Per onore e gloria del Signore del Mattino eccomi a redigere gli appunti di questo viaggio. Non è il momento di farsi prendere dal pessimismo, lo comprendo, ma ogni momento che passa diventa sempre più complesso ipotizzare un lieto fine per questa spedizione. Oltretutto, inizio ad avere il dubbio che la casata Ruldegost mi abbia tenuto nascosto qualcosa, quando si è deciso di partire per questa avventura. Una volta arrivati ho scoperto che loro sono in realtà intenzionati a recuperare un antico artefatto. La cosa non mi ha stupito più di tanto, comprendo che l’epurazione dal male da questo nostro piano di esistenza non sia una vocazione diffusa tra le importanti famiglie di mercanti. Ho però l’impressione che possa esserci dell’altro e, analizzando alcuni indizi, credo di aver capito: la famiglia Ruldegost ha inviato Lord Ramphaer ed i suoi uomini ad Havertold nella speranza non tornassero mai più indietro. Vuole liberarsi di lui, non c’è altra spiegazione. Alcune note a supporto della mia tesi:
1) Ramphaer è palesemente un avventuriero inadatto ed inesperto, che mostra timore e paura ad ogni minima evidenza di pericolo. Non è un abile combattente, ma è animato da una sorta di follia che lo porta ad andare avanti nonostante il suo essere evidentemente inadeguato. Nessun famigliare che l’abbia a cuore lo manderebbe mai a capeggiare una spedizione come la nostra.
2) A Ramphaer è stata negata una scorta di avventurieri adeguati all’impresa. Gli sono invece stati messi a disposizione dei garzoni che, quando non sono inutili, riescono addirittura a fare mosse controproducenti e dannose. A pensarci, mentre scrivo, potrebbero addirittura essere complici della casata. Potrei aver frainteso, ma ho sentito Pence e Malcer bisbigliare di un rapimento.
3) Ramphaer, stando alle sue parole, è appena rientrato da una missione di cui è risultato l’unico superstite. Probabilmente un’operazione analoga a questa, fallita per un pelo.
A conti fatti quindi mi ritrovo in mezzo ad una congiura subdola della casata Ruldegost volta a liberarsi di un membro che non reputa utile. Non bastasse, il posto in cui ci troviamo svela ad ogni stanza pericoli sempre maggiori, figli del male che permea queste pareti. Io però non intendo sottrarmi a quanto Lathander mi chiede e quindi sconfiggerò le tenebre e porterò la luce in questo posto, Ruldegost o non Ruldegost.
Segue, come di consueto, la descrizione delle stanze perlustrate con annesse mappe, a partire dal sotterraneo.

Mappa Havertold: sotterraneo

Mappa Havertold: sotterraneo

Stanza S3: la porta segreta trovata nella stanza 14 conduce ad una scala che porta ad un sotterraneo. Scendendo, troviamo un ambiente le cui pareti sono completamente intrise di sangue e mostrano evidenti tracce di mani e piedi umani. Non oso pensare a quali atrocità vi siano state compiute. Il locale presenta un’unica porta sulla parete ovest, verso il fondo. Orientandoci, oltre quella porta crediamo ci sia la fonte di estrema negromanzia percepita da Malcer nella stanza S2, anche se non sapremmo stimare le distanze tra i due luoghi. Una volta scesi, sono avvenute alcune cose terrificanti. Sono infatti comparsi di alcuni fantasmi, fortunatamente non curanti della nostra presenza. La prima apparizione vedeva coinvolto un uomo vestito con un camice bianco e degli occhiali intento a trascinare una donna scalciante, anch’essa in camice, oltre la porta. La seconda invece vedeva uscire dalla porta stessa un giovane medico con alle spalle un colosso umanoide dall’aspetto quantomeno intimidatorio. Da oltre la porta, provenivano rumori di lame. Scomparsi i fantasmi, abbiamo provato ad avvicinarci alla porta, che si è ben presto trasformata in un muro di sangue da cui fuoriuscivano mani, piedi, volti e grida. L’acqua consacrata al Signore del Mattino non ha avuto effetto su questa manifestazione, così come i colpi inferti dal martello sacro. Al momento, quindi, la porta sembra più che altro una sorta di portale che non ci azzardiamo ad attraversare. Nella stanza Malcer ha individuato anche una porta segreta, che invece decidiamo di varcare.

