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Giugno 2006

Heaven is a place on Earth

Londra è semplicemente fantastica.
Non servirebbero altre parole.
Io ho però molta voglia di raccontare questo bellissimo week end e quindi userò molte altre righe di questo blog che tuttavia saranno unicamente in grado di rendere ridondante il concetto espresso qui sopra.
Annoterò tutto.
Domani.
Ora ho bisogno di riposare, sono letteralmente a pezzi.

Foto del giorno n°1 – Hyde Park
Bri
* nel raccontare questi bellissimi due giorni, non avrei potuto scegliere un punto di partenza diverso.

Febbre mondiale

Ci siamo.
Sta per iniziare il Campionato del Mondo di Calcio.
Questo significa prevalentemente due cose: partite e scommesse. Per non trovarmi impreparato ai blocchi di partenza sono già stati investiti i 15 euro guadagnati dalla vittoria del Barcellona in Champion. Quattro le scommesse fino ad ora effettuate, le rivelerò solo dopo che sarà noto il loro destino.
Oggi sono tornato ad essere scaramantico.
Leggendo il blog dell’amico e anonimo Dietnam ho appreso che è possibile guardare le partite dei mondiali in rete, senza l’ausilio di Sky, utilizzando questo programma e scegliendo uno di questi canali.
Tentare non nuoce.
Tutto è pronto.
Si comincia.
Solo alla fine di questa partita potrò iniziare a pensare all’imminente partenza.
Ora devo pensare a Wanchope.

Mattinata non lavorativa

Questa mattina non sono andato in laboratorio.
Quel che ho da fare posso farlo tranquillamente nel pomeriggio. Da un po’ di tempo non scrivo di quanto faccio al lavoro perchè nelle occasioni in cui l’ho fatto, sistematicamente, tutto poi andava per il peggio. Oggi tuttavia mi sono ricordato di non essere superstizioso, non sempre almeno, quindi eccomi qui. Dopo un periodo decisamente avaro di soddisfazioni, in questa settimana sono riuscito a gettare le basi per tre importanti esperimenti: un’immunofluorescenza, un saggio luminometrico ed un RNAsi Protection. Se la strada continuerà senza intoppi c’è la possibilità che in un paio di settimane io possa avere i primi dati concreti per la mia tesi. Non è detto che questi debbano essere positivi, potrebbe benissimo risultare dagli esperimenti che tutte le idee che abbiamo avuto si rivelino sbagliate. Comunque vada però avrò finalmente qualcosa di concreto per le mani e questo è l’importante. Certo, se i risultati fossero positivi sarebbe decisamente meglio. Odio amare così tanto questo lavoro.
Invece di dormire fino a mezzogiorno come solitamente amo fare appena ne ho la possibilità, in mattinata ho fatto visita agli assicuratori della Unipol per il sinistro di Gennaio che ha visto la morte della mia macchina fotografica. Dopo una strenua contrattazione sono arrivato a farmi rimborsare 200 euro. Non male direi. Con l’assegno atteso tra otto giorni lavorativi potrò finalmente comprare una nuova fotocamera digitale. Con quel budget posso permettermi una onestissima A520 della Canon e avanzare anche qualche eurino. Questa almeno è l’idea di base, ma ancora devo sondare bene il mercato prima di operare una scelta definitiva.
Altro discorso aperto nel campo degli aquisti Hi-tec è la questione notebook, alias portatile. Il modello è stato selezionato: sarà un HP.
Ora resta da trovare il modo di pagarlo meno dello sproposito che costa.
A chiudere il bilancio del periodo, che assume sempre più le fattezze di un noto film di Dario Argento, si collocano gli stanziamenti per il viaggio di due giorni a Londra. Al momento, senza aver nemmeno pensato a cosa mettere in valigia, la spesa effettuata è di circa 130 euro. Non male per una gita fuori porta.
Dannata sterla.
E’ quasi giunta l’ora di andare in laboratorio.
Il regime alimentare che mi sono autoimposto da Lunedì fa si che le mie giornate siano incentrate sulla fame. A qualsiasi ora. I picchi si raggiungono prima dei pasti, comprensibile, e subito dopo i pasti, meno comprensibile. Non che mi sia messo a digiuno, semplicemente ho rimpiazzato la colazione con un caffè e il pasto completo di mezzogiorno con un secondo, un contorno ed uno yogurt magro. Tutto rigorosamente senza pane. Più o meno lo stesso discorso vale per la cena, dove però mangiare meno è decisamente difficile visto che i miei non fanno che gettare roba nel mio piatto e che la mia forza di volontà è inversamente proporzionale alla fame.
Ora è effettivamente il momento di mettersi in marcia.
Quasi quasi mi porto in macchina “Deja Entendu” dei Brand New.

Angeli e demoni

Sono andato al concerto degli Ava questa sera.
Per me è stato come [ri]vedere l’addio al calcio di Van Basten.
Un bello spettacolo, lui che ancora concede qualche grande colpo di classe, ma nel cuore galoppa l’amarezza per qualcosa che sai essere ormai finito.
Per sempre.
Il concerto è durato un’ora in cui hanno proposto tutto il cd suonandolo anche discretamente bene, ma senza entusiasmare. Non hanno concesso nemmeno il ritorno in scena post pausa, il cosiddetto “bis” che di solito viene invece usato per suonare qualche pezzo in più. Molte luci, molti colori, moltissima strumentazione.
Molto fumo, ma poca sostanza. Ad ogni pezzo tutti i membri eccetto il batterista cambiavano ferro, per produrre suoni esattamente identici ai precedenti.
Fiction.
In tutto questo lui parla poco e quando lo fa è per dire che la sua vita è cambiata e che anche il suo modo di fare musica è cambiato, maturando. Per chi come me conosce e ha apprezzato il soggetto in questione nel passato, emblematico è stato il fatto che abbia pronunciato solo tre parolacce in tutto lo show, tra le quali non è possibile ritrovare “penis”.
Come temevo c’è stato anche un imbarazzante momento in omaggio ai defunti Blink 182, scelta che ammetto di non condividere.
Ho apprezzato molto tuttavia la decisione di farlo suonando “Down”, canzone tratta dall’ultimo CD e che ignoro a sufficienza da non aver accusato il colpo al cuore che altri pezzi riproposti in questo contesto avrebbero certamente scatenato.
Insomma, bello il cd nuovo, buona anche la performance live, ma il tutto in me scatena troppa malinconia perchè possa apprezzare.
Circa a metà serata però, solo sul palco, ha deto due parole sull’amore che sono sfociate in un apprezzamento ai pompini e, subito dopo, ha suonato voce e chitarra “There is” dei Box Car Racer. In quel momento, cantando “There someone out there who feels just like me”, trattenere le lacrime è stato doloroso.
Ripercorrendo la serata e le emozioni provate per scrivere queste righe mi affiora alla mente l’immagine di Tom che canta gli ultimi pezzi del live, ormai totalmente privo di voce ed in preda alle stecche più imbarazzanti.
Al pensiero che quello che una volta era il suo marchio di fabbrica dal vivo possa diventare un problema da risolvere, sorrido.
Ho scattato delle foto questa sera, ma l’unica immagine che voglio mantenere di Tom Delonge live è del 16 Marzo 2000. In quella circostanza, dopo la pausa di cui parlavo prima, era rientrato sul palco con un asciugamano arrotolato sulla testa dicendo: “Ero sotto la doccia, pensavo che il concerto fosse finito.”.
Idolo.
Così si è concluso il 6-6-06, il tanto chiacchierato giorno del demonio.
Non credo rimarrà come data da ricordare per quel che mi riguarda.