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Interstellar, la versione lunga.

La versione corta è che Interstellar è una merda.
La versione lunga prova ad argomentare la versione corta e lo fa con qualche SPOILER che se non avete ancora visto il film forse vorreste evitarvi. Che poi, siamo onesti, è stato pompato come il film dell’anno ed è fuori da dieci giorni, quindi l’avete già visto tutti. Nel dubbio, prima di infilare uno SPOILER scriverò SPOILER.
Io sono andato in sala questa sera, dopo aver provato a lungo a procurarmi dei posti decenti per la versione 70mm in proiezione all’Arcadia di Melzo. Il motivo è presto detto: Nolan è un regista che mi piace e quindi volevo vedere il suo ultimo film nelle condizioni migliori. Ho fallito, ovviamente, ma sono comunque riuscito ad andare a vederlo in 4K, compromesso più che accettabile.
Ok, adesso parliamo del film, iniziando dalle cose buone. Interstellar è un film di tre ore che passa senza problemi. Non annoia mai, non ci si ritrova mai a pensare a quanto possa mancare ed è bilanciato benissimo dal punto di vista del ritmo, della costruzione della tensione e della proporzione tra tutti i suoi “capitoli”. La seconda cosa buona del film è la prestazione di Matthew McConaughey, che è veramente una bomba di attore capace di un’altra interpretazione sontuosa nel suo essere perfetta e mai sopra le righe. Il film si presterebbe agli eccessi, ma lui lo porta a casa senza strafare. Bravo bravo. La terza cosa buona viene fuori quando il film si sofferma a riflettere sulle implicazioni che una missione come quella affrontata dai protagonisti possa avere per chi decide di intraprenderla. In questo Nolan è molto bravo e riesce a trasmettere il punto già nella prima parte della pellicola, esplicitando poi il tutto con una sotto-trama ed un personaggio (quello di Matt Damon) che a mio avviso sono la cosa migliore di tutte le tre ore.
Ecco, con le cose buone ho finito.
La prima tra le magagne è che Interstellar è un film spocchioso. Ma parecchio spocchioso, diciamo che ha la spocchia di “2001: Odissea nello Spazio”. Un po’ ovunque ho letto accostamenti tra i due film ed è a mio avviso insindacabile che lo stesso Nolan abbia guardato molto al film di Kubrick. A me 2001 fa cagare. Facile quindi pensare che anche questo Interstellar non mi sia piaciuto per gli stessi motivi, invece no. Interstellar non è noioso, 2001 sì (mortalmente). In più Nolan ha il vizio degli spiegoni, mentre Kubrick non ci ha manco provato di striscio ad esplicitare i concetti. Insomma, sono due film molto molto diversi, ma la volontà di essere opere grandiose è la stessa in entrambi. Un grosso problema deriva proprio dall’assunto di partenza: se ti prefiggi di fare un film “maestoso”, un capolavoro del genere, ti servono alcune cose. Se si parla di fantascienza, la prima, secondo me, è l’impatto visivo. Interstellar non è un film di impatto. Non ha manco un decimo della potenza visiva di Gravity e questo è un grosso problema. La seconda necessità è una trama solida. Non è fondamentale, ma aiuta molto. Tenendo in piedi il parallelismo, Gravity ha un plot scritto da un bambino di terza elementare, ma sta in piedi. In più, mentre lo vedi al cinema, hai la bocca così spalancata che ti si chiudono le coronarie, non arriva sangue al cervello e non ti accorgi della sua banalità. Qui il plot non è che sia banale, è proprio privo del minimo senso. Io non sono uno di quelli che la mena con la plausibilità scientifica (fotte sega), ma se mi tieni tre ore a parlare di spazio-tempo, relatività, buchi neri, gravità e te ne esci che “la quinta dimensione è l’amore” costruendo metà film sul concetto, beh, vaffanculo.
Vogliamo parlare del “colpo di scena”? Ce ne sono due, essenzialmente, ma il più importante, quello su cui tutto si fonda, lo si intuisce al minuto 10 e lo si da per assodato al minuto 60. Quando, al minuto 140, il tutto si esplicita on screen tu ne sei talmente già conscio e consapevole che guardi e ti chiedi come cazzo faccia Matthew McConaughey a non averlo ancora capito. Sei lì che lo vedi armeggiare e ti domandi come mai quello che per tre quarti di film ti hanno presentato come un tipo molto più smart della media non stia capendo un cazzo di quello che gli succede attorno. Quindi già siamo di fronte ad uno dei peggiori “Shyamalan twist” ever, ma è pure messo in scena male.
Per finire, ci sono le scene che, davvero, mentre le guardi gridi MACCOSA (cit.) talmente forte che quasi non ci credi. Scelte insensate, frasi insensate, comportamenti insensati che culminano [SPOILER] nel protagonista che invia a sua figlia l’equazione per la comprensione dell’universo in codice morse. Una cosa del genere mi prende e mi sbatte fuori dal film qualunque cosa stia succedendo, se poi fino a lì non è che fossi convintissimo, il tutto crolla nella mestizia.
Quindi ecco, per me Interstellar è il peggiore tra i film di Nolan che ho visto. Peggio pure del terzo Batman, se devo dire la mia.
Cosa più rivoluzionaria di Interstellar: il nero non è il primo che muore.
Domanda aperta più importante a fine visione: perchè, per tutta la prima parte, il buon Mathew ha la pelle gialla? Io pensavo che a metà film morisse di epatite.

4 commenti su “Interstellar, la versione lunga.”

  1. Non concordo nemmeno su una virgola di quello che hai scritto, ma sono giunto alla stessa identica conclusione. Sostanzialmente una merda.

  2. Dunque, in linea di massima sono abbastanza d’accordo con l’analisi, con qualche eccezione:
    -non ho trovato così interessante la parte di matt damon, quella Sì un po’ scontata
    -pur condividendo il concetto che “la risposta è l’amore” sia un modo di risolvere piuttosto deboluccio, se devo valutare la sensazione finale che mi lascia il film nella sua interezza, lo giudico positivamente. Forse perché no non mi aspettavo “il film dell’anno” ma solo “un buon film” ed è ciò che ho avuto.
    – la parte che ho trovato più interessante è stata la questione sovrapopolamento e fame, ahimè solo sfiorata (non era del resto il target del film)
    – trovo invece grave che un film sui viaggi spaziali (con alto budget) non abbia in effetti un impatto visivo che lasci a bocca aperta. Questo è grave.
    – ultimo, pur concordando che “l’amore è la chiave” sia una spiegazione del cazzo, temo che quando si vada ad affrontare il tema dei viaggi nel tempo, paradossi e via dicendo, si entri per forza di cose nel “vale più o meno tutto”.

    Conclusioni:
    Non è un film indimenticabile, questo no, ma restano tre ore piacevoli. Tutto quanto detto poc’anzi non mi impedisce di dare un voto positivo. Diciamo 6,5.

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