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Agosto 2007

Google Hit List [Agosto 2007]

Questo mese la classifica ha dato molta soddisfazione.
Non avrei mai immaginato, visto che le visite per tutto Agosto sono state molto basse ed invece ecco dieci perle. Basta guardare il podio. In altre circostanze sia la seconda classificata che la terza avrebbero vinto a mani basse, ma non oggi. Oggi hanno davanti a loro un capolavoro assoluto. Qualcuno è venuto sul mio blog a cercare frasi ORIGINALI per il suo.
Fantastico.
Spero le abbia trovate e che me lo faccia sapere.
Ecco la classifica.

1 – frasi originali per il mio blog
2 – comprare un teschio
3 – piastrelle per discoteche
4 – macchine a bensina
5 – scarico water mp3
6 – pacco non ribaltare edichette
7 – qualita senza risparmio , o risparmio senza qualita!? (
8 – foto toghe
9 – j ax con la maglietta dei rancid
10 – un buon fine settimana

Come da programma

Il doveroso saluto a Steps, neoacquisto della comunità blogger e prossima aggiunta alla lista dei miei link, e l’impegno per ora messo nel tentativo di realizzare un Tattoo per la Bri (alternativo a quello da lei deciso) non potranno distrarmi dal vero e preannunciato scopo di questa paginetta.
So straight ahead and let’s talk about music!
Stare al passo di tutti i CD che sono usciti o che ho deciso di procurarmi seppur vecchiotti in questo periodo è impresa titanica.
Troppa carne al fuoco, troppo poco tempo a disposizione, troppo spesso prodotti non convincenti al primo ascolto e quando si hanno tanti dischi da ascoltare, il primo ascolto è decisivo: se il prodotto non convince dal principio è facilissimo accantonarlo per dar spazio ad altra roba.
Spesso mi capita che a distanza di tempo quegli album accantonati con eccessiva fretta mi ritornino per le mani in momenti di stanca o di piattume sonoro, ma nessuno può dire se sarà così anche questa volta.
Vedremo.
Bando alle ciance e via di approccio metodico/analitico.
Potrei addirittura fare un elenco puntato.
No, sarebbe eccessivo, vado per paragrafi.
Spero di riuscire ad essere breve.
Biffy Clyro – Puzzle
Sto letteralmente consumando questo CD e più lo sento più mi convinco che sia uno dei migliori capitatimi per le mani nel 2007, se non il migliore in assoluto. Se dovessi descriverlo direi che suona come il figlio nato dallo stupro dei Jimmy Eat World da parte dei Maximo Park. Per i fruitori della musica indie di questi anni ( che poi di indie ha giusto il nome) probabilmente non sarà nulla di che, ma a me che questo indie proprio non lo sopporto piace a dismisura.
Darkest Hour – Deliver us
Il percorso dei Darkest Hour è giunto al capolinea. La lunga e tortuosa strada che porta dall’hardcore al metal è stata percorsa fino in fondo. Ci sono voluti quattro dischi per passare dal suono di “So Sedated, So Secure” a quello di quest’ultimo lavoro, quattro dischi in cui il demone del trash/death metal ha saputo ritagliarsi sempre più spazio a colpi di riff e doppio pedale rullante, fino a prendere definitivamente il controllo della situazione. “Deliver Us” è il CD più tamarro che si possa reperire in casa mia, almeno da quando ho eliminato “City of Evil” degli Avenged Sevenfold. Io lo odio, il metal, eppure questo disco mi piace e non so che cazzo farci. Questo continuo susseguirsi di assoli mi sta rubando l’anima insieme ai dannati cori melodici che i Darkest Hour hanno deciso di introdurre nel loro sound. Già mi vedo con i capelli lunghi, il chiodo e la maglietta dei metallica. Che schifo.
Silverstein – Arrivals and departures
Qui essere breve è facile. Questo disco è identico al precedente. Drammaticamente identico. Ora, se loro non hanno nulla di nuovo da dire, perchè dovrei io?
MxPx – Secret weapon
Disco sorpresa. Per quanto mi riguarda gli MxPx sono “Life in General” e “Slowly going the way of the buffalos”, tutto ciò che è venuto dopo o prima non l’ho mai considerato più di tanto. Devo ammettere però che quando tempo fa uscì “Panic” dentro di me pensai: “Ok, gli MxPx non sono più loro ormai da tempo, però in quanto a melodie cagano in testa all’80% dei gruppi pop-punk dei giorni nostri raccogliendo un centesimo del consenso”. Questa cosa la penso tutt’ora, anche perchè “Hear that sound” da sola metteva e mette tutt’ora in riga l’intera produzione pseudopunk del nuovo millennio, tuttavia quello che non avrei mai immaginato è che i tre anzianotti potessero tornare a suonare qualcosa che, almeno a me, ricordi così tanto ciò che gli MxPx sono stati nei gloriosi ’90. Questo non vuol dire che “Secret weapon” sia un CD “100% old style”, ma almeno può sembrare suonato dalla stessa band che ho amato da giovane. Può non essere molto, ma a me basta ed avanza per promuovere questo disco a pieni voti.
Mae – Singularity
Sarò sincero, l’ho spento alla quinta traccia. Insulso. Magari questo sarà uno dei casi in cui potrò smentirmi in futuro, ma per farlo dovrei rimettermi nell’ottica di ascoltare questo disco e non credo sia una cosa facile per il momento.
The Used – Lies for the liars
I The Used appartengono alla stessa famiglia dei Silverstein, famiglia con un male congenito che sta facendo avvizzire l’albero genealogico in maniera drammaticamente veloce. A differenza dei cugini però, loro provano a non lasciarsi morire e curano il loro suono con un po’ tutto ciò che di trendy c’è al momento. Non so quanto questo possa essere stato un tentativo disperato ed irrazionale oppure una furba e studiata mossa a tavolino, sta di fatto che l’accozzaglia di suoni che ne è uscita a me piace. Certo, se ripenso al “Self Titled” da loro licenziato ormai troppi anni fa, la voglia è di spezzare il nuovo disco a metà, tuttavia inserito nel contesto attuale del genere è a mio avviso più che dignitoso. In alcune tracce però sembrano i Fallout Boy e questo non posso proprio perdonarglielo. L’ago della bilancia sarà la prova live. Li aspetto al varco.
Fightstar – One day son, this will all be yours
Ok, l’ho ascoltato alle 3 di notte. Avevo sonno. Mi sono addormentato a metà. Questi sono buoni motivi per dargli un’altra possibilità, ma non ripongo nella cosa molta fiducia. Purtoppo la diagnosi è la stessa dei Silverstein: disco fotocopia, idee finite ed una preoccupante tendenza al cliche.
Vanilla Sky – Changes
Spreco di banda dell’aDSL. E pirla io che l’ho scaricato per sentire le tracce cantate da Mark Hoppus. Dio mio, quanto ancora soffro per la fine dei Blink.
Strung Out – Blackhawks over Los Angeles
Disco mezza sorpresa. Dopo “Exile in Oblivion” pensavo non sarei più riuscito ad ascoltare un CD degli Strung Out dall’inizio alla fine e questo nuovo lavoro mi ha smentito. Troppo poco per salvarlo però, quando sull’altro piatto della bilancia ci si mettono “Twisted by design” e “Subhurban teenage wasteland blues”.

