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Amici

A Bazzu

Questa mattina, accompagnato dalla freschezza dell’aria autunnale e da un pacco da 700g di Pan di Stelle, Bazzu* ha lasciato l’Italia.
La sua destinazione è Irvine, California, ed il motivo della partenza è iniziare un progetto di tesi negli States. Il progetto lo terrà via un anno e quindi per dodici mesi circa non sarà dei nostri. Ieri sera abbiamo organizzato una festicciola in suo onore qui “alla panca”, in modo che potesse salutarci tutti. L’organizzazione è stata un po’ approssimativa per via di alcuni inconvenienti, ma l’impegno c’è stato e la speranza è di aver fatto una cosa bella. Prima che mi cappottassi del tutto ho fatto due chiacchiere con lui sul partire che, per citarlo, “è un po’ morire” e ne sono usciti alcuni concetti interessanti. Effettivamente prendere e mollare tutta la propria vita per un anno, accettandone una nuova a scatola chiusa, non dev’essere una scelta facile. Giorni fa, pensandoci, avevo avuto come l’impressione che Bazzu lo facesse perchè, in fondo, una nuova vita la stava cercando sul serio. L’idea che aveva iniziato a ballarmi per la testa era che se una persona vive stretta nella sua quotidianità, staccare e andarsene via sono concetti a cui ci si approccia in manera molto più sicura. Partire è un po’ morire. Effettivamente è vero, perchè è l’unico modo per cambiare vita concretamente e radicalmente. Ieri tuttavia Bazzu mi ha detto essere stato piuttosto triste di dover lasciare l’Italia e credo non stesse facendo facile retorica. Mi ha anche detto però che pian piano che la partenza si avvicinava, la sua mente si concentrava sempre più su ciò che stava iniziando, piuttosto che su quanto stava finendo. Ed in effetti deve essere proprio così che vanno le cose, una volta entrati nell’ottica di fare questo passo. Credo sia una cosa molto emozionante.
L’altra faccia della medaglia è ovviamente occupata da chi rimane. Inutile dire che l’impatto è diverso per ognuno di noi, dagli amici, ai parenti, ai semplici conoscenti, e non voglio certo lanciarmi in facili sentimentalismi, non è il caso. Da qualche anno il “buon vecchio Bazzu” non viveva certamente al centro della compagnia e usciva di rado con noi. Per questo credo che non sarà certo il sabato sera che mi accorgerò del fatto che è partito. Credo invece me ne accorgerò quando vorrò fare due chiacchiere serie con qualcuno. In quel caso si che la sua figura susciterà in me un po’ di nostalgia.
Bando alle ciance, questo vuole essere un mio personalissimo saluto e un grande “In bocca al lupo!” a Bazzu. Ci rivedremo tra un’anno e, anche se non è poi molto, sicuramente entrambi saremo diversi da ora. Cresciuti.
Chiudo con un messaggio diretto: “Goditela negli States, perchè quando tornerai non avremo dimenticato che per alcuni mesi ce l’hai fatta sotto il naso. I “commisari di gara” sapranno come agire.”
Buon viaggio!
La truppa al completo
* A Bazzu. Perchè il suo viaggio lo conduca esattamente dove vuole andare. Cin.

At home. Again.

Oggi ho lavorato come un dannato.
Ho passato dieci ore in piedi, facendo soluzioni, conteggiando moli e pHando liquidi sapientemente preparati. Il mio lavoro è questo per il momento, ma mi piace. Sto imparando dalle basi e la cosa mi piace.
Ho rivisto un po’ di amici che avevo lasciato in bicocca: Frants, Edo, Miky, Gabriele e altri di cui fatico a ricrdare i nomi, come loro faticavano a ricordare il mio. La mia mente è volata alle partitone al due che imperavano sui banchi della sala relax.
Tutto questo ricomincerà? Speriamo.
Inutile dire che tornare a bazzicare in Bicocca mi ha fatto molto piacere, non ho mai sopportato la sede di via Celoria/Balzaretti/Sansovino/Tuttiglialtripostidoveciparcheggiavano. Diciamo pure che mi indisponeva. Anche per la gran parte della gente che ci ho trovato.
Stasera, seppur morto, sarei uscito volentieri.
Amici pervenuti in compagnia: zero.
E anche oggi, come ieri, come l’altro ieri, si sta in casa.
Finirà sta settimana?

