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Stakanov

Sguardo all’orologio: 22.10.
Sguardo fuori dalla finestra: la Deutsche Bank.
Sguardo al corridoio: buio.
Sguardo al bancone: il gel di agarosio continua imperterrito la sua corsa e ha tutta l’aria di volerlo fare almeno per un’altra mezz’oretta.
Sono stanco.
Mi fa male la schiena.
Ho fame.
A quest’ora sarei dovuto essere in pizzeria con i miei compagni di Universita’.
Per una volta si era riusciti ad organizzare una serata tutti insieme e nessuno, fino a circa mezz’ora fa, aveva disdetto.
Poi ho alzato il telefono e ho chiamato Lale.
Mi e’ parso giusto avvisarla del fatto che mi trovavo ancora in laboratorio con diverse cose da fare.
Era con The O.
Sentendoli entrambi mi e’ realmente spiaciuto di dover loro annunciare la mia probabile defezione. Sapevo che oggi sarebbe stata una giornata campale e forse anche per questo avevo, gia’ ieri, poca volgia di uscire questa sera.
Prima pero’ la voglia mi e’ tornata, proprio nell’istante ideale perche’ io potessi frustrarla.
Nuovo sguardo al bancone: stessa immagine di prima.
L’ultima persona ad abbandonare la nave e’ andata via ormai due ore fa.
La radio e’ spenta.
In tutto il piano c’e’ un silenzio irreale, rotto solo dai ronzii di varie apparecchiature.
Al momento mi e’ impossibile non pensare a come sarebbe buffo se, alla fine di tutto questo, scoprissi che l’esperimento in corso non e’ andato a buon fine.
Al solo pensiero mi sento preda di un’incontenibile risata.
Isterica.
Stacco un attimo e salgo al settimo piano a portare dei campioni di RNA al -80^ C (odio i Mac e la loro tastiera senza accenti e simboli, figlia della bassezza culturale U.S.A.).
[…]
Eccomi di ritorno.
Anche il settimo piano risulta totalmente deserto.
Aggirandomi per i laboratori l’impressione e’ di vivere una di quelle scene da film horror in cui la vittima, nella fattispecie io, e’ totalmente sola in un palazzo enorme, in pura balia del suo carnefice.
Devo ammettere che non e’ una bella sensazione.
Sguardo all’orologio: 22.46
Ennesimo sguardo al bancone: ci siamo.
Resta solo da fotografare il gel, stampare l’immagine, chiudere tutto, portare le chiavi al settimo e lasciare questo luogo.
Inutile perdere altro tempo.

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