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Aprile 2025

Massimo Coppola che si incazza

L’altro giorno sono incappato in questo video qui sotto.
Premessa: non conosco il podcast, non conosco chi lo conduce. Ci sono arrivato perchè YT mi ha profilato, giustamente, come uno a cui piacciono le polemiche, ma poi me lo sono guardato davvero perchè l’intervistato, Massimo Coppola, è un personaggio di cui mi interessa conoscere le opinioni.
Lo riporto qui sotto, dura un’oretta, poi sotto scrivo qualche riflessione.

Guardandosi tutto il contenuto ci sono ovviamente delle problematiche grosse, che vanno ampiamente oltre il “conflitto” finale a cui si arriva in maniera se vogliamo anche inaspettata.
Il primo problema è il conduttore, in generale, ma soprattutto in relazione ad un ospite come Coppola. Il tipo rappresenta, a mio avviso, un po’ il tipico podcaster attuale, che definiremo “alla Gazzoli”: uno con niente da dire o comunque a cui non interessi dire nulla mentre fa un podcast, che si limita a imbeccare l’ospite con domandine superflue e un po’ del cazzo sperando che sia poi l’altr*, eventualmente, a rendere il contenuto interessante facendo, se e quando vuole, un passo in più. E’ un modo di condurre le interviste di cui comprendo il razionale e che può anche funzionare, pur trovandolo io, personalmente, detestabile. Solo che dall’altra parte ci deve essere un*ospite che accetti la cosa, per qualche ragione che può andare dall’etica, al rispetto per l’impegno preso fino alla necessità di non ostacolare la promozione per cui si trova nella stanza. Se l’intervistat* accetta può scegliere di stare al livello proposto e regalare a chi guarda un’ora di vuoto pneumatico, oppure alzare l’asticella portando la conversazione su un altro piano. Se, ripetiamolo, accetta l’assunto.
Nel caso specifico, Massimo Coppola non lo accetta manco un po’ e, fin dal principio, appare intenzionato a farlo notare. Verrebbe da chiedersi perchè abbia deciso di andarci, che aspettative avesse, ma non ha molto senso da parte mia stare a fare dietrologia, restiamo su quel che si vede. L’evidente rifiuto, legittimo, di Coppola a prestarsi ad una chiacchierata sterile e superflua si traduce però in un atteggiamento di maleducazione rara che, fin dalle prime battute, avrebbe messo a dura prova i nervi di qualsiasi persona. Il tipo però, gli va riconosciuto, invece di mandarlo a fare in culo come avrebbe diritto di fare, trovandosi in casa propria, cerca di abbozzare e prova a mantenere il dialogo aperto. Da questo lavoro pazzesco esce un’oretta scarsa di contenuto a mio avviso valido, in cui anche Massimo Coppola di tanto in tanto dimentica di volersi mettere di traverso e contribuisce dicendo cose interessanti. E’ uno strazio da seguire, per via dell’atteggiamento di cui sopra, ma almeno ci sono dei concetti.
In questo clima, si arriva alla situazione finale non con un climax di tensione crescente che sarebbe stato anche ipotizzabile visti gli inizi, ma proprio al contrario. Lo scontro nasce nel momento in cui sembravano poter arrivare in fondo. Volendo entrare nel merito, senza spoiler: la domanda incriminata era quantomeno mal posta se non completamente idiota nella logica fondante? Sì. C’erano gli estremi per alzarsi ed andarsene? Per me no, per Coppola sì e quindi ha fatto bene a farlo. Il modo in cui se n’è andato è criticabile? Boh, sembra l’atteggiamento di uno schizofrenico: si alza, saluta con rispetto spiegando di non poter andare avanti, porge addirittura la mano e poi uscendo urla minacce risibili e del tutto antitetiche con la posizione di uno che “non tollera i fascismi”. Onestamente però anche di quello mi interessa relativamente.
La roba su cui volevo ragionare con questo post è un’altra. Coppola non è un politico, non gli è richiesto di usare una strategia comunicativa utile al messaggio in cui crede. Non è il suo ruolo rappresentare la sinistra e può fare quello che vuole, rispondendone come individuo. Però non è neanche idiota, credo, certamente non al punto da ignorare che il suo atteggiamento di chiusura e di arroganza (reale o ostentata che sia) possa avere una conseguenza che va oltre il farsi un’opinione di Massimo Coppola. Specie in un contesto sociale in cui sembra evidente la sinistra, come macro categoria intellettuale, abbia come primo problema l’incapacità di parlare con le persone. E quindi boh, forse uno sforzo in più anche persone come Massimo Coppola, a cui non è richiesto un cazzo, dovrebbero provare a farlo.
Nulla più di questo, in realtà.


