Zundaer: “Avanti così, nemmeno ci arriviamo a Hellgate Keep…”

Grover: “Fovse non dovvemmo viaggiave con quello che, a quanto pave, nella Gvande Fovesta è conosciuto come il nipote del “Maledetto.”

Shel’Lak: “Doppiamente maledetto.”

Zundaer: “Eh?”

Shel’Lak: “Lo chiamano il Doppiamente Maledetto. Vuol dire maledetto due volte.”

Zundaer: “Ok, ma non credo sia rilevante.”

Shel’Lak: “Per i centauri lo è, altrimenti non lo avrebbero specificato.”

Grover: “Effettivamente savebbe bene esseve infovmati su quanto queste bestie odino vealmente il nostvo compave. Anche solo pev ovganizzavsi.”

Shel’Lak: “Hai ragione. Comunque adesso glielo lasciamo ammazzare e noi possiamo rimetterci in viaggio. Magari prima bruciamo giusto una o due di queste querce secolari, ma solo per onorare Kossuth che ci fa dono delle sue cure…”

Zundaer: “ZITTI CAZZO! Qui nessuno brucia niente e soprattutto nessuno di noi verrà lasciato indietro.”

Grover: “Capo io sono molto d’accovdo con te, ma si savebbe offevto lui di favsi pvendeve pev lasciave passave noi.”

Zundaer: “Si, ma noi non lo lasciamo. State facendo troppo casino, vediamo di raccontare questa storia come si deve. 
Lasciata Everlund siamo ripartiti per Hellgate Keep. Abbiamo pernottato a Rauvincross e attraversato il fiume, prima dell’ultimo tratto di strada. Ad un certo punto il cammino fuori dalla foresta è stato interrotto da un ghiaione, residuo probabile di una frana che ha riversato una montagna di pietre a ridosso del limitare della Grande Foresta. Il ghiaione non può essere attraversato dai cavalli e quindi l’unica possibilità sarebbe stata inoltrarsi nel bosco. Prima di farlo, Aethimir ha pensato di chiedere permesso per evitare imboscate da parte dei sempre simpaticissimi orecchie a punta – morissero tutti domani, sarebbe un gran giorno – e così siamo stati approcciati da quattro centauri.
Da qui in poi io non ci ho sinceramente più capito un cazzo. Shel’Lak?”

Shel’Lak: “Io ho capito perchè parlavano elfico e silvano.”

Zundaer: “Vuoi allora continuare tu nel racconto? Con precisione, possibilmente, e senza derive piromani. Grazie.”

Shel’Lak: “Ok. I centauri volevano 260 monete d’oro per farci passare attraverso la foresta e probabilmente bastava pagarle in silenzio per toglierci il problema. Aethimir invece ha pensato bene di dirgli di essere figlio di Laertas Moonweather e quindi nipote di Taerntym Moonweather. Non so chi siano questi due, ma per i centauri Taerntym è il “doppiamente maledetto” e quindi hanno deciso di prenderlo prigioniero ed uccidere noi.
La fiamma purificatrice di Kossuth è scesa su di loro, permettendoci di vincere lo scontro ed uscire di nuovo dalla foresta. Lì però c’è stato un problema.”

Zundaer: “Il problema è che i centauri superstiti hanno chiamato rinforzi e, non bastasse, dalle montagne alle nostre spalle sono iniziati a spuntare orchetti come funghi. In altre circostanze sarebbe stata anche una cosa divertente, ma in quel momento ci siamo trovati con tutte le possibili vie bloccate, attaccati su due fronti. A quel punto Aethimir ha stretto un accordo con i centauri, giusto?”

Shel’Lak: “Sì. Ha detto a Yon, lo sciamano a capo dei centauri, che si sarebbe consegnato a patto loro avessero lasciato libera la strada a noi altri. A quanto pare Yon e la sua tribù vogliono vendicarsi di questo Taerntym e pensavano di chiedere un riscatto per il nipote, solo che al doppiamente maledetto non interessa tanto del nipote. Non abbastanza da pagare, diciamo. Quindi ora ci stanno portando con loro nella foresta per trovare un accordo.”

Zundaer: “Abbiamo pure perso tre cavalli nello scontro. Speriamo di uscirne, ma al momento non ho una buona sensazione. 
Dio quanto odio le foreste.”

Perchè il lettore abbia una comprensione completa di quanto sta avvenendo, di seguito riporto i fatti accaduti nella locanda di Corni da Richiamo in cui abbiamo lasciato Zulgos
Buona lettura.

