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Manq

Dubbio

Treno. Posto finestrino.
Sono le 19.10 e sto tornando da laboratorio quando il convoglio arresta la sua corsa. La stazione è quella di Sesto S. Giovanni, unica di inframezzo tra dove sono salito e dove scenderò.
Si aprono le porte.
Fa il suo ingresso un ragazzo. Lo conosco? Si. Bene? No.
Gli sguardi si incontrano abbastanza a lungo da rendere noto ad entrambi che l’altro è un viso conosciuto. Si siede affianco a me.
Dubbio.
Gli parlo? Ok, potrei, ma poi che gli dico? Odio quando ti trovi a parlare con una persona cui non hai nulla da dire e scende tra i due un silenzio imbarazzante. Odio ancora di più quando pur di non cedere all’evidente penia di argomenti si inizia a parlare di cose che non interessano a nessuno.
E se invece lui non mi avesse riconosciuto? Potrei salutarlo e vedermi guardare con la faccia interrogativa di chi fruga nella memoria cercando l’identità del suo interlocutore. Perchè mettere in imbarazzo una persona? Come detto lo conosco di vista, questa possibilità è tutto fuorchè remota.
Che fare quindi?
Gli parlo? Lo saluto? Lo ignoro?
Tramite Muvo, gli Alkaline Trio continuano ad isolarmi dal mondo, dandomi un alibi. Lo sguardo è fisso all’infinito, oltre il vetro del finestrino. Il tempo passa ed un altro fattore interviene. Se lo salutassi ora, dopo tutti questi minuti, sarebbe del tutto normale per lui chiedersi come mai io abbia atteso tanto. “Perchè non voleva salutarmi?”, penserebbe. In questo caso l’imbarazzo sarebbe assolutamente inevitabile.
Dubbio.
Alla fine mi decido, non lo guardo e gli parlo: “Permesso.”
Sono arrivato. Scendo dal treno.
Percorrando la strada verso la macchina penso: “E Lui? Avrà avuto tutti i miei dubbi o semplicemente non aveva idea di chi fossi?”
Dubbio.

Work in progress

Il lavoro in laboratorio procede, direi anche piuttosto bene.
Il risultato è che sono stanco come poche persone, uscendo di casa alle 8 per rientrarvi dopo dodici ore. Dovrei dormire di più.
Invece no.
Riassettare il bioritmo riportando la notte al suo ruolo di ristoro per corpo e mente sarà un lavoro lungo, mi ci vorrà un po’ di tempo. Devo ammettere che arrivo già con difficoltà oltre la 1:30 di notte, mentre un tempo (nemmeno poi così remoto) non riposavo gli occhi prima delle 2 passate. Magari tempo un mese sarò uno di quei bravi ragazzi che vanno a letto prima della mezzanotte. Una sorta di Cenerentola, se non fosse che i miei topi non diventano cocchieri, ma modelli viventi per lo studio di patologie umane.
Se i ritmi circadiani ancora non si sono adattati alla mia nuova vita, la dieta lo ha fatto prontamente. Niente consulto degli esperti, purtroppo, tuttavia l’impegno c’è e già adesso regnano nelle mie abitudini alimentari i Frosties e le insalatone. Come queste ultime possano saziare un uomo credo sia uno dei misteri di Fatima, ma posso garantire che è tutto vero. Come direbbe una delle massaie intervistate nelle televendite: “Neanche io ci credevo, ma poi ho provato: l’insalatona funziona!”
In questi giorni non ho potuto scrivere perchè sono stato in Liguria a prendere un po’ d’acqua. E’ stato molto bello. Un grazie ai nonni di Ambra che mi hanno ospitato, ma che soprattutto mi hanno fatto rivivere il ricordo dei miei nonni. I miei nonni erano fantastici. Mi mancano. Tanto.
Concludo con quella che ho deciso essere l’ultima foto tratta dalle mie vacanze oltre Manica, allegarne altre a queste pagine sarebbe ridondante.
Vorrei poter dipingere i miei stati d’animo. Userei certamente un sacco di colori.

