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2011

Io voto la fiducia

Che io non sia un particolare sostenitore di banche e assicurazioni non è un segreto.
La finanza ha generato questa crisi folle costruita in anni di speculazioni, dubito si possa dissentire in merito, ma per farlo ha potuto usufruire di decenni di lasciva noncuranza (ndM: eufemismo) da parte della politica. Per usare dei numeri, tanto cari agli economisti, ripartirei in questo modo le responsabilità: 60% finanza, 30% politica e 10% alla gente che, per quanto si cerchi di nasconderlo al fine di non generare dissenso, le sue gravi responsabilità ce le ha sempre.
Questo popò di cappello introduttivo ha lo scopo di chiarire la mia posizione nei confronti della questione, nonchè per dare un’idea all’ipotetico lettore di quanta stima io possa mai avere nei confronti di Monti.
Però.
C’è un gigantesco PERO’.
Innanzi tutto al “premier to be” va riconosciuta competenza. Lo so bene che è triste essere contenti di una cosa come questa, che dovrebbe essere lo standard, però io arrivo da diciotto anni di Berlusconi (DI-CIOT-TO. Uno, otto. Quasi due decenni. Ecc.) quindi con buona pace di tutti mi rallegro nell’avere un po’ di competenza laddove serve.
In secondo luogo, andando al nocciolo della questione, mi pare sia un po’ tardi per stravolgere le regole del gioco. Siamo in una situazione critica in cui la finanza ci ha trascinati e non se ne può uscire, credo, esautorando la finanza ora. Siamo arrivati fuori tempo massimo ai vari “Occupy Wall Street” e via dicendo. Era un sistema di merda, lo è tutt’ora, ma finchè si stava bene nessuno è parso accorgersene ed ora che sta per implodere non c’è semplicemente modo di uscirne illesi. Facciamocene una ragione. E non è una questione Italiana, ovviamente, ma di economia globale per cui anche sperare nella nomina di qualcuno che possa rimuovere l’italia da questo meccanismo economico e ridonarle nuova vita, come fosse un’entità a sè stante rispetto al mondo e alla world economy, mi pare oggettivamente segnale di scarsissima adesione alla realtà.
E allora, dal mio ignorantissimo punto di vista, non ci resta che affidarci a uno come Monti nella speranza che, essendo ben conscio di come la partita viene giocata, possa farci fare qualche punto e tenerci in gara fino all’ultimo, invece di uscire in prima mano. E’ chiaro che questo comporterà manovre impopolari e che bisognerà valutare effettivamente cosa questo nuovo esecutivo proporrà prima di potergli dare o meno fiducia, tuttavia c’è una cosa su cui mi piacerebbe puntare l’attenzione: io sarò contento se Monti saprà scontentare tutti. Non solo i precari. Non solo gli operai al minimo salariale. Non solo i pensionati. Tutti. E l’impressione che ho, almeno al momento, è che voglia andare in quella direzione, anche solo per la guerra che vedo muovergli dalle pagine de Il Giornale.
Il problema però è che per governare c’è bisogno di una maggioranza parlamentare, eletta dai partiti (e non dal popolo) che fa il gioco dei partiti e che rischia di far saltare il banco ancora una volta non nell’interesse del Paese, ma nell’interesse di un establishment che nonostante tutto non vuole rinunciare al proprio status.
In questa direzione vanno lette le dichiarazioni di chi vuole un governo “a tempo”, di chi chiede a Monti ed ai suoi ministri la garanzia che “non si ricandidino in seguito” e di chi chiede di non avvalersi di esponenti politici o di partito, ma solo di tecnici. Il messaggio, chiaro e tutto sommato bipartisan, è: “Facciamo fare a Monti il lavoro sporco e le riforme sega-consensi, ma stiamo attenti in caso davvero riesca a risollevare l’Italia, perchè potrebbe diventare un avversario politico.”.
Questo baillame ovviamente si ripercuote sui mercati, perchè è ovvio che non basti dire “Incarichiamo Monti” per far rialzare le borse e segare lo spread, se poi guardando bene le possibilità che Monti governi davvero son ridotte al minimo.
Tirando le somme quindi, quello cui stiamo assistendo è in parole spicce un golpe da parte dei cosiddetti “poteri forti” che, utilizzando i mercati, hanno fatto in due settimane quello che il PD (colpevole) e la giustizia (incolpevole) non sono riusiti a fare in quasi vent’anni e hanno messo al timone uno di loro.
La politica in toto esce sconfitta dallo scontro e spara le ultime cartucce per difendere lo status quo.
L’Italia continua la sua rotta verso la deriva.
A questo punto faccio una lista dei pro e dei contro e valuto la mia posizione.
Contro: E’ parte del sistema che ha generato la crisi, non è stato eletto dal popolo.
Pro: E’ competente, non piace alla politica, non è stato eletto dal popolo.
A conti fatti, Monti ha la mia fiducia. Ora rilasciasse un programma di governo sarei felice di leggerlo.

