comunque vaccinate. 

Venerdì 19/11, ore 20:36
Di nuovo al tavolino, sempre solo. Sto mangiando gli spaghetti allo scoglio che abbiamo preso da asporto e ci sto bevendo dietro mezza bottiglia di Sauvignon. Il cibo me lo lascia Olivia davanti alla porta.
Oggi ho lavorato e ho ascoltato il disco nuovo di Marra un numero insensato di volte. Adesso lo rimetto su, che tanto non ho un cazzo da fare.

Domenica 21/11, ore 9:48
Ho appena fatto il tampone.
Sono nel parcheggio dell’ospedale di Vizzolo Predabissi, un luogo di cui non avrei mai avuto conoscenza senza questa pandemia. Intorno a me è nebbia, fittissima.
Sarebbe anche una metafora bellissima, se in questo momento fossi nello spirito di poter apprezzare le cose belle.

Domenica 21/11, ore 21:02
Ancora niente esito.
Oggi ho impegnato il tempo in vario modo cercando di non pensarci, ma nelle ultime due ore sta diventando semi-impossibile.
Avrei voluto aprire wordpress prima, per scrivere questo update, ma mi dicevo: “Aspetta, metti direttamente quello con l’esito.”.
Arrivasse.

Lunedì 22/11, ore 10:30
Mentre refresho come un forsennato la pagina del fascicolo sanitario di Regione Lombardia, il telefono vibra.
“Certificazione verde Covid-19 di GI*M disponibile.” scrive il Ministero della Salute.
Esultanze e caroselli.


Ho scritto questo post in presa diretta, da Giovedì ad oggi. Non so come continuerà questa storia.
Dopodomani, Mercoledì 24/11, a questo punto potrò fare la mia bella terza dose di vaccino, come da programma. Una pera di antigeni, ma spero più che altro di tranquillità. Perchè lo so che questo post potrebbe prendere i toni di una puntata di “Anche i ricchi piangono” visto che l’ansia che mi sta opprimendo è legata ad una cazzo di vacanza che ho scelto io di fare, in un momento non proprio ideale, però se tutti avessimo sempre la forza di mettere i propri problemi in prospettiva saremmo molto più forti e sereni di quanto effettivamente siamo.
Si può pensare quel che si vuole di uno che si fa venire gli attacchi di panico per aver prenotato un viaggio, ma questo purtroppo non cancellerà quegli attacchi di panico.
Due settimane all’ipotetica partenza.
A viverla così, sembreranno infinite.

Diario dall’isolamento 2: ghost track

Interno Palazzo Chigi, sera, intorno a metà Novembre.

Il presidente Conte sta lavorando ad alcune carte nel suo ufficio, il viso è stanco, ma sereno. Il Segretario Generale si affaccia alla porta, picchiettando sullo stipite con tre colpetti di nocca dell’indice destro. Giuseppe Conte alza lo sguardo alla porta.

GC: Ciao Robbè, ti serve qualcosa?
RC: No, volevo parlarti di un cosa, ma se ti rompo le palle ne parliamo domani…
GC: Ma no, figurati. Entra, mi prendo una pausa.

Roberto Chieppa entra nell’ufficio e si siede su una delle due sedie fronte scrivania del Premier, che posa la penna e stiracchia le braccia in alto.

GC: Allora, che volevi dirmi?
RC: Ma niente… ero curioso di sapere come stai vivendo la situazione relativa al Natale. Ti eri sbilanciato…
GC: In che senso?
RC: Nel senso che avevi detto lo avresti salvato e la situazione oggi è quella che è. Cadere sul Natale, dopo tutto quel che abbiamo passato, mi farebbe girare i coglioni.
GC: Stai tranquillo. Il 13 Dicembre riapro tutto.
RC: Mi prendi per il culo?

L’illuminazione cambia, la stanza diventa di colpo buia. E’ saltata la corrente. Un tuono, preceduto dal classico lampo, suggerisce che fuori da Palazzo Chigi stia imperversando un brutto temporale. Una lama di luce però taglia la stanza dalla porta di ingresso e illumina malamente il volto del Premier, contratto in quello che sembra un ghigno.
Sulle sue gambe, accovacciato, un gatto nero che non avevamo notato prima. Conte lo accarezza, serafico.

GC: Non mi pare proprio argomento su cui fare dell’ironia.
RC: Ma quindi davvero vuoi mandare tutto a puttane, per salvare il Natale? Già la situazione è quella che è, ma te lo immagini cosa significa se apri per le feste?
GC: Non ho mai parlato di aprire per le feste…

Conte si alza e, mani giunte dietro la schiena, cammina fino alla finestra. Ora il volto ed il corpo del Presidente del Consiglio sono illuminati unicamente dalle luci di Roma e della tempesta.