Foto del giorno N°15 – Italians do it better!
La truppa al completo
* Eilan Dolan Castle, Oban (Scotland): 4.75£.
L’italiano all’estero, si sa, è babbo, ma riesce sempre ad arrangiarsi…

At home. Again.

Oggi ho lavorato come un dannato.
Ho passato dieci ore in piedi, facendo soluzioni, conteggiando moli e pHando liquidi sapientemente preparati. Il mio lavoro è questo per il momento, ma mi piace. Sto imparando dalle basi e la cosa mi piace.
Ho rivisto un po’ di amici che avevo lasciato in bicocca: Frants, Edo, Miky, Gabriele e altri di cui fatico a ricrdare i nomi, come loro faticavano a ricordare il mio. La mia mente è volata alle partitone al due che imperavano sui banchi della sala relax.
Tutto questo ricomincerà? Speriamo.
Inutile dire che tornare a bazzicare in Bicocca mi ha fatto molto piacere, non ho mai sopportato la sede di via Celoria/Balzaretti/Sansovino/Tuttiglialtripostidoveciparcheggiavano. Diciamo pure che mi indisponeva. Anche per la gran parte della gente che ci ho trovato.
Stasera, seppur morto, sarei uscito volentieri.
Amici pervenuti in compagnia: zero.
E anche oggi, come ieri, come l’altro ieri, si sta in casa.
Finirà sta settimana?

Foto del giorno n° 14 – Breakfast club
La truppa al completo
* Milk, coffee, tea, orange juice, grapefruits for everybody?

The starting line

Ho iniziato la tesi.
Da oggi sono all’opera nel laboratorio di Biochimica e Genetica di via Temolo a Milano, presso l’Istituto Besta.
Il mio progetto riguarda lo studio del promotore di un gene per una proteina coinvolta in una malattia neurodegenerativa. In realtà non credo di poter dire nè il nome della proteina, nè quello della malattia perchè ormai la scienza è competizione e non vorrei mandare tutto a rotoli dopo solo un giorno.
Come da proposito, domattina mangerò una bella ciotola di cereali con il latte subito dopo l’espresso.
Ora vado a letto perchè ho un mal di testa tremendo.
Sta settimana sta risultando piuttosto dura su tutti i fronti.

Foto del giorno N°13 – Al Dòm l’è sempar al Dòm
Sun semper chi, ma dan del rembambì...
* Oh mia bela Madunina…

Perplesso

Well, I’m not okay
I’m not o-fucking-kay!

Foto del giorno N° 12 – Untitled
Tristezza
* forse con le foto del giorno mi fermerò a 15. Spero che oggi piova…

Rock in Idro vol.2

Ecco qui due valutazioni anche sulla seconda giornata di concerto.
Anche in questo caso menzione ai compagni di viaggio, che oltre ai reduci della prima giornata annoveravano tra le loro fila anche Fà, Peich e Ciccio, quest’ultimo in grande spolvero soprattutto nel “pogo” cui ci siamo accidentalmente imbattuti.
Iniziamo quindi la disamina dei gruppi:
Viboras: la risposta italiana ai Distillers si dimostra molto efficace e divertente e si lascia apprezzare anche a chi non è particolarmente amante del genere (ad esempio me).
Hormonauts: Rock’n’Roll anni 50, sicuramente divertentissimo da vedere live. Gran batterista.
Me4rent: HC melodico in ialiano. Non mi sono piaciuti.
All American Rejects: secondo me molto molto buoni. Difficile portare quella musica su un palco del genere, ma loro sono riusciti a farlo con personalità e mi sono piaciuti molto.
Funeral for a Friend: acustica pessima. Delusione soprattutto da quel punto di vista. Resta la consolazione che a sentir loro torneranno presto per una data vera e propria e li valutarli sarà più facile. Nota di demerito alla bellissima maglietta solo in taglia girl.
Toy Dolls: si bruciano tutto con l’intro “The Final Countdown” degli Europe suonata col kazoo. Un picco di stile così alto non poteva essere replicato durante il loro set e quindi passano via anonimi e stucchevoli.
Me First and the Gimme Gimmes: enormi. La dimostrazione lampante che la musica può essere puro e semplice divertimento. Molto fanno un Fat Mike ancora sobrio, un Joey Cape ispirato e soprattutto un Jackson che si presenta nonostante la miriade di impegni che ha coi Foo Fighters, con la voglia di divertirsi e divertire. Veramente fantastici.
My Chemical Romance: lui è un animale da palco, lo si capisce subito, ma anche i suoi soci sono veramente in gamba. Gran bella prova a mio avviso.
Millencolin: volumi altissimi e scaletta pessima. Una delusione soprattutto dopo l’ottimo live di Aprile.
Nofx: seppur idoli indiscussi, seppur sempre geniali in tutto offrono una prova discutibile. A tre ore dal suo arrivo, Fat Mike è ormai scoppiato e non si regge più in piedi. La scaletta non c’è, i ragazzi improvvisano cercando di seguire le intenzioni del loro vocalist in uno stato assolutamente pietoso. Il risultato è che suonano poco, troppo poco.
Darkest Hour: Anche loro veramente egregi. Tengono il palco in maniera sopraffina e suonano egregiamente. Direi uno dei migliori gruppi visti nell’arco dei due giorni.
Ska-P: da uccidere. Loro ed i loro fan. La speranza è che si siano sciolti sul serio. Personalmente li ritengo l’emblema del problema più grosso della sinistra italiana.
Tirando due somme è stato un festival buonissimo cui sono lieto di aver preso parte.

