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2013

A bad day for Die Hard

Se molteplici indizi fanno una prova, credo di aver capito dove sta il problema.
Non sanno più scrivere i film d’azione. Il problema è solo quello, a pensarci bene, perchè i mezzi ci sono, gli attori pure e nella maggior parte dei casi c’è anche un certo stile nel costruire le scene fracassone. In questo film, ad esempio, le scene di inseguimento, sparatoria e esplosioniglobbali son fatte più che discretamente. Anzi, son proprio belle. Però a vederle mi viene il forte dubbio che chi ha realizzato questo film si stia prendendo gioco di me e quindi alla fine, pensandoci, tendono a farmi incazzare. E non perchè siano inverosimili, quello non è mai stato un problema, ma perchè danno proprio l’idea di essere quello su cui si fonda il film. L’idea alla base, secondo me, è questa: “Chi viene a vedere Die Hard nel 2013 vuole vedere i botti, quindi diamogli i botti, ma senza prenderci la briga di contestualizzare. Botti di per sè stessi e lo portiamo a casa.”. E invece un cazzo.
[NOTA: da qui potrebbero entrare spoiler come piovesse. Non credo guastino nulla, ma meglio avvisare] Prendiamo la sequenza che in sostanza apre il film, quella dell’inseguimento in piena Mosca. Come sequenza io non credo ci sia nulla da eccepire. Non sono un tecnico, ma secondo me è una roba gigante, con un sacco di botti ed esplosioni e spari e testacoda e altri scontri. E pure che John McClane con una cazzo di jeep fa ribaltare un blindato grosso cinque volte e venti più pesante non c’è problema, già dal passato episodio il buon detective di New York da eroe per caso s’è trasformato in una sorta di Superman e quindi non sta davvero lì la questione. Il problema è che nel centro di mosca, senza sapere cosa sta succedendo, Bruce ruba prima un camion e poi una macchina gettandosi in una mischia di cui non sa nulla. Manca anche una minima idea di base per cui tutto possa succedere senza che il pubblico si chieda: “Ma che cazzo succede?”. Non ci hanno neanche provato a fare un film. A me Die Hard 4 era piaciuto parecchio perchè pure con un poliziotto al limite del pensionabile ferma un’organizzazione criminale addestrata e senza scrupoli praticamente da solo, c’era una storia. Semplice, lineare, di contorno ad elicotteri abbattuti a colpi di utilitarie, ma pur sempre una storia con un capo ed una coda che potesse avere un senso, estrapolata da quello che ci succede dentro, e che tutto sommato aveva anche buoni rimandi ai capitoli precedenti. Il furto mascherato da terrorismo, McClane che ci si trova in mezzo per puro caso, grandi classici del marchio contestualizzati quella minima per dare alle esplosioni quell’alone di verosimiglianza che basta a sospendere l’incredulità. A questo giro invece c’è un Bruce Willis che parte apposta per Mosca con intenzioni dubbie (nel senso che sono probabilmente bellicose, ma non si capiscono perchè gli arrestano il figlio e lui va senza un’idea di che cazzo fare una volta lì. Farlo evadere? Salutarlo? Ucciderlo? Mah.), scende dall’aereo e si trova in mezzo ad un inseguimento e da lì tutto prende il via. Pure il plot twist, se vogliamo definirlo tale, è non solo ovvio, ma pure completamente decontestualizzato e privo di qual si voglia senso. Non entro nei dettagli che non c’è davvero bisogno e, comunque, è difficle spiegare una roba che non sta in piedi, comuqnue il grosso, enorme problema di sto film è che non è un film. E io scrivo sta cosa essenzilamente per dire che me ne sono accorto e che non mi si compra con un dito medio fatto lanciandosi da una finestra mentre un elicottero guidato da una passera in vena kamikaze si schianta dentro il palazzo. E’ una scena che apprezzo, ma non mi ci vendi il film. Perchè non sono un coglione. Anzi, inzio a pensare che chi non capisce sei tu che questo film l’hai scritto convinto di aver centrato l’obbiettivo solo perchè hai messo insieme delle buone sequenze action e del basso fanservice ammiccando a The Last Boyscout in un paio di sequenze.
Vai affanculo, va, che mentre scrivo mi sto proprio incattivendo.
Chiudo dicendo che prima del film ho visto il trailer di Gangster Squad. Quello che ho colto è che han fatto il remake degli Intoccabili.

