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Web

Sotto il dito

Ho un problema.
In internet non trovo una webzine decente che recensisca dischi e mi sproni ad ascoltare musica, a documentarmi su una certa band o a confrontarmi col giudizio altrui riguardo un disco.
Una volta leggevo “Munnezza”, da tempo nota come “Dedication“.
Ad essere sincero la leggo ancora, ma non mi piace più.
Il motivo è abbastanza semplice: trovo le recensioni arroganti. Non ho mai avuto nulla contro l’arroganza, per carità, io sono il primo a ritenerla una virtù, però quando voglio documentarmi riguardo ad un disco vorrei che mi si dicesse solo se è bello o meno, non sentirmi giudicato dall’autore per il fatto che io possa o meno ascoltare il disco in questione.
Oltretutto il taglio dato alla webzine da ormai qualche anno è decisamente diverso da quello che era un tempo, probabilmente a causa del cambiamento dei gusti dell’ormai credo unico redattore. Questo fa si che vengano recensiti un sacco di dischi di cui al momento non mi interessa e non vengano quasi mai segnalati quelli su cui vorrei un parere. Questo non è chiaramente un “difetto” della webzine, ma la rende inutile o poco più ad una persona come me.
Tempo fa bazzicavo anche le pagine di “Emotional Breakdown“. Non la trovavo malaccio e avevo anche provato a collaborarci (senza grande successo in realtà) prima che chiudesse. Ora ha riaperto sotto forma di blog e non la leggo da molto. Faccio fatica a trovare quello che cerco, così evito a priori.
Recentemente infine ho provato a dare un’occhiata a “Groovebox“, più che altro perchè ho visto che Uazza ci scriveva sopra e volevo vedere come fosse.
Senza offesa, ma non mi piace proprio.
A costo di fare l’errore imputato poc’anzi a Dedication, mi pare che la recensione dei dischi che conosco non sia decisamente fatta come si deve. Posso sbagliarmi, ma mi pare che l’approccio sia leggere al volo in internet cosa si dice della band in questione e copiaincollare qualche news insieme, più che ascoltare il disco e dire come lo si è trovato. Ripeto, io ho valutato solo le poche recensioni fatte a dischi che posso conoscere anche io, e le ho trovate decisamente poco funzionanti. Magari sulle robe più “metal/nu-metal” vanno forte. Però paragonare gli Used agli Evanescence, per fare un esempio, è proprio indice di non avere un minimo di bagaglio culturale in merito alla questone.
Indipendentemente dai gusti.
Io, per esempio, non mi metterei mai a recensire dischi di un genere che non ascolto. Non ne sarei capace e ne uscirebbero prodotti poco utili a chi cerca una recensione.
Perchè dico cosa farei io? Perchè mi è scivolata in testa l’idea di provare a farmela da me, la webzine che cerco.
Per farlo però, ho evidente bisogno di aiuto e da qui arriva il titolo del post.
Forse per la prima volta da che ho un diario on-line mi rivolgo ai possibili lettori dicendo semplicemente: “chi ci sta, metta sotto il dito”.
Serve una redazione. Possibilmente una redazione variegata, non troppo ampia, capace di dare spazio a diversi tipi di musica senza la pretesa di volerli valutare tutti. Tra le persone che so leggere questo blog e quelle che potrebbero leggerlo senza che io le conosca c’è sicuramente gente che di musica ne ascolta tanta. Si tratterebbe solo di dire quel che si pensa in merito, nè più nè meno di quel che si fa quando ci si vede di fronte ad una birra.
Se qualcuno decidesse di appoggiare l’idea, io sono qui.
Anche solo per parlarne, per stabilire assieme come si potrebbe fare una cosa del genere.
Poi oh, se non dovesse dirsi disponibile nessuno, questo resterà uno dei miei tanti progetti incompiuti ed io continuerò a scrivere dei dischi che ascolto sul mio diario.
E a cercare una webzine decente in rete.

E’ finita!

