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Film

Buoni propositi 2024: Giugno

A fine anno scorso ho deciso che per la prima volta avrei stilato una lista di buoni propositi da provare a centrare in questo 2024. Siccome mi conosco e so di essere particolarmente incapace nel portare a termine qualsiasi piano sul lungo periodo, specie se richiede sacrifici, ho anche deciso che mensilmente avrei esposto i progressi conseguiti in maniera trasparente ed onesta su questo blog. Non perchè la cosa interessi davvero a qualcuno, ma perchè forzarmi ad una rendicontazione pubblica mi impedisce quantomeno di fingere di essermi dimenticato dell’impegno.

Che mese tremendo, questo.

Voglio ridurre la mia dipendenza dal telefono.
Speravo al mare di riuscire a staccare un po’ meglio, lasciando il telefono in camera. Un po’ la voglia di fare qualche foto ai bambini, un po’ la necessità di risolvere alcune questioni di lavoro mi hanno fornito l’alibi per averlo comunque dietro sempre. Devo però dire che più di una volta sono riuscito a starmene pacifico senza scrollare, anche nei pomeriggi in cui sotto l’ombrellone non c’era effettivamente nulla da fare. Galleggio su questa situazione in cui non esco dalla dipendenza, ma continuo a tenerla sotto controllo, almeno come percezione.

Voglio prendere l’abitudine di fare attività fisica 3 volte alla settimana.
A Giugno è andato un po’ tutto a puttane. Prima ho avuto l’influenza, poi sono andato in vacanza. In entrambe le situazioni mi sono trovato a dover affrontare una sosta “forzata” di una settimana. Quella in vacanza forse sarebbe potuta essere evitata, ma l’unica era alzarsi alle 6 anche al mare. E va beh, vaffanculo. Anche quando ho corso però ho avuto non pochi problemi, un po’ per il caldo e un po’ per la difficoltà di trovare un regime di allenamento che mi andasse bene. Tocca usare questo Giugno come punto “zero” e da luglio ripartire con costanza e determinazione, magari uscendo dove correre col caldo è decisamente meno complesso.

Voglio perdere qualche chilo. Diciamo 7-8.
La vita fa schifo. Ok l’età e la fisiologica condizione ballerina del peso, ma oggettivamente prendere 3kg in una settimana di mare mi sembra una punizione fin troppo eccessiva. Il grafico è allucinante. Sono precipitato a 80kg post influenza, per poi risalire a 84 dopo due giorni di bagordi con gli amici. Una settimana in controllo per riperdere un chiletto e SBAM, altri due presi al mare. Così è anche, onestamente, demotivante. Però oh, se la natura non remasse contro non starei facendo tutte ste cose.

Voglio chiudere un pop shove it e/o un ollie in skate.
Questa devo leggerla ogni mese per ricordarmi il fallimento peggiore, che è non averci manco provato davvero.

Voglio andare almeno 6 volte al cinema (+2 rispetto al 2023).
Siamo a 5 su 6, ho visto Bad Boys 4. E’ molto brutto.

Voglio tornare a vedere almeno 12 concerti (+4 rispetto al 2023).
Poteva essere il mese in cui facevo 3 concerti in 3 giorni (De Crew, Casey e Gazebo Penguins) e sono riuscito a fare solo il primo causa, appunto, influenza. Siamo comunque un concerto sotto il PAR, ma all’orizzonte non c’è così tanta roba devo dire. Ci si crede comunque.

Voglio finalmente riuscire a (ri)fare il rifugio Quintino Sella.
Se tutto gira come dovrebbe, ci si va in Agosto. La cosa problematica potrebbe essere che a Maggio inoltrato sta ancora nevicando e con la neve potrebbe essere piuttosto complesso arrivarci, ma ci penseremo a tempo debito.

Voglio chiudere/congelare qualche account social.
Sono stato a tanto così dal chiudere Twitter per l’ennesimo incazzo causato dall’ennesimo diverbio. Purtroppo non l’ho chiuso.

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Buoni propositi 2024: Maggio

A fine anno scorso ho deciso che per la prima volta avrei stilato una lista di buoni propositi da provare a centrare in questo 2024. Siccome mi conosco e so di essere particolarmente incapace nel portare a termine qualsiasi piano sul lungo periodo, specie se richiede sacrifici, ho anche deciso che mensilmente avrei esposto i progressi conseguiti in maniera trasparente ed onesta su questo blog. Non perchè la cosa interessi davvero a qualcuno, ma perchè forzarmi ad una rendicontazione pubblica mi impedisce quantomeno di fingere di essermi dimenticato dell’impegno.

Il giro di boa è all’orizzonte, si percepisce una tangibile tensione. Ce la farò?

Voglio ridurre la mia dipendenza dal telefono.
Questo mese ho percepito distintamente un po’ di fatica e di ritorno alle brutte abitudini, soprattutto nella parte centrale. Poi credo di essermici rimesso di forza di volontà ed essere tornato nei binari, ma questo vuol dire che è qualcosa che devo ancora fare sempre in maniera proattiva, sforzandomici. Speravo di essere ad un punto migliore, oggi.

Voglio prendere l’abitudine di fare attività fisica 3 volte alla settimana.
Posso dire di essere fiero di me? Tre slot di corsa a settimana costanti, senza mai un cedimento, per 5 mesi. Ci avrei scommesso ZERO. In Maggio ho fatto il mio ultimo ciclo con il programma predefinito del tapis-roulant e ho iniziato a provare ad avvicinarmi ai 30’x5km. Una cosa che non capisco è che quando esco a correre (OUT) i 5km li faccio tra i 32 e i 34 minuti, mentre sul TR per farli in 36 devo letteralmente ammazzarmi. Però vediamo adesso se riesco a prendere il ritmo.

Voglio perdere qualche chilo. Diciamo 7-8.
Dopo una prima parte del mese in cui mi sono un po’ lasciato andare, sono tornato a controllarmi e ho toccato quota -10Kg. Non sono magro, ma sto sicuramente molto meglio di prima.

Voglio chiudere un pop shove it e/o un ollie in skate.
Questa devo leggerla ogni mese per ricordarmi il fallimento peggiore, che è non averci manco provato davvero.

