Come tutti gli anni, anche in questo 2017 è arrivato il momento di votare i miei quintetti ideali per la partita delle stelle NBA.
E’ un’operazione che ha sempre meno senso, se vogliamo, sia perchè non guardo un All-Star Game volentieri da anni, sia perchè si votano giocatori sulla base si una Regular Season che inizia a mostrare un po’ il fianco in termini di rilevanza. Ottantadue partite giocate con cadenze frenetiche in cui l’obbiettivo principale è cercare di non farsi troppo male prima delle partite che contano, possibilmente mettendo su cifre senza senso in quante più voci statistiche possibile.
Al giochino dei voti però non mi sottraggo e quindi ecco qui i miei quintetti.
E’ vero, sono quintetti senza senso, ora però spiego i motivi del voto.
OVEST.
Il mio play di riferimento in questa lega è e rimane il caro e vecchio CP3. Non c’è storia, anche e soprattutto quest’anno dove i Clippers hanno dato a sprazzi l’idea di essere una bella squadra. I numeri sono grossomodo i soliti, i risultati di squadra pure, ma forse per una volta possiamo ambire a non fare figuracce in post season, infortuni permettendo. In una conference dove non ho mezza squadra simpatia è facilissimo tifare per loro. Daje Paul.
Parlando di antipatici, invece, come non citare l’animale col numero zero? Westbrook credo abbia una quantità di motivazioni incalcolabile e le sta traducendo in una pioggia di triple doppie. La squadra è scarsa oltre ogni decenza, ma darei una mano per vederla finire ottava e guardarmi la prima serie di PO contro Golden State.
Finite le guardie, andiamo al reparto lunghi, dove un chiarimento è più che necessario. E’ ovvio che JaVale sia in quintetto per meriti che non hanno a che vedere col basket giocato. Il posto “cuore matto” sarebbe dovuto andare a JR, che al momento ha problemi molto più grossi che non l’All Star Game e quindi mi son trovato con uno slot simpatia da assegnare. McGee è l’unica ragione per cui potrei tollerare un titolo nella baia. Se non lo tagliano. In una votazione più sensata il suo posto l’avrei dato al Gallo perchè, beh, è il Gallo.
Gli altri due per me non hanno nemmeno bisogno di spiegazione: Davis e Towns sono due giocatori destinati a dominare. Il primo lo sta già facendo, il secondo si sta ancora rodando, ma il futuro di questo gioco credo avrà molto a che fare con loro due.
EST.
Non poter infilare il greco impronunciabile tra le guardie mi ha creato non pochi problemi di quintetto e alla fine a farne le spese è stato PG13. Spero non se la prenda. Antetokounmpo finisce a fare l’ala piccola a est quindi, non tanto per i numeri incredibili che sta facendo, quanto perchè ogni volta che vedo una sua foto ho sempre la sensazione gli abbiano allungato le braccia con photoshop. Fa impressione.
A fare l’ala grande ci metto LeBron James perchè è LeBron James. Il prescelto. Il re.
Rimane vacante il posto da centro, che do a Drummond. La prima versione del quintetto aveva LBJ da 5 e George da 4, ma non mi sconfifferava. Drummond è forte, va bene così.
In cabina di regia il primo posto è di Kemba Walker, idolo di noi calabroni. Ho sempre pensato fosse un giocatore troppo altalenante, ma l’anno scorso mi ha piacevolmente smentito e spero continui a farlo quest’anno. Poi oh, quintetti senza Hornets non ne ho mai fatti, sta a vedere che avrei dovuto cominciare quest’anno. Tzè.
Di guardie ne servono due però, e il secondo posto lo do a sorpresa a Thomas, anche se sorpresa è un termine che può valere solo per chi non ha idea di come sia messa Boston in classifica. Io la odio, Boston, ma cazzo.
Questi sono i miei quintetti.
Avendo disdetto Sky Sport non sto praticamente vedendo mezza partita, ho votato sulla base di quel che leggo e sento. Come dicevo all’inizio è ormai una cosa priva di senso, ma tutto sommato mi diverto ancora a farlo.
Quest’anno ho tagliato una quantità di fenomeni senza eguali.