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Riflessioni

L’Esame delle Uri… ehm… Urne

Spenderò due righe riguardo i risultati elettorali.
Lo faccio perchè per una volta, non mi sento partecipe di quanto sta succedendo.
In europa si respira aria di xenofobia e avanguardie neonazi? In italia la Lega fa il 10%? La sinistra radicale è sotto lo sbarramento? Sempre nel nostro paese attualmente il 30% della popolazione votante (votante, elemento da non sottovalutare) risulterebbe non rappresentata dal tanto propagandato bipolarismo?
Io, a sto giro, non c’entro.
Anzi, io a sto giro me ne sbatto proprio.
Sono andato, ho votato per quello che vorrei fosse il mio sindaco, e ho invalidato in maniera poco elegante sia la scheda per le Europee che quella per le provinciali.
Per il sindaco ho votato perchè nel comune posso farmi davvero sentire e so con chi posso relazionarmi se le cose non vanno come “promesso”.
Per il resto, dal cuore, che si fottano.
Lo so, fino a non molto tempo fa avrei attaccato un ragionamento come questo. Ho capito che sbagliavo, però, quando MTV si è messa a propagandare la mia filosofia su come fosse importante “far sentire la propria voce”.
Ok, scherzo.
Però per una volta ho pensato che fosse importante far sentire la mia voce in modo dissonante.
Volevo non ritirare le due schede incriminate, in realtà, invece di annullarle, ma il presidente del mio seggio mi ha detto che non era possibile, credo sbagliando o forse tentando di fottermi.
Nella seconda ipotesi, l’invito a recarsi affanculo espresso dal mio voto è anche dedicato a lui.
Volevo per una volta inserire il mio nome tra coloro che non si sentono rappresentati e quello che ho fatto è credo l’unico modo che un cittadino ha per fare una cosa del genere.
Non andare a votare non sarebbe stata la stessa cosa, perchè sarei invece entrato nel gruppo dei menefreghisti, cosa che ovviamente non è.
Sono soddisfatto.
Vedendo come si mettono le cose, tra l’altro, credo che questa resterà la mia strategia per molto tempo.
Oggi, da uomo pulito e fiero di sè come mai accaduto dopo nessuno dei miei N “voti contro”, mi sono guardato commenti e interviste ai risultati elettorali ed è stato emblematico.
Ovviamente non ha perso nessuno.
Berlusconi puntava a salire con le preferenze, è sceso. Però ha vinto perchè è il primo partito d’Italia.
Il PD perde diversi punti. Però ha vinto perchè Berlusconi ha perso e perchè probabilmente pensava di perdere molto di più.
Casini ha preso il 6,6% in un paese dove il cattolicesimo e l’idea di centro sono capisaldi. Però ha vinto perchè può vendere l’ago della bilancia.
Le sinistre radicali son tutte sotto lo sbarramento. Però han vinto perchè oh, se fossero state unite, avrebbero preso un monte di voti.
Resta da parlare di chi ha vinto sul serio, ovvero la Lega e L’Italia dei Valori. Dei primi non dico nulla, perchè inizio quasi a stimarli. In questo periodo di “crisi” vanno avanti con quelli che sono i loro principi di sempre ed i risultati arrivano perchè, quando si ha fame, quel tipo di ideologia vince sempre.
Non sono saliti sul carro del vincitore, erano già lì quando il vincitore è arrivato.
Il vero e proprio boom dell’Italia dei Valori è invece identificabile come “voto di protesta”. Nessuno dei votanti del partito di Di Pietro infatti credo vorrebbe Di Pietro stesso come leader del primo partito del paese. Però l’Italia dei Valori, col suo mix di destra e sinistra, è oggi come oggi il simbolo politico dell’antipolitica. Ovvero è perfetto per quelli che vorrebbero dare un segno come ho fatto io, ma lo fanno nel modo “sbagliato”, ovvero puntando sull’ennesimo partito politico.
De La Destra e le Autonomie neanche parlo, perchè solo i babbi pensano che possa servire un partito del genere con una Lega forte del 10%.
Questo è il quadro del mio paese ed è meglio fermarsi qui, che poi si degenera.
Parlando di cose serie, Kakà è del Real.
Ripensandoci, la Polly dopo aver fatto il turno ai seggi ed effettuato lo spoglio delle schede, mi ha rivelato che uno ha votato meglio addirittura di me.
Lui, sulle schede, ha scritto: “NON SI VENDE KAKA'”.

