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Giugno 2009

Google Hit List [Giugno 2009]

Devo dire che le ricerche di questo mese non mi hanno entusiasmato, sebbene sulla prima io abbia riso un bel po’.
L’insoddisfazione è accentuata da altri due elementi: il primo è che il disco del mese sarebbe dovuto essere il nuovo Enter Shikari, ma l’aver cancellato gli mp3 dall’HD all’arrivo del CD mi impedisce di caricare il sample, mentre il secondo è che il video dei Fightstar che avrei voluto mettere era quello di “Mono”, ma non ne ho trovato uno in qualità anche solo accettabile.
Tutta questa delusione mi costringe a chiudere qui il post.

1 – nei night club a lugano ci sono ragazze facili?
2 – foto moglie di nofx
3 – frasi per scarico bagno
4 – non ce la faccio piu dottorato
5 – contagio da varicella devolve in zoster
6 – gorgiera con spalle
7 – mi sono tolta uno sfizio
8 – è finita la terza media cosa ho appreso in questi tre anni?
9 – sosia giorgia surina
10 – è riuscito a trovarmi

Nota: aggiornata la sezione “musica”

E’ suonata la sveglia? Naaa, tornate pure a dormire…

La Repubblica – Famiglia Cristiana contro il premier: “Indifendibile, ora parli la Chiesa”

A sto punto le ho viste tutte.
Qualche mini considerazione:
1- Famiglia cristiana oggi sostiene quello che Manq sostiene da anni. Come fa la chiesa a lasciare che uno come il Premier si faccia portavoce dei suoi valori durante ogni campagna elettorale?
2- Famiglia cristiana, come Manq da anni, resterà molto delusa dall’atteggiamento della Chiesa che, come al solito, farà spallucce. D’altro canto, se non si ha la forza di condannare i preti pedofili non si ha la forza di condannare nulla.
3- Famiglia cristiana, come l’Avvenire, come la stampa estera in toto sono tutti giornali controllati da Franceschini (non ho detto Rambo nè tantomeno Carlo Magno). Non mi capacito di come mai un uomo che controlla la stampa mondiale si impegni tanto ad essere il leader del movimento politico più perdente della storia invece di esercitare il suo immenso potere di controllo sulle masse e le opinioni.
Vabbè va, tornaimo a lavorare che è meglio…

Nota: per la prima volta ho condiviso un post di questo blog su Facebook. Il motivo è che l’argomento mi irrita a tal punto che vorrei tutti sapessero quanto mi girano i maroni.

Addio al celibato vol.1

Eccomi di rientro dal primo addio al celibato effettuato dalla mia compagnia.
Il futuro sposo è Robi, detto Scipp.
La location è Monaco di Baviera. Ancora.
Il gruppo era composto da me, Robi, Simo, Peich, Bazzu, Uazza, Aui anche detto “Wiener Schnitzel“, Missa anche detto “pene di Sauropoden” e Dani.
E’ stata una due giorni piuttosto intensa, di cui porto ancora i segni in questo Lunedì mattina di solitaria in laboratorio (la Vero è alle cellule, la Polly alle urne, il capo credo in volo). Mi piacerebbe mettere la testa sul bancone e dormire, ma non posso farlo. Però posso prendermi qualche minuto per scrivere un breve resoconto del week-end monegasco.
Innanzi tutto spero che Robi si sia divertito.
Io credo di sì.
Peccato che non abbia mai voluto approfittare dell’offerta “indicane una e noi te la portiamo, consenziente o no”. Io, al posto suo, in alcuni casi avrei indicato.
Per il resto il viaggetto è stato il classico tour a Monaco, con giro forsennato delle birrerie a partire dalle 10.00 del primo giorno, nessun tipo di visita della città (che alla mia settima volta in loco persiste ad essermi semi sconosciuta), pernottamento alla “Penzion Beck mit Kolazione”, visita dello stadio con annessa foto e goliardia in strada utilizzando le varie statue a disposizione: il cavallo detto “caua”, la signorina da palpeggiare e l’om ca l’và a pè.
Aver scelto l’aereo alla fine si è rivelata una mossa assai saggia. Non tanto all’andata, che essendo stata fissata per le 6.55 ha previsto comunque una nottata in bianco ed una certa stanchezza in loco, ma per il ritorno che alleviato del problema della guida ha concesso al gruppo di uscire dall’ultima birreria alle 19.00 per imbarcarsi alle 21.00 sul volo di rientro.
Unica nota negativa della due giorni è stata la scelta poco elegante, poco simpatica, ma forse lungimirante dei camerieri dell’HB che, poco prima del mezzogiorno di Sabato, ci hanno gentilmente detto: “No more beer for you.”
O forse: “No more fucking beer for you, drunk italian motherfuckers!”.
Non ricordo bene com’è andata la cosa.
Ricordo però che alle 12.30 eravamo a bere all’Augustiner con buona pace dei sopracitati camerieri.
Insomma, risate e divertimento come non se ne facevano da un po’, visto che ormai muoversi per un viaggio tutti in compagnia è diventato molto complicato se non impossibile.
Ovviamente una cosa del genere può essere fatta solo con mete esterne al territorio nazionale o comunque caratterizzate da una lingua diversa dall’italiano, se non si vuole incappare in problemi penali.
Chiudo con l’immagine più significativa della trasferta.

