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Provo a mettere in fila un po’ di pensieri in merito alla proposta portata in giunta da Marco Mazzei per l’abbassamento del limite di velocità a 30km/h in tutta l’area urbana di Milano.
Lo faccio perché, come spesso accade, il dibattito si è immediatamente avvelenato ed è diventato complesso prendere una posizione senza finire a litigare, ma anche farsi un’idea senza obbligatoriamente impantanarsi dentro una delle due fazioni. Cosa che a me fa sempre tanta tristezza.
Partiamo quindi con una premessa: essere scettici verso questa idea non vuol dire non vedere il problema che cerca di risolvere né pensare che non sia importante risolverlo.
Non per forza e non nel mio caso.
C’è una clip di Immanuel Casto al Breaking Italy podcast che spiega bene perché questa premessa sia importante*. Io sono convinto che a Milano ci siano problemi di traffico, inquinamento e sicurezza stradale e sono iper d’accordo a lavorare per risolverli, ma resto scettico sul fatto che questa sia la via migliore per arrivarci e adesso provo a spiegare perché.
Prima però metto il link a un’altra clip in cui lo stesso Mazzei spiega nel merito le argomentazioni che supportano l’idea, perché credo sia giusto partire da lì.
Guardatela e poi leggete il resto, se vi va.

Le argomentazioni principali a supporto dell’idea, oltre alla sempre irritante “lo fanno anche X e Y” che non prendo volutamente in considerazione, sono essenzialmente tre.
1) Più sicurezza.
La base di partenza dell’idea è che, stando ai dati, essere investiti da un’auto a 30km/h non sia letale, mentre a 50km/h lo è. Inoltre, il tempo di arresto a 50km/h è di 25m mentre a 30km/h è di 10 metri. Io non sono ovviamente qui a contestare questi numeri, ma a mio avviso può essere utile ragionarci sopra.
Faccio un parallelismo che non vuole essere una provocazione, ma spero aiuti a capire il mio punto. La causa del 100% delle morti per incidente aereo è l’altezza. Indiscutibile. La soluzione però non può essere “facciamo spostare gli aerei a terra”, deve essere “rendiamo il volo il più sicuro possibile in modo che il pericolo intrinseco legato all’altezza venga neutralizzato”. Abbassare il limite di velocità a 30km/h per me usa lo stesso principio logico del tenere gli aerei al suolo ed è un modo reazionario di approcciare i problemi che non mi appartiene. Io punto sempre a soluzioni che ci portino un passo avanti e non indietro, quindi nello specifico dovremmo puntare a muoverci più velocemente ed in modo più sicuro, sfruttando la tecnologia che abbiamo a disposizione. Torniamo a quei numeri sullo spazio di frenata. I famosi 25m di cui sopra non possono essere intesi come “assoluti” perché dipendono certamente dall’efficienza dell’impianto frenante, ma soprattutto dai tempi di reazione di chi guida. Tempi che con la tecnologia corrente per la frenata assistita possono ridursi. Più importante però é che quegli stessi tempi si allungano se chi è al volante non sta prestando la dovuta attenzione, indipendentemente dalla velocità a cui sta guidando. Quindi il problema principale, per me, non è fare andare questa gente più piano, ma farla guidare con la dovuta attenzione e spingerla a dotarsi di tecnologia di sicurezza che subentri in caso di errore.
Vedo ovviamente arrivare l’obbiezione: “La gente non smetterà mai di stare al telefono mentre guida”, ma se questo è il presupposto potrei rispondere con i dati che certificano la propensione degli italiani ad infrangere i limiti di velocità e finiremmo in un cul de sac.
Quindi, riassumendo, non dico che questa idea non vada nella direzione di una maggiore sicurezza. È vero e, in questi termini, se applicata perfettamente porterebbe benefici. Non sono propenso a giustificare i mezzi per via del fine, peró, e io discuto unicamente quello.
2) Meno inquinamento.
Qui non ho molto da dire per controbattere, perché non ho dati concreti in mano. L’altra sera la mia formazione scientifica mi ha portato a fare un po’ di test con la mia auto (un 1.6 diesel di sei anni fa), perché tramite computerino di bordo posso monitorare i consumi.
Percorrendo lo stesso tratto di strada in condizioni di velocità costante (quindi non in fase di accelerazione né decelerazione) e stesso numero di giri motore (circa 1200), per mantenere i 30km/h devo viaggiare in terza marcia, mentre i 50km/h li ho mantenuti in quarta. In queste condizioni la mia auto consuma di più tenendo i 30km/h (non tanto di più), credo per via del fatto che i motori moderni non sono pensati per essere efficienti a quei regimi di utilizzo. Al netto di questo, credo il reale abbattimento sia legato alla riduzione delle accelerate che, causa traffico, portano costantemente a passare da zero a 50km/h. Dovendo andare da 0 a 30km/h queste accelerate sono meno veementi e riducono le emissioni, ma questo ci porta diretti al punto
3) Il traffico.
L’obbiezione più ovvia, che poi cosí ovvia forse non è, rimane: “Se riduco la velocità, ma mantengo inalterate le distanze da coprire, il tempo deve aumentare. Se aumenta il tempo, aumenta l’occupazione delle strade per singolo veicolo e, di conseguenza, il traffico”.
A questa cosa ho visto rispondere in modi diversi, che cito per completezza di argomentazione.
– “Nel traffico si viaggia a 12km/h di media, non a 50, quindi non cambia nulla.”. Non può essere vero, perché la velocità media dipende dagli estremi. Se abbassi gli estremi, si abbassa anche lei. Quindi è una non risposta, oltre ad essere un’argomentazione boomerang che porterebbe a ribattere: “Allora non c’è alcun problema di sicurezza, visto che a 12km/h ci si arresta in meno di 10m e non si è letali”.
– “Il tempo di percorrenza non cambia abbassando la velocità perché è determinato in misura maggiore dalle soste ai semafori che non dalla velocità di spostamento.”. In pratica, andando più veloce passi solo più tempo fermo al semaforo, ma ci metti uguale ad arrivare. Questa è un’argomentazione già più sensata, che però dovrebbe tener conto di un fattore. La proposta di Milano 30 prevede un cambiamento nelle tempistiche dei semafori volta a favorire un maggiore scorrimento ed un minor fenomeno di “stop&go”, reale causa di traffico e smog. Benissimo. Se coi limiti attuali, dove sicuramente la velocità dovrebbe portare ad uno scorrimento maggiore, questo non avviene forse si dovrebbe puntare il dito proprio verso una gestione poco corretta dei semafori che impediscono al traffico di defluire come potrebbe. In altre parole: la gestione perfetta dei flussi che si pensa di implementare per Milano 30 avrebbe molto più effetto ed efficacia sul traffico (e forse anche sullo smog) se adottata per Milano 50. A meno di ragioni per cui questa cosa si possa fare con il limite a 30km/h e non si possa fare con il limite a 50km/h, ma non ho sentito nessuno dire questa cosa né fare una domanda in questa direzione.

