Autocandidatura
Il discorso che Berlusconi oggi ha tenuto a Lampedusa mi ha spinto a riflettere.
Quelle che seguono sono alcune delle cose che ho visto e vissuto da cittadino italiano negli ultimi anni:
– Ho visto un Presidente del Consiglio diventare motivo di vergogna per la popolazione del mio Paese. Soprattutto all’estero.
– Ho visto divorziati e puttanieri in piazza per negare diritti a chi non è abbastanza ipocrita da nascondersi dietro la maschera della “famiglia cattolica”.
– Ho visto “la sinistra” chiedere ai lavoratori della FIAT di acconsentire a farsi sfruttare.
– Ho visto “mani pulite” e ho rivisto molti di coloro che ne presero parte tornare in parlamento come nulla fosse.
– Ho visto Follini, la Binetti e Rutelli nel centrosinistra.
– Ho visto Mastella.
– Ho visto la compravendita di voti e favori in Parlamento. Impuntita e, peggio, ostentata.
– Ho visto la scuola pubblica, patrimonio di cui l’Italia avrebbe dovuto vantarsi, sventrata in vece di sporchi interessi politici.
– Ho visto il Papa in Parlamento.
– Ho visto Scilipoti.
– Ho visto la casta generare ad uno ad uno i propri privilegi arrivando a sbatterli in faccia al cittadino senza alcun pudore.
– Ho visto la politica usare le forze dell’ordine contro i cittadini. Dormienti.
– Ho visto il mio Paese parte in causa in diverse guerre, nonostante la costituzione voglia un’Italia che “ripudia la guerra”.
– Ho visto le leggi ad personam.
– Ho visto puttane e servi fare carriera mentre il governo distruggeva il futuro dei giovani meritevoli al grido, beffardo, di “meritocrazia”.
– Ho visto la legge elettorale “porcata” e gli scempi che ha permesso.
– Ho visto i sindacati aiutare i potenti ad affossare i lavoratori, facendo credere di volerli tutelare.
– Ho visto Gasparri spacciarsi per l’autore di una legge.
– Ho visto gente ridere di disgrazie immani solo perchè queste avrebbero portato loro altri soldi.
– Ho visto la cultura relegata ad un rincaro sulla benzina.
– Ho visto Fede, Minzolini, Bruno Vespa, Liguori, Rossella, Ferrara e tanti altri in onda tutti i sacrosanti giorni a lamentarsi dell’egemonia comunista nell’informazione.
– Ho visto ore di dibattiti e tribune politiche in cui veniva detto tutto ed il contrario di tutto senza che nessuno fermasse la caciara e dicesse qual’era la realtà dei fatti.
– Ho visto il giornalismo morire sotto i colpi di interviste concordate, monologhi sermone e salotti televisivi vuoti di concetti.
– Ho visto un partito nato al grido di Roma Ladrona infiltrare figli, nipoti ed amici in qualunque posizione Roma potesse dar loro uno stipendio sontuoso.
– Ho visto politici rivalutare Mussolini. O peggio, sdoganarne l’apprezzamento.
– Ho visto lo Stato messo in mano ad affaristi senza scrupoli che hanno barattato l’occupazione, il futuro del paese, per i loro interessi.
Ho visto tutto questo e molto, molto altro.
E non ho fatto un cazzo.
Il nobel per la pace quindi, senza falsa modestia, lo merito io, come lo meritano tutti quelli che come me dopo anni, decenni di merda ingoiata a forza non hanno ancora optato per ricorrere alla violenza e risolvere una volta per tutte questa triste e drammatica situazione italiana.

Siamo in guerra. Ancora. Per l’ennesima volta abbiamo deciso di appoggiare l’esportazione di democrazia tanto cara all’occidente. Caso vuole, ancora una volta il bersaglio di questa azione è, coincidentalmente, un paese ad ampia disponibilità petrolifera. Mu’ammar Gheddafi infatti non è un dittatore sanguinario da ieri, bensì dal 1969. Non solo, a volerla dire tutta non è nemmeno l’unico nè il più pericoloso (se mai fosse possibile stilare una classifica). Da ieri però le truppe alleate hanno deciso di intervenire, come un sol uomo, per porre fine al suo regime di violenza. “Anche l’Italia, non vuol essere da meno, anche lei ha il suo vagone da attaccare in fondo al treno” recitavano cinque ragazzi che a volte, in quanto ad occhio lungo, han fatto seria concorrenza ai temibilissimi Maya. Però questo giro non è così semplice salire sul carrozzone. Il problema, neanche a dirlo, l’ha causato il tale che nella foto a margine mostra il culmine della sua opera in termini di “gestione della questione libica”. Il risultato è che ora siamo in guerra, siamo i più vicini al nemico e, quando ci sarà da spartire, non conteremo una beata proprio in virtù degli ostentati rapporti di amicizia con il colonnello. Senza voler scomodare paragoni illustri, credo che un neonato in termini di politica internazionale avrebbe potuto fare meglio. Vedremo ora cosa succederà, quanto realmente lampo sarà questa guerra (magari si può chiedere un parere in merito al popolo afghano o ai nostri soldati spediti in loco) e quanti morti causerà, da entrambe le parti. Già perchè il raiss, dopo aver lanciato razzi sul suo popolo, ha deciso di utilizzare gli scudi umani a riprova che forse, pazzo come un cavallo, non lo è diventato in un paio di settimane. E se me ne ero accorto io che non ci ho mai parlato, i dubbi su chi l’ha ospitato in casa son più che legittimi. Molti amanti del compianto Benito sottolineano che il suo unico errore furono le amicizie sbagliate. In quest’ottica, direi che Silvio “salvaci tu e difendi la democrazia” Berlusconi non ha imparato proprio nulla, anzi, forse riesce a fare pure peggio.
Alphonse Gabriel Capone, detto Al, era un malavitoso. Grazie ad un vastissimo giro di illeciti, costellati da ingenti omicidi, accumulò nella sua pur breve vita una ricchezza spropositata ed una posizione di potere elevatissima. Tutta l’America sapeva che era un delinquente dei peggiori, a Chicago nessuno poteva dormire tranquillo e l’FBI lo dichiarò nemico pubblico n°1. Eppure, grazie ad ingenti opere di corruzione, nessuno riuscì a contrastarlo per moltissimo tempo e nessuno potè provare un suo collegamento con le stragi ed i crimini di cui costantemente si macchiava.