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Tacca

Anche quest’anno ho compiuto gli anni.
Il tempo in cui mi andava di festeggiare la cosa è finito da un po’, quindi mi sono vissuto la mia giornata con quel velo di malinconia e presa ammale ormai tipico, anche se strenuamente combattuto dall’euforia dei miei figli.
Per il resto tanti messaggi di auguri anche da insospettabili, che fanno sempre piacere, e una spolverata di rodimento di culo per alcuni tra i non pervenuti.
Tutto normale, dritti sul binario che mi vuole sempre più cosciente del fatto che nella mia vita di persone ce ne siano troppe e non troppo poche.
Le ultime due ore, prima di aprire questo post, le ho passate a scrollare reel su FB o forse Instagram pensando a come un tale bombardamento mirato di contenuti ideologico/politici facesse impallidire la cura Ludovico. Cosa che, fosse vera, dovrebbe allarmarmi e non poco in merito agli effetti sulla mia persona. Non lo so, al centesimo contenuto di Travaglio che parla di Russia è difficile non convincersi di essere anche solo incuriositi dalla questione. L’idea è che l’algoritmo ci profili per darci contenuti rilevanti, ma la sensazione è che la rilevanza non sia per forza di cose relativa al nostro interesse. Forse si tratta solo di capire su che aspetti sia necessario farci cambiare idea e procedere per sfinimento.
Non lo so.
Io ho passato lo scorso anno a cercare di staccarmi da questa realtà aumentata smartphone mediata, ma i risultati sono evidentemente nulli. Siamo al punto in cui la sera mi agita di più l’idea di trovare qualcosa da fare per non guardare il cellulare, che non la possibilità di buttare ore in scrolling forsennato.
Adesso quasi quasi disinstallo dal cellulare pure FB e Youtube così vediamo se la situa migliora.
Me lo faccio come regalo di compleanno.
Ecco, fatto.
Già che siete qui, a sto punto vi beccate un paio di update dalla mia vita.
Sto continuando a correre, sempre con la stessa sofferenza e mancanza di voglia, ma continuando anche a spostare in avanti il limite di quel che aspiro ad ottenere. Ora corro 22/23 km a settimana, divisi in 3 sessioni. Sono riuscito a portare i 5km sotto il muro dei 5′ a km di media, cosa che ritenevo impensabile, ma poi di fatto i 5km ho smesso di correrli. Adesso il mio ciclo di allenamenti prevede 6 o 7 km ad inizio settimana, 6km di ripetute a metà settimana e i 10km a chiudere. Sui 10km il mio record personale é 5’18” al km, portato a casa proprio sabato scorso. Ho sempre il timore di poter smettere domani, quindi vivo l’impegno con un senso del dovere marziale nell’idea di contrastare questa ipotetica tendenza al darla su che, in 16 mesi, ancora non si è palesata. Teniamo botta, quindi.
Questo 2025 è anche l’anno di un nuovo progetto in cui mi sono imbarcato e che, forse (ma forse no) è anche il motivo per cui non sto aumentando i miei scritti qui sopra come invece avevo ipotizzato sarebbe successo. Non sono qui a fare il fenomeno che “non vi posso spoilerare nulla” o “seguitemi per scoprire di cosa si tratta”, non dico apertamente cosa sia perché metterlo nero su bianco sarebbe come ufficializzare il fatto che ci stia provando, cosa che renderebbe ufficiale il fallimento. Non me la sento, anche perché non è una roba completamente nuova, ci avevo già tentato in passato senza mai andarci neanche vicino, quindi nulla mi lascia pensare possa andare diversamente a questo giro. Anche se, ad onor di cronaca, non ero mai partito così lanciato. Oh, avete ragione, ho già scritto troppo per essere credibile nella parte di chi non ne vuole parlare. Sono un po’ gasato, perdonatemi. Passerá.
Che poi, anche ‘sto scrivere ad un interlocutore immaginario, da dove mi esce?
Molte vibes da blog anni ’00 questo post. Ero partito con l’idea di non pubblicarlo, poi ho pensato di metterlo su, ma senza spedirlo via newsletter e ora mi sa che ho deciso di andare full optional. Vediamo se qualcuno sto giro fa unsubscribe.
Dai, l’ho tirata in lungo anche troppo.
Da Manq dell’omonimo blog è tutto, a voi studio.


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