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Riflessioni

Una lacrima

Non so ciò che voglio. O meglio, voglio solo cose che non posso avere o non posso più avere. Sono il classico “Regret Lover”, ovvero amo l’idea del rimpianto. Ne sono dipendente, succube, proiettato costantemente nel passato. Non che mi dispiaccia il presente, non su tutti i fronti quanto meno, tuttavia vivo con il costante pensiero che ciò che è stato era bello e ciò che sarà no. Non altrettanto. Credo ci sia un perverso meccanismo subconscio che mi spinge alla mitizzazione degli oggetti dei miei rimpianti. Inutile dire che questo molte volte mi porta a non poter apprezzare a pieno ciò che vivo. In sostanza, sono un autolesionista convinto di non aver azzeccato mezza scelta importante nella sua vita. Bel quadretto che faccio di me, non c’è che dire.
La colpa è tutta dei sogni, soprattutto per chi come me se li ricorda di rado. Quelli che restano quando apri gli occhi, sono capaci di colpirti là dove fa più male: al cuore.
Non so perchè io stia scrivendo queste cose, nè se il significato di ciò che sto digitando sulla mia Logitech nera possa essere chiaro ad eventuali lettori. Probabilmente è solo uno sfogo di cui sentivo il bisogno. Non sono nemmeno sicuro di volerne parlare a nessuno faccia a faccia, anche perchè questa analisi autocommiserativa, triste e se vogliamo patetica di me è frutto del momento e tale rimarrà. Essere a terra ogni tanto capita a tutti e io questa volta ho deciso di lasciare fuoriuscire le mie emozioni sotto forma di una paginetta di questo diario multimediale. Parole che scorrono fuori, liberatorie, come fossero una lacrima che altrimenti non riuscirei a versare.

Nota: questo scritto ha preso forma e consistenza nella mattinata, ma solo ora trovo la forza per publicarlo. Credo sia una precisazione importante.

Una cosa in cui credo

Capita raramente che io esprima le mie idee politiche su questo blog. Questo perchè di politica è bello dibattere e scrivere il mio pensiero in queste pagine non darebbe possibilità di nessuna discussione. Sarebbe solo una mera esposizione di pareri personali, più o meno condivisibili dal prossimo.
La questione del referendum sulla Fecondazione Clinicamente Assistita è di stampo totalmente differente. Innanzi tutto non è una questione politica, ma etico/clinica. La differenza sta nel fatto che un individuo dovrebbe poter analizzare la faccenda in maniera svincolata dal suo credo politico e decidere con la propria testa. In un referendum su argomenti politici si può ascoltare ciò che consigliano i prorpi rappresentanti perchè la loro posizione dovrebbe corrispondere a quella di chi li ha eletti. In una questione come quella della Legge 40 del 2004 invece entrano in gioco criteri di valutazione del tutto personali, quindi l’unico modo per poter essere sicuri di far sentire il proprio pensiero è documentarsi e costruirsi una posizione in merito. La difficoltà principale è che nel nostro paese l’informazione in ambito non esiste, o meglio, esiste solo per chi se la va a cercare. L’individuo medio, quello che ignora la questione e non si informa da solo, non viene messo a conoscenza nè messo nelle condizioni di farsi un’opinione. Per questo motivo ho deciso di promuovere il dibattito sul referendum a chi mi circonda. Per quanto la mia opera possa essere ininfluente, almeno sarò contento di averci provato.
Comincio subito col dire che la mia posizione in materia è per il “SI”*, ovvero per l’abrogazione di alcuni comma della legge 40 del 2004. Legge che, a mio modo di vedere, è oppressiva riguardo le libertà umane, nonchè lesiva nei confronti della donna. Lesiva sia moralemente che clinicamente. Oltre a queste motivazioni già più che sufficienti a fornirmi una motivazione per schierarmi, si aggiunge il fatto che la legge è stata scritta basandosi su principi propri della religione Cattolica. Principi che, condivisibili o meno, non debbono a mio avviso fare da fondamento a leggi di uno stato liberale e laico come il nostro. Non mi dilungherò in materia perchè non è mia intenzione farlo e, soprattutto, perchè è bene che questa idea venga illustrata da gente più competente in ambito. Gente di cui io ho sentito il parere, ma di cui non sono in grado “fare le veci” con la dovuta precisione.
Chiarire la mia opinione però non è lo scopo di ciò che sto scrivendo, nè lo scopo per cui sto divulgando ai quattro venti le problematiche del referendum. Le motivazioni che stanno dietro a tutto questo sono quelle di diffondere il più possibile, ovviamente per quanto mi sia dato fare, la voglia di documentarsi e, solo dopo averlo fatto, di andare a votare. Ho infatti pieno rispetto per le posizioni del No, se queste vengono motivate adeguatamente. Non tollero invece la spinta verso l’astensionismo, che reputo un bieco tentativo di salvaguardare l’ignoranza della popolazione, nè tantomeno l’imposizione di alcune frange politiche e religiose al No incondizionato su basi immotivate.
Per me che sono uno studente di Biotecnologie Farmaceutiche informarmi è stato più semplice e, soprattutto, mi è stata data la possibilità di ascoltare più campane, spesso in antitesi tra loro. Questo mi ha fornito rivelazioni molto importanti, alcune delle quali mi hanno lasciato esterrefatto. Per citarne un esempio oggi ho ascoltato la posizione del Prof. Reichlin, docente all’università del San Raffaele e “teologo della scienza”. La sua posizione era ovviamente quella Cattolica, che ho scoperto con grande sorpresa non essere totalmente per il no. Riguardo al quarto referendum, quello sulla fecondazione eterologa, lui si diceva per il si purchè si informi la coppia dei possibili (ma non probabili, attenzione) problemi di ordine pricologico cui si può andare incontro. Così anche per altre questioni più specifiche che non è il caso di trascrivere qui. Ovviamente aveva anche posizioni per il no su altri punti, ma non era un no incondizionato. Questo per dire che i Cattolici informati hanno una posizione propria che non è quella disinformata, intransigente e culturalmente sbagliata che traspare dai più comuni pulpiti o da alcuni parlamentari.
L’ignoranza è un male e bisognerebbe sforzarsi nel combatterla.

