Finiti gli acquisti in preparazione a questa sera io, Pence e Aethimir siamo rientrati alla villa per prepararci ad accompagnare Lord Burdeth presso la dimora di Messer Maaril il Dragomago. E’ facile intuire che i due debbano chiarire le rispettive posizioni in merito al tremendo alterco che li ha visti protagonisti solo ieri sera qui a Villa Ruldegost, lite scatenata dal libro di origini draconiche da me acquistato durante l’asta alla Casa delle Meraviglie.

Con noi sarebbe venuto anche Jurisk, una delle guardie. Non so dire se sia la sua pettinatura fuori moda, la sua faccia da stupido o il suo atteggiamento presuntuoso a darmi noia, più probabilmente l’insieme di tutte queste cose, fatto sta che Jurisk mi sta sulle scatole. Il fatto poi che alla villa non lo sopporti nessuno è indice che l’essermi antipatico non dipenda certo da me. Ad ogni modo, proprio mentre ci preparavamo per recarci alla torre del Dragomago, questi ci ha attaccato un pistolotto infinito, partito dal suo essere un grandissimo amatore e sfociato non si sa nemmeno come in un mega polpettone qualunquista sull’uguaglianza di tutte le razze. Ora, io non sono certo razzista, ma come si fa anche solo a pensare che, ad esempio, umani e mezz’orchi siano uguali? “Lo sono agli occhi della legge.”, diceva, come se la legge non perpetrasse mai ingiustizie. Io non ho colpa se i mezz’orchi sono costitutivamente più stupidi e, a voler ben guardare, non ne hanno colpa nemmeno loro. Nessuno però può negare lo siano, che diamine. Così la discussione è diventata presto un susseguirsi da parte di Jurisk di vanterie sulle sue conquiste, alternate solo da qualche sprezzante commento sul mio essere razzista e da quel suo odioso passarsi la mano nei capelli senza rendersi conto di quanto facciano oggettivamente schifo. Deve essersi irritato non poco anche Aethimir nel sentirlo vantarsi a vanvera, tanto che ha deciso di sfidarlo in una gara di conquiste domani sera alla taverna Sorriso di Selune. Spero che il mio amico dopo averlo battuto si prenda qualche minuto per infierire, chessò, con la madre o la sorella di quello stupido.

Allo scoccare della dodicesima ora, come stabilito, io e gli altri abbiamo quindi scortato Lord Burdeth fino alla dimora del Dragomago, che ci ha accolto insieme alla sua unica serva. La torre di messer Maaril è tanto bella all’esterno quanto cupa e poco curata all’interno. Abbandonati subito dai due Lord, che si sono allontanati per discorrere, io e i miei compagni siamo stati condotti nelle cucine dalla serva di cui sopra, una donna anziana e muta non proprio di compagnia che ci ha mostrato quanto era stato allestito per il nostro pranzo. Il tempo passato nella torre di Maaril sembrava non scorrere mai e quell’ambiente così tetro ha iniziato a farci sorgere il sospetto che tutto fosse in realtà una trappola ordita ai danni di Lord Burdeth. Per prima cosa, una volta che la serva ha lasciato la stanza, la porta della stessa si è magicamente chiusa a chiave alle sue spalle, bloccandoci di fatto all’interno. Dagli ambienti circostanti, inoltre, arrivavano strani rumori, anche piuttosto sinistri, che hanno gettato su tutti noi un po’ di malumore. Su tutti tranne che su Jurisk, ovviamente, troppo impegnato a ingozzarsi del cibo che c’era sul tavolo per avere anche solo un’idea di quel che gli stava accadendo intorno. E allora ho deciso di impartirgli una piccola lezione. Mentre era distratto, ho versato nel suo brodo alcune gocce del lassativo che avevo acquistato da Fatna giorni fa. Non entrerò certo nei dettagli, ma sappiate che quel pallone gonfiato ha perso molta della sua aria, nelle ore successive, specie quando si è poi sparsa la voce alla villa del suo essersela fatta addosso durante una missione importante. Jurisk a parte, noi tre eravamo decisamente sospettosi e ci saremmo sicuramente cacciati in qualche guaio se non fosse stato per l’ottima pensata dello stesso Aethimir. Se avessimo combinato qualche casino, pur mossi da buone intenzioni, avremmo fatto probabilmente fare una pessima figura a Lord Burdeth, gettandolo magari in una posizione scomoda in merito agli affari che era venuto a trattare. E questo, a detta di Aethimir, poteva essere proprio il piano dello stesso Dragomago. Mi spiace, caro messer Maaril, ma io e i miei amici non siamo caduti nella tua trappola.

