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Black Sails

Qualche mese fa avevo vaneggiato qui sopra di un progetto a cui mi stavo dedicando e di cui non mi sentivo di dare i dettagli per evitare di renderlo reale al punto di mal digerirne un eventuale fallimento. A distanza di tempo, ho deciso che non sia più il caso di fare i misteriosi.
Sto scrivendo un romanzo.
Al punto in cui sono ora(1), la parola fallimento ha assunto diverse sfumature, ma il significato che le avevo dato inizialmente era di buttarmi nell’opera e non riuscire ad arrivare in fondo. Siccome oggi mi sento di escludere questa possibilità, pur essendo ben lontano dal finire il lavoro, posso anche uscire allo scoperto qui sopra. Anche perchè, voglio dire, non è che questo sia propriamente un articolo del NY Times.
Veniamo al tema del post. Siccome il mio ipotetico romanzo parla di pirati, concluso il primo troncone di scrittura mi sono rivisto tutte le quattro stagioni di Black Sails per un “reality check” e mi sono innamorato di nuovo dell’opera. Se con quello che sto provando a fare (e che mi sta costando una quantità di ore e di sonno incalcolabili) riuscissi a trasferire anche solo un decimo dell’atmosfera che è riuscita a ricreare questa serie, mi riterrei ben più che soddisfatto.
Black Sails racconta le vicende del Capitano Flint e del pirata John Silver, poi Long John Silver, intrecciandone le origini con figure storiche dell’epoca. Un mix di fantasia e storia che, fin dal primo istante in cui ho pensato di cimentarmi nella stesura di un romanzo, è stato l’obiettivo a cui tendere anche per il sottoscritto. Essendomi messo a studiare parecchio l’epoca della pirateria, ho capito in fretta che sul piano della veridicità storica la serie TV non ha mai voluto essere davvero verosimile, si è limitata ad incollare nomi di figure realmente esistite dentro una storia completamente di fantasia e di difficile collocazione temporale. Questo però non è un difetto. Guardandola la prima volta non me ne ero assolutamente accorto e, probabilmente, è una buona indicazione del fatto che l’attenzione alla veridicità/verosimiglianza che sto provando a mettere io, con tutti i limiti del non essere uno storico, risulterà largamente superflua. Amen.
Tornando a parlare della serie, invece, quella spolverata di personaggi storici non fanno che supportare il lavoro magistrale fatto a livello visivo per trasferire allo spettatore un’ambientazione estremamente suggestiva, in cui chi ama quel tipo di periodo storico non può che venire risucchiato fin dai primi minuti grazie ad una fotografia superlativa. A livello di trama, poi, le prime due stagioni sono di un livello stellare. C’è un colpo di scena, nel penultimo episodio della seconda stagione, che per scrittura e realizzazione è senza dubbio il più sorprendente e potente che mi sia mai capitato di vedere. Non dico debba esserlo per tutti, ma per me lo è sicuramente stato. Non l’ho visto arrivare e mi ha colpito con una velocità e un’impatto irripetibili. Le due stagioni successive mantengono inalterata la qualità di resa dell’atmosfera, ma calano parecchio a livello di storia, anche se nel finale c’è una bella ripresa.
Quello che non cala mai, invece, è la grandezza dei personaggi raccontati. Ognuno di loro è perfetto, nel tratteggio e nel percorso, anche quelli che possono sembrare più caricaturali o stereotipati. Li ho amati tutti, senza esclusioni, e ho fatto il tifo per ognuno di loro in almeno un’occasione.

Quindi niente, il succo del discorso è che in un mese mi sono riguardato trentotto episodi di Black Sails e ne vorrei almeno altrettanti. Da amante dei pirati, credo siano il prodotto perfetto. Io sono un fan enorme di Monkey Island, ho adorato alla follia il primo Pirati dei Caraibi e ho letto un po’ di letteratura a tema, ma non credo di aver trovato mai nulla che fosse così affine alla mia idea e al mio gusto.
Ho chiesto di leggere la prima parte del mio romanzo wannabe ad una manciata di amici. Un paio lo hanno fatto davvero, mia moglie ci sta litigando, gli altri probabilmente sono troppo gentili per dirmi “lascia perdere”. Diciamo che dai primi feedback non ho l’impressione di avere per le mani un best seller, ma non ho intenzione di mollare.
L’illusione a cui mi aggrappo è che anche che Black Sails non è piaciuta a nessuno.

(1) circa 200 pagine scritte, circa metà della strada, circa metà del secondo dei tre tronconi di cui dovrebbe essere idealmente composto.


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