È stato un anno abbastanza di merda per una serie di motivi non abbastanza seri da farci empatizzare il prossimo e, anzi, di quelli per cui se ti lamenti le persone ti prendono per quello che non sa cosa siano i problemi veri.
C’è pieno di persone pronte a spiegare quali siano i problemi veri e con chi sia legittimo empatizzare.
Sono andato a riguardare il post dell’anno scorso e trasudava una certa positività per come fossi venuto fuori da questi anni assurdi di pandemia, ma dodici mesi dopo tenderei a dire che ne sono uscito male.
Sono decisamente una persona peggiore di quanto fossi nel 2019.
E se è crollata la stima che ho nei miei confronti, non sto a dire quella nei confronti del prossimo.
Quindi l’augurio per questo 2023 che arriva è di ritrovare un po’ di positività vera e non solo ostentata, un po’ di serenità reale e non solo autodichiarata e magari un po’ più di leggerezza di spirito, che tutto sommato ha ragione chi dice che i problemi veri siano altri.
Insomma, speriamo di ritirarci assieme nel breve. Magari è la volta che tocca chiedere una mano.
No, questo post non lo mando per email. Consideratela la mia buona azione di fine anno.