Foto del giorno N°11 – C.I.R. at work
Scienziati
* col metodo di Galileo sono state certificate le altezze di quasi tutti i castelli/ponti/pozzi/monumenti scozzesi. E se l’occhio riteneva la misurazione poco attendibile, si trattava certamente di un’illusione perchè la scienza non sbaglia. Mai.

Comunicazione di servizio

Vista la continua apparizione di commenti di spam su questo blog, mi sono visto costretto ad introdurre una piccola accortezza. Spero questa non dia fastidio a coloro che commentavano le mie pagine. Se così fosse gli interessati non esitino a farmelo sapere.
Grazie.

Rock in Idro vol.1

Ecco due commenti alla prima giornata del Rock in Idro.
Come prima cosa è assolutamente d’uopo ringraziare Ale Doni e Lo Ste che dal primo pomeriggio in avanti mi hanno alleviato dalla solitudine, permettendomi di godermi la giornata. Ho seguito più o meno tutti i gruppi del palco principale, ma ho visionato almeno per qualche secondo anche quelli del secondo palco in modo da farmi un’idea in merito. Nel complesso sicuramente un buon concerto, ricco di sorprese. Ora provo ad analizzare gruppo per gruppo.
Useless I.D.: causa anticipazione della scaletta (non annunciata, tra le altre cose) e eccessiva macchinosità delle procedure di ingresso ho perso metà abbondante del loro già striminzito live set, tuttavia per quel poco che ho visto mi sono parsi in gran forma. Da capire come mai al basso ci fosse Matt dei No Use. Nota di merito al chitarrista dei suddetti che mi ha fatto compagnia per un quarto d’ora durante il mio periodo di solitudine.
Tying Tiffany: inascoltabili.
Voicst: possono piacere. Non a me.
Love in Elevator: inascoltabili.
Super Elastic Bubble Plastic: ottimi. Mi hanno fatto una grande impressione. Non saprei bene dire che genere facciano, quindi sto schiscio e dico rock. Un plauso al batterista.
No Use for a Name: beh, poco da dire: dal vivo spaccano sempre. Nonostante i capelli allucinanti che adesso Tony Sly ha in testa, nonostante quella merda che è l’ultimo CD (da cui hanno suonato giusto 2 tracce, scelte tra le uniche tre decenti per giunta) e nonostante l’intro tecno con cassa martellante e gingle elettronico che intona No Use (trash come poche altre cose) hanno fatto la solita buonissima prestazione.
Nomoredolls: inascoltabili.
Juliette & the Licks: inascoltabili. Lei però è un bel vedersi, seppur agghindata da far ridere e impegnata ad imitare Iggy Pop.
Turbonegro: il primo dei due gruppi che mi ha ricordato come il rock’n’roll sia ancora bello vivo anche nel nuovo millennio. Musicalmente non potrei mai apprezzarli, ma live hanno fatto un grande show. Si presentano pittati e vestiti come i Village People, tutti tranne il cantante che riesce a fare di peggio giungendo sul palco conciato come Abbatantuono in Attila. Al grido di Party Animals sfornano un’oretta di puro rock’n’roll dissacrante, smettendo giusto al punto in cui avrebbero incominciato a stufare. Veramente pregevoli visti dal vivo. Nota di merito qui va al tastierista/chitarrista che per movenze e orgoglio gay pareva Pier Piero.