GC: Il 13 Dicembre riapriamo tutto così la gente può fare i regali di Natale e salviamo l’economia…
RC: Giusè, la gente non ha una lira…
GC: ZITTO! Mentre parlo io tu stai zitto, che forse impari qualcosa. La gente si lamenta sempre, ma i soldi ce li ha e noi glieli faremo spendere. Facciamo il CASHBACK, Roberto. Lo sai cos’è il cashback?
RC: No, Presidente.
GC: In pratica diciamo agli italiani che restituiamo loro il 10% delle cifre spese con pagamento elettronico, ma non online, se fanno almeno 10 transazioni entro il 31 Dicembre, fino ad un massimo di 150 euro. In pratica devono andare nei negozi a fare i regali di Natale che non hanno fatto prima perchè pensavano di non poterlo festeggiare e noi gli ridiamo il 10% di quello che spendono.
RC: Ma quando parte ‘sta cosa? Come funziona?
GC: Facciamo un app. 
RC: E se finisce come per Immuni?
GC: Ma sei cretino? Ti sto dicendo che è un app che ti fa guadagnare 150 euro. La lanciamo intorno al 10 Dicembre. E il 13 apriamo tutto.
RC: Quindi la strategia è regalare soldi agli italiani? Ok, funziona sempre, ma non ho ancora capito come pensi di gestire il Natale…
GC: Non hai capito perchè sei scemo. Immagina le persone chiuse in casa da un mese e con lo spettro di un Natale isolati, immaginatele ricevere la notizia che invece a Natale si potrà festeggiare e, soprattutto, che verranno rimborsate se andranno nei negozi a fare shopping. Ora immagina vie e piazze il 13 Dicembre…
RC: Sarà un delirio…
GC: ESATTO! La gente si riverserà per le strade e sai cosa succede in questi casi?
RC: Aumentano i morti?
GC: Mmhhh no. Non subito. Quello che succede subito è che i giornali si riempiono di foto e video dei centri pedonali stipati di persone, con titoli tipo: “Shopping e aperitivi, folla ovunque” e l’opinione pubblica, che in questi momenti si ricorda del numero dei morti, sbrocca. Ed è lì che arriviamo noi.
RC: …
GC: Il 13 Dicembre riapriamo, perchè abbiamo salvato il Natale, ma sempre il 13 Dicembre richiudiamo, perchè loro non si sanno comportare. Non sarà colpa nostra, Roberto. Noi abbiamo mantenuto la promessa. La colpa è LORO.
RC: Ma loro chi, Presidente?
GC: VOI.

A questo punto Giuseppe Conte scoppia in una fragorosa e sinistra risata, mentre il povero Roberto Chieppa si alza dalla sedia e, impaurito, lascia la stanza cercando di non farsi notare.
Conte però nemmeno si gira, non è con lui che stava parlando.
Nell’angolo più buio della stanza, il gatto ha degli spasmi fortissimi ed il suo corpo inizia a modificarsi in maniera raccapricciante. In pochi secondi quel gatto non esiste più e al suo posto c’è Rocco Casalino.

RC: Li abbiamo fottuti tutti. Di nuovo.
GC: Sì.


Nota: questo racconto è ovviamente opera di pura fantasia, ma la precisazione vera è relativa alla figura di Roberto Chieppa che, fino al momento prima di buttare giù ‘sto pezzo, non avevo minima idea di chi fosse e che qui esce rappresentato in maniera terribile unicamente a fini narrativi. 
In questi casi chi è bravo scrive: “Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale“, quindi lo faccio pure io.

Il caso Suarez

Questa mattina mi sono divertito a scribacchiare questa cazzata sul caso Suarez e l’ho messa sui social. Poi mi sono ricordato di avere un blog e quindi mi pare giusto metterla anche qui. E’ una cosa davvero fatta solo per ridere, quella di Suarez è una vicenda che non mi interessa e non mi sposta, il calcio è ormai una delle mie ultime preoccupazioni e quello che penso della Juve l’avevo già scritto qui e vale oggi come allora.

Il caso Suarez
a fiction movie by Manq (da un’idea di Stefano Accorsi).

