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Luglio 2022

Road to 25 Settembre

Quindi siamo in campagna elettorale.
Ci sta dai, con questo bel meteo pre-apocalittico e gli scenari della pandemia e della guerra ancora lì nella penombra, ne sentivo davvero il bisogno. Non bastasse, ci si arriva al culmine di una crisi di governo talmente noiosa che non sono nemmeno riuscito a sfruttarla per @emocrazia.
Se c’è una cosa vera però, è che lagnarsi riesce ad essere persino meno utile delle urne il 25 settembre prossimo venturo, quindi è il caso di prendere il toro per le corna e sfruttare la cosa, quantomeno per levare polvere e ragnatele da questo blog.
Campagna elettorale, dicevamo, e quindi non si può che partire dal simbolo di questa stagione politica: i sondaggi.

Partiamo dall’elefante nella stanza, ovvero il PD.
Giorni fa si ipotizzava come potesse forse essere una buona idea da parte di Letta mettere insieme una coalizione con Draghi a fare da frontman. Sarebbe stata probabilmente la prosecuzione più logica di tutta quella retorica de “L’Italia vuole Draghi” di cui si sono riempiti la bocca mentre si consumava la crisi di Governo. Da ignorante, poteva forse essere l’unica via per provare a mettere insieme i numeri che servono per governare. Una bella congregazione che chiameremo col nome fittizio di Democrazia Cristiana, pronta a raccattare esuli un po’ da ogni parte(1) con l’unico scopo di avere numeri sufficienti a contenere il botto della Meloni e provare a governare di nuovo. Perché nessuno mi toglie dalla testa che IoSonoGiorgia di salire al Colle non abbia la minima voglia, oggi. La prospettiva più concreta per lei è trovarsi nell’intorno del 20% abbondante: primo partito nazionale, ma costretta a governare con elementi che non aspettano altro che buttarglielo al culo (molto cristianamente). Io credo preferirebbe di gran lunga non avere i numeri in Parlamento e piazzarsi all’opposizione da primo partito, da vincitrice delle elezioni, blaterando di “democrazia soverchiata” e minchiate analoghe, mentre lavora alacremente per costruire una destra più solida attorno a lei e prendersi il Paese per davvero. Se invece si trovasse ad avere più di quel 20% (diciamo il 30%) dovrebbe governare, ma con una maggioranza che dubito reggerebbe a lungo.
Ambo i casi, una coalizione guidata dal PD per un Draghi Presidente legittimato dalle urne(2) avrebbe la chance di restare in carica e tirare la carretta.
Non so perché questa idea sia solo mia. Forse Marione ha paura di perdere le elezioni e veder frantumare la storia del più amato dagli italiani, forse non vuole fare la fine di Gesù con Barabba. Mi pare il tipo da sentirsi Gesù in effetti.
Forse invece è il PD che preferisce non ufficializzare il passaggio al lato oscuro appoggiando apertamente Draghi in una tornata elettorale. So che pare assurdo per un partito che ha raccattato Casini e che se tutto va bene si prepara ad assorbire la Gelmini, ma evidentemente non tutti tiriamo la riga del “Questo proprio no” nello stesso punto ed effettivamente per tanti candidare apertamente Draghi è meno accettabile che rimpolpare le proprie fila con personaggi anche “peggiori”, per una questione di peso del ruolo ricoperto. 
La mia percezione è che la politica dei programmi, se mai è esistita, sia morta e sepolta, sostituita dalla politica che come unico scopo ha le elezioni. Prendere voti come fine e non come mezzo.
In questo senso il PD cerca di prendere dove può e a furia di sentirsi dire che è un partito di destra da scassaminchia della sinistra TRVE che poi lo votano comunque(3), forse ha realizzato che siamo un Paese di destra e che rincorrere quei voti sia tendenzialmente più utile allo scopo. Voglio dire, assodata come irreversibile la condizione che lo vede stagnare al 20% e abbandonati i sogni di gloria che furono, forse è davvero l’idea più conservativa (ammicco ammicco). Tanto:
– chi si sente troppo di sinistra per votare PD (legittimamente, ben inteso) non lo ha mai votato e non inizierà certo nel 2022, qualunque cosa accada.
– chi si sente troppo di sinistra per votare PD, ma “tura il naso per il bene del Paese”, continuerà a turare il naso.(4)
Il market share da guadagnare è tutto dalla parte opposta, ovvero da chi non si sente abbastanza fascista da votare la Meloni o chi ancora sente la sabbia quando caga dopo aver votato M5S. Trovo molto strano ci sia da trent’anni una vasta maggioranza di sinistra che si ostinano tutti a non voler rappresentare.
Allora forse è solo questo il punto.
Siamo un Paese tendenzialmente di destra, non da oggi. Lo siamo perché, al netto di tutti i problemi, in media abbiamo più cose da perdere che da guadagnare(5) e questa è la posizione tipica di chi gioca per lo status quo.
Alcuni di noi hanno un’etica più ingombrante, ad altri piace sentirsi nel giusto, ma a conti fatti la sinistra può permettersi di non esistere (o stare allo zero virgola) solo se le persone che ne hanno davvero bisogno sono poche e/o non contano un cazzo, costrette ad affidarsi al buon cuore di chi mette una croce sulla scheda con lo stesso spirito con cui manda un SMS a Telethon (magari dal cellulare aziendale).
E allora mi dico che se ha ragione Twitter, se il PD è davvero il nuovo centrodestra, speriamo se ne accorgano anche quelli che il centrodestra lo hanno sempre votato, che anche loro ogni tanto tirino la riga del “Questo proprio no”. A sinistra ormai siamo abituati a urlare FASCISTI a grossomodo tutto e, un po’ come nella favola “Al lupo! Al lupo!”, ora che i fascisti sono arrivati davvero tocca sperare che qualcuno ci dia ancora retta e veda la differenza(6).
Se il PD è il centrodestra, anche da sinistra dovrebbe essere facile riconoscergli l’essere il miglior centrodestra possibile, quindi temo non ci resti che sperare vinca.(7).
Non col mio voto eh, intendiamoci.
Dico in generale.