Google Hit List [Ottobre 2011]

Tra due mesi rientro in Italia a tempo indeterminato. Si conclude un’esperienza lavorativa durata sei anni che mi ha dato molte soddisfazioni e tanti bei momenti. Ora tuttavia sto lavorando come un matto per cercare di chiudere i progetti prima di andarmene. Niente week-end, niente ponti, niente festività, complice anche l’esigenza di prendere continui giorni di ferie con la scusa di trovarmi un lavoro.
Insomma, momento abbastanza pesante dal punto di vista professionale. La stanchezza è tanta, ma c’è da farvi fronte.
Intanto però eccoci al consueto appuntamento di fine mese, che regala a questo Ottobre non solo il record di chiavi di ricerca (ben 420), ma anche il giorno in cui, in assoluto, ho fatto più contatti (155 il 16 Ottobre).
Insomma, mese pregno che va omaggiato con la consueta classifica che sarà molto gradita, credo, alla Polizia Postale.

1 – malavitoso
2 – siti dei black block italia
3 – uomo con bel pacco
4 – che minchia guardi
5 – autoconvincersi di essere innamorati
6 – domanda per informare i colleghi di scienze di chi ha le chiavi del laboratorioio di scienze
7 – chris martin non si droga
8 – gesu rock
9 – pseudo emo
10 – “siamo tutti allenatori”