Direi che come recensione può bastare. Alla fine la valutazione complessiva delle release del 2007 fino ad ora non è negativa, durante l’estate ho sicuramente avuto roba da sentire a sufficienza.
Il fatto che con tutti questi dischi io mi sia gettato anima e corpo per tutto Agosto su “Rode hard and put away wet” dei Diesel Boy (2001) suscita in me non poche domande.
A tutte queste domande c’è un’unica risposta.
“Me and Kate”.

E’ tempo di bilanci

Le vacanze sono finite.
Scrivere qualcosa loro riguardo prima di riprendere il lavoro mi sembra doveroso, cercando di fare un’analisi il più possibile oggettiva.
Inizierò col dire cosa non mi è piaciuto della mia trasferta iberica. In primis è durata troppo a lungo. Questa per me è stata la prima vacanza inserita in un contesto lavorativo stabile e spero vivamente che gli anni a venire la situazione permanga questa, tuttavia diciotto giorni di viaggio sono troppi se si parte il giorno dopo aver smesso di lavorare e si rientra il giorno prima di riprendere le ostilità. Per quanto possa essere bella, la vacanza itinerante è tutto fuorchè rilassante e si corre il rischio di rientrare più stanchi di quando si è partiti. Questo, ovviamente, non va bene. L’ideale sarebbe stato rientrare dopo 11 o 12 giorni al massimo perchè mi sarei goduto di più il viaggio e avrei avuto modo di riposare al rientro. Come per ogni cosa però l’esperienza insegna e d’ora in poi farò quanto possibile per utilizzare i miei 15 giorni di “ferie” in maniera più intelligente, spezzandoli magari in due tronconi. La seconda cosa che non mi è piaciuta della vacanza è stata l’Andalusia, una totale delusione. Forse è stato anche perchè, come già detto, ci sono arrivato stanco e svogliato. Forse in quelle condizioni non avrei apprezzato nulla anche in altri contesti, tuttavia dialogando con i miei compagni di viaggio il dubbio che molto della delusione sia effettivamente imputabile alla regione spagnola resta. Terza ed ultima cosa che non rientra nei canoni del mio gradimento è l’approccio alla vacanza che abbiamo utilizzato. Partire senza un minimo di idea su cosa fare, dove andare e come organizzarsi brucia molte possibilità, soprattutto se non si ha nel proprio DNA lo spirito dell’avventura e dell’adattamento, cercando sempre e comunque livelli di comfort non indispensabili. Questo però è più che altro un parere personale che si è rivelato non condiviso dal resto dell’entourage ed avendo io deciso di andare via con un gruppo di persone è giusto che mi sia adattato all’opinione comune. Alla fine, bilanci economici alla mano, non è neppure andata così male e quindi più che una lamentela questa vuole essere una semplice considerazione.
Detto questo posso tranquillamente affermare che la vacanza, analizzata nel suo insieme, è risultata assolutamente positiva sia per quanto visto (ovviamente Andalusia esclusa), sia per i compagni di viaggio. Dopo il rimpianto del non poter essere partito l’anno scorso per gli States, tenevo molto a farmi un viaggio con i miei amici. Sentivo come se servisse a chiudere un ciclo che per molti anni della mia vita ha caratterizzato le mie estati. Non so cosa sarà l’anno prossimo, o quelli ancora dopo, tuttavia credo sia difficile ricapiti l’occasione di viaggiare insieme per 18 giorni ed è bello essermi tolto la soddisfazione di farlo quest’anno. Con questo non voglio dire che non partirò più insieme a loro, spero ricapiti tante altre volte, ma credo che tempistiche e modalità non saranno più le stesse.
