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Tema: La mia collezione di dischi. Svolgimento:

Come al solito, appena vista l’iniziativa lanciata da Kekko su Bastonate avevo deciso di prendervi parte scrivendo due righe pure io sull’argomento. Poi, una volta letto il pezzo previa linkato ed individuato il seguente passaggio:

…Conosco persone che si sono spese migliaia di euro per esporre in bacheca un paio di cento album, tutti messi bene in fila con la costoletta in vista e l’ordine alfabetico e quelle robe lì. Conosco persone che aggiornano un file excel con tutti i dischi in loro possesso…

avevo desistito.
Un po’ per quell’imbarazzo tipo scaccolamento colto in flagrante (non che mi sia mai successo, parlo per sentito dire), un po’ perchè all’inizio pensavo che il mio pezzo non sarebbe stato altro che una diluizione in millemila battute di quella frase lì.
Riflettendoci meglio però, la mia storia con i dischi è decisamente più articolata e può quindi essere raccontata con un senso, così questa mattina, quando su twitter ho letto una nuova richiesta di Kekko in merito, ho avuto la presunzione potesse parlare con me e ho messo mano alla tastiera ed inizato a scrivere la mia storia.
Io con la musica ho sempre avuto un rapporto particolare. Non ricordo infatti nessun’esperienza di vita fatta o subita cui non possa immediatamente ricollegare una canzone o un disco. Forse non è poi così particolare o fuori dal comune, questa cosa, però per quanto riguarda il mio giro di frequentazioni persone con questo attaccamento alla musica ne conosco pochissime. Esempio? A sette anni mi operano al cuore e per me quell’esperienza è una cassetta con “The final countdown” degli Europe sul lato A e “Al di là del muro” di Barbarossa sul lato B. E così a scendere: viaggi, morose, amici e via dicendo son tutti mentalmente connessi a qualche ricordo musicale. Il primo CD che ricordo di aver comprato io risale alle elementari. Dopo scuola vado in piscina e passo l’intera sessione in vasca a canticchiare in testa “Ridere di te” di Vasco. Non so perchè, ma è così. Uscito dalla vasca, vado coi miei a fare la spesa al Carrefour e chiedo di comprare un disco di Vasco che contenesse il pezzo. L’unico reperibile era il doppio live “Fronte del palco” e così procediamo all’acquisto. Seguiranno, nel giro di qualche anno, “Greatest Hits II” dei Queen, “Nord, Sud, Ovest, Est” degli 883 e finalmente “The final countdown” degli Europe, che la cassetta s’era ormai distrutta (e di Barbarossa chisseneincula).
Iniziano le medie. Io ho una mancetta che arriva ogni mese dai nonni e sono uno sfigato. Un bambino inserito a forza in un contesto pre-adolescenziale in cui è tutto un ragazze, sigarette e motorini. Io non fumo, non rimorchio e il motorino non lo voglio perchè mi fa paura. I miei soldi li spendo in CD, dischi che ora non ho nemmeno più. Erano i tempi di Albertino, del DJtime e della DJparade. Compravo compilation a ruota libera, ascoltandole a nastro fino all’uscita della successiva. Oggi di quei dischi non credo di aver più traccia, tra regali e prestiti mai riavuti indietro.
Cambio palco e si passa agli anni del liceo. La mancetta resta quella, ma le spese aumentano (“Hi Manq, my name is beer.” “Nice to meet you, Beer!”) e tutta sta liquidità per comprare i dischi inizia a venir meno. Però la musica mica si ferma, anzi, scopro il punk-rock e l’HC-melodico. Inizio a vestirmi come un deficiente (imbarazzo), tingo i capelli e duplico cassette come non ci fosse un domani. Qualche disco ancora lo porto a casa, ma più che altro i soldi li tengo per andare ai concerti e comprare magliette di gruppi imbarazzanti (tipo Frenzal Rhomb, ma forse ho pure di peggio). I dischi presi a quei tempi sono perloppiù Offspring e Nofx, ma la roba di cui mi riempivo la camera erano le cassettine dei demo con le copertine fotocopiate e tutto il resto. Li ho ancora tutti, anche quelli inascoltabili.
All’università la solfa non cambia moltissimo: stesse entrate, stesse uscite. Arriva però Internet ed io inizio a scaricare e masterizzare senza freni. Non ho mai comprato ne venduto album pirata, ma sono stato produttore e consumatore assiduo per anni. Il momento più basso della mia vita di acquirente di musica, ma probabilmente il mio più alto dal punto di vista del consumo. Napster 1, Metallica 0.
Credo di avere tendenze ossessivo/compulsive. Di tutti i miei CD masterizzati stampavo le copertine, a colori, e li mettevo su una mensola (che in breve diventò molte mensole) con le band in rigoroso ordine alfabetico ed i dischi di uno stesso gruppo in ordine di uscita. Avrò cambiato almeno cinque o sei volte la posizione dei gruppi col “the” davanti, alternandoli da sotto la T a sotto la lettera che avrebbero dovuto avere se l’articolo non ci fosse stato.
A quel punto ho iniziato a lavorare e nella mia testa è diventato un dovere morale comprare i dischi, soprattutto quelli vecchi per rimpiazzare le copie self-made. Ovviamente negozi di dischi neanche l’ombra, dalle mie parti, e di andare a Milano per rischiare di non trovare quello che cercavo non ho mai avuto voglia. Scopro “Interpunk” ed inizio a comprarci dischi a botte di cinque la volta. L’opera di rimpiazzo procede abbastanza lenta, mi serve metodo e così nasce il foglio excell. La lista. Quella su cui riporto i dischi da comprare e i dischi che ho in scaffale, ma che devo rimpiazzare.
Ogni ordine ha qualche disco vecchio e qualche disco nuovo, che non significa necessariamente appena uscito, ma semplicemente appena scoperto. Appena il disco arriva lo apro, sfoglio il libricino, e me lo sento dall’inizio alla fine almeno una volta, prima di riporlo nella libreria.
Metodo. Tipo serial killer, ma usato senza nuocere.
Inoltre, compro sempre qualche disco quando viaggio (se vado in posti in cui ancora ci sono negozi di dischi). Non per forza dischi che potrei trovare solo lì, ma anche solo dischi che quando riascolterò dirò: “questo l’ho comprato in quel posto” ed il ricordo del viaggio sarà classificato a dovere nello scaffale delle mie memorie.
Al momento la mia collezione comprende più o meno duecento dischi, che non sono molti, ma che per chi ha un bilocale sono sufficienti a creare un problema di location. Non smetto di comprarli e, anzi, sto tentando di recuperare roba abbastanza di nicchia con discreto successo. Sono feticista del compact disc e schiavo degli oggetti. Vittima di una società consumistica per cui possedere le cose rende le persone più felici.
Forse un giorno incontrerò Tyler Durden.

