Tutta la storia legata a Mather Ukkem ha fatto affiorare dal profondo del mio animo diversi dubbi che, probabilmente, covavo in seno senza saperlo. E’ evidente che la casata Ruldegost, o perlomeno alcuni dei suoi membri, non siano affatto le brave persone che ritenevo potessero essere. E allora, quasi immediatamente, in me è iniziata a crescere la necessità di sapere perchè mio padre, prima di morire, avesse deciso di legarsi a loro in maniera così forte. Come spesso accade,  da delle domande nascono altre domande, sempre più profonde e sempre più impellenti, e così ben presto mi sono ritrovato a riflettere sulle radici del mio sangue elfico e sul significato del suo retaggio, in evidente conflitto con la mia parte umana e, per definizione, fallace.

Malcer questa mattina aveva pianificato di muoversi per raccogliere informazioni in merito a tutte le cose in cui ci siamo invischiati, ma a me la faccenda al momento non interessa. Meglio dividersi quindi, e lasciare a ciascuno la possibilità di usare questo raro momento di riposo dalle continue missioni per ciò che ritiene più utile. Ci ritroveremo nel pomeriggio, verso la XV ora, per vendere il bottino che in qualche modo siamo riusciti a reperire durante questi giorni. Pence era d’accordo con noi e così abbiamo fatto.

Come prima tappa del mio percorso volto a riscoprire me stesso attraverso l’uomo che fu mio padre, ho pensato di recarmi al tempio di Tymora, perché mai come oggi avrò bisogno del suo aiuto per trovare quel che cerco. Come sempre, la Dea della fortuna guarda a chi la glorifica e così, giunto al tempio, ho incontrato Shabra, la Regina Mendicante. Già una volta il suo consiglio mi fu utile, anche se allora si trattava di avvertimenti su Lorimar che ho deliberatamente deciso di non sposare. La bontà di un consiglio non è nel seguirlo, ma nella sua capacità di farti meditare sulle scelte. Sebbene molte fossero le domande che avrei voluto porre a Tymora attraverso la vecchia, alla fine non ne ho saputa fare nemmeno una in maniera diretta e ben presto ci siamo ritrovati a parlare di cosa significhi per noi la fortuna. Ne sono ovviamente uscito arricchito, ma non ho ottenuto risposte ai miei interrogativi.

Ho così deciso di fare ritorno alla tenuta Ruldegost per incontrare il ciambellano. Sudeiman, infatti, conosceva bene mio padre e forse avrei potuto chiedergli di raccontarmi qualcosa di lui. Purtroppo, oggi parlare con il ciambellano era impossibile per via dell’aiuto che sta prestando a Lord Naint con la contabilità. Le mie domande avrebbero dovuto aspettare ancora, tuttavia il mio tempo non è andato del tutto sprecato perchè alla villa ho incontrato Zelazadda, la governante,  e così sono finito a parlare con lei. Non mi è stata molto utile, però mi ha detto che in punto di morte a mio padre fece visita una bellissima elfa che, a quanto pare, con lui aveva un certo legame. Chi era? Perchè lo visitava? Potrò mai rintracciarla? A queste ulteriori domande risposta oggi non c’è, ma secondo la governante Lady Kara potrà colmare la voragine dei miei interrogativi. Lei sa bene di tutte queste cose, ma è fuori città a trascorrere l’inverno e quindi, per poterle chiedere di raccontarmi di mio padre, dovrò attendere il disgelo.

Sempre più attanagliato dai miei dubbi e deluso dal non vederli dipanare, mi sono infine recato alla Locanda della Pietra Elfica dove ho cercato conforto dialogando con un anziano chierico di Labelas. Abbiamo discusso di Evermeet, della Profezia e di come in cuor mio coltivi la speranza che in quei luoghi, un domani, ci sia spazio anche per uno che elfo è solo per metà.

Divisore

Io oggi non voglio fare un cazzo. Sono stanco. Fuori c’è un tempo di merda e io non mangio come si deve da troppo. Sto pensando di proporre ai miei amici di fare un colpo. Ma non un colpo del cavolo tipo quando abbiamo rubato le bottiglie di vino. Intendo proprio una rapina seria. A un ricco serio. Potremmo derubare Mirt l’usuraio. Cioè, chi è che si aspetterebbe una roba del genere? Nessuno. Forse Mirt, ma non si aspetta certo che saremo NOI a farlo. Manco ci conosce. Per me è un’idea buona. Quello di soldi ne ha tanti e secondo me se li è anche fatti alle spalle delle brave persone. Alla fine, non è mica Mirt il mendico o Mirt il caritatevole. Figa è Mirt l’USURAIO. Un po’ se lo merita, anche solo per il nome.

