Vai al contenuto

Definisci: TRAP

Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri
(Forse era ieri)

Ho beccato sto video su Facebook e all’inizio ho pubblicato il post così, senza scriverci nulla sotto a parte lo stralcio di strofa qui in alto.
Mi sembrava abbastanza self-explanatory, o almeno a me era arrivato con un unico significato di base: una riflessione velatamente critica sul fenomeno TRAP che ci sta investendo ultimamente, analizzata a 360° in termini di suono, contenuti e immaginario correlato.
Grasse risate quindi.
Non sono la persona più adatta per parlare di questa cosa della TRAP, conosco effettivamente solo ciò che mi arriva in faccia mio malgrado, tipo la Dark Polo Gang, e ci sono ampie possibilità perchè non sia proprio la crema del fenomeno. Recentemente ho letto cose a tema che condivido (nel senso che qui c’è il link alla più significativa), ma non ho le basi per farci un discorso mio sopra.

La roba che mi interessa scrivere invece riguarda tutta un’altra lettura, a cui sono arrivato una volta smesso di ridere del video delle focaccine ed aver iniziato a leggere in giro roba che lo riguarda.
La prima nota interessante è che sta cosa sta in cima, o comunque è messa gran bene, nelle classifiche di ascolto di Spotify. Magari sbaglio, ma questo esce un po’ dal mio concetto di “parodia”. Non tanto che sia ascoltata eh, ma proprio che esista su Spotify, che sia stata pensata come canzone e non come un video divertente per pigliare per il culo un fenomeno. Non è una roba tipo Jackal con Depsacito, per dire.
Della DPG si dice spesso sia un fenomeno di quelli nati “per il LOL”, definizione internettiana che accomuna tutte quelle cose fatte un po’ per ridere, ma di cui non è mai dato sapere quanto sia reale la portata goliardica, o in che percentuale sia parte del progetto. Tempo fa si è parlato per giorni dello scontro tra Bello Figo e la Mussolini, investendo il primo di una qualche portata politica ed indicandolo come portatore di un messaggio che poi, boh, guardando Pasta con Tonno io fatico a comprendere. E’ probabile io sia troppo vecchio per queste stronzate (cit.), e certamente il fenomeno non è il primo ad esulare dalla mia comprensione, però nello specifico ho l’impressione si cerchi in tutti i modi di infilare a forza una dignità in qualcosa che non è detto ce l’abbia, o ancor peggio, voglia averla. Per me la DPG sta allo stesso livello semantico.
Se non inciampo nella lettura quindi, i livelli sono questi: esiste la musica, poi esiste la DPG che ha come obbiettivo il riderne (il come non è ora il centro della questione) e poi c’è Mr. Focaccina che immagino voglia ridere di chi ride della musica. Tre livelli.
Però la DPG sta in classifica, anche messa piuttosto bene, quindi di fatto è musica, con un pubblico di ascoltatori e tutto il resto. A questo punto OEL (il tipo che ha fatto il pezzo qui sopra) si porrebbe l’obbiettivo di ridere di questo nuovo trend musicale e quindi i livelli diventano due.
Anche “Le Focaccine dell’esselunga” però sta in classifica e di conseguenza tutto si appiattisce ad un unico livello.
Non si capisce più se ci sia volontà di prendere delle distanze, di dire qualcosa, oppure se sia tutto semplicemente uno stesso calderone, dove il piattume è talmente sconvolgente da necessitare livelli estremi di assurdo per uscire dal mare magnum di prodotti disponibili e farsi in qualche modo notare.
Sono confuso.
Nell’ultimo periodo ho seguito davvero marginalmente la questione Liberato e quella di Cambogia (linko 2 pezzi a caso senza leggerli, giusto per darvi qualche info che non ho voglia di scrivere io), ma il succo è che della musica, a conti fatti, non fotte più nulla a nessuno. E’ un corollario ad operazioni di marketing, studi sociologici, video sul tubo. Non dico sia una novità, con il web negli anni 70 probabilmente in classifica ci sarebbero stati i jingle del carosello, però a me è una cosa che stranisce.
Leggo che non si capisce bene nemmeno se Esselunga sia coinvolta nella cosa. Magari sì, magari no. Forse è saltata sul carro una volta visti i numeri, magari è una pensata dei loro media manager fin dal giorno uno. Difficile non ne sappiano un cazzo.
Il punto è che io dovrei in qualche modo spendere del tempo per togliermi il dubbio e capire se sto ascoltando un tipo che vuol fare musica dicendo delle cose, se è solo uno che percula una moda fastidiosa o se è una cazzo di trovata pubblicitaria.

Boh, magari per voi è una cosa normale, ma a me lascia un po’ perplesso.