Indicazioni di voto

Mi si segnala questo test facile e veloce che dovrebbe più o meno indicare da che parte ci si trova, in termini programmatici, rispetto ai partiti che si presentano alle prossime elezioni politiche. L’ho trovato interessante e quindi ve ne parlo.
Poi magari nei prossimi giorni scrivo un post sulle mie intenzioni di voto, ma magari no.
Sicuramente scriverò un post su Fringe e sul suo avermi privato di qual si volgia tempo libero.

THX to: Voi Siete Qui.

TicketOne.it is the new Merda

Come abitudine, io i biglietti in prevendita da TicketOne.it non li ho mai presi. Un po’ perchè per gli eventi a cui solitamente partecipo pagare la prevendita è abbastanza inutile, trovando sempre o quasi disponibilità sul posto, un po’ perchè proprio come filosofia trovo TicketOne.it una roba contro cui schierarsi a priori e senza necessità di reali motivazioni. E’ tuttavia capitato che mi ritrovassi per le mani due voucher da 25 euro l’uno proprio da utilizzare sul portale in questione e così ho dovuto farmi forza, infrangere quasi tutti i miei preconcetti morali ed etici, e acquistare sul sito.
Tutto questo ha portato ad un’unica conseguenza positiva: ora posso continuare a parlare male di TicketOne.it, ma posso farlo con cognizione di causa. Da lì, la decisione di estendere a tutti una mia analisi in merito.
Andiamo con ordine, per punti.

1 – Decido di regalare due biglietti per un evento all’Arcimboldi ai miei genitori, per Natale. In questo caso il modo più semplice e veloce per procurarmeli è proprio TicketOne.it e quindi decido di interfacciarmi con il loro sistema e provare ad utilizzare questi fantastici voucher.

2- Vado sul sito e procedo a selezionare l’evento e i posti. Mi accorgo che parte un conto alla rovescia di tot minuti, una quindicina, entro cui dovrò per forza di cose completare tutta la procedura di acquisto. La cosa mette un po’ di ansia e di pressione e non ne capisco minimamente l’utilità, ma non è una particolare tragedia.

3- Arrivato al momento di effettuare il pagamento, il primo scoglio. Non è possibile inserire più di un voucher per ogni acquisto. Se volessi usare due voucher, dovrei comprare i due biglietti separatamente, pagando due volte le spese di spedizione. Questa cosa è abbastanza un’inculata, oltre a non essere prassi su moltissimi altri siti di acquisti online. Amazon, ad esempio, ti fa inserire tutti i voucher che vuoi in un singolo acquisto. E ci mancherebbe pure, essendo un voucher a tutti gli effetti denaro. La cosa assurda è che non puoi usare più voucher nemmeno se acquisti più biglietti per lo stesso evento e, probabilmente (non ho provato), nemmeno se acquisti più biglietti per più eventi, ma in un unico ordine.

4- Pensando ingenuamente di sbagliare qualcosa io, sospendo l’acquisto e decido di contattare il servizio clienti on-line per avere spiegazioni in merito. Visto il conto alla rovescia, chiudo proprio tutto e non se ne parli più fino ad ottenuto chiarimento. La risposta mi arriva dopo 2 giorni lavorativi e dice solo: “Non si possono cumulare voucher all’interno dello stesso ordine”. Beh, grazie.