Elfi domestici

[…]
«Ci sono elfi domestici qui?» esclamò, guardando con orrore Nick-Quasi-Senza-Testa. «Qui ad Hogwarts
«Certamente» rispose Nick-Quasi-Senza-Testa, sorpreso dalla sua reazione. «Il più alto numero che in qualunque altro luogo della Gran Bretagna, credo. Sono più di cento».
«Non ne ho mai visto uno» disse Hermione.
«Be’, non escono quasi mai dalla cucina, no?» disse Nick-Quasi-Senza-Testa. «Vengono fuori di notte per fare le pulizie… controllare i camini e così via… voglio dire, non dovresti vederli, no? E’ questa la caratteristica di un buon elfo domestico, no? Che non sai che c’è».
Hermione lo fissò.
«Ma vengono pagati?» chiese. «Hanno le vacanze, vero? E… i permessi per malattia, la pensione e il resto?»
Nick-Quasi-Senza-Testa ridacchiò così forte che la gorgiera scivolò via e la testa ricadde, penzolando dai tre centimetri scarsi di pelle e muscolo spettrale che la tenevano unita al collo.
«Permessi per malattia e pensione?» disse, risistemandosi la testa fra le spalle e bloccandola di nuovo con la gorgiera.
«Gli elfi domestici non vogliono permessi per malattia e pensione!»
«Oh, andiamo, ‘Er-mio-ne» disse Ron, spruzzando pezzetti di pasticcio di Yorkshire addosso ad Harry. «Oops… scusa, ‘arry». Deglutì. «Non sarà digiunando che gli farai dare i permessi per malattia!»
«Lavoro da schiavi» disse Hermione respirando affannosamente. «Ecco cosa ha prodotto questa cena. Lavoro da schiavi».
E si rifiutò di inghiottire un altro boccone.
[…]

Déjà vu

Ecco la divisa delle ronde volute da Maroni.
Mi dice qualcosa, ma non riesco a capire cosa mi ricordi.
Piacciono molto la faccia sveglia e lo sguardo intelligente dell’indossatore.
Su Panorama si può trovare anche una scoppiettante intervista all’ispiratore della GNI, la “Guardia Nazionale Italiana”.

*revival?