Ho cancellato il mio account Myspace.
Ho sempre odiato Myspace.

Nota: aggiornata la sezione “bio”

Facebook

Ho creato un account Facebook.
Non ho capito cosa possa esserci di utile, in realtà, tuttavia il fatto che io sia ancora sveglio alle quattro meno un quarto di notte indica che la questione mi ha preso.
Ci ho trovato un mare di gente che non vedo da anni.
Ma tanti anni.
E’ divertente, al momento lo uso come un incrocio tra “Carramba” e “Chi l’ha visto?”.
La SNAI mi quota 1,35 scoglionato entro pochi giorni.
Vedremo.
Ora forse è il caso che vada a dormire visto che domani tra poche ore avrei in programma di andare a Milano a fare due scatti della città deserta.
Se non piove.
E se non dormo.

Errata:
sono oramai le 5 del mattino e sono ancora on-line.
Facebook è una droga.
Ci sto trovando il mondo.
Tra l’altro, l’assurdo è che trovo gente tramite il profilo di persone con cui non pensavo avessero nulla a che fare. Il giro di parole incomprensibile è dovuto alla stanchezza.
Vado definitivamente a letto.

Waste of time

Checcazzo.
Avrei dovuto essere a letto da almeno un’ora.
Sono cotto da almeno cinque.
Le quattro cose che mi devo portare in montagna sono ancora lì ad aspettare che le metta nello zaino.
I piatti che ho detto avrei lavato un paio d’ore fa sono ancora lì che mi guardano dal lavandino.
Con in sottofondo l’ultimo Coheed and Cambria e l’ultimo Linea 77 me ne sono stato al pc a buttare via il tempo.
Due dischi carini, entrambi meglio dei predecessori al primo giudizio.
Ieri sera sono andato al cinema a vedere “Non è un paese per vecchi”.
Bello.
Sbadiglio.
Perchè non me ne vado a dormire?
Internet è un pusher privo di scrupoli, ti da ciò che vuoi e non si prende responsabilità.
La colpa resta a te, che sei troppo debole per dire di no e che assecondi le tue dipendenze fino a star male.
Ultimo sorso di Santal Nature Mix Blu.
Domani mattina lab meeting alle nove.
Checcazzo.

Photos Manaudou naked – foto della Manaudou nuda

Per tantissime ragioni trovo assolutamente doveroso divulgare una pagina con tutte le foto compromettenti della Manaudou (grazie a Dietnam, as usual).
Provo ad elencare i principali:
– E’ Francese.
– Questo alzerà credo non poco le visite al mio blog.
Detto questo preciso che a mio avviso la Manaudou è un cesso.
Prossimamente su queste reti il resoconto della mia breve ed intensa esperienza a Napoli nonchè le classifiche musicali del 2007 che volge al termine.
Chiudo con il link.

