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Lost in Google & Kubrick

Oggi ero a casa con la febbre e quindi ho diviso la mia giornata tra dormire e guardare serie TV.
Niente da dichiarare riguardo la prima parte, mentre sulla seconda qualcosa da dire ce l’ho.
Navigando in rete ho scoperto questa miniserie di cinque episodi chiamata Lost in Google e me la sono vista tutta.
E’ gran bella.
La si può vedere qui.
Mi spiace solo non averla scoperta in tempo per partecipare attivamente alla cosa, ma anche da semplice spettatore mi sono divertito moltissimo. E’ una serie in crescendo, nel senso che non è velocissima ad ingranare, ma quando poi prende diventa sublime. Straconsigliata.
Da li poi sono arrivato ad una seconda serie, di cui attualmente sono disponibili solo tre episodi. Si chiama “Kubrick – Una storia porno” e la si trova qui. Anche qui ho riso molto e la speranza è che ne vengano fuori altri episodi.
Insomma, grazie al web, oggi la giornata m’è passata.

#400tv is a state of mind

I bei tempi in cui questo blog veniva aggiornato di frequente sono finiti, o quantomeno non ci sono attualmente contemporanei. Causa l’impazzare dei social network ed il poco tempo a disposizione ormai qui sopra ci scrivo solo quando c’è qualcosa di veramente GROSSO da dire o raccontare. Ecco, oggi siamo in quelle circostanze lì.
Ieri sera infatti è andata in scena la serata conclusiva della seconda serie della #400tv, quella dedicata al ciclo Nati per Vincere, e per l’occasione il team de “I 400 calci” ha deciso di fare le cose in grande.
Prima di tutto l’evento in questione ha affiancato alla ormai consolidata visione domestica con twittata selvaggia anche la possibilità di trovarsi e vedere il film in compagnia. Le locations sponsorizzate erano due, una a Milano ed una a Roma, e così ho deciso di prendere parte alla “Real Delux Experience” andando ad unirmi al #TemMilano in quel della Santeria. Nota: la Santeria è un localino mica male in zona Milano est che fa un ottimo hamburger con mozzarella di bufala e che, soprattutto, ti omaggia di un piatto di lasagne mentre lo aspetti.
La seconda mossa totale è stata selezionare il più grande capolavoro cinematografico di sempre per la visione collettiva. E non dovrei nemmeno stare a precisare qual è il film di cui si parla (un po’ perchè la locandina qui affianco parla da sola e un po’ perchè non credo possa venirvi in mente altro titolo in seguito alle parole che ho scritto), ma lo faccio solo perchè nell’era Nolan ho imparato che niente deve essere mai lasciato intendere: la pellicola selezionata per la serata finale della #400tv vol.2 è “THE LAST BOYSCOUT”.
Pausa.
Bruce Willis.Tony Scott. Shane Black.
Se cercate on line notizie su questo film potete trovare dei rumors secondo cui Gesù ai tempi decise di ritornare tra noi per prendere parte alla pellicola, ma che poi cambiò idea resosi conto non sarebbe potuta essere in ogni caso migliore di come la conosciamo.
Se cercate on line notizie su questo film sperando di trovare quella che ho scritto qui sopra smettete subito di leggere questo blog, vi prego. O quantomeno non dite a nessuno che lo fate.
Ad ogni modo, tornando a noi, tutto questo insieme di fattori ha reso la serata di ieri una cosa decisamente epica. Più della volta in cui, per vedere lo stesso capolavoro, abbiamo occupato (credo illegalmente, ma non ne ho tutt’oggi la certezza) la sala del cinema di Agrate e ce lo siamo gustati in proiezione privata. Ieri eravamo tantissimi in uno spazio piccolissimo. C’era quella sensazione di umidità e sudore che si riscontra solo in circostanze ad alta carica erotica tipo i video di Britney Spears o la metropolitana in luglio. E poi c’erano le facce. Per me che sono evidentemente anziano (“Ciao, io su twitter sono @tizio92” “92 nel senso che sei del 1992?” “Sì.” “Me lo ripeti?”) le facce hanno ancora una loro certa importanza. Vedere e parlare con le persone nel tentativo, quasi sempre destinato a fallire, di collegarle ai nick con cui di solito chiacchieri on-line è una cosa fighissima. Gente che non avrei mai riconosciuto, gente che immaginavo completamente diversa. Una cosa che mi ha rimandato indietro ai tempi dei forum di GdR. Stesso nerdismo, stesso mix di nick buffi e nick incomprensibili, con l’intersezione dei due insiemi che tende ad infinito.
Tutti belli. Tutti bravi.
E allora la serata funziona a prescindere, anche se dei dieci lettori DVD in sala (credo rubati, non c’è altra spiegazione) non ce ne fosse uno accoppiato ad uno qualsiasi dei venti telecomandi e la visione fosse piombata sul canale audio inglese. Tanto i presenti avrebbero potuto ridoppiarlo interamente lì, sul momento, dalla prima all’ultima scena. Invece s’è preferito commentare, ridere, tifare, applaudire e #berneunpaio che poi, alla fine, credo siano state più di due per grossomodo tutti. Tranne il sottoscritto, che causa arrivo in loco alle 21.00 s’era sparato le sue cartucce ben prima della proiezione.
Chiudo qui, quindi, salutando e ringraziando tutti i presenti per la bella serata in compagnia. Eventuali repliche future non potranno che farmi piacere.
E comunque, #wouldbang Halle Berry.