Il mezzorco rientrò nella sala comune tendando goffamente di non far cigolare la porta.
“È sdraiato sul suo paglione, Lord”, sussurrò, ed andò a sedersi ad un tavolo dalla parte opposta della sala, dove iniziò a giocare a carte con Arlo.
Lord Bly fece un cenno a Lord Burdeth, il quale lanciò un incantamento: “Possiamo parlare.“
Bly annuì pensosamente, ragionando prima di parlare. “Questo imprevisto è piuttosto fastidioso. Per una volta temo di aver puntato sul cavallo sbagliato.”
“Non mi ha mai convinto fino in fondo, fratello. Ha la vocazione dalla sua, ma il suo modo di gestire gli Spazzasterco era stato… piuttosto ordinario.”
“Serviva ordine, e lui fu in grado di portarlo. Può darsi che io abbia preso per capacità politica quella che invece era banale mancanza di inventiva, ma è strano. Raramente faccio questi errori. Non sono ancora convinto, cosa è successo davvero? Pence dice che Helberad li ha minacciati e se n’è andato. Perchè? Non ha alcun senso.”
“Domattina lo sapremo, immagino,” rispose Burdeth con freddezza “sempre che decida di parlarci.”
“Anche questo è strano. Quasi che abbia dei sospetti nei nostri confronti. Pensi che i ragazzi gli abbiano messo qualche strana idea in testa? Magari in relazione a quella stramberia dei viaggi che organizzano loro?”
“Non lo so Bly. Ti ostini a voler usare quei tre zotici. Sono ignoranti, volgari, e quel che è peggio vogliono fare le cose di testa propria. E’ difficile gestirli, anche per te.”
“Burdeth, fidati. Sono arrivato fin qui proprio grazie alla mia conoscenza delle persone. Non posso usare automi che non pensano, non sarebbero in grado di gestire gli imprevisti. Ammetto di non aver dedicato abbastanza tempo a coltivare la fedeltà di questi tre cafoni in particolare. Non dico la loro fiducia, quella la lascio ai dottori e ai birrai. A me basta la fedeltà, ma forse ho sottovalutato quali siano i valori che li muovono…”
“Valori?” lo interruppe Lord Burdeth inarcando un sopracciglio.
“Ognuno ha dei valori, degli ideali, che possono essere l’oro, l’amore, la fede, quello che vuoi. Ecco io potrei non aver dedicato abbastanza tempo a capire i loro… ma è un periodo difficile, lo sai, tra l’indipendenza in Tethyr, la faccenda delle Colline dei Ratti, altri problemi vari con i quali non ti annoierò… e ammetto che la presenza di Ninvara non mi aiuta. Certo, mi sostiene molto, ma quando stava in Tethyr mi era molto più facile concentrarmi sulle nostre priorità.”
La mamma non durerà ancora molto, lo sai. Non è tempo che qualcun altro ti aiuti oltre a me e Geldor? Dobbiamo proprio coltivare dei fannulloni in famiglia?”
Bly liquidò la faccenda con un cenno irritato.
“Concentriamoci sul problema attuale. Domani Helberad ci spiegherà il suo punto di vista. Se torna a Hellgate Keep possiamo ancora collaborare con lui finché non riporta la Corona a Ghentilara. A quel punto ci dimentichiamo di lui. Se non ci parla domattina, o se comunque vuole interrompere la sua missione, allora lui è chiaramente una scommessa che ho perso. E vabbè, capita.
Quindi in ogni caso dovrò anche cambiare un paio di accordi importanti…”. Bly sembrò rimuginare un attimo e poi prendere una decisione repentina.
“Burdeth, mi servono due favori subito: devi mandare questo messaggio a Zundaer.

VOGLIO SAPERE COSA O CHI STA A CUORE DI MALCER PENCE ED AETHIMIR. SEGRETI, AMORI, DESIDERI, SPERANZE, TIMORI, AMBIZIONI, PASSIONI. TUTTO. TI PAGO DOPPIO. BLY

Burdeth incanta brevemente. “Fatto. E il secondo?”
“Devi mettermi di nuovo in contatto con quel tizio.”
Burdeth sembrò per la prima volta a disagio, e leggermente pallido in viso rispose: “Possiamo provare. Di notte dovrebbe essere più facile. Ma è una pazzia, Bly.”
Il Lord reggente non rispose, assorto nelle proprie macchinazioni.