Voglio andare almeno 6 volte al cinema (+2 rispetto al 2023).
Sono andato a vedere The Fall Guy (recensione: mi è piaciuto) e così sono arrivato a 4 su 6. Paccherò molto probabilmente Furiosa, vediamo cosa ci porta l’autunno. Conta se porto i bambini a vedere Oceania 2 quando esce? Direi di sì.

Voglio tornare a vedere almeno 12 concerti (+4 rispetto al 2023).
Siamo a 6 in 5 mesi, quindi 1 sotto il par. Ho visto i Nofx e gli American Football. Del primo ho scritto, il secondo era la mia ultima possibilità di innamorarmi di una band fondamentale che mi ha sempre fatto cagare. Spoiler: non mi sono innamorato. La prima settimana di Giugno potrei vedere 3 concerti in tre giorni, anche se dubito di farcela, ma in generale sono contento di essermi dato un obbiettivo come questo perchè mi sono ricordato di come i concerti siano ancora una delle cose che mi fa stare meglio. Sarebbe super se iniziassi anche a vederne di belli.

Voglio finalmente riuscire a (ri)fare il rifugio Quintino Sella.
Se tutto gira come dovrebbe, ci si va in Agosto. La cosa problematica potrebbe essere che a Maggio inoltrato sta ancora nevicando e con la neve potrebbe essere piuttosto complesso arrivarci, ma ci penseremo a tempo debito.

Voglio chiudere/congelare qualche account social.
Ho definitivamente cancellato gli account di Threads e Blu Sky. Li avevo di fatto già messi in pausa da inizio anno, ma ho pensato che non avesse troppo senso tenere online una cosa che non mi interessa, quindi ho deciso per la cancellazione definitiva. Non cambia nulla? Probabile. Però anche il retro pensiero di avere quegli account adesso se ne può andare affanculo. Ogni tot penso anche di chiudere Facebook, ma poi mi ricordo che SAVE THE OLD SCENE è l’unico posto nell’internet dove ancora trovo spunti per la musica da ascoltare e quindi resisto.

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Buoni propositi 2024: Aprile

A fine anno scorso ho deciso che per la prima volta avrei stilato una lista di buoni propositi da provare a centrare in questo 2024. Siccome mi conosco e so di essere particolarmente incapace nel portare a termine qualsiasi piano sul lungo periodo, specie se richiede sacrifici, ho anche deciso che mensilmente avrei esposto i progressi conseguiti in maniera trasparente ed onesta su questo blog. Non perchè la cosa interessi davvero a qualcuno, ma perchè forzarmi ad una rendicontazione pubblica mi impedisce quantomeno di fingere di essermi dimenticato dell’impegno.

Siamo arrivati ad Aprile, si è chiuso il primo quadrimestre. Non farò una pagella, ma il solito recap.

Voglio ridurre la mia dipendenza dal telefono.
Continua la sensazione di non essermi del tutto liberato da questa dipendenza. Mi rendo conto che, soprattutto nei momenti liberi, se non ho qualcosa da fare di diverso finisco a scrollare senza un senso lo schermo dello smartphone, in balia di contenuti terribili proposti dall’algoritmo. Diciamo che l’idea che mi ero fatto è ancora molto distante dal risultato ottenuto, ma scrivere qui continua a tenermi il problema sul radar e credo davvero la consapevolezza sia tutto in questo percorso.

Voglio prendere l’abitudine di fare attività fisica 3 volte alla settimana.
Continuo a macinare con costanza. Il calendario di Aprile mi ha permesso non solo di chiudere il programma 5 in toto, ma di avere una preview del programma 6 e credo sarà l’ultimo che utilizzerò, tra quelli preimpostati sul mio tapis roulant. Siamo arrivati a 40 minuti di corsa, ma su una distanza che sta intorno ai 5km e il mio obbiettivo era di stabilizzarmi su quella stessa distanza, ma fatta in 10 minuti meno. Devo quindi iniziare a pensare a programmi di ripetute fatti “a mano”. La nota positiva è che per due volte sono andato a correre all’aperto (out) e ho entrambe le volte chiuso i 5km sotto i 32 minuti, che non è ovviamente un tempo eclatante, ma che per il mio livello di preparazione e atletismo vedevo abbastanza lontano.
Vediamo se riuscirò a consolidarlo per bene anche al TR. Altra nota: alternare le alzatacce per la corsa ad una sveglia “normale” nei giorni di riposo inizia a crearmi non pochi problemi, perchè non mi abituo alla sveglia presto e soffro moltissimo l’alzarmi per correre. Ho deciso quindi di impostare sveglia presto anche nei giorni di relax, vediamo se la regolarità aiuterà la mia voglia di tirarmi in piedi.

Voglio perdere qualche chilo. Diciamo 7-8.
Aprile era un mese terribile nell’ottica del dimagrimento: Pasqua, compleanno e ponte del 25 fatto in Umbria e Toscana. Ci sarebbero stati tutti i presupposti per fare una brusca marcia indietro rispetto ai risultati ottenuti fino a qui.
Invece devo dire che la situazione si chiude tutto sommato in controllo, con addirittura qualcosina in meno sulla bilancia di quando abbiamo iniziato il mese. La zona verde del grafico continua a sembrare molto lontana, soprattutto senza fare rinunce più solide in ambito alimentare, però vediamo come andrà a Maggio.

Voglio chiudere un pop shove it e/o un ollie in skate.
E’ presto, volendo, ma non vedo cambiamenti all’orizzonte e potrei quasi già certificare di aver fallito l’obbiettivo.

Voglio andare almeno 6 volte al cinema (+2 rispetto al 2023).
Un po’ per la gag di andare al cinema invece di veder vincere lo scudetto all’Inter nel derby, un po’ perchè effettivamente era un film che sarei voluto andare a vedere, anche questo mese ho aggiunto una tacca sulla mia poltroncina dell’Arcadia guardando Civil War di Garland (molto bello). Siamo a metà dell’opera, ma devono ancora uscire Furiosa, Deadpool & Wolverine, Bad Boys 4 e The Fall Guy oltre al fatto che se mi gira porto i figli a vedere Luca in sala. Possibilità di centrare l’obbiettivo ce ne sono.

