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Riflessioni

Sconcerto

Dopo quanto successo ieri ho voluto aspettare a scrivere qualcosa qui, perchè non mi sentivo di dire nulla che non fosse stupido o retorico. Oggi la situazione non è migliorata quindi adotterò la tattica fin troppo comoda ed inflazionata del silenzio. Però un’immagine* la voglio incollare a questa pagina, in modo che quando tra cinque o sei giorni Vespa smetterà di fare speciali di “Porta a Porta”, io continuerò ad avere presente quanto accaduto e, forse, riuscirò a dire qualcosa di più intelligente.
Se ciò non dovesse accadere, pazienza.
Londra, 07-07-2005
* inconcepibile…

Cult

Ogni generazione ha i suoi cult.
La mia ne ha molti, più o meno rappresentativi della mia persona.
Uno di questi, forse il meno generazionale, ma sicuramente quello che maggiormente delinea il mio indice di deviazione, è Dawson’s Creek.
Fin dalla prima volta che iniziarono a farlo su Italia 1, ricordo che era il Mercoledì in prima serata, ne ho seguito per filo e per segno tutte le vicende restandone affascinato.
Non so se fossero più i dialoghi filosofico/demenziali, le storie fantaromantiche o i personaggi stereotipati, sta di fatto che questa serie mi ha preso come mai nessuna del suo genere (neanche la storica Beverly Hills 90210).
Ora che lo stanno riproponendo dalla prima puntata, ho deciso di registrarmi tutti gli episodi.

Joy: “Non possiamo più dormire insieme Dawson.”
Dawson: “Perchè?”
Joy: “Perchè siamo cresciuti. Io ho il seno e tu i genitali!”
Dawson: “Io li ho sempre avuti i genitali!”
Joy: “Sì, ma non così grossi!”
Dawson: “… e tu come lo sai?”
Joy: “Mani lunghe. Lascia perdere Dawson, buonanotte.”

A proposito di cult. Ormai sto diventando dipendente da un giochino on-line chiamato OGame in cui ci si occupa di gestire un impero galattico in guerra. Non è nulla di che, ma è peggio di una droga.

Chi lancia il sasso e nasconde la mano?