Divisore

A quanto pare l’incontro tra Lord Burdeth e Messer Maaril si è rivelato fruttuoso. Uscendo dalla torre, il nostro Lord ha deciso di rivelarci alcuni dettagli della riunione e il reale motivo della nostra presenza in loco. Il Dragomago sembra infatti essere persona assai pericolosa e, diciamo, volubile di cui Lord Burdeth non appare fidarsi affatto. Prima di fargli visita quindi, non solo ha deciso di allertare l’Attento Ordine dei Magistrati e dei Protettori, di cui è esponente, ma si è anche premurato di portare con se una piccola scorta nell’idea che farci sparire tutti, invece che lui soltanto, sarebbe stato molto più complicato. Col senno del poi, visti gli equilibri davvero precari su cui si fonda la relazione tra i due, è stato davvero un bene non prendere iniziative controproducenti mentre eravamo chiusi in quella cucina. Ad ogni modo, pare che Lord Burdeth sia riuscito a far ragionare Messer Maaril proponendogli il prestito del libro non appena egli stesso avrà finito di studiarlo. Mossa molto astuta, devo riconoscerlo, quella del nostro Lord: non menzionare alcuna scadenza temporale non da appigli a possibili richieste future del Dragomago, che però potrebbe spazientirsi e voler rivedere l’accordo una volta realizzato che il tempo di studio di Burdeth potrebbe durare in eterno. Ho come l’idea che la faccenda sia tutt’altro che chiusa.

Fatto ritorno alla villa, Malcer ha iniziato a percepire l’ansia per l’appuntamento di questa sera con quella che lui chiama “la bella sconosciuta”. Io, personalmente, non avevo intenzione di passare l’intero pomeriggio standolo a sentire mentre vaneggia teorie assurde sulla sua visione di appuntamento romantico. Ho quindi approfittato per farmi un bel bagno ristoratore e recarmi di nuovo in visita al tempio di Tymora nella speranza di incontrare Lorimar. Non ho avuto questa fortuna, purtroppo, tuttavia ho potuto assistere ad una bella funzione celebrata da Padre Elegul Anoter e scambiare con lui qualche parola alla fine. Con mia grande sorpresa, egli pare conoscere Lorimar e averlo visto più volte all’interno del tempio, anche se ne ignorava il nome. Ho così deciso di sfruttare la cosa per lasciare un messaggio per il mercante, nel caso Padre Elegul dovesse incontrarlo prima che io riesca a trovarlo da solo. Null’altro che un appuntamento, in realtà, proprio presso il tempio e fissato per la sera del decimo giorno di Hammer. Se Tymora vorrà.

Divisore

Malcer non ce la fa. Deve vedersi con questa tizia alla taverna Sorriso di Selune, ma è troppo nervoso. Se ci va in questo stato farà sicuramente una figura da fesso. Sono un po’ nervoso per lui. Per calmarmi mangio dei biscotti. Per calmare lui ci facciamo un giro di whisky. Nella sala comune Dundeld e Arvun stanno cercando qualcuno che li batta a carte. Giochiamo noi, che magari Malcer si rilassa. Ci puntiamo sopra del bere, che così sicuramente Malcer si rilassa. Giochiamo la prima e vincono loro. Beviamo il nostro whisky. Giochiamo la seconda e Malcer inizia a fare degli strani versi mentre mi guarda. Non capisco, ma vinciamo noi. Beviamo il loro liquore. Giochiamo la terza e gli stessi versi di Malcer li fa anche Arvun, solo che Dundeld si incazza e sbaglia apposta. Continuo a non capire, ma sta volta perdiamo. Beviamo il mio mosto. Finita la partita Malcer dice che è ora di andare all’appuntamento. Per fortuna, Aethimir rientra in quel momento alla villa e non dobbiamo aspettarlo.

Arriviamo alla taverna. Io e Aethimir aspettiamo fuori dieci minuti prima di entrare. Malcer entra subito. Se fossimo entrati in tre insieme avrebbe potuto fare una brutta figura. Non si va ad un appuntamento con gli amici. Credo. Gli umani ogni tanto sono strani. Quando entriamo noi, lo vediamo al bancone. Parla con l’oste che è una ragazza molto bella. A me non sembra molto un appuntamento. Gli umani ogni tanto sono strani. Io e Aethimir ci avviciniamo per origliare. Lei si chiama Kyriani. E’ un nome brutto, ma è meglio di Bella Sconosciuta. Lavora qui, nel senso che il posto è suo. Malcer gli parla di robe noiosissime. Tipo del suo lavoro. Con le donne è davvero impedito. Distraggo la tizia, così Aethimir può intervenire a dargli qualche consiglio. Aethimir, invece, di donne ci capisce. Niente. A quanto pare Malcer non vuole proprio concludere. Non capisco. Certo, lei è un po’ un rametto avvizzito e a me piacciono i bei cespugli. Però per essere secca è bella.  Aethimir dice anche che ci sta. E’ sicuro. A me pare strano. Di sicuro, anche fosse, Malcer non l’ha capito. Bevo un paio di birre e mangio lo sformato di carne della casa. Buono, ma non molto abbondante. Io tornerei anche alla villa, che tanto qui non c’è niente da fare. Domani ho anche da fare diverse commissioni perchè Lord Corvor rientra alla villa con quattro ospiti. Malcer però credo voglia fare chiusura.