Adesso parlo io

L’ho detto.
Ora aspetto che Vespa mi chiami per una puntata di tre ore di “Porta a Porta” senza contraddittorio alcuno.
Non credo accadrà.
Allora mi prendo questo spazio perchè, pur non essendo parte dei “blog alla moda” citati da Ferrara nè della “stampa controllata dalla sinistra” descritta dal premier, ho bisogno di dire la mia ai quattro venti e senza filtro.
Il mach Silvio vs. Veronica mi ha ampiamente rotto il cazzo.
I deliri di un vecchio che cerca di ostentare mascolinità per mascherare i probabili effetti dell’intervento alla prostata che ha subito pochi anni orsono e gli sfoghi di una moglie che ha deciso di smetterla di fare la figura della stordita e, soprattutto, di farsi pagare un bel tot di alimenti non sono e non saranno mai ciò che io ritengo “importante” riguardo la politica del paese in cui vivo.
Eppure pare che io sia il solo a pensarla così, visti gli ascolti da record che la puntata sopracitata dello show di Vespa ha realizzato.
Lasciando stare il tema trattato però, la cosa sconcertante è il modo in cui tutto questo è stato messo in piedi.
E’ sembrato di vedere uno degli show televisivi di Castro a Cuba, o di Chavez in Venezuela.
Una cosa che in un paese civile, moderno e democratico dovrebbe far rabbrividire la popolazione tutta.
Il Premier, proprietario di un colosso mediatico incalcolabile tra televisioni e carta stampa, si costruisce uno spazio di ore sulla televisione nazionale e parla alla nazione senza che nessuno gli faccia domande, senza un contraddittorio, senza nulla che non fosse la sua parola.
Già questo dovrebbe dare molto da pensare.
In più durante questa trasmissione parla, anzi vaneggia, di stampa controllata dalla sinistra e di un’operazione svolta da quest’ultima sulla povera Veronica da leggere come circonvenzione di incapace.
Ora, se parli di tua moglie come di un essere incapace di intendere e di volere, privo di raziocinio e raggirabile da chiunque come cazzo puoi pensare che lei non venga colta dal desiderio di lasciarti?
Indipendentemente dalla questione veline, come può una donna stare con te se dimostri di continuo di non avere per lei il benchè minimo rispetto? Ok, hai i miliardi, ma credo che anche con gli alimenti lei non faccia fatica a campare e quindi una lieve perdita economica vale bene il potersi guardare allo specchio senza provare pena per se stessi, no?
Ma il rispetto per il prossimo proprio non è parte della cultura del premier che parlando delle sue foto alla festa di Noemi dice di essere solto al concedersi foto con le persone umili.
Persone umili?
Io non pretendo non esista il classismo in Italia, per carità, ma non lo accetto dal Presidente del Consiglio.
Decisamente non lo accetto.
E non dovrebbero accettarlo nemmeno le “persone umili” che lo hanno votato.
Di tutta questa faccenda mi resterà solo la gioia di aver aderito all’iniziativa molto simpatica creata da Dietnam e ormai celebre.
L’idea di essere finito con la mia faccia su Repubblica e sul Corriere della Sera in un operazione di ludibrio nei confronti di Silvio Berlusconi mi da abbastanza soddisfazione.

*Ecco il mio capolavoro.

Nights, where post happens

Zapping.
Guardo un video su MTV, a quest’ora c’è Brand New. Il video è figo, parecchio, il pezzo non male.
Alla fine scopro che sono i Floggin Molly e penso: “Cazzo, se il BU scopre che mi piace sono finito.”
Forse è il caso di cambiare canale, ma Orlando-Philadelphia non è ancora iniziata e sullo stesso canale parte il video dei Kings of Leon. Questo è un gran pezzo, quindi aspetto.
“Use Somebody” è il genere di canzone che, in momenti come questo, amplifica le emozioni.
Non ho sonno, anzi ne ho parecchio, ma non voglio andare a letto.
Domani non lavoro, sono ospite ad un matrimonio, e spero di poter usare la mattina per pulire casa.
Casamia attualmente fa schifo.
Finisce anche il pezzo dei Kings of Leon, partono i Prodigy e cambio canale.
Non c’è veramente un cazzo in tele. Non ci sono più neanche le pubblicità zozze, quindi piuttosto che porta a porta, matrix o ancor peggio the club, mi guardo coming soon che è sicuramente il programma migliore del palinsesto.
Oggi ho ufficializzato il mio futuro. Chiunque mi conosce sa di cosa parlo e chi non mi conosce credo vivrà bene anche senza ulteriori precisazioni. Scelta più o meno obbligata, ma pesante ripercussione emotiva già dall’arrivo a casa.
La mia casa.
Alla fine, le tue cose ti possiedono.
Questi sono stati anche i giorni in cui ho piazzato una delle mie classiche uscite, una di quelle che creano scompiglio, malumeore, risentimento, ma intanto risolvono problemi che, altrimenti, sarebbero restati tali per chissà quanto tempo.
Sono abbastanza soddisfatto di come ho gestito la cosa, anche se forse qualche ulteriore precisazione andrebbe fatta di persona a chi di dovere. Se capiterà l’occasione lo farò, ma se ho capito come vanno le cose da queste parti in 28 anni, penso che con tutta probabilità nessuno dirà nulla e si andrà avanti come niente fosse successo.
As usual.
E’ iniziata la partita e dai primi giochi Orlando mi sembra imbarazzante. Al momento è sotto di sei in casa con i 76ers, in una serie che sulla carta avrebbe dovuto dominare. Vediamo come evolverà.
Orlando vs. Philadelphia.
Se tutto va come spero le vedrò entrambe tra qualche mese, ma anche da questo punto di vista non è che arrivino tutte ste buone notizie quindi meglio chiudere qui la parentesi per evitare malumori.
La regione Lombardia oggi ha approvato la legge anti kebab.
Io amo il kebab.
Non mi soffermerò sulla ridicolaggine della cosa, perchè è una legge targata Lega e questo dice già tutto.
Le cose che mi fanno riflettere sono due: la prima è che questa legge fa parte di un pacchetto “sicurezza”, la seconda è che alla lega gli immigrati probabilmente danno in culo sia se non lavorano, sia se lavorano tanto.
E poi rompono il cazzo a me se, guardando una partita, mi accanisco con la madre di Balotelli.
Per carità, non è elegante agurarsi saltellando la morte di un giocatore di pallone, per quanto irritante, ma credo che in quanto a razzismo io abbia ancora veramente tanto da imparare da chi mi governa.
Orlando è sopra di tre.
Vado a guardarmi la partita.
Chissà se questa notte i miei Hornets espugneranno Denver…