Foto del giorno n° 14 – Breakfast club
La truppa al completo
* Milk, coffee, tea, orange juice, grapefruits for everybody?

Rock in Idro vol.1

Ecco due commenti alla prima giornata del Rock in Idro.
Come prima cosa è assolutamente d’uopo ringraziare Ale Doni e Lo Ste che dal primo pomeriggio in avanti mi hanno alleviato dalla solitudine, permettendomi di godermi la giornata. Ho seguito più o meno tutti i gruppi del palco principale, ma ho visionato almeno per qualche secondo anche quelli del secondo palco in modo da farmi un’idea in merito. Nel complesso sicuramente un buon concerto, ricco di sorprese. Ora provo ad analizzare gruppo per gruppo.
Useless I.D.: causa anticipazione della scaletta (non annunciata, tra le altre cose) e eccessiva macchinosità delle procedure di ingresso ho perso metà abbondante del loro già striminzito live set, tuttavia per quel poco che ho visto mi sono parsi in gran forma. Da capire come mai al basso ci fosse Matt dei No Use. Nota di merito al chitarrista dei suddetti che mi ha fatto compagnia per un quarto d’ora durante il mio periodo di solitudine.
Tying Tiffany: inascoltabili.
Voicst: possono piacere. Non a me.
Love in Elevator: inascoltabili.
Super Elastic Bubble Plastic: ottimi. Mi hanno fatto una grande impressione. Non saprei bene dire che genere facciano, quindi sto schiscio e dico rock. Un plauso al batterista.
No Use for a Name: beh, poco da dire: dal vivo spaccano sempre. Nonostante i capelli allucinanti che adesso Tony Sly ha in testa, nonostante quella merda che è l’ultimo CD (da cui hanno suonato giusto 2 tracce, scelte tra le uniche tre decenti per giunta) e nonostante l’intro tecno con cassa martellante e gingle elettronico che intona No Use (trash come poche altre cose) hanno fatto la solita buonissima prestazione.
Nomoredolls: inascoltabili.
Juliette & the Licks: inascoltabili. Lei però è un bel vedersi, seppur agghindata da far ridere e impegnata ad imitare Iggy Pop.
Turbonegro: il primo dei due gruppi che mi ha ricordato come il rock’n’roll sia ancora bello vivo anche nel nuovo millennio. Musicalmente non potrei mai apprezzarli, ma live hanno fatto un grande show. Si presentano pittati e vestiti come i Village People, tutti tranne il cantante che riesce a fare di peggio giungendo sul palco conciato come Abbatantuono in Attila. Al grido di Party Animals sfornano un’oretta di puro rock’n’roll dissacrante, smettendo giusto al punto in cui avrebbero incominciato a stufare. Veramente pregevoli visti dal vivo. Nota di merito qui va al tastierista/chitarrista che per movenze e orgoglio gay pareva Pier Piero.
Pennywise: come detto non li avevo mai visti dal vivo visto che non stimo particolarmente la band. Devo ammettere che però sono stati una piacevolissima sorpresa. Si presentano discretamente ubriachi e senza aver fatto l’ombra di un soundcheck. Arrivano e dicono di essere volati qui all’ultimo momento, letteralmente, per rimpiazzare i Transplants. Convinti di suonare prima dei Good Charlotte li prendono per il culo per una buona decina di minuti. Iniziano a suonare e ci mettono 4 pezzi ad avere un suono non più imbarazzante, 6 per averne uno discreto. Fino a quel momento “avevo vergogna io per loro”, citando Lo Ste, ma da li in poi la questione cambia. I milioni di anni passati sulla scena vengono fuori tutti e i quattro iniziano a dominare il palco continuando pur sempre a non prendersi troppo sul serio. Vedere “Bro Himn” intonata da tutta quella gente è un’esperienza da farsi.
Vanilla Sky: li ho visti poco perchè ero piuttosto stanco, ma direi che hanno fatto il loro solito discreto lavoro.
The Hives: altra band che da cd non sopporterei per più di 3 minuti, ma che dal vivo spacca veramente una cifra. Rockstar nate. Nient’altro da aggiungere se non la frase della serata, ovvero quella pronunciata dal loro cantante: “I’m so cool that I would kiss me!”.
Fonzie: anche loro seguiti poco, ma abbastanza per definirli. Ennesima band HC melodico/pop punk. Stesse sonorità di mille altri gruppi, tuttavia hanno la scusante di essere portoghesi e quindi probabilmente originali nel loro contesto nazionale.
Offspring: hanno chiuso il tutto. Non li vedevo live da molto tempo e anche loro mi hanno sorpreso. Una scaletta validissima, con un buon 80% di pezzi vecchi, di quelli che piacciono a me insomma. Non nego che vedere Noodles coi capelli cortissimi e bianchi (si, bianchi…) mi ha fatto riflettere, però è stata una cosa momentanea. Sentire “Bad Habit”, “All I Want”, “Smash” e “Self Esteem” e vederlo li con la sigaretta in bocca mentre suona e salta ha cancellato ogni perplessità.
Domani si replica e le premesse per un’altra ottima giornata ci sono tutte.