* Dani @ Augustiner, ore 14.00. Risparmio la foto di Dani @ Cesso della Pensione delle ore 15.00 per non sconvolgere gli stomaci deboli.

Ascolti

Come al solito, quando è un po’ che non scrivo, per riprendere non trovo argomento migliore della musica.
In questi giorni sto ascoltando un po’ di CD “nuovi”, alcuni appena usciti e altri nuovi solo alle mie orecchie.
Iniziamo subito con quello che ho ascoltato per ultimo, così, per stravolgere gli schemi.
Enter Shikari, “Common Dreads”.Enter Shikari - Common Dreads
Non lo nego, mi aspettavo di più. Anzi, me lo aspettavo diverso. Il primo disco secondo me aveva due difetti: troppo poco spazio alla trance “dura e pura” e aggregazione un po’ confusa delle idee che portava a pezzi poco omogenei nel tentativo di far stare in 17 canzoni tutti i riff e le situazioni che la band aveva a disposizione. La mia speranza era che mettessero a posto le cose con il secondo album, ma così non è stato. Si è presa proprio un’altra strada, a mio avviso, nel tentativo di dare al mix di HC e elettronica un aspetto più compatto, cercando forse di creare un suono etichettabile non solo come commistione di generi diversi. La trance c’è ed è tamarra come nel precedente lavoro, ma è meno a sè stante e più integrata nei pezzi che tuttavia sono meno danzerecci e più “rock”, con le dovute virgolette. Detta così sembrerebbe non avere alcun senso, ed invece secondo me è proprio così che suona questo disco. Con le dovute eccezioni, sia chiaro. “Solidarity” è un pezzo che potrebbe benissimo essere inserito nel disco scorso (forse e soprattutto per le autocitazioni in esso presenti [un gruppo che al secondo disco già si autocita va solo amato]), “The Jester” ha un riff che potrebbe essere benissimo stato scritto dagli Stunned Guys e “Gap in the Fence” è forse una delle canzoni più vergognosamente tamarre della storia, ma anche in questo caso si parte da una sorta di ballata acustica per poi sfociare in cori da Duplè dei bei(?) tempi, cori che si rivedono anche in “Halcyon”. Dovrò ascoltarlo ancora un po per poterlo valutare al meglio, però senza dubbio rispetto al precedente disco non ci sono tracce accattivanti da subito e questo, che potrebbe sembrare un difetto, magari donerà a “Common Dreads” maggiore longevità nella mia autoradio. Una cosa è sicura, gli Enter Shikari sono una band da ascoltare soprattutto dal vivo, contesto in cui trovano difficilmente eguali.
Cambio.
Fightstar, “Being Human”.Fightstar - Being Human
Secondo me “Grand Unification” è un disco della madonna. Quello uscito dopo non l’ho mai sentito per intero, a causa credo del periodo di stanca che avevo allora per quel tipo di suono. O forse perchè mi era parso indegno senza bisogno di ascoltarlo tutto. In ogni caso mi sono avvicinato a questo nuovo CD con una certa curiosità e devo dire che lo sto ascoltando ormai da qualche giorno. Al primo impatto ho pensato fosse un disco arrogante. Credo sia stato per via dell’orchestra inserita in gran parte dei brani. O forse dei cori gregoriani. Sta di fatto che l’impatto epic/symphonic metal che mi ha dato il primo ascolto non è stato proprio un bel biglietto da visita. Non sono uno che gradisce i Nightwish, per far chiarezza. Andando avanti con gli