E noi abbiamo Cassano

Oggi, tramite l’ormai indispensabile strumento che è Twitter, sono venuto a conoscenza di una notizia riportata da il Post.it. La storia, riassunta in breve, scaturisce da una risposta del delegato democratico del Maryland Emmet C. Burns Jr. alle esternazioni del giocatore dei Baltimora Ravens Brendon Ayanbadejo in materia di matrimoni gay. Nella fattispecie Ayanbadejo pare essersi pubblicamente schierato, più volte, in favore della concessione di questo diritto alle coppe omosessuali.
La presa di posizione di Burns nei confronti delle esternazioni del giocatore è stata espressa sotto forma di lettera, direttamente alla dirigenza dei Ravens. Questo il testo:

Molti dei miei elettori e molti dei vostri tifosi sono inorriditi e sbalorditi dal fatto che un membro di una squadra di football possa esprimersi in merito a una questione così controversa e cercare di influenzare l’opinione pubblica in un senso o nell’altro. Molti dei vostri tifosi non sono d’accordo con le sue posizioni e pensano che non debbano avere posto nello sport, che è fatto per il tifo, l’intrattenimento e l’entusiasmo. Penso che Ayanbadejo dovrebbe concentrarsi sul football ed evitare di dividere i suoi tifosi.
Richiedo pertanto che lei prenda i necessari provvedimenti, come proprietario della squadra, per impedire altre dichiarazioni di questo tipo da parte dei suoi dipendenti, e che ordini a Ayanbadejo di smetterla con questo comportamento ingiurioso. Non sono a conoscenza di altri giocatori che abbiano fatto quello che fa Ayanbadejo.

(La versione originale della lettera del delegato Burns è visibile qui)
Questa lettera, che effettivamente si commenta da sola, ha tuttavia suscitato la reazione di un altro giocatore della NFL, Chris Kluwe dei Minnesota Vikings, che ha deciso di dire la sua scrivendo una lettera di risposta direttamente al delegato. Il testo della contro replica è decisamente degno di segnalazione, tanto per il contenuto, quanto per lo stile diciamo non propriamente elegante. Stando a quanto sostiene Kluwe, infatti, l’utilizzo di espressioni colorite e forti non solo faciliterebbe l’arrivo del messaggio, ma dovrebbe anche fungere da “cartina tornasole per quelli che sanno vedere il contenuto di verità di un messaggio invece che fermarsi a guardare la confezione con cui quel messaggio è consegnato”.
Di seguito riporto la versione tradotta e “ripulita” del testo. Non perchè mi siano particolarmente indigeste le volgarità, quanto perchè è l’unica traduzione che ho trovato senza dovermela fare da solo. Qui, tuttavia, la versione originale del documento:

Caro Emmett C. Burns Jr.,
Trovo inconcepibile che lei sia stato eletto come delegato dello stato del Maryland. Il suo livore e la sua intolleranza mi imbarazzano, e mi disgusta pensare che lei sia in qualsiasi modo e a qualsiasi livello coinvolto nel processo di formazione delle politiche sociali.
Le posizioni che lei abbraccia ed espone non prendono in considerazione alcuni punti fondamentali, che illustrerò con dovizia di particolari (potrebbe esserle necessaria l’assunzione di uno stagista che la aiuti con le parole più lunghe):
1. Come sospettavo, non ha letto la Costituzione, quindi le vorrei ricordare che il Primo, primissimo emendamento di questo fondamentale documento si occupa della libertà di parola, e in particolar modo delle limitazioni di tale libertà.
Utilizzando la sua posizione istituzionale (facendo riferimento ai suoi elettori in modo da minacciare implicitamente la gestione dei Ravens) per dichiarare che i Ravens dovrebbero «scoraggiare dichiarazioni di questo genere» da parte dei loro dipendenti – nello specifico Brendon Ayanbadejo – non solo lei sta chiaramente violando il Primo Emendamento, ma dimostra di essere una narcisista macchia di merda.
Che cosa mai l’ha fatta diventare così stupido? Mi sconcerta che un uomo come lei, che fa affidamento sullo stesso Primo Emendamento per coltivare i propri studi religiosi senza timore di ritorsioni da parte dello Stato, possa giustificare il soffocamento del diritto alla libertà di espressione di qualcun altro. Chiamare “ipocrita” un uomo come lei sarebbe mancare di rispetto alla parola. “Osceno, assurdo ipocrita del cazzo” è un po’ più appropriato, forse.
2. «Molti dei vostri tifosi non sono d’accordo con questa presa di posizione e ritengono che [questi argomenti] non debbano avere posto nello sport, che dovrebbe riguardare il tifo, l’intrattenimento, l’entusiasmo e nient’altro». Santo cielo, quante stronzate. Ha sul serio detto questa roba, lei che è stato «attivamente coinvolto nelle task force del governo che si sono occupate delle conseguenze culturali e sociali della schiavitù in Maryland» (come recita la sua voce di Wikipedia, ndt)? Non ha mai sentito parlare di Kenny Washington? Di Jackie Robinson? Nel 1962 la NFL prevedeva ancora la segregazione razziale, che è stata spazzata via grazie a atleti e allenatori coraggiosi che hanno osato esprimere il loro parere e fare la cosa giusta. E nonostante tutto questo lei è capace di dire che la politica e le questioni politiche «non dovrebbero avere un posto nello sport»? Non so neanche da dove cominciare per immaginare la dissonanza cognitiva che con ogni probabilità sconvolge in questo momento la sua mente confusa e marcia, e la ginnastica mentale con cui il suo cervello si è contorto fino a produrre una dichiarazione così assurda da meritare una medaglia d’oro olimpica (il giudice russo sicuramente le darebbe 10, per “bellissimo repressivismo”).
3. Questo è più un mio dubbio personale. Ma perché odia la libertà? Perché odia il fatto che altre persone vogliano avere la possibilità di vivere le loro vite ed essere felici, anche se la pensano in modo diverso dal suo, o si comportano in modo diverso? In che modo, in che forma, la riguarda il matrimonio gay? In che modo influisce sulla sua vita? Teme che se il matrimonio gay diventasse legale, lei comincerebbe all’improvviso a pensare al pene? «Oh merda, il matrimonio gay è stato approvato, devo subito correre a farmi sfondare di cazzi!». Ha paura che tutti i suoi amici diventino gay e non vengano più la domenica a vedere le partite da lei? (Comunque è improbabile, dato che anche ai gay piace guardare il football).
Posso assicurarle che il matrimonio gay non avrà alcun effetto sulla sua vita. I gay non verranno a casa sua a rubare i suoi figli. Non la trasformeranno magicamente in un lussurioso mostro mangiacazzi. Non rovesceranno il governo in un’orgia di edonistica dissolutezza soltanto perché all’improvviso avranno gli stessi diritti del 90 per cento della nostra popolazione – diritti come le indennità della previdenza, agevolazioni fiscali per chi ha figli, i permessi familiari o i congedi per malattia per prendersi cura dei propri cari, e l’assistenza sanitaria estesa a coniugi e figli. Sa che cosa farà ai gay il fatto di avere questi diritti? Li renderà cittadini americani a tutti gli effetti, proprio come tutti gli altri, con la libertà di perseguire la felicità con tutto ciò che questo comporta. Le dicono niente le battaglie per i diritti civili degli ultimi 200 anni?
In conclusione, spero che questa lettera, in qualche modo, la porti a riflettere sulla dimensione del colossale casino che lei ha spudoratamente scatenato ai danni di una persona il cui solo crimine è stato esporsi per qualcosa in cui credeva. Buona fortuna per le prossime elezioni, sono certo che ne avrà bisogno.
Cordialmente,
Chris Kluwe
P.S. Mi sono dannatamente esposto sulla questione del matrimonio gay, quindi può anche prendere il suo «non sono a conoscenza di altri giocatori della NFL che abbiano fatto quello che fa Ayanbadejo» e ficcarselo nella sua piccola boccaccia priva di empatia, strozzandocisi.
Stronzo.