Questi i dubbi nel merito, razionali, a cui si somma un preconcetto costruito in anni di vita a Milano. Sbaglierò, ma se ci fosse davvero la voglia di cambiare, alla messa in vigore della norma (anzi, diciamo 3 mesi dopo per evitare effetto sorpresa) dovrebbe partire un’operazione costante di vigilanza e sanzionai. Non perché io sia particolarmente favorevole al metodo coercitivo, ma perché se applichi una politica intransigente per forza di cose “educhi” i cittadini a rispettare il vincolo. Se invece sanzioni ogni tanto, magari all’occorrenza di bilancio, il messaggio che passi ai cittadini è che quella norma non esiste, che infrangerla è un rischio ponderabile e che le multe sono essenzialmente questione di sfiga. Se così sarà anche questa volta, credo davvero Milano 30 non possa portare alcun beneficio alla città. 
Ultima nota.
Da dati non recentissimi che ho trovato online facendo un minimo di ricerca, quindi senza perderci il sonno, il 50% del traffico cittadino di Milano è di transito da o verso fuori, quindi di persone che non possono valutare spostamenti ad impatto zero come andare in bici o a piedi. Chi si muove dentro la città già usa i mezzi 4 volte su 10 perché a Milano, checché se ne dica, il trasporto pubblico funziona bene. Tra i restanti, il numero di persone che si sposta in auto è grossomodo equivalente a quello di chi va a piedi o in bicicletta. A mio avviso questo vuol dire che chi usa l’auto oggi non lo fa per mancanza di alternative, ma per scelta e sono davvero molto scettico questa scelta possa cambiare in virtù di una sbandierata maggiore sicurezza per pedoni e biciclette.

* già che ci siete guardatela tutta quell’intervista perché merita molto.


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