4 Gennaio 2008: l’evento

L’idea è venuta fuori ieri sera durante un ottimo aperitivo al Dynamo, in attesa di sentire l’ultima data acustica di Fabrizio Coppola.
Giusto per completezza: grandissimo live, da pelle d’oca.
Tornando all’idea, beh, spiegarla è molto semplice.
Il tutto nasce dalla volontà mia e di Zetter di cimentarci, dopo l’enorme successo de “Il Signore degli Anelli”, in una nuova impresa cinefila.
Questa volta non si scherza.
Questa volta sarà il turno dell’intera saga di “Die Hard – Duri a Morire”.
Il 4 Gennaio 2008 un gruppo di temerari ancora da definire si ritroverà a casa mia, rigorosamente in canottiera, e si potrà gustare in sucessione “Trappola di Cristallo”, “58 Minuti per Morire”, “Duri a Morire” e l’ultimo “Vivere o Morire”.
Fino a qui nulla di particolarmente innovativo in verità, tuttavia le nostre menti hanno iniziato a galoppare veloci e ne è nato un contest strabiliante.
L’intera maratona verrà trasmessa in streaming su internet e durante il suo svolgimento ci sarà perfino un concorso a premi.
Nota: non è il momento per i dettagli, non voglio rovinare la sorpresa a nessuno, tuttavia posso garantire che nessuna legge sul copyright verrà violata.
Che mi preme al momento è risolvere alcune problematiche organizzative.
In primo luogo le adesioni.
Casa mia non è certo l’Arcimboldi e quindi i partecipanti non potranno essere moltissimi. Pensavo ad un massimo di 6/7 persone compresi il sottoscritto, Zetter e J. Per chi volesse aggiungersi ed essere tra coloro che vivranno l’evento di persona e non dietro un monitor, vale la regola aurea del “chi primo arriva”.
Il numero delle persone è legato non solo alle dimensioni della mia dimora, ma anche alla sistemazione degli ospiti.
Il mio soggiorno è ancora totalmente inarredato. Questo comporta spazio in più, ma minore comfort. Non avendo un divano pensavo all’utilizzo di materassini da spiaggia e roba simile, ma è ancora tutto in fase talmente embrionale che ci sarà modo di trovare qualcosa di più adeguato.
Altro problema è che sono ancora sprovvisto di TV.
Questo però dovrebbe costituire un problema di poco conto, potendo facilmente supplire tramite schermi PC facilmente collegabili a qualsivoglia lettore DVD.
Sarà un grande evento.
Come aperitivo alla maratona verrà proiettato anche “L’ultimo Boy Scout”, pellicola che segna il punto più alto della carriera del Willis attore. La visione di questo ulteriore film non sarà inserita nell’evento e sarà quindi esclusivamente riservata a chi tra i partecipanti “live” volesse usufruirne.
Io me lo guarderò di sicuro, anche per testare l’impianto che verrà installato per la serata.

Fuck you skateamerica.com!

If you are a skater, or a snowborder, or a fuckin’ poser like I am and you live in Italy, probably you may have some problems in finding clothes, band merchandise and shits like these.
Honestly, I have to say that there are a lot of great shops near the place I live and I usually buy there all my stuffs, but sometimes finding what I’m looking for gets quite difficult and so I have to resort to the web.
Surfing the net I hit on www.skateamerica.com.
“Welcome to the #1 Skateboard Mailorder Dealer in the world“.
Wow, I thought, heaven is a place on web!
It was September the first.
I immediatelly asked my friends and my girlfriend if someone would like to order something with me, in order to divide the shipping bill.
Ambra chose a pair of sandals, a belt and a pair of gloves.
I chose a Blink 182 old style t-shirt. I know, Blink are on hiatus since 2005 and the t-shirt I like is a 1999 item or even older, but ehi, skateamerica is the #1 Skateboard Mailorder Dealer and they make impossible to become possible. In fact the t-shirt is available and ready to ship immediately.
Can’t belive me? Look at this. I asked an M size.
Can you see it? Is STILL available and ready for shipping.
Ok, I’ll come back on this later.
Max, a friend of mine, chose a Billabong Shirt and an Atticus T-Shirt.
We made the order on September the sixth.
Skateamerica.com take the payment from my credit card on September the seventh.
Ok, they are fast ‘cause they are the #1 bla bla bla. I thought they will be fast in shipping too.
I was damn wrong.
After about a week, the customer service contacted me telling that the Atticus t-shirt was no more availabe. They told me I have to choose an alternative product.
If a product is no more available I think it has to be cancelled from the order, ‘cause I want that particular product and not another one, but Max is a nice guy and accepted to change the t-shirt.
This time he chose a Volcom one.
After another week, the customer service recalled me telling that even the Volcom t-shirt was no more available. As the last time, Max had to choose an alternative.
Max is a nice guy, but nice guys get sick too.
We asked to delete the item from the order.
We didn’t want any fucking alternative product.
A couple of days and more than a couple of e-mails later they finally cancelled the product from the order, but not from the bill.
Skateamerica wanted me to pay for a t-shirt I will never receive.
The #1 of Mailorder Motherfuckers started to irritate me.
I wrote them a mail telling that paying for a t-shirt that will never be shipped sounds like a fucking rip-off.
Probably I wrote them more than a single mail, but in the end they cancelled the item even from the bill.
This happened October the second.
Today, October the fifteenth, the order isn’t already been shipped.
Why?
Nice question.
I don’t know exactely what the hell is happening to my order, but if I check the Order Status on the skateamerica.com customer page I can see that the problem is my Blink 182 t-shirt.
Yes, the one I linked above.
The one marked as “ships immediately” on that goddam site.
Fuck you skateamerica.com.
I hope people read this post and make you the #1 Out Of Business Mailorder Service.
I dedicate you a line form Propagandhi, maybe you sell their merchandise too: stick the fucking order up your goddam ass, you sonofabitch!

