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Avrei passato volentieri la serata a veder perdere il Milan, ma non posso farlo perchè anche lo streaming mi ha abbandonato. Di conseguenza chiudo questa giornata non felicissima dando libero sfogo a qualche riflessione.
In tutto il mondo ridono dell’Italia perchè il nostro presidente sembra un personaggio dei film di Vanzina. Ci sta. Se si considera che il cinepanettone tutti gli anni sbanca al botteghino non c’è da stupirsi che Berlusconi stia al governo, le persone che fomentano i due fenomeni sono le stesse. Sono gli italiani, o quantomeno una larga parte di questa categoria, gli artefici di questa situazione e ci sarebbe da incazzarsi con questi ultimi più che con chi cerca di fornir loro il prodotto che richiedono. Il prolema è che non si ha il coraggio di prendere le distanze da una popolazione che esige a gran voce elementi come Berlusconi dietro cui nascondersi. Il popolo non è mai colpevole, è colpa della televisione che non lo informa o che lo indottrina. Al sottoscritto, in sincerità, questo alibi inizia ad andare un po’ stretto.
In realtà chi ci governa è chi vogliamo ci governi. Punto. Perchè se la gente non volesse farsi indottrinare farebbe come me, si informerebbe altrove. Invece alla gente sta bene che le cose vadano così quindi smettiamola con tutte queste stronzate dello scoop del presidente che va a troie o che fa i festini con la droga, come se si fosse tirata fuori chissà quale verità scomoda e malcelata con incredibile abilità giornalistica. Son cose che sanno tutti, che son già uscite due anni fa con interpreti diversi e che comunque non smuoveranno un’opinione pubblica che, per questo o nonostante questo non fa differenza, continuerà a dare fiducia a gente come Berlusconi.
E se anche è vero che non siamo messi bene, noi del bel Paese, ne ho pieni i coglioni di farmi fare la morale da tutto il mondo. Me ne fotto di cosa scrive la stampa estera di Berlusconi.
Se il New York Times non si capacita di come in Italia Berlusconi continui a governare nonostante tutte le stronzate che combina, mi chiedo come possa capacitarsi di un popolo, quello americano perlappunto, che sfiducia pesantemente un Presidente reo solo di aver provato a garantire a tutti il diritto dell’assistenza sanitaria. Una roba che qui da noi c’è da sempre.
Da estraneo ai fatti l’idea che ho è che per una volta gli Stati Uniti abbiano un uomo vero come presidente. Uno che pur di perseguire gli ideali in cui crede accetta di perdere consenso. Uno che dopo aver perso le elezioni dichiara non solo di essere conscio della sconfitta, ma se ne prende pure la colpa. Echi l’ha mai visto uno così in Italia? Negli USA però mica l’hanno votato per quello. L’hanno votato perchè era di colore, per lanciare al mondo il messaggio di quanto siano evoluti. Però nonappena si sono accorti che le cose che diceva di voler fare non erano le classiche storielle da campagna elettorale, bensì un programma VERO, si son subito preoccupati di tirare il freno a mano.
Il problema è che le classi dirigenti rispecchiano il popolo ed il popolo, nella maggior parte dei casi, fa schifo.

8 commenti su “USA-hole”

  1. Sottoscrivo tutto, parola per parola, ma il paragone con gli Stati Uniti mi sembra un tantinello azzardato.
    Obama ha perso le elezioni di midterm per tante ragioni. La prima, molto banale, è la tradizione. Gli americani amano il balance of power, ed è abbastanza comune che al midterm votino per il colore opposto a quello del presidente. La seconda è la situazione economica, con gli enormi piani di aiuti pubblici (che finora si stanno dimostrando piuttosto inefficaci) e la conseguente crescita del debito pubblico (certo, barzellette se paragonate ai soldi che ha sperperato lo Stato italiano negli ultimi 50 anni, ma questo è un altro discorso). Terzo, la riforma sanitaria, che per quanto possa essere ispirata da nobili principi, non è affatto scontato che sia una buona riforma. Insomma, se anche gli americani avessero voluto punire Obama SOLAMENTE per la riforma sanitaria, avrebbero avuto dei motivi validi, o almeno argomentabili o difendibili. Se pensiamo che gli argomenti per votare Berlusconi sono la semplice ammirazione generata dall’invidia dei tantissimi che vorrebbero essere al suo posto per avere il suo stile di vita…direi che c’è anche più di un oceano di differenza.