A me, tutta questa faccenda, ha chiaramente ricordato le esternazioni di Cassano all’Europeo.
Il punto però non è tanto che ci siano omofobi in Serie A, perchè nella NFL ce ne sono sicuramente di più. La questione è: quando, in Italia, un calciatore proverà ad usare la notorietà per combattere delle battaglie sociali?

La mia lista dei dieci pezzi degli anni zero

Ciao, sono quello che da due settimane non aggiorna il blog e che diverse settimane fa prometteva l’impegno a creare qualche post monografico sui generi musicali più importanti all’interno della sua vita, post che ovviamente non hanno mai preso forma. Ciao, sono Manq e sono un cazzaro.
Prima che ricominci a dire che quella cosa delle monografie/compilation è in potenza una roba che mi piacerebbe fare tantissimo e che presto terrò fede alle mie promesse, vi svelo che ancora una volta a riportarmi a scrivere su queste pagine ci pensa Bastonate, che sfodera il secondo round delle liste dei dieci pezzi simbolo dei decenni che contano sul serio.
Prima di iniziare voglio dire che, dopo attenta analisi, la lista dei miei dieci pezzi degli anni ’90 io la cambierei per almeno 3/10. Dirvi cosa sostituirei con chi, oggi, non ha senso e forse viola anche le regole del gioco. Però è indice del fatto che, probabilmente, anche la lista che segue potrebbe non essere la migliore possibile.
Altre premesse necessarie (che allungano il brodo e creano odio verso il sottoscritto, ma tanto chi vuol sapere i pezzi tutto il preambolo nemmeno lo legge, quindi mi prendo lo spazio che voglio): 1) negli anni zero ho ascoltato soprattutto roba anni 90′. Roba che però non può finire nella lista degli anni ’90 perchè a quei tempi non la conoscevo. Di conseguenza, lista un po’ falsata per chi come me tende a non essere sul pezzo. 2) Ci sarà tanta merda dentro, temo, perchè negli anni zero ho iniziato ad apprezzare tanta robaccia. 3) Scopro che associare ricordi ai pezzi è vietato dalle regole, quindi questa classifica avrà un sapore e colore diverso dalla precedente in quasi tutti i suoi episodi. 4) Anni zero è un nome fighissimo.
Vabbè, andiamo a cominciare, in rigoroso ordine sparso:

The Ataris – Fast times at dropout high
Io gli Ataris ho iniziato ad ascoltarli nel 2000 e sono stati una mia band di riferimento totale almeno fino al 2005. Il disco, che resta oggi uno dei miei dischi preferiti di sempre, è quello uscito nel ’99. Siccome però non posso infilarci un pezzo di quel disco lì, in questa classifica, ci infilo uno dei due capolavori assoluti che hanno inciso nel disco dopo, così siam tutti felici e non sgarriamo di una virgola. Questo pezzo, per quanto mi riguarda, è una roba esageratissima. 2001.

Poison the well – Lazzaro
Negli anni zero io ho iniziato ad ascoltare la gente che grida. Prima del 2004/2005 grossomodo tutto ciò che aveva delle urla dentro mi faceva cagare pesantemente. Poi, di botto, l’amore. I Poison the well rappresentano bene quella band che negli anni novanta non solo non avrei mai ascoltato, ma avrei anche criticato pesantemente. Scelgo questo pezzo, che vince il ballottaggio con “Meeting again for the first time” del disco successivo, ma anche qui avrei dovuto mettere una cosa uscita negli anni ’90, ovvero “Nerdy”. 2002.

Brand New – The Quiet Things That No One Ever Knows
Presente quando esce un disco che lo ascolti e dici: “Oddio.” e poi lo riascolti per bene un bel po’ di volte perchè hai il dubbio che sia la roba più grossa ti sia mai capitato di sentire, però è anche a suo modo molto distante dai tuoi gusti e quindi non sei sicuro ti piaccia davvero? Quei dischi che ci metti tanto a metabolizzare e intanto vai al concerto della suddetta band ed è uno dei migliori concerti della tua vita e così ti metti l’anima in pace e riconosci il capolavoro che hai di fronte? Ecco, quel disco è “The Devil and God Are Raging Inside Me” e arriva tre anni dopo questo pezzo qui. Questo pezzo qui sta in “Deja Entandu” e quando l’ho sentito la prima volta ho detto: “Capolavoro.”. Risentito oggi, il pensiero è sempre lo stesso (cit.). 2003.

GAMBEdiBURRO – 32″
Qui baro un po’. Intendiamoci, il pezzo è perfettamente in tema, ma questa vuole essere una celebrazione delle GAMBEdiBURRO più che altro per un altro dei concerti più fighi a mia memoria, il 30 Aprile del 2007, fatto essenzialmente di canzoni degli anni ’90. L’intersezione dei tre insiemi “Canzoni anni zero”, “Canzoni suonate in quella data” e “Canzoni reperibili su youtube” vuole che io selezioni questa, che comunque è una delle mie preferite del disco. 2000.