Bene, prima di concludere con l’immancabile pagellone della vacanza mi prendo ancora qualche riga per parlare di fotografia e di compilation estive. Riguardo il primo ambito devo dire di non essere molto soddisfatto della mia produzione iberica. Nel tentativo di smanettare con esposizione, messa a fuoco e quant’altro ho prodotto pochi scatti che realmente mi piacciono. Ho messo online diciotto foto, aggiunte all’archivio con la solita modalità, e di queste solo alcune penso siano venute bene. Le altre le ho inserite più che altro per completezza. Resta il grosso rammarico di aver perso un’intera giornata di scatti fatti a Toledo, unica città della Spagna ad avermi emozionato, a causa di un non ben precisato problema con l’SD.
Peccato.
Sul fronte compilation invece sono molto soddisfatto del mio ultimo prodotto. Suona bene e rispecchia appieno l’idea che avevo in testa, forse per la prima volta da che mi cimento con la produzione di selezioni musicali. Con Climax sono tre le compilation che ho creato, per la quarta ci sarà tempo e modo più avanti.
Ok, vado con il pagellone della vacanza:
Voto 10.
Allo Scudo. Perchè ci ha tenuti uniti durante la vacanza, perchè ci salutava tutti i giorni, perchè riusciva a far arrivare in orario Missa, perchè era buono e disponibile e perchè nessuno a parte me e Max ha mai provato a farlo sentire a suo agio tra noi, sempre messo in rivalità con un Explorer che non ha mai nemmeno conosciuto. Eroe.
Voto 9.
Ai gibboni. Veri o di peluches non fa differenza, sono sicuramente stati una delle cose più belle che ho visto, con la loro aria intellettuale e sprizzante la superiorità di chi sa di avere il reale dominio di Gibilterra. Aristocratici.
Voto 8.
Al Docks Club di Lisbona. L’unico locale che mi ha soddisfatto durante la trasferta, facendomi ballare per tutta la notte. Bella gente, bella musica e bel posto. Vida Loca.
Voto 7.
A Max. Oltre al fatto che dopo moltissimi anni è tornato in vacanza con noi gli va riconosciuto un impegno immenso profuso nel tentativo di apprendere il dialetto milanese. Sforzi che l’hanno portato ad una discreta padronanza della lingua. Volenteroso.
Voto 6.
Al Portogallo. Per le città ed i posti visitati avrebbe potuto ambire anche ad una posizione più alta in classifica, ma la presenza dei portoghesi e della sporcizia ne hanno compromesso la valutazione. Trascurato.
Voto 5.
Alla filosofia Zen. Sebbene io stesso sono stato promotore dell’autoregolazione sul linguaggio colorito tenuto in pubblico, gli estremisti con cui viaggiavo hanno portato un buon proposito a diventare un’asfissiante oppressione che non può che essere osteggiata. Eccessiva.
Voto 4.
Alla Spagna. La bellezza di Toledo e dintorni non basta a sopperire al brutto degli altri posti visitati. Se ci si aggiunge che su quattro paelle mangiate, tre si siano rivelate orribili e che ho bevuto la sangria solo due volte in 10 giorni, beh, si spiega la valutazione. Delusione.
Voto 3.
A S.Miguel. Si è spacciata per mesi come sponsor ufficiale della vacanza e poi, una volta sul posto, non si è mai fatta trovare. Fortunatamente Super Bock e Cruzcampo hanno preferito i fatti alle parole e ci hanno sostenuto. Latitante.
Voto 2.
A Sintra. Questo posto avrebbe sicuramente meritato un voto ancora più basso, ma mi è risultato impossibile scalzare dall’1 e dallo zero ciò che seguirà. Ciò non toglie che Sintra sia inguardabile, che le sue attrattive (tutte rigorosamente a pagamento) siano pessime e che ciò non bastasse ho rischiato di impazzire sotto i colpi del pifferaio maledetto che ci ha suonato attorno per due ore, con la bava che gli colava dall’estremità inferiore del flauto. Censurabile.
Voto 1.
A Romao. Emblema del livello della cucina portoghese e dei lati negativi del Portogallo previa menzionati. Per chiarire, dietro al tavolo cui eravamo seduti per cenare, era situato il bagno. A vista. E questo è niente in confronto alla zuppa che mi hanno servito. Disgustoso.
Voto 0.
Al Real Alcazar di Siviglia. Ogni commento è superfluo. Una merda.