5- A questo punto decido di usare un solo voucher per l’acquisto del regalo dei miei genitori. Scopro però un concerto che mi interessa ad una settimana di distanza. Prezzo 20 euro in cassa, poco meno di 25 con prevendita. Vabbè, pur di non averci più a che fare, decido di fare questi due ordini, smaltire i buoni e buttare via soldi in prevendita per un concerto che sicuramente non sarebbe andato sold out. Torno sul sito TicketOne.it, avvio il procedimento, parte il timer, inserisco i dati e procedo all’inserimento del voucher. Codice Voucher non valido. Bestemmio. Provo un paio di volte, ma niente. Penso quindi che forse l’averlo inserito in quell’ordine mai concluso fatto giorni prima possa aver invalidato il codice. Provo col secondo codice, quello del secondo buono. Nulla. Non va. “Codice non valido”. Essendo Sabato decido di non contattare di nuovo il servizio on-line, ma vado direttamente ad uno sportello a chiedere spiegazioni. Mi dicono che, ovviamente, loro sono solo punto vendita e che non sanno come aiutarmi visto che i voucher, da loro, non li si può usare. Valgono solo on-line. E va bene.

6- Torno a casa e decido di chiamare il servizio clienti a pagamento (1 euro al minuto iva esclusa). Come al solito musichette e menù interattivi a cascata fino a che riesco a parlare con un operatore, a cui riferisco il problema. Risposta: scriva al servizio clienti on-line. What? Sì, loro non sanno come aiutarmi e si fanno pagare un euro al minuto per dirmi di usare il form on-line gratuito. Ormai le bestemmie non si contano più.

7- Ho un’illuminazione. Penso che possa magari essere un problema di browser, così rifaccio tutta l’operazione usando Chrome invece che IE. Sto giro il codice risulta valido e così acquisto i biglietti per i miei (ci torniamo dopo).

8- Decido di usare il secondo voucher per il concerto cui volevo andare, ma ormai siamo a Lunedì ed essendo il live Mercoledì le prevendite sono chiuse. Quindi nisba. Ok, questo non è imputabile a TicketOne.it nello specifico, però se tutto fosse andato via liscio io avrei potuto acquistare senza problemi. Invece no, il voucher mi resta in mano per un futuro evento. Evviva.

9- Dicevo dell’acquisto del regalo dei miei. E’ il 16 dicembre e sul sito TicketOne.it non c’è una previsione di consegna dell’ordine. Nulla. Niente stime, neanche spannometriche. Il niente. Io, spinto da ingenuità cronica, ritengo che 9 giorni per stampare due biglietti e recapitarli via corriere espresso siano sufficienti e così ordino, fiducioso di poter avere il regalo per natale. In quest’ottica, inserisco come luogo di consegna l’ufficio dei miei suoceri, così che il corriere trovi sicuramente qualcuno al momento della consegna. Inoltre seleziono tipo 3 euro di “Confezione Regalo”.

10- Ovviamente nulla arriva per Natale. L’ordine viene preso in carico diversi giorni dopo l’acquisto on-line. Va bene, ok, non garantivano nulla (in realtà proprio non dicevano nulla per potersi orientare) quindi mea culpa. La spedizione parte dopo Natale e il corriere arriva a consegnare. Quando? Il 31-12 alle 16.30. Chiaramente trova chiuso, perchè non dico tutti, ma la maggior parte degli uffici fa mezza giornata il trentuno di Dicembre. Per carità, ancora niente di grave, ma giusto per sottolineare l’ingegno con cui lavorano.

11- Siamo alla conclusione. La consegna avviene i primi giorni di Gennaio ed io ho i miei bei biglietti nella loro fantastica e non proprio economicissima confezione regalo. Vado dai miei e do loro il regalo di natale, scusandomi per il ritardo. Loro aprono la confezione e, come per magia, ecco due bei biglietti con stampato sopra a caratteri cubitali il prezzo.

Ecco, questo è il resoconto dettagliato della mia prima esperienza di interazione con TicketOne.it. La personalissima morale che ho tratto da questa vicenda è che se pure siano meritevoli di disprezzo anche solo per le percentuali assurde di diritti di prevendita che applicano ai biglietti, questo è nulla in confronto alla scarsità del servizio che offrono.
Per queste ragioni, caro il mio bel TicketOne.it, per quanto mi riguarda devi morire male.