Il nuovo avanza, ma io non lo voto comunque

La politica di Matteo Renzi e la questione interna al PD che ne consegue offrono diversi spunti di riflessione su cui ho deciso di fermarmi e scrivere due righe.
Il fulcro della vicenda è il consenso che il sindaco di Firenze sta ottenendo portando avanti una serie di idee e progetti che, io, fatico a definire “di sinistra”. Ora, può benissimo essere che nel 2011 i concetti destra e sinistra siano da considerarsi superati e che si debba provare a guardare oltre le terminologie ed analizzare le proposte senza fossilizzarci sulle loro classificazioni. Benissimo. Il problema però è la cultura politica Italiana che, da sempre, è vissuta con spirito di fede cieca (sia questo un retaggio del Vaticano o della Serie A mi è davvero difficile stabilirlo). L’elettore medio di sinistra vota e voterà a sinistra. Se la nuova liena politica del PD dovesse prenderla in mano Renzi portando avanti il suo programma, molti degli elettori lo voterebbero come hanno votato Prodi, Bersani, Veltroni e Rutelli. Il PD potrebbe arrivare alle primarie candidando, per assurdo, Vendola e Renzi e facendo passare il concetto che siano parte della stessa cosa. Gran parte dell’elettorato resterà fedele e voterà il vincitore a priori. Per capire dove il sindaco di Firenze può guadagnare, in termini di consenso, bisonga quindi spostare il piano dell’analisi sui programmi. A conti fatti, quello che Renzi propone è una versione mild del pensiero Berlusconiano, limata un po’ dall’assenza di così tanti interessi personali in gioco e forte di una capacità operativa, almeno in potenza, molto superiore a quella dell’attuale maggioranza. Tradotto significa che, senza dover passare tutto il tempo ad escogitare modi per sfuggire ai processi, gestire i propri scandali privati e far fruttare le aziende di famiglia, dovrebbero esserci le potenzialità per un vero governo del fare che porti avanti questo tipo di politica. Comprendo quindi che ci siano diversi elettori PdL stufi dei loro attuali “rappresentanti”, ma che ancora credono nel progetto iniziale, disposti a fare il salto.
Ecco quindi spiegati i “voti rubati alla destra”, fiore all’occhiello dei sostenitori del rottamatore. Questi voti, pare, sarebbero molti di più di quelli persi per via delle persone che, pur storicamente “di sinistra”, non si ritroverebbero per nulla nel programma di Renzi. Questa discrepanza si spiega essenzialmente per via di due fattori: mancanza di alternative e costante spauracchio del Berlusconi da battere ad ogni costo a.k.a. voto al meno peggio.
E’ possibile quindi, anzi probabile, che la ricetta sentita in questo Big Bang possa vincere.
La domanda che mi pongo è: sarebbe una vittoria reale?
Lo scopo, per quel che mi riguarda, non è ottenere la maggioranza, ma ottenerla per portare avanti un progetto in cui mi rispecchio. Se per vincere si deve abbracciare l’ideologia dell’avversario, vincere non mi interessa più. O meglio, il successo non potrei mai considerarlo mio. Ecco perchè io Renzi non lo voterei mai, perchè non rispecchia i miei ideali politici. Questo non toglie che sia probabilmente uno dei migliori politici attualmente nel Paese, che sia forse uno dei pochi con la capacità e la forza per attuare un piano di governo e che sia indubbiamente il meno peggio in circolazione.
Dovesse vincere ovviamente gli augurerei il meglio, per lui e per l’Italia, ma è un augurio estendibile a tutti, perchè è anche del mio futuro che si parla e quindi sperare che i miei avversari falliscano, una volta al governo, sarebbe come sperare in un mio fallimento.

In diretta dalla Camera

Tramite il sempre puntuale blog Piovono Rane apprendo che un deputato del PD, Andrea Sarubbi, è solito pubblicare via Facebook e Twitter dirette da ciò che avviene alla Camera. Iniziativa lodevolissima che merita molta della mia stima.
Ad ogni modo, non me ne voglia il buon Gilioli, ma il resoconto di quanto Sarubbi ha riportato oggi voglio postarlo anche io perchè per dirla alla Scilipoti “la gente devono sapere”.