Prologo:
Il caso scoppia esattamente 12 ore dopo che la Juve molla il giocatore per firmare a sorpresa letteralmente il primo che passa.
Per la stampa: coincidenza incredibile.
Capitolo 1:
Si evince immediatamente che siamo di fronte ad una porcheria enorme che può essere pensata solo da qualcuno molto stupido o che si sente davvero intoccabile.
Per la stampa: tutto nasce da Suarez, colto improvvisamente dall’Italian Dream. Juve parte lesa.
Capitolo 2:
E’ palesemente tutta farina dell’Università di Perugia e del giocatore e sarebbe meglio smettere di fare domande ed indagare, ma ormai non si può e tocca andare a fondo.
Per la stampa: Juve tranquilla.
Capitolo 3:
Escono le prime intercettazioni (ma che cazzo), saltano fuori nomi del tutto impronosticabili. Per lo sconcerto di tutti, quelle che sembravano solo fortuite coincidenze si dimostrano invece nessi causali.
Per la stampa: bisogna indagare, ma GARANTISMO.
Capitolo 4 (da qui SPOILER):
Diventa impossibile non vedere il mandante della faccenda, la Juve, che per quanto mossa da ovvie motivazioni encomiabili ha superficialmente fatto un illecito.
Per la stampa: la burocrazia che blocca lo sport italiano – a case study.
Capitolo 5:
Niente, son colpevoli e non si può fare a meno di punirli in qualche modo. Ci si prova eh, grandi discussioni e giri di valzer, ma alla fine tocca cedere.
PENALIZZAZIONE DI X PUNTI IN CLASSIFICA.
Per la stampa: La Juve paga per tutti, giustizia ad orologeria.
Capitolo 6:
L’armata del Maestro Pirlo, che in campionato ha forse una sola rivale credibile, macina punti e vittorie senza fatica mentre le avversarie fanno un percorso normale e perdono qualche punto.
Per la stampa: Juve più forte di tutto.
Capitolo 7:
Negli scontri diretti la Juve vince. C’è qualche caso da moviola dubbio, ma ehi, smettiamola di dare addosso alla Juve che già è penalizzata. L’inter viene derubata con Parma, Spezia e Crotone. La Juve è avanti.
Per la stampa: MIRACOLO BIANCONERO.
Gran finale:
La Juve vince il decimo scudetto consecutivo SUL CAMPO. Tifosi in delirio. Più forti di tutto e tutti. Campioni nonostante le vostre macchinazioni meschine. Guido Rossi. Maalox.
Per la stampa: lo scudetto EPICO contro le avversità. Il più bello di tutti.

Diario dall’isolamento: day 57

E quindi eccoci alla fine, domani è il 4 Maggio 2020 e si conclude ufficialmente il lockdown in casa Manq.
L’isolamento finisce esattamente come era iniziato, con un decreto lacunoso ed interpretabile che per noi, popolo di pirati, risulterá più che altro una traccia. Con la fine della quarantena finisce anche questo mio diario giornaliero. Non credo di smettere del tutto di scrivere di questa situazione, ma farlo ad appuntamenti quotidiani credo non abbia più senso (se mai ne ha avuto). Da domani si torna in ufficio, si possono rivedere i propri cari. Pian piano si proverà ad iniziare una convivenza forzata con questo maledetto virus e sarà un casino, per qualcuno purtroppo ben peggiore di quanto sia stato fino ad ora, ma ho l’impressione che indietro non si tornerà, indipendentemente da come andranno le cose. Da domani faremo solo passi avanti verso la nostra vita normale. Forse ci vorranno un paio di mesi, magari molto di più, ma io credo che sarà una strada a senso unico.
Fa paura, come scenario, ma forse dá anche la speranza e la carica giuste per arrivare in fondo, auspicando che ci dica bene e che la farmacologia ci venga incontro nel più breve tempo possibile.
Sono stati 57 giorni complicatissimi, mentalmente devastanti, ma forse ciò che segna la data di domani va oltre le reali differenze di restrizioni tra Fase 1 e Fase 2. Se saremo furbi la vivremo soprattutto come il primo scatto mentale verso la rinascita. Togliersi la tuta o il pigiama ed infilarsi dei vestiti normali, iniziare a darsi degli obbiettivi.
Io, ad esempio, ho tre chili abbondanti da buttare giù.

Quest’anno è proprio il caso di dirlo: May the 4th be with you.