Testo della LEGGE 40 del 2004

Testo del REFERENDUM

Comitato per il sì
* Fecondazione eterologa? Maria disse “SI”.

Spento

Mille pensieri in testa.
Di questi, zero ben definiti.
Voglia di dire tante cose, senza riuscire a dirne nessuna.
Scrivere, cancellare, riscrivere, ricancellare.
Sbadiglio.
Tentazione di rimandare ancora una volta la stesura dei miei pensieri a domani.
Certezza che domani non troverei comunque la voglia o il tempo per farlo.
Bevo un sorso di the freddo.
Accendo il ventilatore.
Sta arrivando l’estate.
Si avvicina la neo conquistata finale di Champions.
Forza Milan.
Ho voglia di vedere Ambra.
Tanta voglia.
Ogni giorno di più mi accorgo che il mondo in cui vivo fa schifo.
Viverci, però, mi piace.

I’m good for nothing

Capita che io mi soffermi a guardare quanto siano belle alcune delle cose che mi circondano.
Venerdì sera tipico. Playstation, birretta, due scambi a “Centra il palo”. Sigaretta della buona notte, ultimi saluti, appuntamento all’indomani. Tutti i clichè erano stati rispettati senza problemi e, soprattutto, senza facessero pesare la loro scontatezza. Una buona serata, insomma.
Improvvisamente, proprio prima di andare ognuno per la propria strada, Aui alza lo sguardo appena sopra i tetti di via Quarto ed esclama: “Raga, guardate che bella luna rossa!”.
Alzo la testa e la vedo. Era veramente bellissima, tanto da sembrare finta. Da sola creava un effetto ed un’atmosfera fantastici rendendo ai miei occhi tutto ciò che la circondava molto più bello.
Gli amici si allontanano, ognuno sulla propria strada. Io rientro in casa solo per il tempo necessario a munirmi di macchina fotografica, poi torno fuori. Provo e riprovo ad immortalare quell’immagine, purtroppo senza successo. Le mie scarse conoscenze in ambito fotografico hanno avuto la meglio sul mio slancio passionale. Peccato.
Il non essere riuscito a fotografarla però ha anche dei riscontri positivi: non potrò mai stancarmi di quell’immagine a furia di guardarla e quindi potrò aspettare di rivederla una notte di chissà quando sicuro di reagire nello stesso modo.
A bocca aperta.