Biffy Clyro – Bubble
Uno dei miei ultimi amori musicali, nel senso che attualmente sono uno dei miei gruppi preferiti. Ci sono arrivato nei tardi anni zero, grazie a “Puzzle”, ma avrei potuto mettere un pezzo del primo disco, che comunque è del 2002. Invece pesco questo pezzo clamoroso da “Only revolutions” perchè una volta che posso stare sulla roba più recente, non vedo perchè andare indietro nel tempo. Se non vi piace questo pezzo avete qualcosa di grave che non va. 2009.

Finch – Without you here
Qui ci sono un bel tot di ragioni da snocciolare. In primis, gli anni zero son stati gli anni del new-emocore/post-HC/whatever quanto i ’90 son stati quelli del So-Cal punk. In secondo luogo per vedere i Finch dal vivo son dovuto andare a Londra e l’esperienza è stata figa un bel po’. In terzo luogo i Finch di “What it is to burn” sono, in sostanza, I Deftons se i Deftones fossero una band figa. Il disco è pieno zeppo di pezzi giganti. Il disco dopo, in cui i Finch sono gli Incubus se gli Incubus fossero una band figa, pure. Io pesco dal primo, ma senza andare a tirar fuori un singolone, forse perchè col senno dell’adesso è la canzone più figa del disco. 2003.

Britney Spears – If U Seek Amy
Finiti gli anni delle boyband, iniziano gli anni delle passerone. La Britney non è mai stata nè la più figa, nè la più brava, nè quella coi singoli migliori. Però è sempre stata la mia preferita. Metto questo pezzo, perchè a mio avviso è il suo punto più alto, musicalmente parlando, ed arriva dopo il grande successo, il tonfo, i matrimoni falliti, i bambini allevati a cazzo, le storie di alcol e droga, i capelli a zero, i baci lesbo, i chili presi, il presunto sex tape (che pagherei oro) e le ombre del successo che fu e che non tornerà mai. Tutte cose decisamente anni zero. Io poi avevo pure una sua maglietta che mettevo per andare ai concerti “pesi”. 2009.

Coldplay – Fix you
Sparatemi, ma i Coldplay sono la band degli anni zero, se gli anni zero devono avere una band “simbolo”. Primi due album indiscutibili, pesco dal terzo perchè il pezzo in questione è pazzesco, anche se già si iniziava a sentire aria di chi sta andando in vacca. Avrei potuto mettere “Yellow” o “The scientist”, cambiava poco in sostanza. 2005.

Moving Mountains – Ode We Will Bury Ourselves
Sarà che l’ho riascoltato ultimamente, sarà che ne ho scritto ultimamente, ma “Pneuma” ce l’ho proprio in testa oggi come ce l’ho avto per mesi dopo la sua uscita. Uno dei rari casi in cui ho beccato una band sul pezzo, in uscita, e non dopo anni, fa si che io a casa abbia la versione del disco datata 2007, quella sorta di demo nella bustina di cartone. Altro esempio di come negli anni zero io abbia imparato ad apprezzare anche tante cose che prima non mi sarei mai azzardato a sentire. Robe dilatate, sopra i 3 minuti, con lunghi sprazi strumentali. 2007.

The Used – Buried Myself Alive
Ho detto che gli anni zero non stati gli anni della musica dimmerda. Qui esplicito il concetto. Primo disco dei The Used che, secondo me, è una bomba colossale nel suo essere tutto ciò che di male c’è in un certo ambito musicale. Scritto ed interpretato da una band che per percorso, evoluzione e idea di base è tutto ciò che di sbagliato ci può essere in un certo ambito musicale. Pesco il singolo perchè gli altri pezzi si trovano solo in versione live e dal vivo questi non son propriamente uno spettacolo che vale la pena guardare. Però lo ripeto, mica che non si capisse, questo disco è una bomba. 2002.

Eccoci qui quindi, alla fine di questa interminabile lista. Dove interminabile sta per il tempo che ho impiegato a stilarla. Come detto in anticipo, sarà molto probabilmente una lista incompleta, sbagliata e che tra qualche giorno sentirò il bisogno di correggere. Tuttavia non lo farò, quindi così è.
Chiudo giusto con l’unico leftover di giornata, che ovviamente non avrei mai potuto inserire nella lista, ma che mi sembra giusto nominare.

H’S’P – Carlo e Sara
Sono i MIEI anni zero, quelli di cui si parla? E allora vi ciucciate questo pezzo che abbiamo inciso per il matrimonio di Uazza, con annesso video, frutto di un operazione che dire DIY è ancora niente. Non siamo mai stati una band. Ci siamo divertiti ad andare in sala prove per un paio di anni, nei ’90, e poi ci siamo tornati per quattro mesi nel 2008. Fine. Zero dischi, zero demo. Abbiamo stampato delle magliette, che vendevamo a un deca il pezzo. Ne avevamo stampate 50, ma sono esaurite in due giorni (true story) e le abbiamo dovute ristampare. Questo pezzo va in classifica a simbolo di tutta una serie di cose che per me fanno molto anni zero. E poi perchè secondo me è figo. 2008.

La mia lista dei 10 pezzi degli anni ’90.

Io sono una persona che cambia umore e idea ogni due secondi.
Ieri, bazzicando quei quattro/cinque blog che quotidianamente leggo, è saltata fuori questa cosa del fare una lista di dieci canzoni degli anni ’90. O meglio de “Le 10 canzoni degli anni ’90” che definiscono l’epoca. Tipo che al solito la cosa è partita da questo post di Bastonate ed è stata ripresa in simultanea da quest’altro post su Junkiepop. Io, come dicevo, prima di mettermi a stendere il post che segue ho attraversato diverse fasi.
La prima cosa che ho pensato è stata: “Figa lo faccio subito anche io.”.
La seconda è stata: “Mmmhh, no. Lascio perdere. Che poi tanto farei una lista di 10 pezzi HC melodico. Anzi questo mi fa venire in mente che da mesi dico di voler fare due o tre post monografici in cui metto insieme due o tre compilation dei generi che più mi hanno preso da che ascolto musica.”.
Fase tre: “Sta cosa delle monografie è figa, però potrei comunque fare quella lista dei dieci pezzi. Anche perchè, pensandoci, dieci pezzi dei miei anni novanta non devono per forza essere dieci pezzi HC melodico. C’è un botto di roba che per me riassume gli anni ’90. Lo faccio.”.
Così è. Ok, ci sarebbe anche tutto un sotteso di pare dovute al non voler dare l’impressione di quello che tenta in tutti i modi di inserirsi in un certo contesto sociale, ma su quello è meglio sorvolare, che siamo tutti adulti. Comunque la regola del gioco è facile: 10 canzoni, LE 10 canzoni che identificano gli anni ’90. Niente elettronica (complicato) e niente rap (easy). Se a casa ho tempo linko i video, che da qui è un delirio. Altrimenti basta andare su youtube facendo copia-incolla.