  • Apertura di seduta tutta dedicata alle alluvioni in #Liguria. Ora in teoria ci sarebbe l’art. 41 Cost., ma faranno retromarcia.
  • Piazzata di Reguzzoni contro la partecipazione di #Fini a #Ballarò. Urlano: dimissioni, dimissioni. Applausi anche dal Pdl.
  • Dopo 2” Reguzzoni svela il vero motivo dell’indignazione: @gianfranco_fini ha attaccato la moglie di Bossi.
  • Granata urla contro i leghisti, si sfiora la rissa. Seduta sospesa, commessi in azione per separare Fli e Lega. C’è un leghista rimasto quasi senza giacca. Tutto questo davanti agli occhi di una scolaresca.
  • @rosy_bindi chiede scusa e sospende di nuovo la seduta fino alle 12.30.
  • Commessi ancora in assetto da combattimento, fanno il cordone tra Lega e Fli. Granata ora più calmo, ma continuano a litigare il leghista bloccato (e quasi spogliato) dai commessi era Rainieri. Il picchiatore di Fli credo fosse Barbaro.
  • Nonostante la seduta sospesa, si continua a gridare. Barbaro (Fli) urla a un leghista (mi pare D’Amico) di uscire fuori.
  • Ci sono 11 commessi (maschi, ma poco palestrati) a separare Fli e Lega. Situazione più calma, Bocchino smanetta sul palmare.
  • Arriva @gianfranco_fini e riprende la seduta. La Lega urla: dimissioni. Lui fa finta di niente. Ora parla Bocchino.
  • Mentre parla Bocchino, dalla Lega gli urlano: Ape Regina! (la Began, naturalmente).
  • I commessi sempre lì. Bocchino continua a minimizzare.
  • Er sor Cicchitto: “Eravamo sicuri che si sarebbe arrivati a questi incidenti, @gianfranco_fini rifletta”.
  • Er sor Cicchitto richiama l’art. 8 del regolamento: “Il pres. della Camera rappresenta la Camera nel suo complesso
  • Cicchitto: a questo punto andremo da #Napolitano . Applausi da Pdl e Lega.
  • Parla Donadi (Idv) e confonde Reguzzoni con Cota. La Lega si arrabbia.
  • Donadi (Idv): parlate di decoro delle istituzioni, poi fate il dito medio e il bunga bunga. Parlate voi di stile?
  • Pierferdinando: mai visto neppure un presidente del Consiglio che espelle un presidente della Camera dal suo partito
  • L’ex finiano Moffa attacca @gianfranco_fini. Per lui, però, la colpa è di aver partecipato a una trasmissione di sinistra
  • Si stanno riscaldando di nuovo gli animi. Reguzzoni cerca di tenere calmo il finiano Raisi.
  • Moffa rimpiange la presidenza di Nilde Otti. Ha detto Otti
  • Ora parla @gianfranco_fini: avete fatto osservazioni di carattere politico, ma qui non posso rispondere politicamente.
  • Ancora @gianfranco_fini : risponderò in altra sede. Urla dalla Lega: a Montecarlo!
  • Seduta sospesa. Ci hanno tenuto una mattina ad occuparci di @gianfranco_fini , mentre l’Italia affonda. Basta!
  • Nonostante la seduta sospesa, Barbaro sta ancora lì dalle parti dei leghisti. Ecco, ora si menano.
  • Il leghista Rainieri urla come un ossesso, scappa pure una povera commessa.
  • Concia: fatela finita! Montagnoli (Lega): vai a cagare! In tutto questo, è ancora sospesa la seduta.
  • Ora la Camera si è svuotata e la rissa si è placata. Là dove non poté l’educazione, poté il digiuno.

Da tutto questo, non so voi, ma io ho tratto un grosso insegnamento: il mio lavoro ideale è fare il commesso alla camera per un giorno. Nella confusione, sai le sberle soddisfazioni…

Preso malissimo


Poche tragedie sportive mi han preso male quano la morte di Simoncelli.
Tipo che son stato lilì per piangere.
Ok, non c’è molto altro da dire, se non che tutti i giornali che sbattono in prima pagina “guarda il video e la fotosequenza dell’incidente” dovrebbero vergognarsi ed andarsene affanculo (l’ho visto un po’ ovunque: Repubblica, Corriere, il Giornale. Pure la Gazzetta. Che schifo.).
Dio, se m’ha preso male sta cosa.

Improbabiles

Inizio questo post con una citazione da un articolo del Washington Post:

“Linking up with the Occupy Wall Street protests that began in New York, tens of thousands of people around the world took to the streets Saturday to reiterate their anger at the global financial system, corporate greed and government cutbacks.
Rallies were held in more than 900 cities in Europe, Africa and Asia, as well as in the United States, with some of the largest taking place in Europe. The demonstration in Rome turned violent, but crowds elsewhere were largely peaceful.”