Ognuno al suo posto

Può un uomo che si definisce “scienziato” basare il suo pensiero su presupposti privi di motivazione comprovata?
Questa domanda mi è venuta in mente stamattina, mentre assistevo ad una conferenza sui diritti etici degli animali non umani. Nel finale si è aperto il classico dibattito tra noi studenti e la relatrice e ne sono uscite alcune tesi a mio modo di vedere sconcertanti. La chiave fondamentale di una mente scientifica, sempre a mio modo di vedere, è l’essere aperta a stravolgere in continuazione le proprie teorie se posta di fronte a tesi migliori delle proprie. Può sembrare paradossale, ma credo che gente che si rapporti alla scienza debba poter asserire di non avere certezze, di avere solo tesi da salvaguardare finchè non vengano confutate da tesi migliori. Per confutate ovviamente intendo smentite adducendo delle prove e sulla base di argomentazioni solide.
Mi sono invece accorto che molti dei miei colleghi siano quanto di più lontano da questa mia concezione. Non che io prima avessi poi tutta questa stima verso la maggior parte di loro, però non avrei mai pensato ci fosse una così forte e radicata “cultura dell’arrocco” sulle proprie credenze. Che apporto possono dare alla scienza persone che, ad esempio, si rifiutano di accettare nuove tesi in virtù unicamente di dogmi e paradigmi dettati dalla religione e del tutto privi di comprovazione scientifica? Io non critico questo tipo di persone, generalmente. Ritengo che la società possa benissimo essere composta da individui che fanno della fede la loro unica visione, tuttavia mi viene difficile trovare collocazione a queste persone all’interno della comunità scientifica. Non so come dirlo se non con “a ciascuno il suo mestiere”. A volte ho paura che l’intento di queste persone possa essere il boicottare la scienza dall’interno, rallentarne la spinta per evitare che possa minare il proprio credo. Un po’ come se io prendessi i voti e agissi in modo da screditare il clero. Sarebbe triste.
Probabilmente questa visione polemico/maldicente è ispirata ai due successi del diavolo cui ho assistito in serata: il Milan che piega il PSV e l’impareggiabile Al Pacino dell’avvocato del diavolo.
Alt.
Calma con le interpretazioni.
Coi tempi che corrono è bene precisare che non sono assolutamente satanista, sebbene io giochi ai GdR (NdM: trattasi di battuta sarcastica), e che l’unica “Simpathy for the Devil” (per dirla alla Guns’n’Roses) che posso avere è in ambito calcistico. E’ bene precisare questa cosa perchè non vorrei trovarmi per casa i giornalisti di Lucignolo in cerca di chissà quale scoop. Probabilmente l’unico che potrebbero trovare è che, in contrasto con ciò che quella redazione giornalistica possa pensare, esistono ragazzi che non pensano secondo quanto gli dice di fare il piccolo schermo. Penso che questo potrebbe sconvolgerli. D’altra parte è facile restare sconvolti, se non si possiede quella che continuo a considerare una “mente scientifica”.
Tra l’altro quest’ultimo discorso mi porta alla mente quella che sto pensando sempre più essere la mia vera vocazione: il giornalismo scientifico. Scrivere di ciò che mi appassiona e mi incuriosisce, cercando di informare sulla scienza anche chi non ha le basi e le possibilità di farlo da solo.
Sarebbe una bella sfida.
Avvincente.

Nozione scientifica

E’ scientificamente provato che da quattro a cinque volte per notte, dietro le palpebre abbassate, i globi oculari hanno dei movimenti rapidi, coniugati, orizzontali e verticali, isolati o a scariche di qualche secondo.
A me capiterà si e no una volta, visto che sono le quattro meno un quarto e domani mattina dovrò alzarmi alle 7.30 per andare a Torino.

A cuore aperto

Arrivo adesso da una buona ora e mezza di discussione in auto con Aui. Una delle classiche. Una modello seduta dallo psicologo. Ci siamo analizzati a vicenda e, soprattutto, abbiamo potuto spaziare dall’argomento classico delle nostre discussioni* a varie questioni riguardanti la morale, la collettività, la religione e l’amicizia.
Queste discussioni mi restituiscono a me stesso sempre un po’ sollevato e più contento. La sensazione è simile a quando da piccolo vai a confessarti e dopo averlo fatto ti senti un altro.
Libero.
Oggi ho provato ad aiutare Bri in un suo progetto per l’università.
Stasera vado a dormire conscio che non sarei mai potuto essere un buon architetto.
Saccarine Smile
* L’apparenza inganna.

Accade che le parole sgorghino libere, la notte…

E’ notte.
Pensavo di avere un gran sonno. Effettivamente ne avevo.
Arrivato a casa mi sono spogliato e sono andato a letto.
Prendere sonno è stato impossibile.
Ho deciso di scrivere.
Volevo scrivere qualcosa sulle contraddizioni*, sul fatto che a volte penso una cosa e poi l’esatto opposto senza capire quale realmente sia il mio punto di vista. La cosa mi innervosisce alquanto, quando accade. Adesso è uno di quei momenti.
Fuori piove.
E’ bello quando piove la notte e si sente il rumore dell’acqua che cade. Quello scrosciare che ti porta ad avvolgerti stretto nel piumone, come per proteggerti, e ti rilassa agevolandoti il sonno, forte della sicurezza che il caldo del letto e delle mura domestiche ti offrono. Peccato siano state solo poche gocce, il rumore sta già scemando e lasciando spazio al silenzio della mia camera. Il silenzio mi fa esattamente l’effetto opposto del rumore della pioggia. Dovrò romperlo se voglio addormentarmi in fretta. Basterà lasciare acceso il PC e fargli riprodurre un CD, spegnendo unicamente il monitor di modo che la sua luminosità abbagliante non sia d’ostacolo al mio piano. Il CD che ho scelto è “Crimson” degli Alkaline Trio.
Ho fame.
In cucina c’è pronta la teglia di lasagne che mia madre infornerà puntuale domani verso la una. Sebbene ora io abbia una fame spropositata, credo sia meglio tenerla li.
Covarla.
Accudirla e coltivarla di modo che domani, alle lasagne, io possa impartire una sonora lezione.
Credo che solo una persona strafatta di acidi potesse scrivere qualcosa di più sconclusionato.
Certo che è una pipa
* Ho sempre ritenuto questo quadro una merda, eppure ora nel guardarlo c’è qualcosa che mi piace. Forse è proprio questo il significato del quadro. Forse no. Forse il quadro continua ad essere orrendo ed io dovrei semplicemente riposare per tornare a rendermene conto.