Consigli per dormire sereni

E’ vero, a quest’ora dovrei andare a dormire.
Invece mi ascolto i Propagandhi.
Perchè? Perchè è uscito il disco nuovo e perchè per leggere certe notizie serve la giusta base musicale.
Quando leggo certe cose mi passa la voglia di dormire.
Ho paura dei terribili incubi che potrei fare.
Questo CD non mi sta aiutando.
Cambio.
Ora va molto meglio.

“…and you pigs will pay…”

I nodi, prima o poi, dovranno pur venire al pettine.

Ho sempre più problemi a relazionarmi col mio paese.
Il primo dei problemi è che ormai non riesco a parlare della situazione che mi circonda senza arrabbiarmi.
Ma arrabbiarmi pesantemente.
Prendiamo il caso Eluana, tanto per cominciare.
Evidentemente non era sufficiente spargere in giro disinformazione e far passare il concetto che alcuni torturatori comunisti volessero uccidere la povera Eluana con una straziante e dio solo sa quanto lunga privazione da cibo ed acqua.
Sarà necessario creare apposta un decreto legge che impedisca di dare a Eluana, dopo 17 anni di coma vegetativo e rianimazioni forzate che le hanno letteralmente disfato il cervello, la morte che le spetta di diritto. Questo perchè nel nostro paese ormai non conta più nemmeno quello che stabiliscono i palazzi di giustizia. Il nostro presidente (a cui per inciso auguro una morte lenta e dolorosa possibilmente perpetrata ad oltranza per l’eternità da medici incoscenti, politicanti da quattro soldi e prelati dei miei coglioni) può decidere di alzarsi una mattina e creare leggi apposta perchè le cose vadano come vuole lui.
Ok, il nostro presidente ha sempre fatto queste cose, ma di solito se le faceva per lui.
Girava il cazzo comunque, ma quantomeno non ci rimetteva la salute di nessuno.
La cosa agghiacciante, oltretutto, sono le motivazioni che lo spingono.
Prendiamo il papa, lui almeno ha una motivazione ideologica seria e radicata per portare avanti le stupidate che predica. Non capisce un cazzo in materia, ha l’apertura mentale di un secchio di letame, però quantomeno è spinto da degli ideali in cui crede e di questo, solo di questo, non posso fargli certo una colpa.
Berlusconi invece non sa neanche chi sia Eluana e di lei gli frega meno di zero. Sa bene, però, che comportandosi così si aggiudicherà il voto di quell’ampia parte illuminata, riflessiva e per nulla strumentalizzabile del popolo cattolico italiano.
Fatti due conti, inchiodarla per altri vent’anni al letto contro la sua volontà vale bene i voti che ne guadagnerà alle prossime elezioni.
Semplice. Molto più semplice della valutazione sul vendere o meno Kakà, per fare un esempio.
Intanto giornali e tv continuano a bombardare il pubblico con la foto di Eluana sorridente e la gente pensa: “Cazzo, ma vi pare il caso di ammazzare una ragazza così giovane e allegra? Tenetela in vita che magari si riprende.”
Io le farei una foto adesso.
Dopo 17 anni in un letto, ridotta ad un vegetale, sarà una piaga unica.
Farei vedere alla gente le condizioni in cui versa oggi.
Le reazioni sarebbero sicuramente differenti.
Il mio più grande rammarico è che ieri mattina, durante il trasporto di Eluana in quel di Udine, non ci siano stati tafferugli con i manifestanti.
Chessò, qualche ferito investito dall’ambulanza.