Mi chiedo: solo a me la casistica riportata da un po’ da pensare?
Novecento città. No-ve-cen-to. Un solo episodio di violenza e scontri. Un singolo caso che porta la statistica delle manifestazioni violente su scala mondiale in questo 15 Ottobre all’incredibile soglia dello 0,11%. Io non sto nemmeno ad entrare nella discussione su quanti fossero i facinorosi in confronto alla totalità dei manifestanti oggi pervenuti nella capitale. Non mi interessa. Fossero uno su dieci, uno su cento o uno su mille.
La domanda è: perchè si son trovati tutti a Roma con altre 899 città a disposizione? Perchè se c’è una cosa su cui tutti più o meno concordano, stando a Repubblica.it, è che i violenti venissero da fuori.
A nessuno sembra quantomeno strana questa cosa?
E queste domande io vorrei che qualcuno se le ponesse, ma soprattutto che chi di dovere desse delle risposte. Perchè nella migliore delle ipotesi da questi ennesimi disordini si trae la conclusione di come sia noto ai violenti di tutta Europa il nostro essere meta ideale per le scorribande. Il che pone una seria questione sulla capacità del bel Paese di gestire eventi di questo tipo. Di conseguenza nella continua solidarietà che viene manifestata in maniera bipartisan alle forze dell’odine bisognerebbe iniziare a fare dei distinguo. Ok al solidarizzare con i giovani in divisa che almeno in gran parte non credo disegnino come loro giornata ideale questo 15 Ottobre, ma chi le forze dell’ordine le organizza, chi dovrebbe preventivamente occuparsi di gestire la sicurezza dei cittadini tutti, ma anche degli uomini in servizio, ancora una volta ha fallito in maniera eclatante.
I numeri parlano e quel che dicono apertamente ed in maniera inconfutabile è che siamo stati l’unico paese in cui si sono verificati disordini. Peggio, questi disordini sono stati causati da persone che, dall’estero, sono venute apposta a quello scopo evidenziando non solo la scarsa capacità da parte di chi di dovere nell’arginare queste situazioni, ma soprattutto una nomea Internazionale del nostro paese come “luogo in cui si può fare guerriglia”.
Anche solo a leggerla così, attenendosi esclusivamente ai fatti, ce ne sarebbe abbastanza per mettere sotto esame chi a tutto questo avrebbe potuto e dovuto porre un freno.
Poi c’è chi come il sottoscritto, all’analisi oggettiva aggiunge una valutazione più soggettiva, malevola e priva di prove documentabili che vede invece i vertici di sicurezza nazionale non incapaci di gestire situazioni del genere, ma impegnati se non a costruirle, quantomeno a lasciarle avvenire.
Pazzo? Cospirazionista? Può essere, ma mi ci ha fatto diventare Cossiga.
A proposito, forse sarebbe il caso di diramare un ANSA in cui si ricorda che è morto prima delle prossime manifestazioni. Così, nel dubbio.
Ad ogni modo chiudo questo post con un’idea che mi è balzata in testa mentre scrivevo.
Perchè la prossima volta noi italiani non andiamo a manifestare pacificamente altrove? Organiziamo la manifestazione, facciamo i pulman ed in corteo andiamo a Parigi, Londra o Berlino.
Vediamo come vanno le cose a quel punto. Vediamo se ci saranno ancora scontri o dove ci saranno.
Non mi pare infattibile, io ci farei un pensiero.

Genome sequencing: quanto sei disposto a conoscerti?