Stanza S4: Ci troviamo in una grotta sferoidale che, tuttavia, non sembra di origine naturale. Tutti noi ci sentiamo pervadere dalla malvagità che è sempre più forte, man mano che proseguiamo nel nostro cammino. Nella caverna non c’è nulla, ma da lì parte un corridoio che la collega ad una seconda caverna, più grande. Abbiamo trovato un’ulteriore porta segreta in questo corridoio, che conduce ad una serie di cunicoli naturali che si snodano fino all’esterno del complesso. Potrebbe essere un’ottima via di uscita o fuga.

Stanza S5: La seconda caverna, quella più grande, presenta al centro una gigantesca e terrificante pila di ossa fumanti. C’è un condotto sul soffitto, in cui vediamo salire il fumo, ma non sappiamo dove porti. L’aura di malvagità qui è altissima ed infatti, ben presto, il cumulo d’ossa si anima e decide di fronteggiarci. Lo scontro questa volta è duro, ma ne usciamo vincitori, anche se nuovamente in modo decisamente poco ortodosso. Malcer ha infatti evocato un terribile gorilla demoniaco che ci ha aiutati notevolmente nello scontro, ma che avrebbe potuto da un momento all’altro ritorcersi contro di noi. Durante lo scontro infatti, oltre al gorilla, ha fatto la sua comparsa dal nulla un pericoloso wrath, che si è subito scagliato contro Lord Ramphaer. E se l’avesse evocato lo stesso Malcer? Io ero impegnato a combattere, ma mi è parso si sia materializzato proprio insieme all’altra creatura. Continuo a pensare che il vero scopo qui, per alcuni di noi, sia la morte del Lord.
Tra i resti della pira, una volta sconfitta, troviamo una pozione misteriosa che Malcer non sa identificare. Non ci solo altre uscite, quindi decidiamo di tornare in superficie e proseguire la perlustrazione del primo piano.

Mappa Havertold: piano terra

 

Stanze 15 e 16: la stanza 15 è un piccolo locale, separato dal successivo tramite una porta di metallo ed una vetrata. Anche qui vediamo materializzarsi due fantasmi: l’uomo con gli occhiali visto di sotto ed una bambina, che per un istante prima di scomparire pare accorgersi della nostra presenza ed invocare, con lo sguardo, il nostro aiuto. L’uomo si rivolge alla giovane con la seguente frase:

Come stai oggi, Lena?

Stanza 17: è una bibblioteca i cui scaffali e tomi sono stati irreparabilmente danneggiati dalle fiamme. Anche qui troviamo un fantasma, intento a vagare per gli scaffali, ma a differenza degli altri con questo riusciamo ad interagire. E’ conscio della sua natura di trapassato e sostiene di essere stato, in vita, il Dr. Wassel. Non essendo ostile, ma anzi, rassegnato alla sua non vita e affranto da questa sua condizione approfittiamo per chiedere ragguagli sugli altri individui che abitavano questo luogo e sui fatti che hanno portato alla sua rovina. Il fantasma ci conferma che l’incendio avvenne in seguito ad una rivolta spinta a fermare le pratiche del Dr. Mark Stetenfield, diventate negli ultimi tempi sempre più inumane. Il Dr. Mark Stetenfield deve essere lo spettro più giovane che abbiamo incrociato nella stanza S3. Renald Stetenfield era invece il padre di Mark ed era anch’egli un dottore della struttura, prima di morire. Suo è il fantasma dell’uomo con gli occhiali. Wassel non lo dice esplicitamente, ma avendo noi ritrovato gli occhiali nella fornace, pensiamo che anche Renald sia stato in qualche modo vittima del figlio.

Stanza 18: questa stanza si apre grazie ad una delle chiavi rinvenute nella stanza 3. Al suo interno troviamo delle vasche usate probabilmente per pulire vestiti ed altre cose, quindi si tratta probabilmente di una lavanderia. Nulla da segnalare al suo interno, se non un nuovo incontro con degli allip a ricordare che non c’è stanza in cui si possa essere tranquilli e al sicuro. L’unica altra porta presente nella stanza conduce direttamente all’esterno dell’edificio. Ora abbiamo solo due scelte a disposizione: verificare se qualcuna delle chiavi ritrovate può aprire una delle due grosse porte di metallo ancora chiuse, oppure salire al piano superiore.