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Groviglio di frasi sconnesse

Ieri avevo una certa ispirazione per lo scrivere.
Arrivato a casa, ho deciso di aprire word ed iniziare a dare sfogo alla mia natura creativa nonchè alla mia neonata verve da scrittore. Non voglio illudermi: so che sarà una vocazione momentanea e del tutto priva di possibilità di sfociare in qualcosa di buono, tuttavia quel poco che ne è uscito, per quanto lontano da quella che era l’idea originale, non mi dispiace. Se mai vedrà la sua conclusione, questo scritto verrà pubblicato su questo blog in modo che qualcuno possa leggerlo e dirmi cosa ne pensa. Avendo io stravolto tutto ciò che la mia mente ha partorito almeno due volte da che ho battuto i primi caratteri con la tastiera del mio portatile, potrei ritrovarmi a ribaltare il tutto molte volte prima di ritenermi soddisfatto. Sempre che non abbandoni il progetto sul nascere. I peggiori antagonisti a questa mia avvntura sono e saranno il tempo a disposizione e la mia proverbiale pigrizia, ma chissà che “sto giro” possa permettermi di avere la meglio e concludere quanto ho progettato. Al momento non punterei su di me nemmeno 2 centesimi, ma spero di sbagliarmi.
Cambio discorso.
Oggi, per alcuni minuti, sono stato felice.
Ho ordinato tutto il necessario per la sistemazione del bagno della casa in cui andrò presto a vivere. Ho acquistato: 1 miscelatore alto per lavabo, 1 miscelatore per bidet, 1 miscelatore per doccia, 1 bidet, 1 water con scarico a terra, 1 cassetta da incasso per scarico water, 1 pulsantiera per scarico water, 1 asta per doccino con doccino a tre getti, 1 box doccia satinato con piatto in ceramica, diversi metri quadri di piastrelle grigio fumo per il pavimento, diversi metri quadri di piastrelle grigio perla per le pareti, 1 mobile nero e verde acido con specchiera satinata e un lavabo da appoggio in ceramica.
I lavori sono previsti per inizio Settembre, data in cui tutto il materiale sarà arrivato.
Bene.
In aggiunta a questa cosa, ho trovato un cucciolo meticcio di lupo che vorrei adottare. Ha due mesi e sarebbe perfetto per tenere occupato mio padre.
Se lo prendo lo chiamo Poser.
Visto come ha reagito mio padre alla proposta, non credo lo prenderò mai.
L’idea di rileggere quanto ho scritto mi avvilisce.
Non lo farò.
Stasera sono uscito con Aui ed insieme siamo andati a salutare Robi del Nightfall di Monza. Le tre medie che mi sono bevuto non mi spronano certo alla correzione di questo mio scritto.
Per una volta, a vincere sarà la prima stesura.
Vorrei leggere un po’ prima di dormire, ma crdo che alla fine guarderò un po’ di TV.
Odio la programmazione erotica attuale delle emittenti locali.

La posta del cuore

E’ tempo di aggiornare il blog. Troppo è passato dall’ultimo mio scritto e, se ciò è accaduto, è per via di alcune questioni che proverò a spiegare nel vano tentativo di alleggerire il peso sulla mia coscienza. Innanzi tutto gran parte della colpa va ad Emofobia. Sono infatti stato risucchiato nel vortice dei suoi commenti ed ora ogni volta che ho qualche minuto libero do la precedenza a quel “blog”. Grazie alle due ragazze che hanno generato quella “comunity” ho trovato come dare libero sfogo alla mia passione per lo scontro verbale, la polemica e le provocazioni.
Mi sto molto divertendo.
Ok, ammetto che non sia propriamente ciò che si può definire un passatempo intelligente. Direi più che è una sorta di dipendenza la mia.
Sono drogato.
Mi preme riconoscere una certa correttezza nelle due autrici e in alcuni degli assidui frequentatori di quelle pagine visto che per il momento si sono dimostrati disponibili allo scambio di vedute senza cadere nella provocazione e quindi senza lasciarsi andare ad insulti. Se questo da un lato è indubbiamente positivo, dall’altro limita parecchio il mio divertimento, privato in questo modo degli attacchi a testa bassa di chi non ha l’intelligenza per capire che alla fine è tutto un gioco e che a nessuno viene in tasca nulla da tutto questo.
Oggi però anche la mia anima sadica è stata premiata grazie all’intervento di tal Vincent, che al colmo del priprio furore causato dal mio continuo dissentire, ha risposto qunto segue:

