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Febbraio 2021

#UltimoConcerto

C’è stato #UltimoConcerto.
Tantissimi artisti e live club italiani si sono messi insieme per organizzare un evento volto a sensibilizzare tutti verso la crisi del settore della musica dal vivo, di fatto fermo da un anno.
L’idea è stata di promuovere un concerto che non c’è stato, sostituito da un silenzio il cui scopo era far prendere coscienza che la situazione è grave e non è sostenibile.
Qui il messaggio.

Sul messaggio non c’è da discutere.
Per il momento sorvolerei anche sul fatto che della questione principale si sia parlato si e no 10 minuti, per poi finire alla classica attribuzione di patentini da parte di questa o quell’autorità competente nel campo del saper vivere. Patentini che non mi interessava avere quando ci si poteva scopare, immaginiamoci ora. Dico per il momento perchè sono livoroso e potrei tornarci su dopo, anche se vorrei provare a stare sul pezzo dell’iniziativa e del tiro che le hanno dato.
Il settore musica dal vivo è fermo da un anno e a farne le spese sono soprattutto le realtà più piccole: artisti che campano di canzoni senza esserci diventati ricchi, maestranze, locali.
Un settore che per la maggior parte dell’opinione pubblica non esiste, un settore che la politica sta deliberatamente ignorando e che, nel bene e nel male, può contare del supporto di una piccola parte di popolazione che con #UltimoConcerto era stata chiamata a contribuire. Alcuni, dopo averlo fatto, hanno ritenuto l’iniziativa mal riuscita/formulata.
Le questioni a questo punto sono due.
1) Davvero chi ha deciso di partecipare a questa iniziativa aveva bisogno di realizzare che da un anno i concerti sono fermi? Non stiamo parlando di Sanremo, il cui pubblico è composto anche da tantissime persone che con la musica entrano in contatto giusto una settimana l’anno perchè se la ritrovano su Rai1. Quello sì che può essere un pubblico inconsapevole, da sensibilizzare, non quello che si è connesso ‘sta sera per supportare il Bloom di Mezzago o i Gazebo Penguins. Per questo sono tra le persone che reputano l’iniziativa fuori fuoco, ma posso tranquillamente sbagliarmi, il che ci porta diretti al punto
2) Giusto o sbagliato che sia il punto di vista di chi ha partecipato e si è preso male, siamo sicuri sia stata una bella mossa tirarsi contro una parte della già esigua porzione di popolazione a cui fregava qualcosa del discorso iniziale?
Magari questa operazione farà il botto e darà la sveglia a chi di dovere, risolvendo il problema (non ci credo manco un po’, ma sarei felicissimo di sbagliarmi), ma ipotizziamo non sia così. Immaginiamo sia necessario continuare a parlare del problema, tenere viva la questione e fare sempre più rumore.
Alla prossima convocazione ci sarà più o meno gente? 

Giorni fa quando ho iniziato a sentir parlare di questa cosa dell’ultimo concerto ho provato ad informarmi su twitter.
La prima domanda è stata: “Ok, come posso supportare? Posso pagare un biglietto?” e questo perchè mi è sembrato naturale pensare che per fare qualcosa che desse una mano, una buona idea fosse anche contribuire economicamente.
Forse è anche per quello che mi è venuta la bestemmite a leggere tutti i pistolotti rivolti a chi si lamentava perchè “Eh, pensavi di vederti il tuo bel concertino gratuito e invece suchi perchè la musica si paga e qui c’è gente che non sta lavorando etc…”. Per carità, è ovvio che interessata ci fosse anche gente del genere, ma mi pare un po’ paraculo scegliere di fare questa cosa gratuitamente per poi rigirare il fatto che fosse gratuita come argomentazione trasversale contro chiunque si stesse lamentando.
A sto punto fallo comunque a pagamento, cazzo.
Ognuno degli iscritti versa il contributo al locale/gruppo che vuole supportare via paypal. Offerta libera, così non ti perdi il volume delle persone che hanno partecipato solo perchè era gratis.
Alla fine fai la stessa identica cosa, ma dici anche: “Ehi, se vuoi il rimborso chiedilo, ma se vuoi dare una mano e hai capito il senso di tutto questo, lasciaci i soldi”. Non lo so, almeno sarebbe servito a qualcosa oltre il far scannare tra loro persone che, magari in modi diversi, hanno fatto sì che servisse una pandemia per far chiudere i locali di musica dal vivo e non l’assenza di mercato.
Fare qualcosa di concreto, di utile.
Felson l’ha spiegato molto meglio di me in questo tweet.

Bon, questo è.
L’altro giorno leggevo una bella intervista di Kappa che tra i problemi lamentava anche la mancata coesione all’interno di quel mondo in crisi, che ha portato come sempre accade ad una riduzione del potere di farsi ascoltare. Lo stesso Kappa, neanche due settimane dopo, è tra quelli che da dentro #UltimoConcerto ha risposto in maniera più violenta alle lamentele di chi, in ogni caso, invece di guardarsi la Juve o attaccarsi a Netflix aveva pensato di supportare un’iniziativa pro settore musica.
E allora boh, capisco che quando le cose buttano male saltino i nervi, capisco che alla fine se tutti ti ignorano e devi sfogare la frustrazione, finisci ad accanirti con chi ti stava dando retta, ma non nel modo in cui avresti voluto.
Capisco tutto e tutti.
Però, per me, così non se ne esce.
Non dico migliori, intendo proprio in piedi e respiranti.

