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La Cedra

È morta la mia prof. di matematica del liceo.

A una decina di giorni dalla fine della quinta c’è in programma una simulazione di terza prova: fisica, filosofia, inglese e forse altro che non ricordo. In fisica ho 8 di media dalla terza, sono tranquillo, ma ho un 7 in filosofia che non mi va proprio di mettere in discussione e forse sono a cavallo del 6 pure in inglese.
La posta è troppo alta.
Mi do out.
La faccio “bene”, mi spaccio per malato qualche giorno (mamma e papà, se leggete, scusate).
Rientro per l’interrogazione finale di fisica, una formalità da una/due domandine per confermare il voto. Mi chiama alla lavagna così: “Mancuso lei pensava di prendersi l’8 in pagella saltando la terza prova?”.
Poi mi rovina.
Due domande catastrofiche atte a rispedirmi al posto con un votaccio.
Qualche giorno dopo mi chiede se voglio rimediare, a sorpresa. Esco e faccio una bella interrogazione. Mi da 8.
Poi mi dice: “Peccato per la brutta performance dell’altro giorno, ma almeno si presenta col 7 all’esame.”

Quando penso al mio liceo, penso al posto che più che ogni altra cosa mi ha insegnato a stare al mondo. Non avevo stima per quasi nessuno dei miei professori, nemmeno per quelli con cui andavo tutto sommato bene o che piacevano a tutti i miei compagni.
Per Fiammetta Cedrazzi invece di stima ne ho sempre avuta un sacco.

Grazie prof.

2 commenti su “La Cedra”

  1. Anche io ho avuto la Cedra, solo un anno ma è stata un esempio importante per la mia formazione anche oggi che più indegnamente ne seguo le orme….
    Sento un grande vuoto!!!

  2. Francamente ho sempre pensato che al netto delle ipocrisie cio’ che uno era da vivo rimane da morto. Della cedra penso che fosse una immensa stronza ed anche una delle peggiori insegnanti che io abbia incontrato nella mia carriera scolastica. Devo dire che mi dispiace lo stesso che sia mancata, perche’ ne ricordo una vena di pungente simpatia ed una lucentezza di personalita’ invidiabile, che faceva perdonare una bruttezza irrimediabile. Colgo l’occasione per salutarla con un sorriso.

    Filippo Giardini

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