Vergognosi

Sono semplicemente schifato da quanto accaduto al Meazza stasera. Certe tifoserie e certe società non dovrebbero stare in vetrina in Europa. Società i cui giocatori si permettono di dire che quanto accaduto è “giustificabile” per via dell’arbitraggio dovrebbero giocare tra i dilettanti.
Mandiamo in europa società e tifoserie belle come quelle della piazza di Palermo.
Non riesco nemmeno a gioire della vittoria.
Questo non è calcio*.
Lo scempio visto dal campo

* Che schifo!

Night’s words

Ho voglia di scrivere.
Questa cosa può sembrare strana visto l’orario, ma soprattutto visto che non ho nulla di particolare da annotare. Eppure ho proprio voglia di scrivere.
Sono a casa ormai da quasi cinquanta minuti, ho trascorso questo tempo controllando la posta ed i classici 3/4 siti che frequento giornalmente. Oltre a questo, mi sono perso nelle pagine di questo mio stesso blog. Ho iniziato a rileggerne alcune parti, senza motivo, per poi lasciarmi trasportare e continuare nella disamina del mio operato. Devo ammettere che sono piuttosto orgoglioso del mio Blog, sebbene quando qualcuno me ne parla di persona finisco per imbarazzarmi. Sta di fatto che rileggerlo mi ha messo voglia matta di scrivere e quindi eccomi qui, alle prese con tastiera e scarsa ispirazione.
La mia serata è trascorsa piacevolmente, tra la cena con i miei volta a festeggiare il mio compleanno e la classica birretta con gli amici. La cosa che più mi è piaciuta è l’aver discusso un po’ con Bazzu di vari argomenti. Capita sempre più di rado che esca con noi nel week end e quindi sono contento di aver “sfruttato” l’occasione per farci due chiacchiere. Il bello di parlare con lui è che si possono prendere in esame argomentazioni di ogni tipo, dall’attualità al gossip, e trarre da ognuna discussioni interessanti. Non esclusivamente serie, non forzatamente idiote, si tratta di tipologie di discorsi piacevoli, che in compagnia posso intrattenere solo con poche altre persone.
Domani sela andlò a mangiale al listolante cinese “Gialdino di Giada”. Al solo pensielo mi viene foglia di infliggelmi una selia punizione colpolale, che siculamente lisultelebbe più gladita della cena in questione. Essendo pelò impossibilitato a schivale l’impegno, ho già intlapleso la via della lassegnazione all’idea. Wanton flitti, liso alla cantonese, involtino plimavela, gelato flitto, glappa di lose e billa cinese. Tutto obbligatolio e assolutamente inevitabile. Una volta messo piede nel locale, il mio destino e le mie oldinazioni salanno segnati nel fato. Cledo che in queste cilcostanze affioli plepotentemente l’idiozia che legna all’intelno della mia compagnia, idiozia liscontlabile appieno nell’assuldo modo di sclivele che ho adottato pel nallale della cena di domani.
Da ieri ho una macchina fotografica digitale mia. Questo potrebbe dare il la ad un invasione di queste pagine da parte di foto più o meno orrende scattate dalla mia mano principiante. Credo che anche le fotografie possano essere un bel modo di comunicare la mia vita e le mie sensazioni, tutto sta a vedere se riuscirò a farne di mio gusto.
Chissà.
Intanto credo siano definitivamente cessate le velleità di costruzione di un template personale. Dopo miriadi di prove non ho ottenuto nulla che mi soddisfacesse, ad eccezione dei piccoli bottoncini rosa a forma di stella che ho ideato, ma che non troveranno mai un contesto grafico in cui essere inseriti. La delusione è solo parzialmente alleviata dal fatto che la livrea attuale ormai sia parte della mia quotidianità e quindi sia diventata di mio gusto.
Per stanotte direi che è veramente tutto, ho scritto anche molto più di quel che pensassi.
Non sono pienamente convinto che questo sia un bene.