Diario dall’isolamento: day 56

Oggi pomeriggio il Dany ha fatto un concertino acustico suonando i pezzi dei Murder, We Wrote.
Me lo sono guardato insieme ad una trentina di irriducibili in diretta su Facebook ed è stato stra bello cantare tutti i pezzi come fossi stato sotto al palco. Potrei fare il romanticone dicendo che le so ancora tutte a memoria, ma la realtà è che i Murder li riascolto ciclicamente e quindi sapere ancora i pezzi non è poi questa impresa.
A mio insindacabile giudizio i MWW sono stati la cosa migliore successa all’hardcore melodico nel nostro Paese.
Oggi Dani diceva che il Demo ha compiuto 20 anni in questi giorni. Ricordo che la sera in cui uscì suonavano all’ARCI di Arcore, ma i miei amici avevano organizzato un ICQ party al Rainbow per conoscersi tra gente con cui si stava in chat.
Ricordo che presi la mia Y10 pervinca e andai all’ARCI a comprare il demo senza poter restare a sentirli (a conti fatti uno dei pochissimi loro concerti che ho perso, non saranno più di 5), prima di schizzare a Milano sparandoli in auto a volume disumano. Poi a quella festa ci divertimmo un botto e conobbi un tot di gente.
Era la primavera della maturità e della gita a Monaco. Avevo diciannove cazzo di anni. La cassetta del demo ce l’ho ancora ed è uno dei miei dischi della vita.
Il video della diretta intera lo si può vedere qui, io sotto metto una delle mie preferite nella versione originale.

Diario dall’isolamento: day 55

Oggi con gli amici abbiamo fatto un contest di ribbs all’americana.
Siamo stati connessi su Zoom per otto ore di fila, cucinando e cazzeggiando mentre provavamo a domare uno dei mostri sacri del bbq a stelle e striscie.
Alla fine ho portato a casa un gran bel risultato e questa volta non ho davvero recriminazioni: ho fatto le migliori ribbs che avessi mai assaggiato. Se interessa, su twitter ho postato tutte le fasi della preparazione ed è stato davvero un lavoro gigante. Vale la pena? Probabilmebte no, se l’obbiettivo è fare da mangiare. Sia perché ci sono posti in zona che le fanno molto buone (anche se non così buone) a sbattimento zero, sia perché se devo scegliere una preparazione lunga al bbq scelgo tutta la vita il pulled pork.
Se invece l’obbiettivo è passare una giornata diversa con gli amici, beh allora vale la pena sempre e soprattutto in un momento come questo.
E infatti sabato prossimo si replica, probabilmente con un mexican contest.
Que viva mexico!

Diario dall’isolamento: day 54

Le mie domande di ieri non hanno avuto risposta. Peccato.
Oggi però Nature ha pubblicato uno studio che vede la presenza di anticorpi contro COVID19 nella totalità dei pazienti in esame. Lo si legge qui.
E’ una bella notizia perchè questo implica la totale attendibilità dei test sierologici, ma soprattutto perchè se questi anticorpi hanno un’azione protettiva (cosa ancora da chiarire) chi si è preso l’infezione non la può prendere una seconda volta, almeno nella finestra di tempo in cui è coperto. E questo è uno dei principi dell’immunità di gregge.
Possiamo dire che finalmente è arrivata una bella notizia.

Altre notizie dal fronte non ne ho. Mi sono guardato i primi sette episodi di Mandalorian ed è davvero molto carina, così come la prima metà della prima stagione di Justified.
Siccome questo post ha tutto sommato un tiro positivo è giusto chiuderlo con un pezzo SKA che lo rovini irrimediabilmente.
Nota di colore: sto pezzo ha almeno vent’anni, però del video c’è anche una versione recentissima e non ho idea del perchè. Io metto quello originale, ma se interessa (non credo) quella nuova sta qui e per qualche ragione che non voglio sapere si chiama SKA BRAVO VERSION.

Diario dall’isolamento: day 53

Oggi sono entrato in contatto con l’informazione secondo cui esistono casi ancora positivi dopo oltre 40 giorni dal primo tampone. E’ una cosa che probabilmente ormai sapete tutti, ma che nel guscio in cui sto in qualche modo cercando di chiudermi per convincermi che #AndràTuttoBene non era ancora trapelata.
Quaranta giorni sono un’infinità e viene abbastanza da sè che questo rende piuttosto drammatiche le previsioni per questa benedetta fase 2 prima ancora che inizi.
Però.
Però se ricordo bene dai miei studi passati un peso sull’infettività è dato dalla carica virale, ovvero da quanto virus c’è nell’individuo. I test di biologia molecolare che rilevano il virus sono ultra sensibili perchè basati sull’amplificazione. Spiego: diciamo che tu hai una molecola di virus nel tuo corpo, il test la amplifica nella provetta fino a che diventano abbastanza da essere “visibili” e poter quindi restituire un risultato misurabile che dica “Ehi, qui il virus c’è”. Ovviamente una molecola non basta, ma la sensibilità di un test di questo tipo è molto alta e permette quindi di verificare la presenza del virus anche quando è molto bassa. La domanda quindi è: se c’è una soglia di carica virale oltre cui si è infettivi e questa soglia è più alta dei limiti di sensibilità dei test, esistono pazienti positivi che però non sono infettivi?
Non lo so.
Ho girato la domanda su twitter a Burioni e alla Capua, da cui accetterei anche un “ma che cazzo dici”, purchè seguito dalla spiegazione di come stanno realmente le cose.
Mi piace pensare che le cose siano meglio di come appaiono, perchè altrimenti mi sdraio sui binari della MM2. Certo, se il mio dubbio avesse un fondamento, resta complicatissimo da sfruttare in termini concreti perchè:
1) Titolare un virus non so quanto sia semplice, ma immagino non sia lo standard degli attuali test diagnostici che credo restituiscano più che altro un Positivo/Negativo.
2) Se dopo 40 giorni la carica virale è sotto la soglia di infettività, non è detto ci resti. Credo.
Insomma, è credo l’unica volta in vita mia in cui rimpiango di non avere ricordi chiari di un esame che ho dato all’università.