Ok, con questo è proprio giunto il momento di chiudere. Prossimamente penso scriverò qualcosa riguardo a tutti i dischi che ho ascoltato di recente, perchè sono tanti ed alcuni meritano di essere commentati.
Ora mi faccio un sognetto.

Rivelazione

PanneloQuesto è quanto in questi giorni ho prodotto in Photoshop. In realtà questo pannello è solo una parte della produzione, ma è la cosa che più mi piace. Il tutto è nato dalla volontà di cimentarmi con il noto programma di foto ritocco e si è poi evoluto al tentativo di fare qualcosa di bello.
Per quanto possa valere il mio parere, a me piace.
A tal punto che ho pensato addirittura di poter utilizzare qualcosa di simile come testata di quello che sarà il mio futuro letto. Non avendo voluto comprare un letto vero e proprio, ho necessità di qualcosa che stia sulla parete in testa alla coppia rete/materasso e che arredi l’ambiente in vece di un vero e proprio mobile.
Non so bene cosa mi affascini di quest’opera. Forse è l’accostamento di colori, forse è l’idea, forse sono i soggetti, più probabilmente è solo che si tratta di una mia opera.
Non sono sempre sufficientemente critico con me stesso.
Sta di fatto che dopo aver accennato a questo lavoro nel post precedente, mi è sembrato giusto mostrarlo quantomeno per chiarezza, anche se temo qualche caustico commento tipo: “Se stai sveglio di notte per fare ste schifezze, è meglio che dormi!”.
Tuttavia a me piace.
Restando in tema fotografia, stasera sono uscito a cena con mio cugino Valerio. La scelta è ricaduta sulla cucina giapponese e così abbiamo prenotato in un bel locale di via Eustachio, in zona Abruzzi. Posto bello, sushi e maki ottimi, prezzi discreti e buona compagnia.
Uno degli argomenti su cui ci siamo soffermati a discutere è stato il fotoritocco. Mi è molto piaciuta la definizione di fotografia che Valerio mi ha dato: una foto è la realtà come il fotografo la vede. Io ho sempre ritenuto dovesse essere la realtà come tutti la vedono ed è stato spiazzante sapere che non può essere così, che macchine e ottiche distorcono ognuna a proprio modo ciò che è l’oggettività.
Questo potrebbe portarmi a sviluppare un diverso approccio nei confronti delle manipolazioni digitali. Citando sempre Valerio un fotografo scatta immaginandosi ciò che vuole la sua foto illustri, introducendo in partenza la possibilità di utilizzare alcuni ritocchi per meglio esprimere la sua visione del soggetto.
Questo anche ai miei occhi potrebbe essere un bene.
Continuando a parafrasare, scattare foto senza idee ben precise e tentare poi con l’ausilio di un PC di cavarci qualcosa di buono è invece un approccio profondamente sbagliato che quasi mai conduce a buoni risultati.
E’ stato istruttivo.
Oggi ho anche comprato un tostapane.
Un tostapane poserissimo.
Un tostapane che abbrustolisce le fette decorandole con un teschio.
Un oggetto di culto.