Voglio tornare a vedere almeno 12 concerti (+4 rispetto al 2023).
Quarto concerto in 4 mesi: check. Sono infatti andato a vedere i Trophy Eyes in Santeria per quello che probabilmente era il concerto che aspettavo di più. Purtroppo il locale era mezzo vuoto e una buona parte delle persone presenti che conoscevo aveva l’accredito, quindi ho idea che l’evento in sè non sia stato poi sto grande successo. Loro però mi son piaciuti parecchio anche solo per la voglia che ci hanno messo di fronte ad una platea così scarna. Per me molto promossi, mi è addirittura venuta voglia di sentire anche i dischi loro di cui non ho minimamente idea aka tutti tranne l’ultimo. Detto questo: 4 concerti in cascina, 2 prossimi di cui ho già il biglietto, un altro paio in calendario e qualche robetta locale sul radar prima dell’estate. Cautamente ottimista.

Voglio finalmente riuscire a (ri)fare il rifugio Quintino Sella.
Sempre chiuso, sempre da definire più avanti. Forse potrei crederci ad Agosto.

Voglio chiudere/congelare qualche account social.
Stallo pieno.

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Civil War

Ieri sera si giocava il derby di Milano. Non un “normalissimo” derby, ma una sfida che avrebbe potuto consegnare all’Inter lo scudetto 23/24 e la seconda stella sulla maglia.
Piuttosto che assistere ad uno scempio del genere mi sarei fatto volentieri cavare gli occhi, quindi quale miglior modo per evitare qualsiasi contatto con la tragedia, se non rinchiudersi in una sala cinematografica?
Sono così andato a vedere Civil War, un film che mi interessava molto vedere, ma che potrei inconsciamente aver selezionato sulla base di aspettative mal riposte negli 11 rossoneri che sarebbero scesi in campo di lì a poco.
E’ andata come è andata, Inter merda sempre, ma posso comunque dire due o tre robine veloci sul film.
Prima, però, il trailer:

Civil War racconta gli ultimi giorni di una ipotetica guerra civile US seguendo la storia di un gruppo di reporter decisi a coprire gli eventi militari che dovrebbero portare alla conclusione del conflitto, ovvero la caduta della Casa Bianca. Il gruppo è composto da una reporter scafata e anaffettiva (Kirsten Dunst), un giornalista d’assalto drogato di adrenalina (Pablo Escobar), un anziano reporter a caccia dell’ultimo colpo (Stephen McKinley Henderson) e una ragazzina intraprendente che prova ad iniziare una carriera da fotografa di guerra (Cailee Spaeny). La caratterizzazione dei personaggi non va oltre queste due righe, esplicitate per altro nei primi 10 minuti di film, ma non è necessario ci vada. Non c’è altro da sapere perchè il film non vuole parlare di loro, vuole solo usarli per mostrare la guerra civile nei suoi dettagli più crudi e violenti. Aspetti non solamente correlati alla brutalità delle battaglie e delle torture, mostrate senza nessun tipo di filtro, ma anche e soprattutto legati ad un sottotesto psicologico pesantissimo: per tutto il film nessuno dà l’impressione di aver presente per cosa stia combattendo e contro chi lo stia facendo. Il film non bada minimamente a contestualizzare il conflitto, come a dire che le ragioni di una guerra sono sempre e comunque marginali, e restituisce uno scenario in cui ci si spara addosso per sopravvivere, ma non senza un certo godimento.
Questo è.
Un’ora e 49 minuti di rappresentazione della guerra per quel che è nei fatti, ma senza il paracadute dato dal fatto che quel che stiamo vedendo succeda in qualche luogo esotico che l’americano medio non saprebbe posizionare sul mappamondo. No. Vediamo la guerra a New York, a Washington, nelle campagne della West Virginia… e sono immagini potentissime, rese ancora più forti da una fotografia, per quel che mi riguarda, strepitosa.

Piccolo paragrafetto degli [SPOILER].
Non ho particolarmente apprezzato la scelta del finale, con il sacrificio della Dunst un po’ troppo appeso in aria per avere l’impatto che avrebbe dovuto. Di fatto, come dicevo, non c’è particolare spazio per dare spessore ai personaggi durante il film e quindi quel gesto si contrappone unicamente ad una frase detta dalla stessa ad inizio film. Un “Non mi sacrificherò per te, quando sarà il momento” che non abbiamo modo di comprendere quanto sia in personaggio rispetto alla scelta effettivamente compiuta. Poi capisco sia utile per fare da contraltare all’evoluzione diametralmente opposta fatta dal personaggio della Spaeny nella medesima situazione, ma diciamo che senza la potenza delle immagini che ci hanno portato fino a lì mi avrebbe fatto girare abbastanza i coglioni, come chiusura.
[/SPOILER]

Di fatto Civil War è un altro film pesantuccio che però vale molto la pena vedere al cinema, a mio avviso. Per le immagini, per le scelte sonore, ma anche per dare un po’ di sacralità all’argomento, volendo. Attori tutti molto in parte e perfettamente credibili, cosa che aiuta a tenere su personaggi che non hanno altro su cui poggiare, buon ritmo e una durata consona al contenuto. Sono uscito dalla sala senza la sicurezza di poter dire che mi fosse piaciuto, ma a freddo direi che è davvero un bel film.
Adesso però ho bisogno di andare al cinema a vedere una mega cazzata, che tra questo e La Zona di Interesse ho fatto il pieno.
Due note di colore, a chiudere:
1) Il personaggio di Moura durante tutto il film mette solo 2 t-shirt. Essere me è passare una quantità di tempo illogica, durante la visione, cercando di capire se fossero magliette di gruppi musicali.
2) Nel film ci sono alcune scene in cui salta all’occhio la presenza di polvere/vernice colorata (tipo quella usata nella color run). Mi sembra messa in punti precisi, con uno scopo preciso, ma non ho minimamente idea di cosa volesse dire o rappresentare. Se qualcuno ha una spiegazione in merito, sono qui.


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Buoni propositi 2024: Marzo

A fine anno scorso ho deciso che per la prima volta avrei stilato una lista di buoni propositi da provare a centrare in questo 2024. Siccome mi conosco e so di essere particolarmente incapace nel portare a termine qualsiasi piano sul lungo periodo, specie se richiede sacrifici, ho anche deciso che mensilmente avrei esposto i progressi conseguiti in maniera trasparente ed onesta su questo blog. Non perchè la cosa interessi davvero a qualcuno, ma perchè forzarmi ad una rendicontazione pubblica mi impedisce quantomeno di fingere di essermi dimenticato dell’impegno.