“Manq, il TUO discorso non sta in piedi, perchè chi ti ha mai chiesto di dire a qualcuno che è immaturo? Ti ha mai chiesto nessuno di andare in giro a scrivere che odi emofobia? Non vedi che così facendo sei quello che dice di farsi i cazzi suoi e poi va in giro a sputtanare? Sei veramente un ipocrita…e poi, dai, a 26 anni con un blog nero/rosa che usi come diario? vogliamo vedere chi è immaturo o almeno “CHI E’ UN UOMO?” Prima di andare in giro ad esprimere opinioni misere e picchiarci figure ancora più misere, pensa :

 A: da dove vieni;
B: quanti anni hai
C: ti sei mai chiesto se hai ancora gli “attributi” o ti sono caduti insieme al tuo buongusto?
D: da quanto non hai un amplesso con un essere umano femmina?

Io comincerei a rispondere, se ti interessa mi dai la tua email e ti mando un modulo dal titolo:
IO E LA MIA SESSUALITA’: M o F?
e ancora:
QUAL’E’ LA MIA ETA’ MENTALE?

Namaste

Vincent”

Inutile dire che la mia mail gliel’ho data di corsa. Quest’uomo è indubbiamente un genio. La parte che più mi ha entusiasmato è quella in cui mi chiede “vogliamo vedere chi è UN UOMO?”. Avevo seriamente paura mi volesse picchiare, ma poi ho ricordato che non mi conosce e quindi mi sono tranquillizato. Adesso però vivo con il tarlo di sapere quale sia la mia età mentale, oltre che nella vergogna causata dal fatto che mi piaccia l’accostamento nero/rosa.
Spero mi mandi presto i moduli.
Comunque sia visti gli incontri che si fanno da quelle parti non mi biasimo se continuo a perderci del tempo.
Magari qualche vero uomo inizia a commentare anche il mio blog.
Speriamo.
L’altra ragione per cui ho avuto poco tempo per aggiornare è che mi sono nuovamente tuffato nelle “Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” di R.R. Martin. Sono giunto al 4° volume, la Regina dei Draghi, dopo aver divorato letteralmente la seconda metà del terzo. E pensare che la prima metà mi aveva molto annoiato. Comunque sia ora sono presissimo dalle vicende dei vari casati e leggo con avidità pagine e pagine nell’attesa che qualcuno dei personaggi che odio venga ammazzato per mano di qualcuno di quelli che amo. Purtoppo pare che Martin abbia il gusto macabro di far andare le cose esattamente all’opposto, visto chi mi è morto “tra le mani” a poche pagine dall’inizio del nuovo capitolo.
Non saranno libri di chissà quale spessore, ma appassionano e questo è quanto chiedo alle mie letture. Per questo forse non mi sento adatto ad aNobii.
Ora, neanche a dirlo, torno a leggere un po’ prima di dormire.
Magari mentre lo faccio butto lì un ascolto al CD dei Biffy Clyro.
Magari però, non vorrei distrarmi.

Che bello quando qualcosa ti sorprende!