Foto del giorno N°10 – Castle of Illusion
Urquhart Castle
* nei vari castelli mi sentivo un po come il Micky Mouse del mio Sega Master System: circondato di illusioni fantastiche.

Idro_serata

Stasera sono andato alle Librerie Acustiche di Monza per sentire finalmente i Videoneve suonare dal vivo. In realtà ho scelto una circostanza particolare, poichè si trattava di un set acustico. Innanzi tutto devo spendere due parole sul posto: carino e torrido.
La serata si è aperta con l’esibizione di un duo chitarra/voceemillesuonicampionati che ha tenuto banco per un’oretta circa. L’effetto suscitato da questa formazione sulla mia persona è stato bizzarro. In realtà la loro musica ad orecchio non era affatto male, ma la si poteva apprezzare solo non guardandoli. Vedersi di fronte un tizio con chitarra e uno con PC e tastiera creava un terribile contrasto con il sentire pezzi composti da suoni di miliardi di strumenti diversi. L’effetto era quello di un film doppiato male, con audio e video non complementari. Secondo me dovrebbero fare musica per non vedenti. Musica Braille.
Dopo di loro è stato il turno dei Videoneve. Prestazione apprezzabile direi, soprattutto per quanto riguarda il cantato e alcuni rearrangiamenti volti alla trasposizione acustica dei pezzi. L’assenza di ossigeno in sala ed una temperatura di 45° C hanno forse compromesso la lucidità del gruppo sul finale, ma devo dire che è stata una buona prova. Nota di merito al pezzo nuovo “Cose orrende”.
Mi sembra di aver scritto una roba alla Mario Luzzardo Fegiz. Che schifo.
Tornando alla serata ho due ringraziamenti da fare.
Il primo è al Dany che, accortosi di avere ancora demo dei Murder, We Wrote per le mani, mi ha omaggiato di una copia per rimpiazzare la mia ormai consunta dagli ascolti. I MWW erano un gruppo enorme.
Il Secondo è ad Ale Doni e ai suoi Salmakki (non ricordo se si chiamassero realmente in questo modo o in modo simile). Trattasi i morbide caramelle alla liquirizia dal peculiare gusto salato. Al primo assaggio sia io che Peich ne siamo rimasti semi-disgustati, per poi diventarne dipendenti poco dopo. Spero di riuscire a trovarne una scorta adeguata all’Ikea.
Un saluto va a Lorenzo che non vedevo da milioni di anni.
Oggi pomeriggio ho rivisto mio cugino Valerio dopo 2 annetti circa e diversi trascorsi poco felici per lui. L’ho trovato bene. Sono contento. Spero non debbano passare altri due anni prima che io possa rivederlo.