  2. Da quanto ho capito leggendo in giro (non è facile, in italia non si parla di politica nemmeno quando riguarda gli altri paesi) la riforma sanitaria di Obama è stata gambizzata da ogni direzione e se quello che è stato fatto non è un buon prodotto è comunque qualcosa rispetto al nulla precedente. Si dovrebbe lavorare per migliorare la cosa, non per tornare indietro. Ma la cosa non conviene a nessuno.
    Se lo sono inculato per la riforma sanitaria e per l’ammissione di sconfitta in iraq, due cose che han pestato i calli a non poche lobby di potere USA.
    Una popolazione che vota in maniera alterna indipendentemente da quanto succede si merita il ritorno al potere di lobbisti teo-con che in confronto la P2,3,N son boyscout.
    E’ quello che vogliono, è giusto farli contenti perchè sono la maggioranza.
    Se il mondo va via via in merda però non diamo la colpa ai pochi potenti che hanno sbagliato, ma ai molti idioti che li hanno resi potenti.
    Tutto qui.

  3. D’accordissimo. D’altronde gli Stati Uniti non sono solo NY, Boston o San Francisco, ma anche Dallas, gli stati del Sud e le aree rurali.
    Però non sarei cosi critico sugli swing voters. Meglio votare tirando la monetina volta per volta o farsi 40 anni di DC prima e 15 anni di Berlusconi poi? Gli americani hanno molti difetti, ma fra questi non rientra certo un minor peso dell’ideologia nelle scelte di voto e un dibattito su questioni economico-politiche di livello “leggermente” diverso da quello italico.

  4. Boh, secondo me se ti fai quarant’anni di DC e quindici di Berlusconi perchè ci credi è comunque più “rispettabile” paragonato al votare a caso tra due schieramente identici per quanto riguarda l’80% dei programmi.
    Il problema nostro è che siamo e saremo sempre una minoranza nel paese e, a quanto pare, nel mondo. Alla fine non possiamo aspirare a molto di più dal restare costantemente delusi.

  5. Il problema, appunto, è che la gente “ci crede”, nonostante i risultati siano poi sotto gli occhi di tutti. Votare a caso non sarà “rispettabile”, ma forse è più efficiente. Qualcuno sostiene che l’unica strategia sensata per liberarsi dell’attuale pessima classe politica (escludendo il non voto, che è la cosa più nobile ma probabilmente è meno efficace) è quella di votare sistematicamente contro chi è in carica. Più bastonate prendono, prima si levano dai piedi, da una parte e dall’altra. La cosa è un po’ bizzarra ovviamente, ma se ci pensi non è un’idea cosi stupida ;-)

  6. Caro Manq,
    soffri del problema di chi giace agli estremi di una gaussiana, in democrazia conta il voto della maggioranza e non il voto delle persone dotate di maggior buonsenso. I partigiani hanno dato la vita per la democrazia, ora tutto il popolo gode di pari opportunità di voto, e la maggioranza (che sta nel centro della gaussiana) vota Vanzina, aspira ad avere figlie veline e, un pochino invidia il fatto di non poter partecipare alle cene dei cretini. Forse, alla fine del ventennio berlusconiano sarà il caso di ripensare questa misera democrazia gaussiana.

  7. Come per tutte le utopie, il problema della democrazia non è l’idea di base, ma l’individuo su cui fa perno. Di conseguenza, se ho due elementi (utopia e uomo) che presi individualmente risultano uno funzionante ed uno no, mi accanisco su quello non funzionante. Ma paio essere l’unico a pensarla così…

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