Sono stato al cinema a vedere Transformer. Non avrei nemmeno dovuto andarci perchè sta sera sarei dovuto andare dalla Bri a fornirle del sostegno morale, perchè sono uscito tardissimo da laboratorio e perchè non avevo la minima intenzione di spendere dei soldi per vedere quello che pensavo fosse una solenne idiozia.
Dopo averlo visto sono contento di esserci andato.
Mi sono divertito un sacco.
Ok, è una solenne idiozia, questo non posso certo negarlo, però è una di quelle idiozie che in sala Meagtheater rendono parecchio. La cosa bella poi è aver visto un film divertente come non mi capitava dal primo episodio dei Pirati dei Caraibi, visto anche quello per pura coincidenza.
Il protagonista è un genio assoluto, la protagonista è bellissima, la colonna sonora è per metà tratta dal nuovo degli Used e gli effetti speciali meritano assai.
Sono soddisfatto.
Vado a letto felice.
Oggi mi è anche capitato di fare visita al blog Emofobia e di lasciare un commento. Vediamo cosa ne esce, sono incuriosito dal fenomeno.
Cazzo, sono quasi le due.
Domattina ho lab meeting alle nove e prima di farlo devo riuscire a trasfettare.
Cazzo.

Il geko

La gita a Londra è stata ok al 99%.
Adesso però ho voglia di parlare solo del restante 1%.
Ho perso il mio segnalibro.
Una cartolina.
Un bel ricordo.
Non l’ho mai portato fuori di casa proprio per paura di lasciarlo in giro, ma questa volta mi sono dimenticato di sostituirlo prima di partire. Ovviamente questa è stata l’unica volta in cui mi sia capitato di perdere il segnalibro.
Per tutta la vacanza non ho mai tolto il libro dallo zaino, solo oggi mi sono dato alla lettura, per sopportare le tremende attese in aereoporto dovute alla questione terrorismo.
Questo mi porta a dire che il mio segnalibro ora si trovi su qualche pavimento del London Stansted Airport.
Non si può esprimere a parole quanto sto male per questo.
Troppo?
Boh.
Sicuramente molto.
Ho nello stomaco un mix di arrabbiatura feroce, tristezza, malinconia, frustrazione da impotenza e dispiacere.
Potessi tornerei a riprenderlo.
Vaffanculo.
Meglio che me ne vada a letto.

Google Hit List [Giugno 2007]

Zero commenti, troppo sonno.

01 – dove comprare tute da nuoto a milano
02 – arredamento casa abbinamento pavimenti ges mobili
03 – politico belga fa pompini?
04 – la barista di via durini
05 – zolletta di zucchero
06 – valentino rossi pronto idraulico
07 – lepecoso
08 – canzone dei pirati dei caraibi mp3
09 – elena amato ricostruzione unghie
10 – adoro fare i pompini

Notte fonda

Volevo scrivere un bel post prima di partire.
Lo giuro.
Eppure adesso che mi trovo di fronte al monitor costretto ad interloquire con le mie idee, sento queste mie intenzioni pretenziose sfuggire da me come scarafaggi alla luce. La causa di tutto questo credo stia nell’aver impiegato una buona mezz’ora ad aggiornare il template del blog. Nuovi link da aggiungere, vecchi ed inutilizzaati collegamenti da rimuovere, nuovo disco del mese da scegliere e presentare. Da quando “hosto” il blog su un server esterno a blogger.com le operazioni di restyling si sono tramutate in massacranti epopee e questo, in accoppiata alla mia perenne disattenzione, mi causa enormi problemi.
Prendiamo il caso odierno: avevo scelto come disco del mese “False Cathedrals” degli Elliott, fresco di acquisto e già consunto dalla vagonata di ascolti. Gli Elliott tuttavia pare non abbiano un sito internet di alcun tipo e siccome non amo fare le cose in maniera approssimativa, ho deciso di esautorarli e rimpiazzarli con i Dillinger Escape Plan. Quale passaggio logico mi abbia portato a sostituire un gruppo come gli Elliott con quella macchina assassina che sono i DEP non mi è tutt’ora chiaro, ma forse è meglio così.
Buttati quaranta minuti per questa faccenda sono passato all’aggiornamento dei link. Sono molto lieto di presentare a tutti il blog della mascotte ufficiale del laboratorio in cui lavoro: Capitan Falcon. Io non sto bene di testa, questo è assodato, tuttavia mi consola sapere che anche le persone con cui lavoro non siano proprio ciò che si suol dire normali. Oggi Paola ha deciso di creare questa mascotte che, sulla falsa riga del nano di Amelie, dovrà essere portata da ciascuno di noi in giro per il mondo. L’idea è molto carina, niente da dire, ed anche il pupazzo in se è riuscito bene, però a 26 anni suonati giocare a costruire amici immaginari non penso sia ascrivibile alla sfera delle così dette normalità.
Sistemate tutte queste cose ho dato il via all’aggiornamento del template.
Esattamente 40 millisecondi dopo aver premuto il pulsante “Ripubblica l’intero blog” mi sono reso conto di aver dimenticato di aggiungere il neonato blog di Aledoni alla mia lista di consigli.
Bestemmie come a piovere non hanno posto rimedio alla situazione, come ovvio che fosse.
Per questo motivo mi ritrovo ancora qui alle 3.11 di notte, a 49 minuti esatti dal suono della sveglia che mi ricorderà l’imminente partenza per il Regno Unito.
Mi si chiudono gli occhi.
Non ho tempo per dormire seriamente.
Devo pubblicare le googolate di Giugno.