Notte d’attesa

La speranza è l’ultima a morire, tuttavia la mia sta agonizzando.
Ho convinto Missa a votare in estremis, andrà domani mattina.
Io, la mia piccola battaglia, l’ho vinta.

Stone Cold Steve Festival

Ho deciso di raccontare la grigliata di ieri.
Approfittando del ponte del 2 Giugno abbiamo deciso di passare una giornata in allegria e spensieratezza, sulle rive dell’Adda* e per la precisione a Groppello. Dopo il Venerdì dedicato alla spesa in cui è stato acquistato il minimo indispensabile (5 kg di carne, 72 birre, 10 baguette e un salame nostrano), eccoci pronti Sabato mattina per la conquista del posto. In questa località esistono infatti delle fantastiche griglie prefabbricate, utilizzabili “for free” dal primo che arriva, noto per essere colui che meglio alloggia. Per evitare di rimanere senza strumento di cottura, un primo drappello di uomini composto da me, Bazzu**, Simo, Missa**** e Aui***** è partito da Brugherio alle 8.00 con la delicata missione di occupare una postazione. L’orario è stato dettato dalla paura della rivalità con la classica famigliola felice che fa della grigliata estiva la propria ragion d’essere. Tale paura si è poi rivelata infondata, vista la desolazione che ha pervaso la località fino all’ora di pranzo. Il resto del contingente***, che al completo contava 14 valorosi elementi, ci ha raggiunto in seguito portando con se gran parte dei viveri. La giornata è così trascorsa tra cibo, birra e del sano wrestling, filo conduttore di quasi tutte le ultime nostre grigliate. Oltre a prese e schienamenti però, il main event della giornata è stato lo Stone Cold Steve Festival****** durante il quale pochi valorosi eroi hanno deciso di bere una cassa da 24 lattine di Dreher (non comprese nel conteggio delle 72 iniziali poichè adibite unicamente all’evento) alla maniera del buon vecchio Austin. Ad onor del vero, metà della sopracitata cassa se l’è portata via l’Adda e dovrebbe ormai essere reperibile nei pressi di Rimini. Degna di nota è anche la possibilità, per altro sfruttata, di fare il bagno nelle freddissime acque del fiume capaci di toglere dai corpi il torpore da alcol e l’irritazione provocata dall’erba.
In sostanza una gran bella giornata, ricca di momenti divertenti.
Io mi sono addormentato al sole.
Ho una grave ustione su gran parte della schiena, cosa che mi causa parecchio dolore.
Facendo il bagno mi sono aperto la mano destra su di una roccia, anche questo mi causa molto dolore.
W la gioventù.
Adda
* Le foto capaci di far apparire incantevole questo posto sono poche, eccone una
Bazzu
** Bazzu. Deve aver accusato la levataccia
Un po' di partecipanti
*** Da sinistra: Dani, L’Ali, Orifizio e la Paola
Steven Spielberg?
**** Missa, grazie al quale sono pervenute le immagini e i filmati dell’evento
Johnatan dimensione avventura?
***** Aui, facilmente confondibile con Ambrogio Fogart
Yeah!
****** The Austin way of drinking. Yeah!

Alternative week-end

Che fine settimana strano. Ieri sono stato al “saggio” del coro di Ambra e oggi in pizzeria a festeggiare il compleanno di Ciccio. Due serate piuttosto fuori standard visto che nel primo caso ho assistito all’esecuzione di alcuni pezzi corali all’interno del liceo di Rozzano, tra gente mai vista, e nel secondo sono uscito con tutte persone, eccezion fatta per Peich, che non vedo proprio spessissimo. Il bilancio è del tutto positivo in entrambi i casi. Ieri è stata una bellissima serata che mi ha aiutato a gettare un po’ di “mene personali” dietro la schiena, mettendomi nella classica situazione in cui pensando agli sbattimenti che mi affliggevano non posso che darmi del pirla. Oggi mi sono divertito molto, sia perchè fare due chiacchere con il dottor Gagliardi è sempre motivo di gaudio, sia perchè ogni tanto uscire con persone diverse (se queste sono simpatiche, pare ovvio) è assai piacevole.
Finalmente un po’ di serenità, guarnita con del sano spasso.
Le previsioni per il domani, tuttavia, restano incerte.
Ora però, sinceramente, sarei per sbattermene.
La mia emotività è simile ad una banderuola sballottata dal vento in direzioni sempre diverse e spesso opposte tra loro. Devo ancora capire cosa, nella mia vita, sia il vento che la muove.