I tried to write these lines in English so guys I’m talking to could understeand.
I know my English is terrible so I’ll accept any kind of hint to make this post get clearer.

Come da programma

Il doveroso saluto a Steps, neoacquisto della comunità blogger e prossima aggiunta alla lista dei miei link, e l’impegno per ora messo nel tentativo di realizzare un Tattoo per la Bri (alternativo a quello da lei deciso) non potranno distrarmi dal vero e preannunciato scopo di questa paginetta.
So straight ahead and let’s talk about music!
Stare al passo di tutti i CD che sono usciti o che ho deciso di procurarmi seppur vecchiotti in questo periodo è impresa titanica.
Troppa carne al fuoco, troppo poco tempo a disposizione, troppo spesso prodotti non convincenti al primo ascolto e quando si hanno tanti dischi da ascoltare, il primo ascolto è decisivo: se il prodotto non convince dal principio è facilissimo accantonarlo per dar spazio ad altra roba.
Spesso mi capita che a distanza di tempo quegli album accantonati con eccessiva fretta mi ritornino per le mani in momenti di stanca o di piattume sonoro, ma nessuno può dire se sarà così anche questa volta.
Vedremo.
Bando alle ciance e via di approccio metodico/analitico.
Potrei addirittura fare un elenco puntato.
No, sarebbe eccessivo, vado per paragrafi.
Spero di riuscire ad essere breve.
Biffy Clyro – Puzzle
Sto letteralmente consumando questo CD e più lo sento più mi convinco che sia uno dei migliori capitatimi per le mani nel 2007, se non il migliore in assoluto. Se dovessi descriverlo direi che suona come il figlio nato dallo stupro dei Jimmy Eat World da parte dei Maximo Park. Per i fruitori della musica indie di questi anni ( che poi di indie ha giusto il nome) probabilmente non sarà nulla di che, ma a me che questo indie proprio non lo sopporto piace a dismisura.
Darkest Hour – Deliver us
Il percorso dei Darkest Hour è giunto al capolinea. La lunga e tortuosa strada che porta dall’hardcore al metal è stata percorsa fino in fondo. Ci sono voluti quattro dischi per passare dal suono di “So Sedated, So Secure” a quello di quest’ultimo lavoro, quattro dischi in cui il demone del trash/death metal ha saputo ritagliarsi sempre più spazio a colpi di riff e doppio pedale rullante, fino a prendere definitivamente il controllo della situazione. “Deliver Us” è il CD più tamarro che si possa reperire in casa mia, almeno da quando ho eliminato “City of Evil” degli Avenged Sevenfold. Io lo odio, il metal, eppure questo disco mi piace e non so che cazzo farci. Questo continuo susseguirsi di assoli mi sta rubando l’anima insieme ai dannati cori melodici che i Darkest Hour hanno deciso di introdurre nel loro sound. Già mi vedo con i capelli lunghi, il chiodo e la maglietta dei metallica. Che schifo.
Silverstein – Arrivals and departures
Qui essere breve è facile. Questo disco è identico al precedente. Drammaticamente identico. Ora, se loro non hanno nulla di nuovo da dire, perchè dovrei io?
MxPx – Secret weapon