Chi fa un lavoro come il mio ha spesso la possibilità di riflettere su questioni che presto o tardi acquisteranno rilevanza globale. Quello che uno come me dovrebbe fare e che troppo spesso io non faccio, è sfruttare la cosa per provare nel mio piccolo a diffondere questo tipo di notizie e di conseguenza permettere alla gente che per ovvi motivi non ne avrebbe le possibilità, di farsi un’opinione. Il vantaggio dell’apprendere questo tipo di notizie da chi ci è dentro, specie se si tratta di questioni etiche, è poterle ricevere ed analizzare senza che la politica le abbia ancora trasformate in una questione di tifo o fede (intesa non nel senso religioso, ma porprio come accettazione aprioristica di posizioni imposte dall’alto in base non al proprio credo, sempre legittimo, ma al dictat di partito).
Oggi quindi voglio provare a rendere partecipe chi mi legge di un dibattito etico che sta tenendo banco all’International Congress on Human Genetics cui sto partecipando in questi giorni. Si tratta delle potenzialità e dei risvolti di una pratica chiamata “Whole Genome Sequencing”. Mi rendo conto che prima di poter entrare nel merito della questione, un’introduzione sia necessaria. Il genoma non è altro che l’insieme dei geni che determina ognuno di noi. Da una decina d’anni il genoma umano è stato completamente sequenziato, sebbene i geni che lo compongono siano ancora per gran parte sconosciuti. Esemplificando in maniera banale, vuol dire che si conosce il “testo”, ma non se ne comprende ancora appieno il “significato”. Di alcuni geni, che nella mia metafora sarebbero le “parole”, si conosce il “senso”, la funzione, di altri no. Tuttavia l’avere a disposizione il “testo completo” permette di avere un riferimento per l’identificazione di eventuali “errori di battitura”, ovvero le mutazioni (definisco tutte le differenze come mutazioni per semplificare, solo alcune differenze possono considerarsi tali, ma il punto per ora non sta lì). Spero la base sia chiara, perchè altrimenti proseguire con il discorso diventa complicato.
Ad ogni modo, la questione nasce dal fatto che le odierne tecnologie permettono di sequenziare l’intero genoma di ciascuno di noi a cifre relativamente ridicole. Nel giro di poco quindi non solo il sequenziamento dell’intero genoma del paziente diventerà pratica comune nella diagnosi, ma iniziaranno anche a diffondersi servizi che offrono il sequenziamento al pubblico senza necessarie ragioni mediche. Ognuno potrà conoscere il suo “testo”. Perchè può rivelarsi uno strumento diagnostico impagabile? Provo a spiegarlo con un esempio tra le varie applicazioni possibili. Alcune malattie genetiche sono definite “eterogenee”, ovvero dipendono da mutazioni in geni diversi con funzioni diverse. Quando un paziente riporta i sintomi della patologia, i medici iniziano a sequenziare i geni noti che si conosce portino alla patogenesi con lo scopo di individuare mutazioni. Spesso però la mutazione è altrove, in un gene ancora sconosciuto. Fino ad oggi a questo punto identificare il nuovo gene malattia risultava piuttosto complicato perchè era necessario procedere per tentativi in base a nozioni spesso incomplete. Potendo sequenziare tutto il genoma e andare così alla ricerca degli “errori” su larga scala la situazione si potrebbe semplificare un bel po’. Fin qui quindi tutto bene. In realtà la situazione anche in ambito diagnostico è ben più complicata di così, ma teniamoci sul semplice.
Dove nasce allora la questione etica? E’ presto detto. Avendo a disposizione l’intera sequenza e potendola leggere tutta, può saltar fuori qualche informazione diciamo “sgradita”. Possono venir fuori ad esempio predisposizioni genetiche a certe patologie che il paziente al momento non ha e che magari non avrà mai pur essendo predisposto. Che si fa a quel punto? Certo, se lo si avvisa lo si può mettere in guardia, ma questo vuole anche dire abbassare la sua qualità di vita per un rischio solo potenziale. Insomma, il dilemma c’è, ma può essere anche più drammatico. Prendiamo ad esempio mutazioni in geni noti che si sa implicati in gravi patologie. E’ un discorso un po’ complesso, vediamo se riesco a farlo passare con la metafora di prima. Prendiamo una “parola” di cui si conosce il significato e che se contiene determinati “errori” si sa causare una malattia. Bene, mettiamo il caso che in questa parola venga ritrovato un errore di battitura “nuovo”, mai documentato prima, che potrebbe portare la “parola” ad essere sbagliata, ma potrebbe anche risultare ininfluente.Ora, se questa analisi la si fa su un adulto, beh, si fa in fretta a capire se è malato oppure no e quindi se l’errore è patogenetico. Ma spostiamo l’orizzonte alla diagnosi pre-natale e capiamo subito a quante problematiche potremmo trovarci di fronte. Questo perchè, ripeto, pur essendo il testo noto nella sua interezza, il senso del tutto è ben lungi dall’esserci chiaro.