The offspring – Self esteem
Spiega: tutto inizia da lì. L’adolescenza, affermare la propria personalità omologandosi a trend cui però si omologano solo in pochi. Sto disco è uscito il giorno del mio tredicesimo compleanno. L’ho scoperto adesso. 1994.
U2 – Discoteque
Spiega: gli anni del liceo. Io, Ciccio e gli evidenziatori battuti sul banco a ritmo, durante le lezioni. Rappresentanti di classe. “La Vecchia” che interroga in Italiano, il voto di grammatica che da oggi pare non conti più, il panico in classe, io e Ciccio impreparati come tutti, ma investiti da un senso del dovere che boh. Ci offriamo noi e prendiamo a testa altissima un 5 che in altre circostanze sarebbe stato un 4. La Vecchia che, in cuor suo, aveva apprezzato il nostro sacrificio. 1997
NOFX – Bleeding Heart Disease
Spiega: i NOFX sono il mio gruppo anni novanta se ce n’è uno. Negli anni novanta non c’era internet, non c’erano gli mp3 e i dischi dovevi farteli passare da qualcuno. A me dei NOFX han passato “Heavy petting zoo” e siccome ero giovane, non leggevo le riviste con le recensioni e non frequentavo tutta quella massa critica del “si però rispetto a Punk in drublik è un disco di merda”, a me “Heavy Petting Zoo” ha spaccato il cuore in due. 1996.
Blur – M.O.R.
Spiega: negli anni ’90 impazzava il brit-pop. Oasis vs. Blur. A me non fregava un cazzo, ma pareva che non si potesse non avere opinione in merito, allora. Scelsi i Blur perchè mi piaceva “Song 2” e così comprai il disco. Solo che M.O.R. era più figa. 1997.
Derozer – Branca day
Spiega: la prima vacanza da solo io l’ho fatta con gli amici in puglia, in un villaggio che per l’occasione era stato dato interamente a disposizione a studenti delle scuole superiori. Si chiamava tipo “Student’s village”. Nella top 3 delle mie esperienze di vita. La sera si ballava e mettevano la dance per quasi tutto il tempo, ma all’improvviso potevano partire dieci/quindici minuti di rock ed era il degenero. Tipo Robi s’è spaccato un labbro nel pogo e il medico del villaggio voleva dei soldi per ricucirlo, quindi s’è tenuto lo sbrego premendoci sopra una lattina di the alla pesca. In quei minuti questa andava fortissimo. Io limonavo con una che se ci penso mi stimo molto poco. 1995.
Marilyn Manson – The beautiful people
Spiega: negli anni novanta era bello essere contro qualcosa. Io ero contro il metal. Presente quella diatriba per cui se ti piace il punk ti devono stare sul cazzo i metallari? Ecco, a me girava così e non era un grosso problema perchè il metal mi faceva abbastanza cagare davvero. Dovevo solo negare di aver ascoltato “Master o puppets” e “Fear of the dark”, innocentemente registrati sul b-side delle cassette dei NOFX e dei RANCID prima di scoprire che non si poteva fare. Insomma, Marilyn Manson era un simbolo contro cui andare e io mi ci scagliavo volentieri. 1996.
Lit – Zip-lock
Spiega: gli anni ’90 erano gli anni dello stare bene e questo disco è il disco dello stare bene. Poi se a 17 anni vai ad un concerto è c’è uno che suona la chitarra con un vibratore, diventa idolo per forza. 1999.
883 – Gli anni
Spiega: come fosse possibile vivere di ricordi a diciannove/vent’anni io ancora non me lo spiego. Però ce la si faceva abbondantemente e Max era un po’ il nostro mentore, da questo punto di vista. Nessuno che ha mai neanche visto un paio di Roy Rogers o una partita del grande Real, però la si cantava tutti insieme ricordando non si sa bene quale glorioso passato. 1995.
No Use for a Name – Not your savior
Spiega: velocità. L’HC melodico era la mia risposta al bisogno di velocità di quegli anni. Il tentativo di evolversi rispetto alla base, di sviluppare un gusto proprio, ma contemporaneamente il rendersi conto di preferire pantaloni corti e cappellini da baseball a chiodo e spille da balia. Essere e aparire. 1999.
Blink 182 – Josie
Spiega: negli anni novanta ero un teen-ager e volevo una ragazza. Grazie al cazzo. La cosa è che io la volevo proprio così, pure che del testo capivo si e no una parola ogni cinque. 1997.

Ecco la mia lista dei 10 pezzi che definiscono gli anni ’90 per come li ho vissuti io. L’ho scritta di getto, potrei già volerla cambiare, ma va bene così. Comunque i post con le compilation li farò, prima o poi.

Katy Perry is Fucked up.