Sono troppo impulsivo.
Strano per una persona estremamente razionale come me, tuttavia è così.
Oggi per esempio sono venuto meno ad una delle prime regole che mi ero autoimposto iniziando a scrivere qui sul blog: non rispondere ai commenti.
Credo di avere già scritto le motivazioni, ma è bene ripetermele per meglio imprimerle anche e soprattutto nella mia memoria. Non voglio accendere discussioni qui dentro, soprattutto con chi passa e dice la sua, perchè ognuno di questi è benvenuto e ogni opinione rende questa esperienza più bella.
C’è sempre però chi non capisce e si diverte a dare noia. Oggi ho commesso l’errore di cascare nella provocazione, venendo meno a ciò che avevo promesso e rispondendo ad un commento. Precisamente quello fatto sul mio sfogo dopo la conclusione del Referendum. Dopo aver pensato un po’ a ciò che avevo scritto ho preferito rimuovere la mia risposta, dovuta al sopra citato scivolone. Questo perchè nella provocazione non dovevo caderci, ma tuffarmici di testa come sto per fare ora.
Scriverò quindi due righe su quanto accaduto.
L’appunto in questione mi ha colto piuttosto nel vivo, facile intuirlo, e come da copione è stato lasciato anonimo. Dirò subito, inforcando pipa e berretto alla Sherlock Holmes, di avere due sospetti principali.
Il primo è Robi. Gli indizi che mi portano a pensare a lui sono in primis i concetti espressi ed in secondo luogo un suo messaggio molto ambiguo mandatomi via ICQ, in cui salutava e si firmava in maniera piuttosto sospetta. Firmarsi in ICQ è quanto di più inutile e questo è avvenuto dopo la mia replica istintiva al commento. Che abbia letto e abbia voluto farmi capire d’essere stato lui? Mah. Sta di fatto che se fosse opera sua vedrei il non essersi firmato come una banale dimenticanza e non mi ci accanirei più di tanto sebbene poi vorrei capire perchè non me l’ha fatto notare anche di persona. Oltre tutto resta il dubbio del perchè sia vento sul blog visto che, se non sbaglio, non ne conosce l’esistenza o comunque non vi ha mai fatto visita.
Il secondo sospetto è un tale ignoto con cui ho discusso su un forum a proposito del referendum, tal “iknowyouknow”, e con cui avevo già avuto modo di venir meno alla pacatezza e alla moderazione trattando l’argomento. La sua presenza su queste pagine è strana, visto che non mi conosce di persona, tuttavia la mia firma su quel forum presenta il link al blog e quindi potrebbe esserci venuto incuriosito dalla volontà di conoscere meglio colui con cui si stava scannando. Da parte sua l’infelice scelta di non firmarsi la troverei meno giustificabile, vista l’impossibilità a chiarirci altrove.
Esclusi questi due forti indiziati restano tutti i miei amici che leggono con frequenza il blog e i visitatori che trovano il link per caso e passano a dare un’occhiata (il link l’ho messo nelle firme di tutti i forum che frequento, che seppur pochi hanno discreti bacini d’utenza). Tra i miei amici non identifico nessuno che possa aver scritto quel commento, quindi restano solo i visitatori sporadici. La natura provocatoria aggiunta all’omissione della firma fa pensare ad un gesto volto solo ad innervosire, privo di qualsiasi intento costruttivo o di dialogo. Qualcuno che passa magari le sue giornate a leggere i resoconti delle vite altrui in internet invece di farsene una propria, pensando bene di dare noia solo per il gusto di farlo.
Ok, sono stato un po’ cattivello, ma questo è ciò che traspare.
Mi auguro che l’autore della stilettata in questione abbia quindi la decenza di presentarsi e dare un volto alle sue parole. Anche se fosse un totale sconosciuto, firmarsi lo identificherebbe con quel pensiero e comporterebbe un assunzione di responsabilità che solo uno che crede in ciò che dice può aver propria. Certo che far capire tutto questo ad uno/a che probabilmente crede che l’astensione, il non schierarsi, sia una posizione sarà dura.
Per questo sospetto che mai si verrà a capo di questo giallo e che quel commento resterà solo la sterile traccia di qualche smidollato/a con nulla di meglio da fare che dire banalità su una questione che probabilmente non conosce.
Volendolo citare: “Complimenti, una grandissima dimostrazione di maturità!”
Besos.

Mistero

Oggi potrei parlare di tantissime cose, ma ne ho scelta una particolare: mi sento innamorato* più del solito. E’ una sensazione particolare e inspiegabile, frutto di chissà quali strani processi metabolici, psichici o subconsci. Sta di fatto che mi sento strano e mi sono accorto di amare Ambra più di quanto pensavo fosse possibile. Insomma, non so nemmeno bene come spiegarlo, non che fino ad ora non fossi conscio di essere presissimo da questa storia, tuttavia stasera sento la cosa in maniera diversa, speciale.
Assurdo?
In effetti l’ho pensato anche io, ma poi riflettendoci credo che una ragione ci sia e che non sia nemmeno troppo banale. Credo che poche volte uno si soffermi realmente a riflettere sulle cose e ad apprezzarne la reale essenza. Molte volte si è contenti e si vive la cosa in maniera quasi inconsapevole, superficialmente, traendo dal momento poca della gioia che questo potrebbe regalare. Altre volte, invece, la mente decide autonomamente di fermarsi e darti la reale immagine di ciò che stai vivendo. Quando questo succede vedi cose che hai sempre avuto sotto il naso nella loro reale forma e prospettiva. Alcune volte questa esperienza porta alla comprensione ultima di ciò che capita alla nostra persona, permettendoti di fare un istantanea del momento come lo vedrebbe un occhio esterno, ma attento e onniscente.
Penso sia totalmente incomprensibile ciò che ho scritto, ma per una volta credo non sia colpa mia. Descrivere la sensazione che ho provato realizzando questa cosa è pressochè impossibile, poichè non è nulla di razionale.
E si che la mia razionalità viene meno molto di rado per non dire mai.
Mistero.
...
* ho scelto quest’immagine perchè è come l’amore (e tutto ciò che ne parla): trash

Notte d’attesa

La speranza è l’ultima a morire, tuttavia la mia sta agonizzando.
Ho convinto Missa a votare in estremis, andrà domani mattina.
Io, la mia piccola battaglia, l’ho vinta.