Andiamo ancora oltre. Come accennavo prima il genoma può dare risposte secche, ovvero definire al 100% la causa di una malattia, ma può anche rivelare quelle che sono semplici “predisposizioni”, non solo a malattie vere e proprie, ma anche a disordini comportamentali. Se queste informazioni venissero utilizzate male lo scenario potrebbe prendere tinte spaventose, che vanno dalla discriminazione genetica degli individui alla speculazione possibile da parte delle compagnie assicurative. Insomma, la questione è aperta e tutt’altro che di facile gestione. In questi giorni ho assistito a diversi dibattiti in merito, dibattiti in cui era più o meno opinione comune la necessità di una regolamentazione in ambito, ma soprattutto la necessità di educare la popolazione (tutta, dal paziente, al medico, dal legislatore al giudice, perchè la genetica non è certo di dominio pubblico) in modo da non farsi trovare impreparata di fronte all’avanzare della scienza.
Analizzando quest’ultimo aspetto, mi ha preso abbastanza il panico.
Innanzi tutto ad un congresso chiamato “International Congress on Human Genetics” in cui una grossa ed importante parte della comunità scientifica si interroga su questioni che, ripeto, saranno presto di interesse globale non erano presenti nè organi di stampa internazionali nè, tantomeno, politici o persone che di queste cose dovrebbero essere informati. Io scrivo volentieri due righe sul mio blog in merito e volesse iddio mi piacerebbe ne nascesse una discussione, ma ne parlasse la pagina scientifica del Corriere o di Repubblica forse il tutto avrebbe una rilevanza ed una divulgazione differente.
Perchè senza comprensione del problema ed informazione in merito, si arriverà come sempre a due schieramenti: quelli che, per paura dell’ignoto, preferiscono “fermare tutto” e quelli che, di contro, invocano la “libertà totale”, entrambi ben strumentalizzati all’interno di dinamiche politiche per cui la questione in se non ha rilevanza alcuna ed entrambi ben lontani dal dare alla gente una reale soluzione al problema etico senza aprire a scenari terribili, ma anche senza rinunciare a potenzialità ampissime.
Altra questione. Mi sono reso conto di come il progresso scientifico non vada affatto di pari passo all’educazione. Le scoperte diventano via via più complesse, in tutti i campi, ma l’educazione media della popolazione progredisce in maniera decisamente più lenta. Questo, per forza di cosa, abbassa sempre di più la soglia dell’incomprensibile e porterà la gente a vivere in balia del progresso e non a sfruttarne le potenzialità. Un dato, da una presentazione vista ieri: il 48% degli americani non crede nell’evoluzione. Ora, se una verità comprovata ed assodata da decenni è vista come una favola a cui si può credere o meno da quasi la metà degli individui, come si può pensare di spingerli a farsi un’opinione fondata su questioni molto più controverse e complesse? Dico fondata perchè a farsi un’opinione così, a cazzo, siam buoni tutti.
In tutto questo io sono giorni che mi chiedo se mi piacerebbe o meno conoscere il mio genoma, sapere quali mutazioni ho, a quali malattie sono predisposto e via dicendo. Credo sia l’anticamera alla domanda: “pensi di voler sapere quando morirai?” E io, dopo tre giorni di riflessioni, ancora non so cosa rispondere visto che ho già abbastanza problemi ad accettare che dovrò farlo.
Ok, spero il post sia leggibile e comprensibile a tutti. Mi piacerebbe qualcuno se ne interessarre, dicesse la sua in merito e provasse a far venir fuori un dibattito. Io, dal canto mio, son contento di far parte di quella piccola fetta di popolazione che di queste cose è a conoscenza e provo nel mio piccolissimo ad ampliare la cerchia degli eletti.
Certo, nel giorno del sex tape di Belen (checchè se ne dica, BOMBA VERA), parlare di genoma è veramente nerd e non nel senso cool che il termine ha ormai assunto.