Qui ultimamente si fa un gran parlare di twitter come nuovo strumento di vita on line. Io l’account ce l’ho da un bel po’ (non abbastanza da arrivare prima di Zdeněk Haták, ma da ben prima che ne parlasse La Repubblica, per intenderci), causa la mia abitudine a registrarmi a qualunque tipo di social senta nominare salvo poi dimenticarmene per anni. Eppure non l’ho mai utilizzato perchè mi sembrava una roba piuttosto inutile. Le cose son cambiate recentemente, forse da cinque o sei mesi, quando mi sono finalmente reso conto che se usato in maniera intelligente può essere un veicolo fantastico di informazione e, con le dovute virgolette, di politica orizzontale. Viva twitter, quindi, ma non è di questo che volevo parlare.
Volevo invece dire che, grazie all’uccellino blu, oggi sono venuto a conoscenza di una discussione agguerritissima tra Damian Abraham, il cantante barbuto e di sana e robusta costituzione dei Fucked Up, e la fanbase di Katy Perry. La diatriba, se vogliamo così definirla, riguarda l’ultimo video della cantante, “Part of me”, che metto per benino qui sotto nel post così A) fornisco tutti i presupposti necessari per seguire la discussione e B) tiro un po’ di visite.

La questione verte sull’opportunità o meno di prestarsi, da parte di Katy Perry, ad un maxi marchettone in favore del corpo dei Marines. Perchè il succo del video, che ho visto solo una volta e senza audio, è: “La mia vita sentimentale è una merda? Bene, io divento una soldatessa e sfogo tutto il mio rancore.” Uno spot all’arruolarsi che, l’avessero fatto direttamente i Marines, non sarebbe mai stato così efficace. Bene, la questione viene sintetizzata dal buon Damian in questa maniera:

Ecco, forse non passerà alla storia come esempio di diplomazia, ma se ne accorge da solo e rettifica:

Meglio così? Mica troppo, ma il punto non sta lì. Mi sembra invece che la questione sia, nel suo essere mal posta, sicuramente interessante. A me Katy Perry piace, mi fa anche simpatia, ma non posso condividere il messaggio del video nè lo scopo per cui è stato ideato. Vero che millemila prodotti, tra videogame, film, etc. sono spesso oltre il confine dello spot alla vita militare e considerando a chi sono rivolti, a pensarci la cosa disgusta non poco, ma effettivamente è opera talmente diffusa che rifletterci sopra non capita spesso. Grazie dello spunto.
La cosa tragica però, son stati i milioni di commenti e risposte da parte della fanbase della cantante. Roba così:

Del tipo, chissenefrega del concetto, tu non puoi criticare perchè sei meno famoso. Nello specifico, tu non puoi dire nulla contro Katy perchè non conti un cazzo. Signori e signori, la regina delle argomentazioni idiote.
Non mi sono informato più di tanto su eventuali risposte della cantante in prima persona, magari la questione ha preso poi risvolti diversi con (ipotizzo) la stessa Perry che spiega la sua estraneità ad intenti pro arruolamento, oppure con un flame violento tra i due. Non mi interessa, onestamente.
Il punto è che finchè la gran parte dei ragazzini reagisce ad un commento come quello di Damian con questo tipo di argomentazioni, diventa davvero legittimo pensare che video ed operazioni simili a “Part of me” possano influenzare le scelte dei giovani e portarli a scelte di vita radicali.
In estrema sintesi: la risposta dei fan, secondo me, prova la tesi del cantante.
Così è deciso, l’udienza è tolta.

“Gesù Cristo, no nessuno!”

Se n’è andato Germano Mosconi.

Il filmato qui sopra, che potrebbe urtare la sensibilità di alcuni, è il mio modo di ricordarlo.
Checchè ne dica La Repubblica, che ormai in quanto a perbenismo, paraculaggine e velleità moralizzatrici è ormai giunta al punto di non ritorno, trovo giusto e sacrosanto ricordare Germano Mosconi con quei vituperati filmati youtube.
Il motivo è presto detto: a me non è mai interessato il Mosconi giornalista, non ho mai visto una sua trasmissione e dolermi della sua morte in quanto “volto della televisione veronese” vorrebbe dire dolermi per la morte di tutti gli sconosciuti che abitano questa terra. Tradotto, vorrebbe dire passare la vita a dolermi per la fine di quella altrui.
Mosconi per me era un perfetto sconosciuto, una persona normale, genuina, di cui youtube ha mostrato il lato più umano e vero creando così un legame che altrimenti non ci sarebbe mai stato. “Germano uno di noi” perchè lo era per davvero. A me non interessano le bestemmie di per sè stesse. Non ho bisogno di un video di Mosconi per sentirle nè di emularlo per dirle. Strappano un sorriso perchè sono lo sfogo di situazioni di nervosismo in cui tutti ci troviamo e cui tutti dobbiamo far fronte. C’è chi reagisce nello stesso modo, chi si sfoga in altra maniera e chi tiene tutto sotto pelle. Il primo caso forse è il più folkloristico, ma sicuramente anche il più genuino e probabilmente il più efficace.
E comunque, la creatività che utilizzava nel bestemmiare è degna del grande artista e faceva decisamente simpatia.
Tutto questo per dire ciao a Germano Mosconi, immaginandolo al cospetto di San Pietro mentre chiede “chi l’è che va avanti e indrio da che la porta lì?”. Poi oggi sarebbe morto pure Lucio Dalla, ma con tutto il rispetto non è mai stato tra i miei cantanti preferiti e non ci sono video youtube che, nel vederli, generino quel genere di empatia.