Milano is burning

Sono tornato a non avere molto tempo da dedicare alla stesura di pagine da riportare su questo mio diario. Troppi impegni? Non credo. Niente da dire? Nemmeno. Forse è solo colpa del troppo caldo. Anche sta sera l’idea era di sdraiarmi e godermi “Le Iene” di Tarantino incollato al letto dallo tsunami generato dalle pale del ventilatore appeso sul soffitto di camera mia. Poi però stando al telefono con la Bri e prendendo spunto da questo suo post mi è venuto in mente un fenomeno di costume che ormai sta spopolando in giro per la rete. Ad essere onesti io non sono così ben inserito nella comunity da essermene accorto, tuttavia continuano a parlarne su radio Deejay da ormai un paio di settimane abbondanti e siccome radio Deejay è l’unica radio che sentiamo in laboratorio questo neonato “cult” è saltato anche alla di me attenzione.
Si tratta di un sample, se quello che intendo io per sample lo è realmente.
Mi diverte molto.
Per scrivere qualcosa di più intelligente avrò tempo magari domani.

Riporto il testo per una maggiore comprensione.
Accumulo libri
Vado allo spazio Oberdan
Vivo all’Isola
Vivo sui Navigli
Vivo in Buenos Aires
Voglio un loft
Compro i Tasche
Faccio lo Ied
Faccio filosofia in statale
Faccio lettere
Faccio la Naba
Facevo Brera
Farò i soldi
Me ne andrò da Milano
Facevo la cameriera
Faccio la barista, anzi no la barman
Faccio la DJ
Organizzo feste
Mi metto gli occhiali grossi
Mi tolgo gli occhiali grossi
Faccio la grafica
Faccio la copy
Faccio tante foto in digitale
Ho il Macintosh
Vado alle feste di MTV
Che bravo Kounellis
Che bravo Alessandro Riva
Che bella la mostra sulla street art
Gli adesivi
Io aderisco
Guardami guardami sto appoggiata al muro
Bevo solo la birra e il cuba libre
Sono una tipa complicata
Uuuuuuuh se sono complicata
Almeno due concerti al mese
Quanto mi diverto
Vado al Rocket
Vado al Plastic
Vado al Gasoline
Le mie amiche sono troppo delle pazze
Sono una indie rocker
Sono indigente
Ho la frangetta
Sono estroversa
Sono introversa
Non mi piace il cazzo
Per carità vai via con quel cazzo
Chattiamo su messenger
Ti faccio vedere le foto del mio gatto
Ti mando una canzone troppo bella
Questa sera andiamo al Leonkavallo
Andiamo in ticinella
Minchia che flash
Facciamoci una canna
La barella no, è da stronzi
Non mi interessano i ragazzi con la macchina bella, a me piace il maggiolone
A me piace il furgone della Volkswagen
Che bello il salone del mobile, quanta creativitá
Che bello il Mi-art
Basta… Alighiero Boetti ha rotto le palle
Mi piacciono le foto di Basilico, sono molto intense
Ho Fastweb
Mi scarico un film di Antonioni, Fellini, Pasolini, Rossellini, Bolognini
Andiamo ai Magazzini
Godard
Truffaut
Non mi piace il cinema americano, è troppo commerciale
Andiamo alla biennale
I miei genitori non mi capiscono, mio papà mi dice solo “porco D*o mi spezzo la schiena per farti studiare, studia cretina che io non ho potuto”