Montréal

Per questioni lavorative, ovvero per presenziare al meeting dell’American Society of Human Genetics, mi trovo a Montréal. Il congresso prende il via ufficialmente oggi, ma solo per le pratiche di registrazione e la cerimonia di apertura. Diciamo che si inizierà a fare sul serio solo domani. Questo mi concede più o meno un’altra giornata in aggiunta alla mezza di ieri, per fare il turista.
A primo impatto Montréal mi sembra una sorta di copia in miniatura di New York. C’è tutto. Ci sono i grattacieli, i ponti, il molo, le zone commerciali e credo perfino China Town, solo è tutto un po’ meno. Ieri, per dire, credo d’essermi girato tutto il centro a piedi in qualcosa come tre/quattro ore.
Riguardo ai prezzi invece, la trovo abbastanza cara.
Ho fatto, sto facendo e con tutta probabilità farò un bel po’ di foto. Se qualcuna verrà fuori decente le metterò come al solito qui sopra. Ora vado, che voglio fare qualche altro giretto prima che sia troppo tardi.

Italy vs. Wikipedia vs. Freedom

Dear reader,

at this time, the ITALIAN LANGUAGE WIKIPEDIA may be no longer able to continue providing the service that over the years was useful to you, and that you expected to have right now. As things stand, the page you want still exists and is only hidden, but the risk is that soon we will be forced to actually delete it.

Over the past ten years, Wikipedia has become part of the daily habits of millions of web users looking for a neutral, free-content, and – above all – independent source of Knowledge. A new, huge multi-lingual encyclopedia, freely available to all, at any time, and free of charge.

Today, unfortunately, the very pillars on which Wikipedia has been built – neutrality, freedom, and verifiability of its contents – are likely to be heavily compromised by paragraph 29 of a law proposal, also known as “DDL intercettazioni” (Wiretapping Act).

This proposal, which the Italian Parliament is currently debating, provides, among other things, a requirement to all websites to publish, within 48 hours of the request and without any comment, a correction of any content that the applicant deems detrimental to his/her image.

Unfortunately, the law does not require an evaluation of the claim by an impartial third judge – the opinion of the person allegedly injured is all that is required, in order to impose such correction to any website.

Hence, anyone who feels offended by any content published on a blog, an online newspaper and, most likely, even on Wikipedia can directly request the removal of such contents and its permanent replacement with a “corrected” version, aimed to contradict and disprove the allegedly harmful contents, regardless of the truthfulness of the information deemed as offensive, and its sources.

During all these years, the users of Wikipedia (and we want, once more, to point out that Wikipedia does not have an editorial staff) have always been available to review – and modify, if needed – any content deemed to be detrimental to anyone, without harm to the Project’s neutrality and independence. In the very rare instances it was not possible to reach a mutually satisfactory solution, the entire page has been removed.

The obligation to publish on our site the correction as is, provided by the named paragraph 29, without even the right to discuss and verify the claim, is an unacceptable restriction of the freedom and independence of Wikipedia, to the point of distorting the principles on which the Free Encyclopedia is based and this would bring to a paralysis of the “horizontal” method of access and editing, putting – in fact – an end to its existence as we have known until today.

It should be made more than clear that none of us wants to question safeguarding and protection of the reputation, honor and image of any party – but we also note that every Italian citizen is already protected in this respect by Article 595 of the Criminal Code, which punishes the crime of defamation.

With this announcement, we want to warn our readers against the risks arising from leaving to the arbitrary will of any party to enforce the alleged protection of its image and its reputation. Under such provisions, web users would be most probably led to cease dealing with certain topics or people, just to “avoid troubles”.

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The users of Wikipedia

Testo tratto da qui, grazie al post che trovate qui. Mi pareva doveroso divulgare.