8 commenti su “Definisci: TRAP”

  1. “oppure se sia tutto semplicemente uno stesso calderone, dove il piattume è talmente sconvolgente da necessitare livelli estremi di assurdo per uscire dal mare magnum di prodotti disponibili e farsi in qualche modo notare.”
    Appoggio completamente questa ipotesi.
    Che poi basta che un pezzo abbia l’autotune a cazzo come quello sopra e voilà, si spegne subito (sono durato oggettivamente poco con le focaccine) e qualsiasi domanda fantasticamente scompare mentre si tenta di recuperare serenità.

  2. non ho capito un tubo di sto pezzo manq, ti sei un po’ arrotolato su te stesso… ma il pezzo delle focaccine è talmente brutto che mi strazia anche l’idea di averlo ascoltato una volta, aumentando così il numero di ascolti del medesimo

  3. A me questa cosa piace. Non dico il pezzo delle focaccine. Mi piace ascoltare, vedere, leggere qualcosa che non può essere etichettata, che riesce ad essere seria e al contempo autoparodiarsi. I miei romanzi d’avventura preferiti (a partire dal Don Chisciotte), i migliori film d’azione (Indiana Jones, Bud Spencer e Terence Hill), un sacco di grande musica (su tutti: i Beatles), riescono ad essere così. Twin Peaks (tutto Lynch in realtà) è esattamente questo.
    Alla fine non ha molta importanza sapere se una cosa è seria, una presa in giro o una trovata pubblicitaria. Importa se ti piace o no. A me Liberato piace. La canzone delle focaccine no.

  4. @Theo: mi spiace perchè a me fila abbastanza e non saprei come esplicitare il concetto ulteriormente, ma se non si capisce c’è un problema. Vediamo se riesco a spiegarmi, almeno per una parte del concetto. Ieri su FB un’amica commentava il pezzo facendo un parallelismo con Elio, ma per me Elio nasce dalla musica. E’ proprio tutto un altro sport. Qui non sai se il punto di partenza sia una pubblicità che prova a cavalcare una moda, un tizio che vuole fare ironia su un trend musicale o lo stesso tizio che ha pensato questo pezzo perchè secondo lui ha la dignità di una “canzone”. E così a cascata sugli altri fenomeni. Vedo i video di Bello Figo e per me è ciarpame, ma continuo ad imbattermi in tentativi di infilarci un sottotesto di analisi sociale per cui mi trovo a pensare perchè io non ce li veda. E mi devo chiedere se sia qualcosa che ci vuole trovare chi ascolta (sa dio spinto da quale obbiettivo), più che un progetto dello stesso Bello Figo.
    Non so, non credo di aver chiarito. Scusa.

    @aisai: Vedi? Tu sei sicuro che il disegno sia autoparodiarsi, io ho fisso il dubbio sia roba fatta con serietà da gente che non ha un senso del ridicolo e non si rende conto di essere la parodia di se stessa. E per me è importante sapere se c’è una volontà precisa dietro o meno. Fa tutta la differenza del mondo.
    Poi in altri casi magari il prodotto mi piace e non sto a farmi queste menate. Probabilmente sento solo necessità di giustificare l’orrore quando lo incrocio.

  5. @Manq
    Non sono sicuro che l’intento sia autoparodiarsi. Non lo so. Se una cosa mi piace e mi colpisce approfondisco. Se no via.
    Non mi interrogo sulle intenzioni alla base delle cose che non mi piacciono.
    (E in realtà, anche delle cose che mi piacciono, le intenzioni mi interessano relativamente, sempre che ci siano).

  6. senza offesa, ma è la prima volta che leggo una roba tua cosi’ “senza capo ne’ coda”. Faccio fatica a capire dove tu voglia andare a parare e, arrivato in fondo, mi sono chiesto “ma cosa voleva dire?”.

    Detto questo, hai condiviso un link da “linkiesta”. Non ho altro da aggiungere

  7. @Mnwr: se nessuno trova il filo del mio post è evidente sia scritto male. Mi spiace, per me il discorso aveva un suo senso. Forse non proprio un capo ed una coda, perchè alla fine non è che ci fosse una tesi dietro, più che altro il tentativo era di analizzare dei fenomeni e capire cosa ci fosse alla loro base. Non avevo la pretesa di trovare la risposta (che infatti non ho trovato), ma speravo si capisse la domanda. Prendo atto non sia così e mi spiace. Non sono Lynch, io scrivo con l’obbiettivo che il lettore mi capisca.
    Riguardo linkiesta, non ho commenti a riguardo: come scritto (quello sì in modo ineccepibile), ho messo link utili a dare dei riferimenti. Non li ho manco letti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.