Terzo mese, le cose da dire iniziano a diventare pochine.

Voglio ridurre la mia dipendenza dal telefono.
Alcuni giorni mi sembra di essere sensibilmente migliorato, altri mi sembra non sia cambiato nulla. Fino a che continuerò a far caso a quanto uso il telefono credo che quantomeno io possa tenere il problema sotto controllo e forse è il massimo a cui posso puntare. Continuo comunque ad impegnarmici.

Voglio prendere l’abitudine di fare attività fisica 3 volte alla settimana.
Un altro mese chiuso tenendo botta, un altro mese chiuso alzando l’asticella. 4,1 km in 30 minuti è il ritmo cui sono arrivato nella versione potenziata (*) del programma 4 per il mio tapis roulant. Devo dire che se non sono arrivato al mio limite, non credo di esserci troppo distante perchè finisco gli allenamenti in evidente carenza di ossigeno. Le gambe, perlomeno, sembrano reggere. Probabilmente passare al programma 5 sarà un mezzo passo indietro in termini di ritmo, almeno nella sua versione iniziale, vedremo come va. Devo dire che per la prima volta questo mese  mi è capitato di sentir suonare la sveglia e non avere mezzo cazzo di alzarmi per andare ad allenarmi. Pensavo che la regolarità mi avrebbe aiutato in questo, ma evidentemente non è così. Per ora non ho comunque ceduto.

Voglio perdere qualche chilo. Diciamo 7-8.
Obbiettivo centrato.
Il difficile ovviamente è mantenersi, ma non sarà un mio problema oggi perchè ho in realtà deciso di continuare a scendere. Ho arbitrariamente fissato la mia zona di forma tra i 77 e gli 81kg e proverò ad arrivarci continuando a gestirmi come in questi mesi: controllato, ma non a dieta ferrea. Pasqua primo vero banco di prova.

Voglio chiudere un pop shove it e/o un ollie in skate.
Due mesi che non salgo su una tavola. Vaffanculo. La verità vera è che non ho i coglioni di mettermi nel corsello box con lo skate senza l’alibi di mio figlio, ma ho anche paura di farmi male e compromettere la cosa della corsa che invece sta funzionando. Non dico di essermi arreso, ma sarei il primo sorpreso di portarla a casa.

Voglio andare almeno 6 volte al cinema (+2 rispetto al 2023).
Sono andato a vedere “La zona di interesse” e ne ho parlato qui sopra qualche giorno fa. Siamo a 2, ne mancano 4.

Voglio tornare a vedere almeno 12 concerti (+4 rispetto al 2023).
Sto mese zero di zero, ma ero a credito di un concerto e quindi niente allarmismi. In realtà avrei avuto mezza intenzione di andare a sentire gli Svalbard qualche sera fa, ma sarebbero stati ancora una volta 30 euro per sentire solo un gruppo spalla in un contesto di musica irritante, come era successo coi Deafheaven. Sto giro ho ceduto al lato oscuro e passato la mano. Si resta fermi a quota 3.

Voglio finalmente riuscire a (ri)fare il rifugio Quintino Sella.
Sempre chiuso, sempre da definire più avanti. Forse potrei crederci ad Agosto.

Voglio chiudere/congelare qualche account social.
Nulla da segnalare. Però da quando corro in diversi mi hanno chiesto di fare Strava e non sto cedendo, conta qualcosa?

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La zona di interesse

Sul finire dell’anno scorso ero andato a vedere il film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”, spinto dalla Polly. Alla fine, come capita spesso, avevo scritto nella chat che ho con alcuni amici per parlare di cinema e serie TV cercando un confronto perchè, pur avendolo trovato un bel film, non ero nelle condizioni di dire che mi fosse propriamente piaciuto.
Così usai una metafora:

Ecco, ieri ho visto “La zona di interesse” e posso confermare che la sensazione era davvero quella.

Direi che di un film come “La zona di interesse” si può tranquillamente parlare senza necessità di SPOILER alert, ma siccome non posso mai essere sicuro del livello di disagio di chi legge premetto che sì, potrei inserire commenti relativi a quello che succede nel film e che, incidentalmente, è quello che è successo ad Auschwitz negli anni ’40 del secolo scorso.
Ad essere del tutto onesti però io sono uscito dalla sala piuttosto convinto che i nazisti in questo film siano semplicemente un pretesto, l’estremizzazione necessaria a far passare un concetto più trasversale e attuale, che ha a che fare con l’etica, il lavoro e la ricchezza. Andiamo però con ordine.
Il film ci racconta la vita della famiglia di Rudolf Höß, comandante SS a capo del campo di concentramento di Auschwitz, vita che si svolge in una casa costruita appena oltre la recinzione del campo, in quella che fu definita appunto “zona di interesse”. Il tema è semplicissimo: illustrare come per quelle persone fosse possibile condurre un’esistenza normalissima nonostante si trovassero a pochi metri da un luogo infernale di morte e disumanità che non smetteva mai, nemmeno per un secondo, di palesarsi tale. Il film trasmette questo messaggio in maniera potentissima con il suono e con le immagini, ma riesce a far percepire chiaramente come anche altri sensi che non possono essere coinvolti dal mezzo cinematografico fossero costantemente esposti all’evidenza, su tutti l’olfatto. Eppure anche noi spettatori, pur costantemente investiti dal “rumore di fondo”, tendiamo ad abituarci durante la visione e filtrare quelle frequenze, dopo un po’, realizzandolo solo quando il rumore per qualche motivo cessa. Sotto questo punto di vista davvero un lavoro egregio, che effettivamente merita di essere goduto in una sala cinematografica.
Come dicevo prima però la cosa che più mi ha colpito di questo film, il suo lascito nella mia testa, è che di massima ci presenta una persona brava nel suo lavoro, che fa carriera e grazie a questo eleva il suo stato sociale. Con lui, una moglie che gode di questa ricchezza e che non ci vuole rinunciare. Nessuno dei due è ignaro di cosa ci sia alla base di quel lavoro e di quella ricchezza, ma come ci si abitua alla vista del fumo delle ciminiere, all’odore dei corpi bruciati e al suono degli spari, ci si abitua anche all’idea di essere ricchi sulla pelle degli altri.
L’idea del film però non è normalizzare dei mostri, attenzione.
L’idea è (credo) sottolineare come la soglia della nostra disattenzione selettiva sia labile e possa essere alzata fino ai livelli estremi di chi viveva nella Zona di Interesse. Saremo sempre disposti a fare qualcosa di brutto agli altri per ottenere qualcosa di bello per noi, quanto brutto e quanto bello dipende ovviamente da noi, ma non ci sarà mai un limite alla nostra capacità di non vedere quello che stiamo facendo. In questo senso ho trovato davvero “bellissime” tutte le scene in cui Rudolf è mostrato al lavoro, perchè sono costruite appositamente per non risultare diverse dalle riunioni aziendali di nessuno di noi: processi, ottimizzazioni, progetti, scadenze e obbiettivi. Tutte cose normalissime se non ci si sofferma a riflettere sul fatto che siano destinate allo scopo di sterminare un popolo. Ovviamente l’esempio è estremo, ma quanti di noi lavorano tutti i giorni per alimentare una macchina socioeconomica che, di fatto, si fonda sul mantenere un certo numero di esseri umani in condizioni di povertà? Ve lo dico io: tutti.
Adesso vi racconto il finale del film, paro paro.
Rudolf, felice di poter tornare a fare quello che sa fare meglio (ottimizzare processi di sterminio) e di tornare a vivere con la propria famiglia nella Zona di Interesse, scende una rampa di scale. Ad un certo punto si ferma e ha dei conati di vomito. Il film ci spiega, con una scelta di immagini e montaggio molto bella ed efficace, che per un secondo la consapevolezza lo investe. Un uomo che “non ha alcun problema a dormire la notte”, nonostante il lavoro che fa, per un breve momento è sopraffatto dal peso delle proprie azioni e delle proprie scelte, di cui non è mai stato inconsapevole nè genuinamente ignaro.
Poi gli passa e continua a scendere le scale verso l’oscurità.
Come nulla fosse.