6 commenti su “Tema: La mia collezione di dischi. Svolgimento:”

  1. in ordine per mancanza di tempo:

    -“Non ricordo infatti nessun’esperienza di vita fatta o subita cui non possa immediatamente ricollegare una canzone o un disco” Anch’io fratello, anch’io…
    – “duplico cassette come non ci fosse un domani.” Ti amo per questa frase
    – operato al cuore a 7 anni?
    – “Napster 1, Metallica 0.” Grande riferimento :) non è da tutti ricordarselo, aka sei vecchio
    – “sotto la T a sotto la lettera che avrebbero dovuto avere se l’articolo non ci fosse stato.” imbarazzante, j
    – “un dovere morale comprare i dischi, soprattutto quelli vecchi per rimpiazzare le copie self-made.” respect
    – “Appena il disco arriva lo apro, sfoglio il libricino, e me lo sento dall’inizio alla fine almeno una volta, prima di riporlo nella libreria.” Un giorno Lucarelli scriverà la tua storia. (e anche la mia, mannaggia! :) stesso disturbo)

    sui gusti musicali non dico nulla… non ce ne è bisogno :)

    p.s.
    incredibile… avrei potuto scriverlo io… non fosse che ci avresti trovato solo Greatest Hits II dei Queen in comune ;)

    baci

    M.

  2. Pingback: tema: “La mia collezione di dischi”. Svolgimento: « -bastonate-

  3. Ah, meno male, nn sono l’unico che si tiene un file con tutti i propri cd/cassette (ne ho anche uno con tutti i concerti a cui sono stato).

  4. Ahahah… no, non sei affatto l’unico. Anzi, a giudicare da quel che ho letto in giro, siamo moltissimi. :D
    Quello dei concerti però mi manca, anche se ai tempi del liceo tenevo tutti i biglietti in un porta fotografie a casa (forse li ho ancora da qualche parte).

  5. Anche io uso un portafoto (di quelli alti). la lista (con relativa classifica alla fine) però è necessaria perché altrimenti non potrei dare una risposta ad interrogativi interessanti come: ma quanti concerti degli Shandon ho visto? Oppure: ho visto più volte i Marlene Kuntz oppure gli Afterhours? (e in questi caso i biglietti non possono aiutare perché inesistenti).
    :-P

  6. io ho TUTTI i biglietti dei concerti a cui sono stato.
    Mi ricordo anche che il 25 Marzo del 2000 sono stato a vedere i Grave Digger al Binario Zero e NON mi hanno dato il biglietto (mi hanno timbrato la mano). E’ dal 26 Marzo del 2000 che dico “devo prendere un foglio di carta, segnare data luogo e ora e metterlo con gli altri biglietti”.
    :)

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