Pennywise: come detto non li avevo mai visti dal vivo visto che non stimo particolarmente la band. Devo ammettere che però sono stati una piacevolissima sorpresa. Si presentano discretamente ubriachi e senza aver fatto l’ombra di un soundcheck. Arrivano e dicono di essere volati qui all’ultimo momento, letteralmente, per rimpiazzare i Transplants. Convinti di suonare prima dei Good Charlotte li prendono per il culo per una buona decina di minuti. Iniziano a suonare e ci mettono 4 pezzi ad avere un suono non più imbarazzante, 6 per averne uno discreto. Fino a quel momento “avevo vergogna io per loro”, citando Lo Ste, ma da li in poi la questione cambia. I milioni di anni passati sulla scena vengono fuori tutti e i quattro iniziano a dominare il palco continuando pur sempre a non prendersi troppo sul serio. Vedere “Bro Himn” intonata da tutta quella gente è un’esperienza da farsi.
Vanilla Sky: li ho visti poco perchè ero piuttosto stanco, ma direi che hanno fatto il loro solito discreto lavoro.
The Hives: altra band che da cd non sopporterei per più di 3 minuti, ma che dal vivo spacca veramente una cifra. Rockstar nate. Nient’altro da aggiungere se non la frase della serata, ovvero quella pronunciata dal loro cantante: “I’m so cool that I would kiss me!”.
Fonzie: anche loro seguiti poco, ma abbastanza per definirli. Ennesima band HC melodico/pop punk. Stesse sonorità di mille altri gruppi, tuttavia hanno la scusante di essere portoghesi e quindi probabilmente originali nel loro contesto nazionale.
Offspring: hanno chiuso il tutto. Non li vedevo live da molto tempo e anche loro mi hanno sorpreso. Una scaletta validissima, con un buon 80% di pezzi vecchi, di quelli che piacciono a me insomma. Non nego che vedere Noodles coi capelli cortissimi e bianchi (si, bianchi…) mi ha fatto riflettere, però è stata una cosa momentanea. Sentire “Bad Habit”, “All I Want”, “Smash” e “Self Esteem” e vederlo li con la sigaretta in bocca mentre suona e salta ha cancellato ogni perplessità.
Domani si replica e le premesse per un’altra ottima giornata ci sono tutte.

Foto del giorno N°10 – Castle of Illusion
Urquhart Castle
* nei vari castelli mi sentivo un po come il Micky Mouse del mio Sega Master System: circondato di illusioni fantastiche.

Festival

Oggi inizia la due giorni del festival “Rock in Idro” e tra poco uscirò per recarmi all’idroscalo e prenderne parte. Nella giornata odierna, dopo la defezione dei Rufio, mi restano da sentire Useless I.D. e No Use for a Name. Una certa curiosità l’ho anche per i Super Elastic Bubble Plastic e i Fonzie, entrambi gruppi di cui ho sentito solo commenti e mai pezzi suonati.
Sul carrozzone all’ultimo momento sono saliti anche i Pennywise che non ho mai visto dal vivo e devo ammettere che la cosa non mi dispiaceva affatto. Chiuderanno gli Offspring che risentirò molto volentieri dopo un sacco di tempo. Sarà dura resistere unicamente durante Hives e l’esibizione di Juliette Lewis ed i suoi amici in TV.
Oggi purtoppo, causa pacchi molteplici, sarò all’idroscalo da solo. Speriamo di incontrare qualche conoscente con cui trascorrere la giornata.
Fortunatamente domani qualcuno dovrebbe venire.

Foto del giorno N°9 – Driving to Skye
In auto
* la strada che porta all’isola di Skye sembrava condurci alle nuvole. Che l’isola fosse su una di queste?