Boh, forse sono io che ultimamente ho un po’ il tarlo per questo argomento e probabilmente questa lettura arriva dal fatto di avere in testa il tema già di mio, ma sono seriamente convinto che guardare questo film e fermarsi al fatto che parli di nazismo è perdere l’occasione di riflettere su quanto siamo capaci noi tutti, ogni giorno, di non sentire i rumori che arrivano da oltre il muro che abbiamo creato a protezione del nostro privilegio.

Madonna che pistolotto che ho sparato sto giro.


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Buoni propositi 2024: Febbraio

A fine anno scorso ho deciso che per la prima volta avrei stilato una lista di buoni propositi da provare a centrare in questo 2024. Siccome mi conosco e so di essere particolarmente incapace nel portare a termine qualsiasi piano sul lungo periodo, specie se richiede sacrifici, ho anche deciso che mensilmente avrei esposto i progressi conseguiti in maniera trasparente ed onesta su questo blog. Non perchè la cosa interessi davvero a qualcuno, ma perchè forzarmi ad una rendicontazione pubblica mi impedisce quantomeno di fingere di essermi dimenticato dell’impegno.

Sono passati due mesi, alcune cose bene e altre malissimo. Vediamo.

Voglio ridurre la mia dipendenza dal telefono.
La situazione continua ad essere in salita. Mi sembra di usarlo meno, ma non poco quanto vorrei. Le statistiche del telefono non aiutano più di tanto a tenere traccia dell’utilizzo, ma da quel poco che ne viene fuori direi che non sto facendo chissà quali progressi. Se non trovo una strategia concreta, fatta di azioni tangibili, mi sa che non ne esco.

Voglio prendere l’abitudine di fare attività fisica 3 volte alla settimana.
Sul piano dell’allenamento continuo incredibilmente a tenere botta e ad essere in linea coi miei programmi. Sono passato al programma successivo del mio tapis roulant e l’ho potenziato, seguendo lo stesso schema di crescita del mese scorso. Le volte che ho corso col programma enhanced sono marcate con * nello schemino qui sotto. Le gambe sembrano tenere, le pulsazioni iniziano a regolarizzarsi, ma ancora faccio davvero poco in termini di percorrenza e prestazioni, siamo a 3.2km su 25 minuti. E’ tuttavia fondamentale non farsi male e non perdere la voglia, quindi procedere per step ed incrementi sequenziali è una strategia giusta.

Voglio perdere qualche chilo. Diciamo 7-8.
Incredibilmente, anche su questo fronte si continua a procedere bene. I kg persi a fine Febbraio sono 6 in totale, -1,5 da inizio mese, cosa che mi proietta a poco più di 2kg dall’ipotetico traguardo. Questo mese però ho anche fatto i controlli annuali per la tiroide e mi sono stati aumentati i dosaggi dell’Eutirox, cosa che probabilmente sta contribuendo alla perdita di peso visto che sto mangiando in maniera più controllata, ma senza fare una vera e propria dieta. Se continuo così, potrei decidere di rivedere il traguardo al ribasso, ma cerchiamo di non farci prendere la mano da facili entusiasmi.

Voglio chiudere un pop shove it e/o un ollie in skate.
Disastro totale. Mio figlio è uscito da quei due mesi di passione sfrenata in cui era finito tra Novembre e Gennaio e io, senza di lui, di massima non prendo in mano lo skate. E’ un peccato perchè credo davvero con un po’ di impegno e costanza potrei farcela o per lo meno andarci vicino, ma non così. In tutto il mese non sono mai salito sullo skate, se non rimedio a Marzo probabilmente perderò i pochi progressi fatti in precedenza. Vicino a casa dovrebbero inaugurare uno skate park più comodo di quello di Agrate, magari mi aiuterà. Molto pessimista, al momento.

Voglio andare almeno 6 volte al cinema (+2 rispetto al 2023).
La prima volta l’abbiamo timbrata, sono andato a vedere Argylle. Ne ho letto malissimo, ma io per due orette mi sono anche divertito nonostante sia il primo a sapere che è un film pieno di difetti. Ho altre cose nel mirino, per l’anno, ma non so quando/se usciranno al cinema. Per il momento siamo in media con l’obbiettivo, quantomeno.