The party is over

Eccomi alla fine della mia settimana da single.
Il giudizio complessivo è piuttosto negativo, per ovvi motivi. Innanzi tutto il rinvio dell’esame di Biotecnologie Farmaceutiche II a stamattina mi ha impedito di godermi anche un solo minuto della mia autonomia domestica. Fortunatamente l’esame è andato bene e quindi non c’è il rammarico di aver speso il tempo inutilmente. Magra consolazione. In questa settimana dominata dall’insonnia, dallo stress, dal rammarico e dal nervosismo ha avuto un ruolo centralissimo la finale di Champions League. Un incubo. Tutt’ora se ci penso fatico a credere a ciò che ho visto, mi sembra una sorta di incubo terribile. Non è però della partita che voglio parlare, perchè sto già cercando di rimuoverla dalla memoria, bensì di ciò che la sciagurata serata dell’Ataturk ha portato alla luce. Da tempo rifletto sulla possibilità di andare a vivere da solo, è una cosa che mi piacerebbe tantissimo fare e che non esiterò a realizzare appena avrò delle entrate. Pensare ad una propria autonomia mi ha sempre entusiasmato, ma c’è una cosa che non ho mai tenuto in considerazione: la solitudine.
Non è che in questi giorni sentissi la mancanza dei miei, nè di solito mi spiace avere la casa sotto il mio controllo, tuttavia questa volta è stata un po’ diversa. Ho realizzato che quando si è giù di morale, come è capitato a me nel “day after”, essere da soli è terribile. Non c’è nessuno che ti distragga, che ti porti a distogliere la mente. Sei solo tu coi tuoi malesseri e non puoi scappare. La situazione può diventare veramente pesante, cosa che non credevo e a cui non avevo mai pensato. Per questo devo ringraziare Ambra che Giovedì mi ha fatto compagnia e mi ha aiutato a menarmi via un po’. Grazie.
Detto questo, è ora di tornare alle sane vecchie abitudini di convivenza coi genitori e riprendere un ritmo di vita più normale. Magari riposando un po’ visto che le mie occhiaie iniziano ad essere spaventose.
Magari…