ascolti però devo riconoscere che questo “Being human” non è poi così male. Sempre tentando di mettermi nella testa dell’autore, credo l’intenzione fosse cercare di sviluppare un po’ un certo genere di suono che ha detto più o meno tutto quel che aveva da dire. Se l’intento era effettivamente questo, credo che l’obbiettivo sia stato raggiunto visto che non ho cestinato il disco al grido di: “la solita roba”, ma ho continuato ad ascoltarlo. Continuo a ritenere il tutto un po’ troppo pomposo (l’inizio di “Chemical Blood” è agghiacciante), ma inizio a farci l’orecchio. Il grosso problema del disco, invece, è che in molti pezzi il tentativo di rinnovare il sound sfocia in scelte troppo discordanti, rendendo alcune tracce, come ad esempio “Colours Bleed to Red”, un’accozzaglia di parti sconnesse forzatamente legate assieme. Non tutti, fortunatamente, e così si trovano pezzi come “Give me the Sky” capaci realmente di emozionare il sottoscritto, anche grazie ad un suono che spesso, anche nella voce, sembra “rubato” ai Mae dei bei tempi. Il risultato finale nel complesso è accettabile e fa dei Fightstar una delle poche band capaci di continuare a battere la strada del nu-emocore senza ridursi ridicole.
Un’esempio di chi non ce la fa?
Silverstein, “A Shipwreck in the Sand”.Silverstein - A Shipwreck in the Sand
I Silverstein sono l’unica band che seguo ad aver fatto 4 dischi identici in tutto e per tutto. L’artwork, ad esempio, secondo me è sempre splendido e questo quarto full-lenght non mi smentisce. Stiamo però parlando di musica e, nella fattispecie, credo dell’unica band capace di fare un brutto disco anche facendosi produrre dal genio di Mark Trombino. Insomma, a modo loro, sicuramente unici. Il disco in questione non parte nemmeno troppo male, poichè la open track pur essendo l’emblema del clichè ha un buon tiro e riesce anche a farsi apprezzare. Andando avanti però la situazione non decolla, anzi, all’incipit di “American Dream” uno avrebbe già ampiamente voglia di smetterla. Io non l’ho fatto, ho insistito, e alla fine ho portato a casa un paio di ascolti completi del CD, ma giusto per dovere. Questo disco è noioso, non c’è molto da farci o da dire. La nota divertente è che proprio in settimana Uazza mi ha regalato “18 candeles: the early years”, una raccolta dei primi demo proprio dei Silverstein. La cosa bizzarra è che sentendo i primi cinque pezzi di questa raccolta pare di sentire un’altra band. All’inizio i nostri eroi suonavano come una copia dei Mineral, senza la volontà di distaccarsi troppo dall’originale, ma senza nemmeno apparire troppo scontati. Forse, se avessero continuato su quella strada ora oltre a delle belle copertine i loro dischi avrebbero anche delle belle canzoni.
Ok, volevo parlare di un altro disco che ultimamente sto ascoltando molto, ma non ho più tempo.
Il disco è “Blood Coloured Skies” dei Daylight Seven Times.
Dico solo che secondo me è un gran bel disco e che “Revelation” è un capolavoro.
Ora vado.
Mi piacerebbe chiudere dicendo che ultimamente non sto aggiornando perchè impegnato nella costruzione di una nuova parte di questo sito, ma non è così. O meglio, è in costruzione una nuova parte del sito, ma non sto facendo nemmeno quello.
Viva l’onestà.