A cuore aperto

Arrivo adesso da una buona ora e mezza di discussione in auto con Aui. Una delle classiche. Una modello seduta dallo psicologo. Ci siamo analizzati a vicenda e, soprattutto, abbiamo potuto spaziare dall’argomento classico delle nostre discussioni* a varie questioni riguardanti la morale, la collettività, la religione e l’amicizia.
Queste discussioni mi restituiscono a me stesso sempre un po’ sollevato e più contento. La sensazione è simile a quando da piccolo vai a confessarti e dopo averlo fatto ti senti un altro.
Libero.
Oggi ho provato ad aiutare Bri in un suo progetto per l’università.
Stasera vado a dormire conscio che non sarei mai potuto essere un buon architetto.
Saccarine Smile
* L’apparenza inganna.

Ogni promessa è una promessa!

Ecco la foto del nostro pranzo Pasquale* alla birreria Lowenbraü di Monaco di Baviera. A mio parere questo è il locale con la birra migliore di tutta Monaco. Devo anche averlo fatto notare ai miei commensali, tuttavia non ne sono sicuro. Avrei voluto postare foto singole per ogni partecipante, ma questa operazione avrebbe richiesto troppo spazio.
La truppa al completo
* Da sinistra a destra: Aui, la Vera, Dani, Ambra, io, Simo, Missa, la Paola e Ori.

Pasqua mit kolazione

Sono in pausa. Il mio contratto è scaduto ed il nuovo avrà inizio solo con i primi di Aprile. L’esame di Fisiologia è andato bene ed inizierò a preparare il prossimo, Fisiologia II, la settimana prossima. In questi giorni quindi non farò altro che godermi un po’ di riposo in attesa di partire per Monaco di Baviera, dove passerò la Pasqua. Saremo in nove: io, Ambra, Simo, Missa, Aui, la Paola, Dani, la Vera e Ori. Una due giorni di totale devasto. La partenza è fissata per Venerdì notte alle 2:00, ovvero Sabato mattina. Dormiremo alla Penzion Beck (mit kolazione) e durante la giornata barcolleremo da una birreria ad un’altra, felici. L’unica cosa che voglio assolutamente fare, oltre a divertirmi, è comprare qualche cd dal momento che li costano meno. Mi piacerebbe molto trovare “New Medicines” dei Dead Poetic, “What it is to Burn” dei Finch e “Stories and Alibis” dei Matchbook Romance. Speriamo. Prima di partire farò un salto da mia cugina Chiara che compie gli anni per farle gli auguri.
L’organizzazione del secondo Torneo di Giochi di Ruolo che io e i miei soci daremo alla luce quest’autunno si è messa in moto. L’idea è molto bella, anche troppo per sembrare nostra, e fino a questo momento non ci sono stati intoppi irrisolvibili. In questi giorni inizieremo a lavorare in maniera concreta. Il brain storming fatto fino ad ora ha portato a delle buone basi, ma è solo iniziando a scrivere che vedremo se la cosa fila. L’impegno è il medesimo dello scorso anno, siamo forti degli errori commessi in passato, che speriamo di evitare, come delle cose buone della scorsa edizione che speriamo di ripetere. La pressione è tanta visto che questa volta saremo parte del Campionato Lombardo, ma di tempo ce n’è in abbondanza e quindi ho modo di pensare che verrà tutto molto bene. Intanto il campionato di quest’anno procede. Visto il mio prossimo passaggio dall’altra parte della barricata, ovvero da giocatore ad organizzatore, tengo molto a far bene quest’anno. Per il momento sta andando bene, ma i rivali sono molto forti e la competizione sarà serrata fino alla fine.
Sono le 15:23 e sono ancora in tenuta da notte.
Figata.