Voglio tornare a vedere almeno 12 concerti (+4 rispetto al 2023).
Con febbraio mi sono portato a 3, quindi bene bene.
Brevemente sui due che ho visto:
– Deafheaven @ Live (Trezzo). Ci sono andato perchè ero curioso di sentire live i pezzi del disco nuovo (Infinite granite) e non li hanno suonati. Non bastasse, si sentiva di merda ed erano di spalla a tali Knocked Loose, seconda band di sempre capace di farmi uscire a metà di un concerto (costato neanche poco, oltretutto). Non il concerto della vita, ma loro sempre belli da vedere.
– Cabrera release party @ La Tenda (Modena). Io ho il cuoricino gonfio d’amore per i Cabrera e nell’occasione presentavano il disco bello bellissimo che hanno cacciato fuori post reunion. Di spalla i Quercia in semi acustico, a cui continuo a volere bene nonostante cerchino costantemente di farmi incazzare, e i Morningviews di Rob che dal vivo mi son piaciuti davvero un botto. E’ stato molto molto bello, felice di essermi fatto la vasca.

Voglio finalmente riuscire a (ri)fare il rifugio Quintino Sella.
Questa è on hold per ovvi limiti climatici: non si possono fare 3 ore di arrampicata fino a 3600 metri di altezza quando c’è la neve ed il rifugio è chiuso. Ho iniziato a sondare il periodo di apertura, però, e quest’anno sarà limitato alla finestra che va da da metá Giugno a metá Settembre, cosa che complica un filo la questione. Va pianificato per bene.

Voglio chiudere/congelare qualche account social.
Sto usando twitter un pochino meno, no?

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Buoni propositi 2024: Gennaio

A fine anno scorso ho deciso che per la prima volta avrei stilato una lista di buoni propositi da provare a centrare in questo 2024. Siccome mi conosco e so di essere particolarmente incapace nel portare a termine qualsiasi piano sul lungo periodo, specie se richiede sacrifici, ho anche deciso che mensilmente avrei esposto i progressi conseguiti in maniera trasparente ed onesta su questo blog. Non perchè la cosa interessi davvero a qualcuno, ma perchè forzarmi ad una rendicontazione pubblica mi impedisce quantomeno di fingere di essermi dimenticato dell’impegno.

Dopo i primi 30 giorni, eccoci a fare i conti con la realtà.

Voglio ridurre la mia dipendenza dal telefono.
Ci sto provando, ma ammetto che la strada è parecchio in salita. La strategia con cui ho pensato di portare a casa il risultato mi richiedeva di implementare essenzialmente due azioni:
1) mettere il telefono fisicamente in un’altra stanza da quando rientro dal lavoro fino a quando vado a letto
2) forzarmi a non prendere MAI in mano il telefono in auto.
Al punto uno mi sono attenuto per qualche giorno nell’immediato post vacanze di Natale, ma la mancanza di una vera routine dovuta un po’ alle trasferte e un po’ all’alternanza tra ufficio e home working ha fatto saltare il banco abbastanza in fretta. Col punto due è andata grossomodo uguale perchè la app di streaming musicale che utilizzo si incarta ogni due per tre quando collegata al bluetooth e va riavviata, ma soprattutto perchè in macchina ci sto principalmente all’ora di punta e durante le code mi viene tuttora automatico (purtroppo) afferrare il telefono e iniziare a scrollare. C’è da dire però che questo proposito che mi sono dato mi fa rendere conto del problema ogni volta in cui lo faccio e quindi, a differenza di prima, riesco a rimettere quasi subito giù quello strumento maledetto dicendomi: “Smettila idiota”. E’ un primo passo per la disintossicazione, ma non è ancora sufficiente. Se riuscissi a cementare queste due abitudini poi potrei concentrarmi sull’eliminare l’utilizzo del telefono a letto prima di dormire. Qui c’è davvero tanto da lavorare, ancora.

Voglio prendere l’abitudine di fare attività fisica 3 volte alla settimana.
Oh, qui sono partito bene. Conscio di sapermi attaccare ad ogni possibile scusa per evitare di mantener fede al programma, mi sono preso un tapis roulant che ho montato in taverna nell’ufficio di mia moglie. Non è uno di quei modelli da migliaia di euro, ovviamente, ma fa il suo e ha anche una trentina di programmi precaricati che aiutano chi come me deve costruire un’attività sportiva da zero (non per dire eh, non faccio sport con regolarità dalle scuole medie.). Ci sono ad esempio 10 programmi dedicati a chi vuole bruciare calorie e sono partito da quelli. Non dal primo, per una mera questione di autostima, ma dal numero due. Dopo un paio di settimane l’ho “potenziato” aumentando leggermente i tempi nell’ottica di avvicinarmi al programma successivo, a cui dovrei passare da Febbraio. Le volte che ho corso col programma enhanced sono marcate con * nello schemino qui sotto.

Corro la mattina alle 6:30 e devo dire che questo cambio di ritmo di vita, sostanziale, al momento mi ha portato grande benessere. Dormo di più e meglio, inizio la giornata più carico e mi sento mentalmente meno appesantito. Di contro, durante ogni singola sessione di corsa rivaluto la morte.
Come si può vedere nello schemino, sto anche andando a skateare, ma ci torniamo dopo.

Voglio perdere qualche chilo. Diciamo 7-8.
La bilancia dice che in un mese ne ho persi 4, ma è una pia illusione. Un po’ perchè il mio peso iniziale post vacanze di Natale non è, grazie a dio, il mio peso “forma” e quindi almeno un paio di chili li avrei comunque persi tornando ad un’alimentazione normale e senza fare nient’altro, un po’ perchè quando si inizia un percorso di perdita peso i primi chili che si buttano giù sono essenzialmente di liquidi e sono abbastanza semplici da smaltire. Il grosso del casino è continuare la discesa.
Va anche detto che non mi sono messo propriamente a dieta, non come ai tempi della dieta di Sparta del 2018 in cui persi 15 chili in sei mesi (ripresi tutti in lockdown). Ho solo rimesso un po’ a posto il mio piano alimentare settimanale stando attento a quanto mangio e a cosa mangio. Unica vera rinuncia è la birretta serale, che per me e mia moglie sarebbe tranquillamente abitudine quotidiana, per il resto è davvero solo prestare attenzione e mangiare in maniera più ordinata perchè, so che sembra incredibile, ma non siamo due persone che mangiano tanto o che pasticciano regolarmente.
La speranza è che continuando con l’esercizio e la dieta attenta, una vera e propria dieta ferrea non serva.