Disco sorpresa. Per quanto mi riguarda gli MxPx sono “Life in General” e “Slowly going the way of the buffalos”, tutto ciò che è venuto dopo o prima non l’ho mai considerato più di tanto. Devo ammettere però che quando tempo fa uscì “Panic” dentro di me pensai: “Ok, gli MxPx non sono più loro ormai da tempo, però in quanto a melodie cagano in testa all’80% dei gruppi pop-punk dei giorni nostri raccogliendo un centesimo del consenso”. Questa cosa la penso tutt’ora, anche perchè “Hear that sound” da sola metteva e mette tutt’ora in riga l’intera produzione pseudopunk del nuovo millennio, tuttavia quello che non avrei mai immaginato è che i tre anzianotti potessero tornare a suonare qualcosa che, almeno a me, ricordi così tanto ciò che gli MxPx sono stati nei gloriosi ’90. Questo non vuol dire che “Secret weapon” sia un CD “100% old style”, ma almeno può sembrare suonato dalla stessa band che ho amato da giovane. Può non essere molto, ma a me basta ed avanza per promuovere questo disco a pieni voti.
Mae – Singularity
Sarò sincero, l’ho spento alla quinta traccia. Insulso. Magari questo sarà uno dei casi in cui potrò smentirmi in futuro, ma per farlo dovrei rimettermi nell’ottica di ascoltare questo disco e non credo sia una cosa facile per il momento.
The Used – Lies for the liars
I The Used appartengono alla stessa famiglia dei Silverstein, famiglia con un male congenito che sta facendo avvizzire l’albero genealogico in maniera drammaticamente veloce. A differenza dei cugini però, loro provano a non lasciarsi morire e curano il loro suono con un po’ tutto ciò che di trendy c’è al momento. Non so quanto questo possa essere stato un tentativo disperato ed irrazionale oppure una furba e studiata mossa a tavolino, sta di fatto che l’accozzaglia di suoni che ne è uscita a me piace. Certo, se ripenso al “Self Titled” da loro licenziato ormai troppi anni fa, la voglia è di spezzare il nuovo disco a metà, tuttavia inserito nel contesto attuale del genere è a mio avviso più che dignitoso. In alcune tracce però sembrano i Fallout Boy e questo non posso proprio perdonarglielo. L’ago della bilancia sarà la prova live. Li aspetto al varco.
Fightstar – One day son, this will all be yours
Ok, l’ho ascoltato alle 3 di notte. Avevo sonno. Mi sono addormentato a metà. Questi sono buoni motivi per dargli un’altra possibilità, ma non ripongo nella cosa molta fiducia. Purtoppo la diagnosi è la stessa dei Silverstein: disco fotocopia, idee finite ed una preoccupante tendenza al cliche.
Vanilla Sky – Changes
Spreco di banda dell’aDSL. E pirla io che l’ho scaricato per sentire le tracce cantate da Mark Hoppus. Dio mio, quanto ancora soffro per la fine dei Blink.
Strung Out – Blackhawks over Los Angeles
Disco mezza sorpresa. Dopo “Exile in Oblivion” pensavo non sarei più riuscito ad ascoltare un CD degli Strung Out dall’inizio alla fine e questo nuovo lavoro mi ha smentito. Troppo poco per salvarlo però, quando sull’altro piatto della bilancia ci si mettono “Twisted by design” e “Subhurban teenage wasteland blues”.

Direi che come recensione può bastare. Alla fine la valutazione complessiva delle release del 2007 fino ad ora non è negativa, durante l’estate ho sicuramente avuto roba da sentire a sufficienza.
Il fatto che con tutti questi dischi io mi sia gettato anima e corpo per tutto Agosto su “Rode hard and put away wet” dei Diesel Boy (2001) suscita in me non poche domande.
A tutte queste domande c’è un’unica risposta.
“Me and Kate”.