In spite of fucking mosquito bites

Ieri sera al Magnolia mi sono visto il concerto dei Me first and the Gimme Gimmes.
E’ stato totale.
Cinque musicisti impegnati in diverse ed affermate band che possono permettersi di fare tour europei con un gruppo creato unicamente per cazzeggiare non si vedono tutti i giorni ed il loro live trasuda proprio questa atmosfera. L’unico obbiettivo è divertirsi tutti insieme, pubblico compreso, sulle note di canzoni arciconosciute, rispolverate e agghindate in chiave punk-rock. Nessuna pretesa insomma, se non quella di passare una bella serata.
Arrivato in loco però questa aspettativa ha ricevuto un duro colpo quando abbiamo scoperto dell’improvvisa defezione di Fat Mike, costretto a casa pare da un malore della madre. Non nego che quell’uomo sul palco sa sempre regalare momenti di show esagerati, anche quando fatica a stare in piedi, e quindi sapere della sua assenza ha fatto vacillare non poco la nostra euforia. Il suo posto però è stato preso per l’occasione da Eric Melvin che si è poi rivelato eroe della serata, soprattutto per aver imparato in due ore tutti i pezzi in scaletta.
Ma partiamo a raccontare dall’inizio.
Non proprio dall’inizio però, perchè di spalla ai Me First suonavano i PAY e i TAT e di loro non ho certo voglia di parlare.
Parlerò delle presenze in loco invece. In quel del Magnolia infatti c’erano un bel po di volti conosciuti. Il mio gruppo di partenza comprendeva Aledoni, Steps, Robi Burro e la Meggie, ma sul posto ho incontrato anche Marco, Carlo, la Simo e la Rò, personaggio quest’ultima che non vedevo da almeno quattro annetti.
Bello.
Saltando di palo in frasca però, riprendo a raccontare l’aspetto centrale del concerto. Reduci dall’uscita del nuovo disco “Love Their Country” (NdM: titolo pazzesco), i cinque si presentano sul palco in camiciona a scacchi, cappello texano, bandana e stella da sceriffo.
E’ subito show.
Spike, non si sa bene per quale motivo, parla italiano piuttosto bene ed entra gridando: “Siete pronti a sentire un po’ di musica originale?”.
Risate a profusione.
A quel punto cerca di tradurre “We play only covers” e ne esce un “Facciamo solo coperti” che mi da il colpo di grazia. Da li in poi le gag si sprecano per tutta la durata del concerto. “This one is a cover” Joey Cape lo dice prima di ogni singolo pezzo, esattamente come prima di ogni pezzo Melvin non omette di gridare “Ehi, I’m a Gimme!!!” con il sorriso di un bambino idiota. Spike intanto insiste con l’italiano, uscendosene con frasi deliranti tipo: “Ho ucciso mio padre, magiato suo carne e sto tremando di gioia” oppure “Panone di merda, tutti dobbiamo mangiare un pezzo” o ancora “Joey è nano di merda, ma molto talento”. In tutto questo i cinque suonano un bel po’ di pezzi e li suonano veramente bene. Jake, mio Gimme preferito nonchè chitarra solista dei Foo Fighters, è artefice di una performance maiuscola, ma anche Joey Cape si prende qualche momento per mostrare che se vuole la chitarra la suona gran bene.
L’apice della serata è forse Stairway to Heaven, introdotta dallo stesso Joey Cape come “the worst song ever written” ed il cui titolo è stato tradotto da Spike in “Merda fino agli occhi”. Durante l’intro il delirio si impossessa dei Gimme: nessuno sta capendo cosa succede, ognuno suona per i fatti suoi e tutti ridono sguaiatamente, voce compresa. Ne esce una roba indecente a cui pone fine Dave dando l’attacco per la parte tirata del pezzo e riportando ordine nella truppa.
Insomma, ci sarebbero milioni di siparietti da raccontare, ma so bene che scriverli e rileggerli non sarà mai come averli visti.
Però è mezz’ora che me la ghigno nel tentativo di ricordarli tutti e quindi chissenefrega.
Hanno chiuso il concerto, prima dei bis, con “End of the Road” e lì sono decisamente imapazzito.
Solo due pezzi ci sono stati concessi al rientro sul palco e a chi richiedeva “O Sole Mio” Spike risponde: “Melvin non ha praticato, scusa.”.
“Thank you for coming out tonight and thank you for bringing mosquitos” è il saluto finale che i cinque ci riservano.
Soddisfatti e con grandi sorrisi stampati in faccia non ci resta che tornare alla macchina.
Prima di andare però faccio un salto al banchetto del merchandise: ora anche io ho la stella da sceriffo dei Me first and the Gimme Gimmes!