Django Unchained

  • Manq 
  • Film

Ieri sera sono andato a vedermi il nuovo film di Quentin Tarantino, che si intitola “Django Unchained” e la cui locandina è qui a fianco.
Sono tutt’ora un po’ dubbioso.
Nel senso, il film è un film grosso così e su questo non ci sono dubbi, però boh, sono uscito dalla sala senza la convinzione di aver visto una cosa irripetibile o sconvolgentemente bella. Convinzione che finito “Inglorious Basterds”, ad esempio, era subito lì scolpita sulla mia faccia inebetita. Il motivo è che forse sono troppo ignorante, cinematograficamente parlando, ma per una volta ho visto un film di Tarantino che mi ha dato l’idea di essere “solo” quello che avevo visto. Non so come spiegarmi.
Faccio il parallelo coi Basterds perchè è il concorrente diretto. Lì ho visto un film sui nazisti che però era un metaforone facile e diretto sull’arte del cinema che salva il mondo dalla violenza. E poi era un film sui nazisti che però era un western travestito, con gli scalpi, gli indiani e via dicendo. Insomma, c’era tutto un sottotesto facile facile da cogliere che però dava uno spessore al film che qui, secondo me, manca un po’.
Questo film è esattamente quello che si vede on screen: un film sulla schiavitù degli afroamericani nell’america del far west. O almeno, a me è arrivato così.
Per cui è facilmente il miglior western che io abbia mai visto, però ti resta quella sensazione di “tutto qui?” quando finisci di vederlo che non s’è mai accompagnata ad un film di Tarantino. Non che io ricordi, quantomeno.
Da lì i piccoli dubbi all’uscita della sala.
Però, chiariamolo bene, a me questo film è piaciuto tanto tanto. Ci sono un tot di attori che mettono lì interpretazioni gigantesche, tutti i principali protagonisti in effetti, con punta massima probabilmente in un Di Caprio fenomenale nei suoi denti grigi e sporchi.
Ecco, sta cosa mi si è incollata in testa e non conterà nulla forse, ma io non potevo ogni volta non notare che Di Caprio in questo film ha i denti marci e come lui tutti gli attori. I denti sporchi sono un tocco di classe, secondo me, in un western dove tutti masticano tabacco e/o fumano tabacco.
Ad essere onesti, dopo una prima visione, forse mancano anche un po’ i dialoghi rispetto ai predecessori, ma dovrei rivederlo per esserne sicuro.
Di contro, la scena del KKK è credo il momento in cui ho riso di più all’interno di un cinema nella mia vita, roba da male ai reni.
Insomma, Django è un film di quasi tre ore che si guarda senza il minimo problema e senza dare neanche l’impressione di essere lungo. Succedono cose, tante, e anche quando i tempi e le atmosfere si fanno un po’ rarefatte (credo per volontà d’omaggio allo spaghetti western, ma è un parere da ignorante il mio) non si ha mai la sensazione di stanca. E poi, di solito, appena dopo arriva sempre una sana sparatoria a tirare in pari tutto. E’ un western e ci sono le sparatorie, questo è fuor di dubbio.
Non sto ad entrare nel merito delle polemiche sulla violenza o sul razismo, perchè boh, mi sembrano davvero cose fuori dal mondo. A meno che la questione sia davvero quante volte si dice “negro” indipendentemente dal contesto in cui lo si dice, che è quello di un film sulla schiavitù, ma non voglio davvero credere si possa discutere di una cosa del genere.
Bon, queste le mie impressioni.
Avrei voglia di rivederlo, magari in lingua originale, per vedere se viene fuori qualcosa di più.
Intanto, ho scritto il mio parere, che prima di rileggere ho il forte dubbio sia venuto fuori sconnesso come poche altre volte.