A casa da solo

Ghiaccio, succo di frutta “Ananas e Fibre” della Derby Blue e Jack Daniel’s.
Shakerare.
Versare nei bicchieri.
Correggere con una punta di succo “Arancia Rossa” sempre della Derby Blue.
Questo è il metodo di preparazione del famigerato cocktail “A casa da solo” dy Manq, da gustasri comodamente immersi nella vasca da bagno. Da sempre un must quando i miei genitori vanno via per qualche tempo. Una volta, almeno, lo era.
Da ieri la situazione che non si presentava da tempo immemore è tornata di grande attualità poichè i miei hanno risposto all’invito di nozze di alcuni miei parenti in terra sicula (colgo occasione per fare i miei più sentiti auguri). Le circostanze però, sono tutt’altro che favorevoli al relax e al divertimento sfrenato.
Il mio cane deve prendere delle medicine al mattino presto e alla sera e, essendo diventato anzianotto, necessita di mille attenzioni e continue escursioni alla toilette. Ieri sera ho erroneamente scordato alzata la tapparella della mia camera, causandomi una infelicissima sveglia alle 4.53 di questa mattina, impossibile da riconvertire in sonno. Questo ha fatto si che le mie ore tra le braccia di Morfeo siano state ridotte a meno di 3. Già perchè ieri sera è venuta Ambra che, nonostante tutti i buoni propositi e le amorevoli operazioni volte a distendermi i nervi, non è riuscita ad impedirmi di dare un’ultima lettura agli appunti di Biotecnologie Farmaceutiche II, cosa che mi ha tenuto impegnato fino a ben oltre le 2. Passate così due ore a rigirarmi nel letto imprecante senza riuscire a richiudere occhio, è “finalmente” giunto il momento di alzarsi.
7 in punto.
Mi attendono, oltre alle sopracitate manovre sul frangente cane, 8 ore di seminari di Bioetica sulla commercializzazione del corpo umano. L’inizio è previsto per le 9.30, tuttavia pur di scroccare un passaggio alla metrò da Simo esco di casa alle 7.45 pensando di sfruttare il pre lezione per studiare, visto che la giornata non lascierà troppo spazio a questo tipo di attività. Stenderò un velo pietoso sul ritardo del gay*, uscito di casa solo dopo che il campanile avesse scandito le 8, e passerò direttamente a ciò che è stata la giornata. Per quanto l’abbia fatto forte, il caffè della mattina aveva di che tribolare per contrastare l’azione degli antistaminici, purtroppo imprecindibili in questo periodo, e la mia attenzione a lezione era sufficiente a tenermi sveglio, ma non a consentirmi operazioni di ripasso. Ad aggravare la situazione si è aggiunta una scelta errata nell’abbigliamento che, adatto alle 7 del mattino quando l’arietta è ancora gelida, sì è rivelato totalmente inopportuno per le restanti 8 ore. Non mi era mai capitato di rimpiangere di non aver messo i pantaloni corti, anche perchè solitamente li indosso perfino in condizioni di freddo importanti. Le ore passano lente fino alle 16.30 quando ormai allo stremo delle forze, decido con Lale di fuggire dal seminario con un’oretta di anticipo. L’dea è di tornare a casa dove mi attendono i chilometri a piedi dalla metro alla mia dolce dimora e quelli dedicati alla bestia che, seppur incolpevole, è diventata un bell’impegno. Fatto questo ci sono da lavare i piatti, arieggiare casa e preparare una cena decorosa. L’importante è non rilassarsi perchè dormire alle 18 vuol dire giocarsi la notte. Domani infatti ho l’esame alle 9.30 e, come di consueto, sono tesissimo. Se non trattengo tutta la stanchezza per stanotte rischio di passarla insonne e questo sarebbe un bel guaio. Per poter fare tutto con calma ho puntato la sveglia alle 6.30 e, nel farlo, mi sono sentito soffocare. Le 6.30 sono un orario che non ho mai conosciuto.
Ora concludo la mia serata scrivendo un po’, prima di andare a letto a ripetere un po’ nella speranza che il sonno mi colga. La cosa non si sta rivelando troppo redditizia perchè il mio stato di tensione resta ai massimi storici.
Domani 25 Maggio ho un esame e questo di per se è già un ansiogeno notevole, in più si aggiunge la finale di Champions League. La partita della stagione.
Solitamente dopo l’orale la tensione scende.
Domani non sarà così.
Domani sarà una sorta di giornata campale.

* preciso che la parola gay non è usata come insulto o discriminazione, ma semplicemente come aggettivo qualificativo.

Alternative week-end

Che fine settimana strano. Ieri sono stato al “saggio” del coro di Ambra e oggi in pizzeria a festeggiare il compleanno di Ciccio. Due serate piuttosto fuori standard visto che nel primo caso ho assistito all’esecuzione di alcuni pezzi corali all’interno del liceo di Rozzano, tra gente mai vista, e nel secondo sono uscito con tutte persone, eccezion fatta per Peich, che non vedo proprio spessissimo. Il bilancio è del tutto positivo in entrambi i casi. Ieri è stata una bellissima serata che mi ha aiutato a gettare un po’ di “mene personali” dietro la schiena, mettendomi nella classica situazione in cui pensando agli sbattimenti che mi affliggevano non posso che darmi del pirla. Oggi mi sono divertito molto, sia perchè fare due chiacchere con il dottor Gagliardi è sempre motivo di gaudio, sia perchè ogni tanto uscire con persone diverse (se queste sono simpatiche, pare ovvio) è assai piacevole.
Finalmente un po’ di serenità, guarnita con del sano spasso.
Le previsioni per il domani, tuttavia, restano incerte.
Ora però, sinceramente, sarei per sbattermene.
La mia emotività è simile ad una banderuola sballottata dal vento in direzioni sempre diverse e spesso opposte tra loro. Devo ancora capire cosa, nella mia vita, sia il vento che la muove.