Questa non è una barzelletta

Oggi ero in laboratorio, come ogni giorno.
All’improvviso la tranquillità lavorativa è stata turbata da alcune grida, inizialmente indistinte. Ci è voluto qualche secondo per capire che si trattasse di slogan.
Incuriositi, abbiamo deciso di guardare fuori dalla finestra.
Si trattava di un gruppetto di animalisti in azione di protesta nei confronti dell’utilizzo degli animali nella ricerca scientifica.
All’inizio ci siamo un po’ allarmati, ma dopo pochi secondi siamo tutti scoppiati a ridere.
Non ce l’avevano con noi, ma con la banca sull’altro lato della strada, rea di aver finanziato la ricerca.
Incredibile.
Sarebbe come andare a cantare cori contro l’inter in via Durini, non indirizzandoli però alla sede della società, ma al barista simpatizzante nerazzurro che lavora lì di fronte.
Gli animalisti spesso sono talmente ridicoli da fare tenerezza.
Ciò non toglie che io li detesti.

Lettera dallo Sri Lanka

Ho appena letto il racconto steso da Orifizio sui suoi primi giorni in Sri Lanka. E’ arrivato per mail, ma aveva il sapore di quelle lettere spedite tramite posta che ripercorrono a ritroso tutta la distanza che separa mittente e destinatario.
L’ho trovato emozionante.
La diversità profonda nelle vite che abbiamo scelto di intraprendere è uno stimolante spunto di riflessioni. Siamo coetanei e siamo usciti dallo stesso liceo, eppure mentre lui cerca di realizzarsi in giro per il mondo io ho come priorità quella di stabilirmi in una fissa dimora a non più di cinquecento metri da dove vivo oggi.
Tutta questione di scelte.
Sta sera mi sento particolarmente introspettivo, ma per una volta eviterò di scrivere in questo diario quel che mi passa per la testa.
Non c’è un reale motivo a giustificare questa decisione. Probabilmente vi è anche un problema tecnico per cui continuerei a scrivere, cancellare, riscrivere e cancellare di nuovo per le prossime ore, fino a decidere di chiudere il discorso senza accennare a nulla di quello su cui mi sono arrovellato.
Ai fini del risultato finale, non è che cambi molto in realtà.
Odio quando non mi capisco.
Meglio mettere un disco e chiudere gli occhi.
Mi prendo l’ultima frase per ringraziare Elena, il Po’ ed Aui per la piacevole serata e l’avvincente chiacchierata. Nonostante i seicento pacchi dell’ultimo secondo, ci siamo divertiti.
Ora spengo.
Merda.
Devo scegliere un disco.
No, stasera non posso proprio farcela.
E sia il silenzio, allora.