Roma 2020 e altre cose di cui avrei potuto scrivere

Oggi pomeriggio al lavoro è noia pesa.
Siccome ho già provato ad impegnare il tempo facendo ogni sorta di lavoro e ho tirato al massimo un’oretta, ho deciso che potrebbe essere un buon momento per aggiornare il blog. Magari con un post vero, non con una di quelle ciofeche da tre/quattro righe che pubblico ultimamente.
Tra tutti gli argomenti che ho a disposizione (e che sono tantissimi), deciso di spendere due parole in merito all’ormai quasi ufficiale veto di Monti ad Alemanno per la candidatura di Roma alle olimpiadi 2020.
Se in Italia parlare di pudore avesse ancora un senso, ci si chiederebbe chi s’è portato via quello del sindaco di Roma che, a pochi giorni dalla manifesta incapacità di gestire qualche centimetro di neve, se ne esce autocandidandosi all’organizzazione dell’evento sportivo mondiale per antonomasia. Una roba tipo Schettino che domani chiama la NASA e si auto-candida per pilotare il prossimo Shuttle. E conta poco che probabilmente nessun comitato olimpico (vado a braccio eh, non ho idea minima di chi sia poi incaricato a scegliere tra le candidate) prenderebbe in considerazione Roma (e l’Italia) sulla scia di quanto stiamo mostrando in giro ultimamente, il NO di Monti sarebbe ampiamente giustificabile anche solo per una questione di dignità. “No, caro Alemanno, oggi come oggi il permesso per farci bocciare l’ennesima volta non te lo do. Stiamocene buoni per un po’ e vediamo se ne usciamo.”
Il dramma vero è che la debacle di Roma nella sua sfida alle intemperie, pur essendo indicazione sufficiente a far nascere legittimi dubbi sulle capacità organizzative della capitale, non è nulla paragonata a quanto verificatosi l’ultima volta che a Roma s’è avuto in gestione un evento sportivo rilevante. Perchè ci ricordiamo tutti vero, quello che è successo in occasione dei mondiali di nuoto 2009? Ora, io non dubito che un alone di corruzione aleggi intorno più o meno a tutti i grandi eventi di questo genere, in tutti i paesi del mondo. Ci sarà sempre chi alle spalle di una macchina miliardaria come l’olimpiade (o i mondiali, gli europei, l’expo e via dicendo) troverà il modo di arricchirsi. Non dovrebbe capitare, ovviamente, ma capita e sono convinto non solo qui nel bel Paese. Il dramma è che da noi il tutto è esasperato. Oggi leggevo in twitter che intorno a Napoli ci sono dei lavori in corso per un’uscita della tangenziale appaltata per Italia ’90. Non mi ci metto nemmeno a verificare se l’nformazione è vera, perchè è credibile e tanto basta. Insomma, c’è un’attitudine italiana alla tangente che già spaventa a priori, c’è il precedente, proprio a Roma, di una situazione analoga, più piccola, e finita malissimo e ci sono un sindaco ed una giunta che dimostrano il loro non essere pronti al minimo inconveniente e il non saper farvi fronte. In aggiunta, come ciliegina, siamo in una situazione economica che dire precaria e puro eufemismo (oggi c’è chi dice che la crisi Greca iniziò con l’olimpiade e, non avendo le basi, non posso nè confermare nè smentire).
Con questi presupposti, il NO di Monti non solo è legittimo, ma auspicabile.
Che poi, Alemanno, è sicuro di avere abbastanza parenti per farsi carico di un evento del genere?
Ecco fatto, il post è scritto e il blog torna, per una volta, sul pezzo.
Giusto per conoscenza, ecco gli altri argomenti che avrei potuto trattare:
Il nuovo singolo di Jovanotti ha una base che è plagio plagissimo della colonna sonora di Drive. Così, a muzzo, senza che io verifichi chi è uscito prima e chi poi.
Il nuovo singolo di Madonna ad un certo punto (minuto 2:20 del video, per apprezzare appieno) piazza un breakdown di chiara matrice hardcore. L’unica spiega plausibile è che nel 2012 i produttori siano gente che ascolta bella musica e questo porterà inevitabilmente ad un mondo migliore. (vedi parentesi al punto precedente).
– Su radio 105 gira un pezzo che pare fatto mischiando insieme tutta la discografia dei Jimmy Eat World. Non avendo uno smartphone dalle mille applicazioni utili, non ho idea di chi siano gli autori. Sono solo sicuro non si trati dei Jimmy Eat World. Nel nome della band potrebbero esserci le parole Pedro o Leon, ma non si tratta dei Pedro the Lion.
– Il PD perde le primarie a Genova e la sindachessa uscente si incazza su twitter dicendo che è tutto dovuto al suo essere donna. Stando al ragionamento, quattro anni fa probabilmente non lo era.
– Google celebra S.Valentino con un cartoon in cui si omaggiano tutti i tipi di coppie. Google non ha mai omaggiato, ne mai omaggerà Giovanardi. Il passato, prima o poi, ci lascerà liberi.
– Si vocifera di una possibile mossa del governo volta a rivedere le esenzioni ICI per i beni immobiliari della Chiesa. Bravi. E’ vero, son gli stessi che provano quotidianamente a cancellare i diritti dei lavoratori, ma un governo normale non fa mai solo cose giuste o cose sbagliate. Quello di Monti è un governo normale. E’ che non ci siamo più abituati.

EDIT: Il pezzo che frulla cinque dischi Jimmy Eat World e finisce per passare in radio è Cough Syrup degli Young Giant. Da li a capire perchè avessi in mente Pedro e Lion ne passa una vita.