Cambiando discorso, ho reinstallato Commandos: behind enemy lines. L’ho giusto aperto per controllare funzionasse e ad una prima occhiata posso solo dire che non me lo ricordavo così impestato.
Però gioco clamoroso.

Diario dall’isolamento: day 52

Tempo fa ho spiegato a Giorgio 123 Stella (che poi sarebbe 123 stai lá, lo sapete vero?). Ci abbiamo giocato un po’, ma qualcosa non gli piaceva e quindi mi ha detto: “Ti insegno io un gioco papá, si chiama Salta il canguro.
Allora tu ti metti da una parte e devi contare:
1 canguro
2 canguri
3 canguri
Poi gridi PALLA e ti giri.
Io intanto vengo da te saltando come un canguro e se quando ti giri non sono fermo devo ricominciare da capo.
Quando arrivo da te ti devo toccare e dire CANGUROTTO, così poi conto io e tu salti.”
Salta il canguro, che ovviamente è tutto un altro gioco rispetto a 123 Stella, è ormai sport ufficiale dei nostri pomeriggi post lavoro.

Diario dall’isolamento: day 51

Il nuovo decreto mi ha abbastanza fatto incazzare. Ieri sera stavo proprio svalvolando e oggi ho speso parecchio tempo a discuterne tra social e gruppi whatsapp.
Amarezza e frustrazione.
Una maggioranza che non esiste fuori dal parlamento, un premier simbolo di incompetenza che sperava di svangarla via liscia e si è invece trovato con la faccia indissolubilmebte associata alla più grande crisi del dopoguerra e un clima generale di confusione in cui l’unico messaggio che traspare è “stiamo fermi e speriamo che passi da sola”.
Oggi Giuditta Pini (non me ne voglia se mi accanisco con lei) scriveva un post poi modificato in cui sostanzialmente diceva di non sapere su che base il PD avesse deciso di appoggiare la richiesta della CEI riguardo le messe. Se non lo sa lei che è parlamentare, chi dovrebbe saperlo? Come si può votare un partito del genere?
Bisogna riportare le persone in chiesa e a vedere le partite prima che realizzino di stare bene anche senza Preti e Pallone, ma per il resto non ci sono non dico certezze, ma nemmeno idee in termini di diagnosi, contenimento e tracciabilità dell’infezione. Zero. Senza contare la questione bambini: facciamo tornare i genitori al lavoro e teniamo le scuole chiuse è un buon piano, ma ha delle implicazioni che andrebbero analizzate e andrebbe proposta una soluzione. Quel che capisco io è che l’idea del governo siano le babysitter (da lí il bonus). Posto ce ne sia davvero una per famiglia (ahahah) assumere una persona alla paga minima di 8 euro all’ora versandole i contributi si tradurrebbe in 3200 euro al mese da qui a Settembre, di cui posso recuperarne 600 una tantum grazie al sopra citato bonus. Mi conviene mettermi in aspettativa e non lavorare, visto che il mio stipendio è ben più basso.
Se l’obbiettivo è ripartire economicamente forse il governo non dovrebbe mettermi nella condizione di rinunciare al lavoro.
Potrei andare avanti ancora un tot a vomitare risentimento perché sono stanco, demotivato e con l’umore sotto i piedi.
Forse non c’è un modo più giusto di gestire queato Paese in questo momento, forse non ci sono persone più adeguate di quelle che abbiamo al timone. È possibile. Forse sbaglio io.
In ogni caso, non voglio più vedere o sentir nominare nessuno di quelli che oggi stanno nella stanza dei bottoni. Di conseguenza, credo che per me di tornare a votare se ne parlerà nel duemilamai.