Voglio chiudere un pop shove it e/o un ollie in skate.
Non ce la farò mai. Io però ci continuo a provare perchè il pop shove it per me è come l’utopia di Galeano. Intanto sono migliorato molto nella confidenza con cui sto sullo skate e questo già non è male. A skateare vado principalmente nel corsello dei box insieme a mio figlio, cosa che mi rende sostenibile la pressione sociale di farmi vedere sopra uno skate dai vicini di casa, oppure allo skate park di Agrate (indicato con P nello schemino sopra) che però è piuttosto scomodo logisticamente. Questi ritmi di allenamento, associati alle mie doti atletiche e al senso di paura che si prova a 42 anni, rendono le possibilità che io riesca nell’intento davvero prossime allo zero, ma non voglio mollare. Guardando un po’ di tutorial ho compreso il movimento e ormai riesco abbastanza bene a “scoopare” la tavola nel modo corretto perchè compia la rotazione voluta, solo che saltando non ci finisco sopra se non con un piede, credo perchè istintivamente l’altro cerchi l’asfalto per mettermi in sicurezza. Ho visto che aiuterebbe provare il movimento attaccati con le mani ad una ringhiera, ma non ne ho una che faccia al caso.

Voglio andare almeno 6 volte al cinema (+2 rispetto al 2023).
Sto ancora a zero. Avrei voluto vedere Adagio, ma ho scoperto fosse uscito solo dopo che l’avevano tolto dalle sale che mi stanno in zona. Adesso ho nel mirino Argylle, vediamo se riesco.

Voglio tornare a vedere almeno 12 concerti (+4 rispetto al 2023).
Dodici concerti sono un concerto al mese e a Gennaio sono riuscito a stare in media, beccando i The Singer is dead live a Busto Arsizio il 26/01. Concerto figo, loro bravi come sempre. Il disco nuovo è uscito a fine 2023 e non l’avevo ascoltato abbastanza da metterlo tra i top dell’anno, ma è davvero figo e in questo gennaio l’ho abbastanza tritato.
Questo proposito mi ha rimesso nel mood di stare vigile per le date che capitano in zona e oggi ho tipo 5 concerti segnati in agenda per i mesi futuri. Credo non mi capitasse dal 2019.

Voglio finalmente riuscire a (ri)fare il rifugio Quintino Sella.
Questa è on hold per ovvi limiti climatici: non si possono fare 3 ore di arrampicata fino a 3600 metri di altezza quando c’è la neve ed il rifugio è chiuso. Se ne riparla in primavera inoltrata.

Voglio chiudere/congelare qualche account social.
Prima di scrivere questi propositi avevo deciso di congelare Threads, poi ho fatto lo stesso con Blue Sky. Non credo di riuscire a staccarne altri, ma va detto che tantissimi tra i profili che seguivo e con cui interagivo hanno mollato X Twitter quindi potrei iniziare ad usare meno anche quello. Al momento però non riesco ad immaginarmi senza.

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Ti mansplaino Barbie

Al di là del titolo clickbait wannabe, direi di partire da una doverosa premessa: sono un maschio bianco etero cis, quindi se ritieni che questo mi escluda dalla possibilità di trattare nel merito un film come Barbie, fermati serenamente qui. Davvero. Non mi interessa che tu legga quanto segue e, se potessi, te lo impedirei io stesso.

Ieri sera sono andato a vedere il film di Barbie mosso da un certo hype. Ero convinto infatti che l’unico motivo per poter uscire in sala con un film sulla Barbie nel 2023 fosse averci messo dentro qualcosa di interessante e/o controverso, quindi ho deciso scientemente di ignorare qualsiasi fonte ne parlasse prima di averlo visto e tenermi così la sorpresa per la visione. La cura che di solito si mette nell’evitare spoiler, io l’ho messa nell’evitare le opinioni, che sono effettivamente l’unico spoiler possibile, nel caso specifico.
La prima reazione a caldo post visione è stata che non ci fosse in realtà molto da dire, perchè l’ho trovato davvero urlatissimo nella metafora e di solito quel genere di mancanza di sfumature non si presta poi molto all’analisi. Poi però ho scambiato i primi commenti con due o tre amici e mi sono reso conto che quella che per me era davvero l’unica possibilità di intendere il film, fosse in realtà tutt’altro che univoca e che quel che ci ho visto io, forse, ce l’avevo visto solo io.
Allora la situazione cambia e scriverci su può avere un senso, anche se mentre lo faccio mi sembra di indossare la tutina di Capitan Ovvio.

Il film ci presenta un mondo in cui il potere dominante è nelle mani delle Barbie e Ken è solo un accessorio. In questa sottilissima e velatissima metafora, quindi, Barbieland è il patriarcato e Ken sono le donne. Ken non ha un ruolo sociale oltre lo stare intorno a Barbie, ma ha anche come unica aspirazione quella di essere amato/considerato. Il Ken di Gosling prende coscienza della propria condizione e si ribella. Quindi Ryan Gosling interpreta il femminismo.
Bene, vediamo allora cosa succede a Ken nel corso del film. Parte con la migliore intenzione di rivendicare una propria identità, poi vira ad un bersaglio più grande cercando di rovesciare gli squilibri di potere invece di annullarli e finisce col perdersi malamente. Non solo. Si perde perchè le Barbie sono troppo furbe e compatte, tanto da riuscire a convincere Ken che il problema non sono più loro, ma gli altri Ken. Così la rivoluzione di Ken fallisce in uno scontro fratricida e Barbieland torna come prima, con la differenza che le Barbie hanno capito di dover concedere qualcosina ai Ken per tenerli al loro posto. Cito a memoria:

Barbie: “Ora sono di nuovo Presidente!”
Ken: “E noi potremo far parte della corte Suprema!”
Barbie: “Beh no, quello mi sembra eccessivo…”
Ken: “Potremo almeno fare i giudici?
Barbie: “…”
Ken: “Potremo almeno indossare la toga?”
Barbie: “Quello sì.”
Ken: “EVVAI!”