Due o tre robe da dire

In aereo, rientrando dal week-end a Colonia, ho pensato che potesse essere il caso di aggiornare il blog.
Avere un blog oggi è cosa complicata, specie se si tratta di un blog come il mio: specchio della mia vita e cassa di risonanza per le mie riflessioni. Le nuove abitudini e la pigrizia infatti spingono perchè io la smetta di scrivere lunghe pagine qui sopra in virtù di lapidari e brevissimi status di Facebook o ancor più trendy Tweets.
E’ così che va il mondo ed è così che credo, prima o poi il mio blog morirà.
Ma non oggi.
Oggi aggiorno, dopo quasi due settimane, dando spazio ad un po’ di pensieri sparsi inerenti a fatti sparsi accaduti in ordine sparso negli ultimi tempi.
– L’FBI ha deciso di chiudere Megaupload e Megavideo. Ora, che quei due siti fossero utilizzati anche in modo illegale è credo incontestabile. Ci sono però un sacco di cose legali che la gente può usare per infrangere la legge senza che l’FBI si metta in mezzo. Tipo: non credo l’FBI chiuda General Motors perchè una parte delle persone che usa le automobili infrange i limiti di velocità. Insomma, mi pare un po’ l’abbiano fatta fuori dalla tazza. Sicuramente chi l’ha presa male son stati quelli dell’Anonimous Group che in prima istanza hanno hackerato qua e la siti di enti governativi statunitensi e di importanti colossi del music and video business e oggi hanno deciso di mettere online, anche simpaticamente (cit.), l’intero catalogo Sony Music. Io, volendo rimanere estraneo a queste lotte, mi limito a chiedermi se non sia forse il caso di rivedere la politica alla base della questione invece di continuare con guerre e rappresaglie che non porteranno mai a nulla. Perchè che di analoghi a Megaupload e Megavideo ce ne sono a bizzeffe non credo sia un segreto.
– Sicuramente l’argomento del momento è il dramma della Costa Concordia. Ora, non volendo entrare nel dettaglio della questione, mi limito a provare una certa pena per la questione Schettino, non tanto per l’uomo che stando a quanto si legge pare abbia sicuramente delle responsabilità, ma per la classica reazione italiana del “tutti fenomeni” per cui anche chi in vita sua non è mai riuscito a tenere a galla un materassino si permette di andarsene in giro a dire come un capitano si dovrebbe comportare e cosa avrebbe dovuto fare nella fattispecie. Io ho sentito la telefonata con la capitaneria di porto e ho visto un po’ di articoli qua e la. Che Schettino probabilmente non fosse il più integerrimo tra gli uomini di mare è una sensazione che difficilmente troverà smentite, tuttavia son sempre dell’idea che il capro espiatorio sia un male colossale perchè riduce problemi seri (la politica delle compagnie di crocere, per esempio, o i rischi di questo tipo di situazioni) alla macchietta di un disgraziato. In sintesi: che ci sia interesse a far finire il tutto in “Schettino era un coglione” mi pare ovvio. Io però verificherei se la cosa è vera e se, anche fosse, sia quella l’unica causa alla base del disastro.
– Venerdì è morta Sarah Burke dopo un brutto incidente mentre si allenava. Io lo capisco che non è Simoncelli e che non è certo il caso di fare a gara di popolarità tra giovanissimi ragazzi morti mentre inseguivano il loro sogno di sportivi, però ecco, due righe sui quotidiani nazionali potevano pure scriverle (Gazzetta esclusa, che ne ha parlato). Ad ogni modo, dispiace tanto.
– Ho visto i primi due episodi di Alcatraz, nuova serie TV in cui c’è lo zampino di JJ Abrams e della Bad Robot. Nonostante le premesse, pare per nulla male. E’ in sostanza identica a Fringe, solo senza le minchiate scientifiche da quattro soldi. Penso seguirò con attenzione. E’ anche iniziata la quinta serie di Californication, ma dopo due episodi non s’è vista nemmeno una tetta e questo non è un buon segno.
– Chiudendo col botto, è di questa sera la release del nuovo disco dei Fine before you came. Si intitola “Ormai” e io non l’ho ancora sentito, ma in battuta penso sia buona cosa per voi scaricarlo (qui) e ascoltarlo.

NBA All-Star Game 2012

Scroccare la rete wireless dei vicini è illegale ed io non lo sto facendo.
Detto questo, come ogni anno eccomi qui a stilare i miei due quintetti per l’NBA all-star game, anche conosciuto come “basket goes wrestling”. Con il lockout di inizio stagione, la regular season praticamente appena iniziata ed il mercato che impazza, le scelte sono più frutto di presonalissime prospettive che non dei reali meriti di questa stagione, però non essendo io nulla più che un appassionato semi ignorante, la differenza con le pick precedenti non è poi così significativa.
Ad ogni modo ecco le mie scelte. Sotto poi, do qualche motivazione.

Le motivazioni, dicevo. Anche quest’anno ho provato a formare dei quintetti verosimili, cercando di avere un solo giocatore per ruolo e un 3 ed un 4 a far da ali, questo è il principale motivo di tante delle esclusioni. Su nba.com la scelta inizia con le ali e quindi inizio a commentare da lì. A Ovest ho scelto Griffin e Gallinari essenzialmente per tifo, anche se nel caso del primo credo ci sia poco da star lì a farmi le pulci. Resta fuori Durant che, campanilismi a parte, nel mio quintetto sarebbe stato il 3 per diritto. Complicatissima la scelta ad Est che quest’anno in tema “forwards” offre poco per non dire nulla. Escluso Melo, che per quanto forte non raccoglie la mia simpatia, da scegliere non resta poi molto e così mi butto su due giocatori di sostanza che il loro lo fanno sempre discretamente. Indiana tra l’altro quest’anno secondo me non è male, quindi Granger magari qualche bel numero lo mette su. Si passa alle guardie. Ad Ovest scelgo Curry a fare il play perchè è un poeta del basket e gli metto di fianco Evans perchè tra le scelte a disposizione è il meno play di tutti (Bryant escluso, ma se ancora qualcuno spera di vederlo nelle mie selezioni allora c’è qualche problema di comunicazione). Resta fuori Paul semplicemente perchè pur comprendendone le motivazioni, la sua decisione mi ha ferito nel profondo. Westbrook invece lo odio e basta. Ad Est non c’è competizione. Io un play più forte di Rose non lo vedo, con buona pace dei vari Rondo (che amo) e D-Will (che amavo), così come un 2 anche solo lontanamente paragonabile a Wade. Avrei potuto mettere Allen di fianco all’MVP, ma io i Celtics non riesco proprio a votarli. Si chiude coi centri. Ad Ovest Nenè è quello che mi convince di più. Il ballottaggio è stato con Camby. Ad onor del vero da quella parte ho molta curiosità per la stagione di DeAndre Jordan, come di tutti i clipps, ma avevo già scelto Griffin e mi pareva di esagerare. Ad est vince Chandler perchè lo adoro dai tempi di New Orleans. Pesa molto il fatto che Howard forse finirà ai Lakers smettendo istantaneamente di starmi simpatico. Il dubbio forte è stato escludere McGee, l’uomo che schiaccia con tre palloni e che secondo me ha fatto la comparsa in almeno un milione di film e serie nel ruolo dell’ispanico. Infine, giocatore scelto per il voto secco è chiaramente il Barone, più che altro per buon auspicio riguardo la sua schiena malmessa.
That’s all.
Vedremo cosa riserverà questa stagione. I Clippers spero vadano più avanti possibile perchè, tutto sommato, son brava gente. Dubito però andranno oltre le semifinali (ed è già tantissimo). Squadra simpatia senza dubbio New York, che però se passa il primo turno di play off è già un mezzo miracolo. Secondo me eh.