Volevo quindi partire col mio piano e iniziare a tenere d’occhio casa sua. Per farmi un’idea. Però pioveva troppo e alla fine non ho avuto cazzi. Meglio stare in casa a non fare niente. Oppure a suonare lo xilofono. Sto diventando bravo. O magari avrei potuto solo mangiare, bere e fumare. Ecco, quello era un bel piano, ma mi sono accorto di aver finito il tabacco. Così sono uscito e sono andato a comprarne un po’. Ne ho presi tipi diversi. Tutti buoni. Ce n’era uno che sapeva di cane bagnato dentro una grotta abitata solo da nani coi piedi puzzolenti. Non buonissimo. Quello non l’ho preso, ma me lo segno perchè fa così schifo che me lo devo ricordare. Il tizio del negozio di tabacchi voleva vendermi una pipa. Nel senso, io gli ho chiesto una pipa normale e lui me la stava dando, ma poi mi ha parlato di una strana pipa del nord chiamata CILOOM e adesso voglio assolutamente trovarne una. Ah, oggi avrei potuto finalmente tagliare i capelli, ma ho deciso che li faccio crescere.

Divisore

E va bene, caro Bly, se vuoi giocare, giochiamo. Come tu stesso dici, le informazioni qui a Waterdeep sono tutto e io ho intenzione non solo di trovarne di nuove, ma anche di usare quelle che ho in mio possesso. Per esempio, ho pensato che seminare un po’ di trambusto in giro potesse far venire a galla qualche nuovo risvolto e così mi sono preso un rischio e ho deciso di giocarmi le mie carte. Camuffato per bene, sono andato a trovare Carson Innes all’Araldo, deciso a vendergli una storia. Un circolare di voci in merito agli intrighi del muto con Ulfast, alla tratta degli schiavi e a tutto il resto, per mano niente meno che di un articolo dell’Araldo, avrebbe significato che qualcuno informato dei fatti aveva cantato. Da lì si sarebbe generato un clima di tensione che, nel mio piano, avrebbe portato a contrasti e ritorsioni all’interno della malavita del porto che avrebbero potuto sfociare in risvolti interessanti, senza scalfire per nulla noi né la casata. Come fare, però, a rendere credibile la storia che stavo raccontando agli occhi di Innes senza sbugiardarmi? L’idea è stata di spacciarmi per Tim, l’uomo del muto che purtroppo sono stato costretto a far sparire. Se Carson avesse creduto che io fossi davvero uno degli uomini del muto, la mia storia di faide e schiavismo sarebbe immediatamente diventata credibile. C’era unicamente da assicurarsi che poi, una volta raccontato tutto e pubblicato l’articolo, la guardia cittadina non potesse risalire a me. Ho così pensato di darmi qualche giorno e chiedere al direttore dell’Araldo di pubblicare il pezzo solo a due condizioni. La prima, è che lo avvisi di essere riuscito a lasciare la città. La seconda, è che trovino il mio cadavere. Se, coi soldi che ho da parte, riuscirò a fare un paio di acquisti giusti e tutelarmi, ho come l’impressione il mio cadavere verrà scoperto. In caso contrario, avrò almeno messo delle pulci nell’orecchio di uno che campa rimestando nel torbido.

Lasciato l’araldo e riprese le mie normali sembianze, sono poi passato a trovare il mio amico Falco. Falco, in città, è la persona di cui ho più stima. E’ un avventuriero e il mondo l’ha girato per bene, non ama raccontare frottole e, soprattutto, è un amico vero. Senza troppi fronzoli ho deciso di chiedergli se avesse mai visto una moneta come quella che Lord Bly ci aveva consegnato per marchiare Mather in caso di “prematura scomparsa”. Falco, neanche a dirlo, sapeva aiutarmi. La moneta è il simbolo distintivo di una setta chiamata Cavalieri dello Scudo. Di loro si dice che siano gente losca che addirittura venera o ha legami con esseri demoniaci chiamati Baatezu. Sia per me che per Falco queste sono per la maggior parte leggende, ma lui è convinto si tratti di persone con pochi scrupoli che praticano sottili giochi politici e di potere all’interno di tutta la Costa della Spada. Che la sua descrizione mi suonasse tremendamente familiare rispetto a quanto avevo visto e sentito, mi pare ovvio. Ora dovevo solo saperne ancora di più, ma in quello il mio amico avrebbe potuto aiutarmi. Mi ha tuttavia consigliato di stare attento, perché a detta sua si tratta di gente pericolosa. Anche questo, tuttavia, l’avevo già scoperto. Con Falco mi sono accordato per una birretta in compagnia questa sera. Lo porto al Sorriso di Selune perchè conosce Kyriani e non crede che io le sia “molto simpatico”. Dovrà ricredersi temo.