Non ho davvero qualcosa da scrivere qui sopra, lo dico subito.
E’ il 30 novembre e non scrivo sul blog dal 21 ottobre. Chi conosce questo spazio sa che bucare un mese è sempre stato lo stigma massimo da cui ho lottato per tenermi lontano e in vent’anni ce l’ho (quasi sempre) fatta. Di conseguenza sono qui per riempire una paginetta uso “guarda maestra ho fatto i compiti”.
Lo farò dando un po’ di aggiornamenti random dalla mia vita.
– Il progetto segreto che chiameremo col nome in codice di “romanzo” è entrato nella sua fase conclusiva. Mancano undici capitoli. Se procedo al ritmo avuto fino a qui, dovrei chiuderlo entro il mio compleanno. Considerando che ormai si tratta di chiudere il cerchio e che la maggior parte di quel che devo raccontare è deciso, forse potrei farcela un filo prima. Il materiale che ho messo giù fino ad ora si aggira intorno alle 76K parole, quindi a spanne si parla di un’opera finita che sta sulle 100K. Tante? Poche? Boh. Per me tantissime, davvero un lavoro che non pensavo di riuscire a portare fino a questo punto. Ho chiesto ad un po’ di amici se gli andasse di leggere quanto già fatto e darmi dei feedback, qualcuno ha accettato. Hanno tutti esordito dicendo “i pirati a me fanno cagare”, ma qualcuno lo ha trovato godibile ciò nonostante. Qualcun altro no. Direi perfettamente normale per un malloppazzo scritto da un improvvisato alla prima esperienza. Se proprio devo brontolare di qualcosa, mi aspettavo forse un po’ più di “supporto” da parte delle persone a cui ho chiesto. Nei libri di solito alla fine si trovano i ringraziamenti a tutti quelli che hanno aiutato l’autore a portarla a casa e nel mio caso al momento farei fatica a riempirci tre righe scritte grosse. Non è una bella sensazione, specie per uno che (senza voler fare Gandhi), nel suo piccolo ha sempre provato a dare una mano a chi si trovava in questa situazione e chiedeva un aiuto. Amen. L’idea continua ad essere arrivare in fondo, il resto è contorno.
– Un paio di weekend fa sono andato a Manchester a vedere i Brand New. E’ stato l’ennesimo concerto bellissimo di questo 2025 fatto, al momento, solo di concerti belli. Un bel passo avanti rispetto al 2024, dove a memoria mi avevano fatto quasi tutti schifo. Non credo scriverò un post sui concerti dell’anno, non ho più voglia di farlo o forse non ho altra forza da usare per scrivere anche qui (questo post sta diventando un calvario), ma è un peccato perchè sono stati tutti concerti da raccontare.
– Nell’ultimo periodo ci sono stati un po’ di argomenti su cui avrei avuto voglia di litigare. Per citare gli ultimi che mi sovvengono a memoria: la polemica sul fatto che se togli 2 punti percentuali alla tassazione sui redditi che vanno dai 25 ai 50 mila euro, chi guadagna di più ne beneficia di più (un vero scoop) e l’ennesima polemica attorno al concetto di consenso. Special guest: la famiglia nel bosco. In questi casi di solito parto aprendo il blog, poi mi persuado sia tempo perso e allora apro instagram. Perchè una mia story ha il medesimo impatto che un mio post (ZERO), ma almeno non ci metto troppo tempo a buttarla giù. In molti casi sono finito a chiudere anche instagram perchè tanto “chissenefrega”.
Mi sono parecchio imbruttito, devo dire, ultimamente.
Chiudo qui, mese portato a casa e auto-psicanalisi spiccia pure.
A dicembre metterò fuori quantomeno la lista dei dischi che ho ascoltato, quindi al massimo il problema di dover scrivere il blog si ripresenterà nel 2026.
Segnatevelo eh.