E così oggi dovrebbe essersi concluso il secondo isolamento di questo 2020, durato 37 giorni. Da domani la Lombardia torna zona gialla e questo vuol dire riprendere a circolare e vedere persone, se necessario.
Non credo cambierà molto nell’immediato, l’idea è cercare di essere cauti e tirare Natale senza esporsi a rischi, in modo da essere pronti qualora ci fosse luce verde e lo si possa festeggiare coi parenti stretti.
37 giorni, dicevamo, che sommati ai 57 del giro primaverile ci portano ad un totale di 94 giorni di isolamento.
Tre mesi.
A pensarci mi sembrano molti di più, un po’come i gradi percepiti in Agosto.
Il 2020 per me è stato grossomodo come aver fatto il militare: un anno buttato lontano dagli affetti e impiegato quasi esclusivamente a fare cose che nel migliore dei casi ti segnano per sempre e nel peggiore ti rendono una persona peggiore. Mi ero scampato la naja, ho dato col COVID. Se per voi va bene, io farei pari e patta e col 2021 si ricomincia a vivere.
L’importante è che non ci sia un terzo giro di lockdown, perché questa seconda stagione del diario giornaliero mi ha davvero fatto sudare sangue.
L’ultimo giorno di questo secondo isolamento lo abbiamo passato a festeggiare i tre anni di Olly: abbiamo mangiato la torta, abbiamo giocato e lei ha cantato tutto il giorno la OST di Frozen pretendendo che la chiamassimo Elsa.
Tre anni fa, quando è nata, avevo già scritto di come per me fosse stata un’esperienza molto particolare. In questi tre anni il mio rapporto con Olivia si è sviluppato in maniera strana, imprevedibile per un maschio bianco etero figlio unico. L’arrivo della sorellina e la dipendenza di quest’ultima dalla mamma ha cementato il mio rapporto con Giorgio, rendendoci davvero inseparabili. Forse è perché mi sento di dover compensare questa sproporzione di tempo che dedico a lui rispetto a lei, forse è perché lei stessa vuole principalmente la mamma facendomi sentire spesso “snobbato”, il fatto è che il rapporto che ho con mia figlia non l’ho mai avuto con nessuno prima: sono uno zerbino completo, mi fa su come vuole. Il nostro momento privato, prima del covid, era quando la portavo in piscina ed eravamo solo io e lei. Oggi, non potendo farlo, ci siamo ritagliati la nostra privacy settimanale andando al supermercato insieme. Lei si veste di tutto punto e quando arriviamo prende la mascherina dalla sua borsetta e il gettone per sbloccare il carrello. Poi la metto a sedere nel seggiolino ed iniziamo insieme a fare la spesa, scegliendo i prodotti sulla base del colore delle confezioni (che è preferibile sia rosa) e chiacchierando amabilmente tra di noi.
Ridiamo tanto.
Adoro stare con entrambi i miei figli, ma certamente giocare con Giorgio oggi è più divertente che giocare con Olivia.
Eppure il nostro momento spesa è la parte che preferisco della mia settimana.