Alla fine Ryan Gosling è felice perchè ha perso la guerra, ma può indossare la maglietta con lo slogan “I am Kenough” che poteva tranquillamente essere “Pensati libero“.
Questa è l’ossatura principale del film, che è poi stata appesantita di una quantità eccessiva di ulteriori orpelli ridondanti e pesantissimi, a partire dal siluro finale sparato in faccia allo spettatore come una sorta di cura Ludovico, ma che comunque prova a sottolineare un concetto già scritto a caratteri cubitali in rosso.
L’unico spunto carino, forse, è quello del CDA Mattel composto da soli uomini come creatore dell’universo Barbieland, a ribadire (ancora) come il sintomo più grave del patriarcato sia l’incapacità di vedere un modo paritetico, non tanto l’avere sempre e solo l’uomo al vertice della piramide. 
Di massima comunque rimane un filmetto divertente, in cui ho più volte riso (probabilmente per i motivi sbagliati), ma che si lascia apprezzare al massimo per uno spiccato cinismo di cui, onestamente, io non sentivo tutto questo bisogno. 
Adesso però vado a recuperare un po’ di articoli in giro, perchè voglio provare a capire cosa ci sia di tanto chiacchierato/chiacchierabile dietro alla faccenda.

Ah, dimenticavo! Nel film c’è anche Allan, che non è nè Ken nè Barbie.
Non importa se il potere ce l’avrà Barbie o Ken, la costante sarà comunque che di Allan non fregherà mai un cazzo a nessuno. 


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Il film di D&D

È uscito Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri e ieri l’ho visto al cinema.
Per me la miglior trasposizione possibile di una sessione di D&D che giocherei con gli amici, quindi adesso facciamo che metto qui il trailer e chiudo la parte spoiler-free, poi sotto al video ne parlo in dettaglio.
Andate a vederlo al cinema, vi prego, perché voglio ne escano almeno altri dieci.

Se fai un trailer in stile honest trailer è già abbastanza chiaro il livello di strizzatina d’occhio a cui aspiri, quindi da un lato mi compri subito, ma dall’altro mi si attivano tutti i sistemi d’allarme possibili. Mi piace mi si faccia l’occhiolino, ma dipende sempre da chi me lo stia facendo e quanto riesca a non rendersi ridicolo nel farlo.
Secondo me, quindi, un buon modo per iniziare a parlare di questo film é valutare il livello di fan service che ci hanno messo dentro.
Quanto ce n’è?
Tanto.
Dá in qualche modo fastidio?
No.
Certo, dipende dal tipo di approccio che si ha con il materiale di partenza.
Dungeons & Dragons è un gioco vecchio e reso popolare da una generazione di nerd che non hanno minimamente a che fare con l’accezione attuale del termine. Non vorrei fare una digressione troppo ampia, ma il termine nerd ha un percorso uguale ed inverso a quello del termine emo. Entrambi hanno stravolto il loro significato nel processo di sdoganamento verso l’uso comune, solo che “Nerd” è passato dall’essere un insulto destinato ad una cerchia di persone con evidenti problemi di relazione al mondo esterno, ad una sorta di etichetta spesso auto-assegnata che in qualche modo certifichi la figaggine e l’alternativismo di chi se la sente addosso. Ad “Emo” è successo l’esatto opposto.
C’erano quindi due rischi da scongiurare facendo questo film. Il primo era di fare qualcosa che usasse D&D solamente come marchio per portare in sala i rimastoni come me, ma che puntasse in realtà a chi pensa di essere un nerd perché ha visto Stranger Things. Un film in cui due o tre “sottili citazioni” (che non chiamerò easter egg per evitare di indisporre il Governo) vengono annacquate in una poltiglia hypster e anonimissima, priva della reale intenzione di trasporre lo spirito del gioco e volta solo a monetizzare cavalcando una moda che tiene fino a che resta superficiale.
Il secondo era quello di puntare forte sul target originale, prendendosi drammaticamente sul serio e cercando di trasporre tutti i must dei veri fanatici del gioco. Fare una sorta di Bohemian Rhapsody, per dare un riferimento. Occhio che questo non vuol dire per forza fare un film cupo, drammatico o traboccante di epica per metallari puzzolenti. Nessuno produrrebbe un film così, oggi. Quel che invece si fa di continuo è scrivere storie seriosissime, con personaggi (super)eroici, e farcirle di spalle comiche e gag da barzelletta del cucciolone che sembrano incollate a forza nel contesto. Ecco, il film di D&D non fa questo errore.
L’Onore dei Ladri sceglie un tono e lo tiene per tutto il tempo, con una coerenza rara. Il tono è quello del cazzeggio e, santo Dio, è il tono che ogni sessione di D&D divertente dovrebbe avere. Hanno trasposto il gioco nella sua giocositá e lo hanno fatto tramite gag che ogni giocatore di D&D ha vissuto con gli amici, ma che sono sempre abbastanza ricercate da non risultare stucchevoli perché trite e ormai abusate. Per fare degli esempi: non c’è il nano che litiga con l’elfo, c’è parlare coi morti; il personaggio del barbaro non è stupido, è diretto e quindi a volte fuori luogo. Cose così.
Se poi parliamo delle scelte che legano più fortemente il film al gioco e alla sua community, per me sono stati perfino raffinati. Le classi dei personaggi sono ben rappresentate, stereotipate il giusto da farle arrivare anche a chi non mastica, ma senza eccedere nel caricaturale; la magia, elemento difficilissimo da bilanciare in scrittura, trova il giusto spazio e riesce anche a trasferire quel senso di “uso creativo degli incantesimi” tipico di chi gioca a D&D; con il personaggio dello stregone sono anche riusciti a farmi percepire la crescita di potere che in gioco si ottiene al passare dei livelli.
E poi i mostri.
Tanti e usati spesso anche solo per dare colore al mondo. Alcune creature come il mimic o il cubo gelatinoso sono evidente fan service ai giocatori di vecchia data, altre come la belva distorcente provano a dare quel tocco di ricercatezza che ogni giocatore vorrebbe dal proprio master (la frase “Hai un cazzo di manuale da centinaia di mostri, possibile si debbano incontrare sempre i soliti quattro???” l’abbiamo pensata tutti almeno una volta). Pure il drago viene proposto in maniera perfetta perché è simultaneamente demitizzato, ma senza ledere al suo essere comunque una delle creature più temibili del mazzo.
L’orsogufo invece mi piace pensare l’abbiano messo proprio per me. Mostro preferito di sempre.
Niente, più ci ripenso per scriverne e più mi convinco abbiano fatto esattamente il film che volevo e speravo facessero. Sui canali social del gioco lo stanno presentando alludendo ad un D&D Cinematic Universe e, non so che dire, io ci spero fortissimo.


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