(1) avete mai notato come la politica sia l’unico frangente in cui l’accoglienza è un caposaldo? Dovremmo prendere spunto.
(2) qualsiasi cosa voglia dire.
(3) questa è una categoria che mi fa particolarmente incazzare, un po’ come quelli che il giorno dopo le primarie democratiche USA fanno le pulci al candidato che viene fuori. Se tanto lo voti comunque, perché converti la mancanza di alternative in senso del dovere, a cosa stracazzo serve fare le punte al cazzo? Non dico in generale eh, dico nel contesto temporale della campagna elettorale, a giochi fatti.
C’è un tempo per il dibattito, che serv(irebb)e a pesare le correnti e costruire una linea ponderata sul consenso, ma alla fine tocca compattarsi. Chi è fuori è fuori, ma chi è dentro la smettesse di rompere i coglioni, visto che oltretutto 9/10 lo fa per lavarsi la coscienza e darsi la posa di quello che: “vi voto ma non sono d’accordo”, aka lancio il sasso e nascondo la mano.
Mi permetto tutta questa acredine perché penso di aver fatto parte della categoria.
(4) vedi (3)
(5) so cosa stai pensando: è una percezione. Hai ragione, ne sono convinto anche io, ma cambia poco in termini di risultato.
(6) l’idea che debba essere la destra a salvarci dalla deriva fascista per me è l’unico vero take home message di questo pezzo. Lo preciso perché dubito traspaia.
(7) so cosa stai pensando anche questa volta, o almeno spero. “Con questo atteggiamento continuiamo a tendere a destra”. Eh, hai di nuovo ragione. Io penso però che il problema vero sia la diaspora continua a SX, un meccanismo che non ha mai portato ad altro che alla sopravvivenza politica di individui che evidentemente non ascoltano i Taking Back Sunday.
Paradossalmente, se ad ogni fiato di vento qualcuno se ne va col pallone portandosi via un pezzettino di consenso, al PD non resta che recuperarlo altrove. E altrove c’è gente brutta. Non so, forse se questa cosa de “La Meloni non deve vincere” la sentissero quanto noi, qualcuno ci proverebbe a ricucire gli strappi e far rientrare chi se n’è andato, invece credo che vada a tutti bene così, con la colpa al popolo che come sempre verrà accusato di aver sbagliato a votare.
Poi ci stupiamo se un ragazzino diversamente abile sale su un palco convinto che la responsabilità di divertirsi ad un concerto sia del pubblico.