L’Esame delle Uri… ehm… Urne

Spenderò due righe riguardo i risultati elettorali.
Lo faccio perchè per una volta, non mi sento partecipe di quanto sta succedendo.
In europa si respira aria di xenofobia e avanguardie neonazi? In italia la Lega fa il 10%? La sinistra radicale è sotto lo sbarramento? Sempre nel nostro paese attualmente il 30% della popolazione votante (votante, elemento da non sottovalutare) risulterebbe non rappresentata dal tanto propagandato bipolarismo?
Io, a sto giro, non c’entro.
Anzi, io a sto giro me ne sbatto proprio.
Sono andato, ho votato per quello che vorrei fosse il mio sindaco, e ho invalidato in maniera poco elegante sia la scheda per le Europee che quella per le provinciali.
Per il sindaco ho votato perchè nel comune posso farmi davvero sentire e so con chi posso relazionarmi se le cose non vanno come “promesso”.
Per il resto, dal cuore, che si fottano.
Lo so, fino a non molto tempo fa avrei attaccato un ragionamento come questo. Ho capito che sbagliavo, però, quando MTV si è messa a propagandare la mia filosofia su come fosse importante “far sentire la propria voce”.
Ok, scherzo.
Però per una volta ho pensato che fosse importante far sentire la mia voce in modo dissonante.
Volevo non ritirare le due schede incriminate, in realtà, invece di annullarle, ma il presidente del mio seggio mi ha detto che non era possibile, credo sbagliando o forse tentando di fottermi.
Nella seconda ipotesi, l’invito a recarsi affanculo espresso dal mio voto è anche dedicato a lui.
Volevo per una volta inserire il mio nome tra coloro che non si sentono rappresentati e quello che ho fatto è credo l’unico modo che un cittadino ha per fare una cosa del genere.
Non andare a votare non sarebbe stata la stessa cosa, perchè sarei invece entrato nel gruppo dei menefreghisti, cosa che ovviamente non è.
Sono soddisfatto.
Vedendo come si mettono le cose, tra l’altro, credo che questa resterà la mia strategia per molto tempo.
Oggi, da uomo pulito e fiero di sè come mai accaduto dopo nessuno dei miei N “voti contro”, mi sono guardato commenti e interviste ai risultati elettorali ed è stato emblematico.
Ovviamente non ha perso nessuno.
Berlusconi puntava a salire con le preferenze, è sceso. Però ha vinto perchè è il primo partito d’Italia.
Il PD perde diversi punti. Però ha vinto perchè Berlusconi ha perso e perchè probabilmente pensava di perdere molto di più.
Casini ha preso il 6,6% in un paese dove il cattolicesimo e l’idea di centro sono capisaldi. Però ha vinto perchè può vendere l’ago della bilancia.
Le sinistre radicali son tutte sotto lo sbarramento. Però han vinto perchè oh, se fossero state unite, avrebbero preso un monte di voti.
Resta da parlare di chi ha vinto sul serio, ovvero la Lega e L’Italia dei Valori. Dei primi non dico nulla, perchè inizio quasi a stimarli. In questo periodo di “crisi” vanno avanti con quelli che sono i loro principi di sempre ed i risultati arrivano perchè, quando si ha fame, quel tipo di ideologia vince sempre.
Non sono saliti sul carro del vincitore, erano già lì quando il vincitore è arrivato.
Il vero e proprio boom dell’Italia dei Valori è invece identificabile come “voto di protesta”. Nessuno dei votanti del partito di Di Pietro infatti credo vorrebbe Di Pietro stesso come leader del primo partito del paese. Però l’Italia dei Valori, col suo mix di destra e sinistra, è oggi come oggi il simbolo politico dell’antipolitica. Ovvero è perfetto per quelli che vorrebbero dare un segno come ho fatto io, ma lo fanno nel modo “sbagliato”, ovvero puntando sull’ennesimo partito politico.
De La Destra e le Autonomie neanche parlo, perchè solo i babbi pensano che possa servire un partito del genere con una Lega forte del 10%.
Questo è il quadro del mio paese ed è meglio fermarsi qui, che poi si degenera.
Parlando di cose serie, Kakà è del Real.
Ripensandoci, la Polly dopo aver fatto il turno ai seggi ed effettuato lo spoglio delle schede, mi ha rivelato che uno ha votato meglio addirittura di me.
Lui, sulle schede, ha scritto: “NON SI VENDE KAKA'”.

Manq goes to Florida

Ecco l’itinerario completo di quel che sarà il mio viaggio.

LEGENDA:
A – Miami
B – Key West
C – Key Largo
D – Neaples & Everglades
E – Orlando & Disney World
F – St. Augustine
G – Daytona
H – Cocoa Beach
I – Cape Canaveral
J – Vero Beach
K – Hobe Sound
L – Palm Beach
M – Dania Beach
N – Miami Beach