Pensierini

Se alle 5:39 sono ancora sveglio vuol dire che le ho provate grossomodo tutte e non ha funzionato niente. A parte la chimica, ovviamente, ma a quella non voglio arrivare perché se prendi dei farmaci vuol dire che sei malato.
Io ho un leggero problema a dormire, a volte, ma non sto prendendo niente.
Quindi sto bene.
Solo che appunto sono qui con gli occhi a palla da quattro ore e non so più come impegnare il tempo ed il cervello e allora tanto vale scrivere due righe qui sopra. Dei pensierini, sparsi, riguardo cose su cui ho mezzo riflettuto nell’ultimo periodo e che però non sono mai state abbastanza niente da portarmi a scriverci su un post vero e proprio.

Tre mesi fa circa io e Polly abbiamo adottato un bambino a distanza. Abbiamo chiamato Save the Children e fatto un bonifico. Non posso parlare per lei, ma da parte mia credo di avere un mezzo senso di colpa latente verso la mia condizione economica, o forse generale, di persona che se la passa tutto sommato bene e l’idea è di venirci a patti usando meglio i nostri soldi. Vorrei essere meno superficiale, ma a conti fatti questa adozione per me sta sullo stesso piano del comprare biglietti per concerti in streaming o supportare attivamente i piccoli esercenti locali. E lo so anche io che non è per niente la stessa cosa, ma di mio non vivo nessuna di queste attività come beneficienza, trovo solo siano modi utili di usare i miei soldi.
Da tre mesi Save the Children dovrebbe mandarci i documenti relativi al bambino che abbiamo adottato e non è ancora arrivato nulla. All’inizio abbiamo chiamato, ci hanno detto che il pacco è andato perso e che avrebbero inviato nuovamente il tutto, ma poi abbiamo pure smesso di informarci. È importante sapere chi sia, fisicamente, a beneficiare dei miei X euro? A cosa siano serviti nello specifico all’interno della vita di qualcuno a cui manca tantissimo? Boh, forse no.
A volte mi chiedo se sia disinteresse, se io viva questa cosa come uno dei tanti abbonamenti che sottoscrivo ed il cui punto è più che altro sapere di averli a disposizione e non tanto utilizzarli. “Abbonati anche tu a Coscienza Premium”, tipo.
A costo di suonare autoassolutorio però credo l’importante di questa faccenda sia lo scopo ultimo di quei soldi, le mie sovrastrutture mentali sono un effetto collaterale trascurabilissimo. Quasi sempre, ecco.

Non sto capendo granché delle mancate consegne dei vaccini da parte di questa o quell’azienda. Il mio dubbio è piuttosto basilare: sono stati violati dei contratti o no? Perché continuo a leggere che le pharma “Promettono di non venire meno agli accordi” e, simultaneamente, che “Vengono consegnate X dosi meno”. Meno rispetto a cosa? Se c’è un accordo per un certo numero in un certo periodo, o ci siamo dentro oppure no. A meno che l’accordo copra il totale in un certo lasso di tempo, ma non garantisca poi la ripartizione effettiva delle dosi in quel lasso di tempo. Tipo: il contratto dice solo che ti devo dare 100 mele in quattro mesi, il fatto che siano 25 al mese è un accordo extra tra le parti. A questo punto se il primo mese te ne do 10, il secondo 5 e il terzo 0 é comunque legittimo, a patto di saldare al quarto mese con le 85 mele mancanti. Come si fa a fare un piano vaccinale senza avere garanzie sulla consegna delle dosi, però? Mi sembra tutto molto poco chiaro, ma ci sta sia io a non avere tutti i pezzi del puzzle. Magari prima o poi qualche giornalista ci scrive sopra un articolo chiaro ed esaustivo. Magari lo hanno già fatto, ma è dietro paywall. Magari piove.

Mentre mi rigiravo nel letto un paio di ore fa ho pensato che per me vivere è quella cosa che si fa quando si riesce a non pensare che prima o poi tocca morire. Quindi in pratica da un anno a questa parte vivere è impossibile.
Magari è una cazzata, ma come concetto nel mio caso si applica molto bene.
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Leggevo che l’antitrust ha multato Sky per 2 milioni di euro. Il motivo è il mancato risarcimento del pacchetto sport nei due mesi di lockdown 2020.
Ho fatto due conti, spannometrici.
Due mesi di Sky Sport costano 30 euro circa, il che vuol dire che con 2M di euro avrebbero risarcito neanche 70k utenti.
Sky ha più di 5 milioni di abbonati.
Probabilmente non tutti hanno sport e probabilmente non tutti avrebbero richiesto il rimborso, ma direi che è legittimo pensare la sanzione sia sottodimensionata.
Quindi perché in futuro Sky dovrebbe anche solo porsi il problema di risarcire il mancato servizio, se pagare la multa è di fatto largamente conveniente?
Seconda domanda, ancora più pruriginosa, perché lo Stato dovrebbe preferire che Sky risarcisca i clienti piuttosto che versargli in tasca milioni in sanzioni?
Sono stato a lungo cliente Sky, ho disdetto anni fa. Un po’ perché il servizio non mi sembrava valere il prezzo, ma soprattutto per la noiosissima realtà monopolista che mette Sky nella posizione di trattare i propri clienti a pesci in faccia, estorcendo canoni senza senso che vengono abbattuti solo in presenza di minaccia di disdetta. Come a dire, posso tranquillamente farti pagare la metà, ma ti ci devi sbattere duro altrimenti ti frego.
Non è un mindset che riesco a tollerare. Limite mio eh, vivo circondato da persone convinte che ogni accordo commerciale stia avvenendo in un suq, quindi probabilmente hanno ragione loro, ma quando si parla di servizi o beni non indispensabili quel tipo di approccio è garanzia i miei soldi vadano altrove.

Sono le 7:05.
Tra 25′ ci si tira in piedi per preparare i bimbi. Io ho appena sbadigliato.
Poi uno non dovrebbe bestemmiare.