Avrei apprezzato molto.
Questa però non è l’unica questione per cui sono decisamente indisposto nei confronti del mio paesucolo.
Oggi è passato il Decreto Sicurezza.
Imbarazzante.
I medici dovranno/potranno denunciare eventuali clandestini dopo aver loro somministrato le cure di cui hanno bisogno.
Tralasciamo per un secondo la questione etica e deontologica e guardiamo ai fatti.
Quanti immigrati clandestini ricominceranno a buttare i neonati nei cassonetti per evitare la denuncia?
Ok, dei bambini dei clandestini non frega un cazzo a nessuno nel nostro paese, neanche al Comitato per la Vita.
Però della salute propria sì.
Quante epidemie potrebbero avere origine?
Purtoppo però anche a questo nessuno pensa. L’importante è solo alimentare la paura, che in questo periodo viene facilmente convogliata sugli stranieri e si trasforma in xenofobia. Nessuna sorpresa quindi se poi qualcuno decide di dare alle fiamme un indiano per finire la serata nè se gli amici di questo qualcuno commentano in diretta tv: “Vabbè, ma hanno dato fuoco ad un marocchino, mica ad una persona.”.
E’ tutto già visto.
E’ successo agli inizi del secolo scorso in Germania, quando il malessere e la crisi economica furono usati per coalizzare il popolo a seguire il suo Führer anche quando decideva di mandare a morte gli ebrei.
Hitler aveva semplicemente sbagliato bersaglio.
Noi saremo più furbi, africani e slavi non hanno amici importanti.
E comunque, anche fosse, basta negare.
Per questo serve tenersi buona la chiesa, loro a negare son bravissimi.
Io, dal canto mio, mi limito a segnalare a chi di dovere che se porprio ci tenesse a far vedere che nella bibbia non sono scritte solo idiozie adatte ad imbonire i contadini questo è il momento ideale per un bel diluvio universale.
Non voglio certo candidarmi all’arca, per carità, c’è sicuramente chi è più adatto e meritevole di me.
Però cazzo, se fosse possibile far parte del servizio di sicurezza all’ingresso, terrei volentieri fuori con le mie manine tutta la gente di cui sopra.
Sta sera, invece della preghierina, quasi quasi mando a Gesù il mio curriculum.

NON si vende Kakà

E’ fatta.
Kakà è un giocatore del Manchester City.
Nessuno ancora lo dice, molti ancora non vogliono crederci, tantissimi ancora sperano che la trattativa possa fallire.
Io no.
Io ormai sono conscio che il più forte di tutti ha già firmato.
Prove ovviamente non ne ho, ma ci sono troppi indizi per essere trascurati:
1- I bookmakers inglesi aprono le scommesse sul trasferimendo quotandolo a 3.16. Ieri era a 1.10. Oggi l’avvenimento non era più scommettibile. I bookmakers inglesi sono onniscenti.
2- Chiunque abbia visto giocare Kakà questa sera (eccezion fatta per quel beota di Serena, il commentatore di Premium) non ha potuto non vedere come cercasse solo ed esclusivamente il gol, ignorando i compagni ed andando sempre al tiro. Voleva segnare. Voleva salutare con un gol. Secondo me aveva pure una sottomaglia particolare, ma questo non posso dimostrarlo.
3- Il Milan per la prima volta ha dichiarato di essere disposto a cederlo. Non era mai accaduto. Questo vuol dire che per la prima volta i soldi sono arrivati davvero.
4- Il modo in cui i compagni l’hanno salutato a fine gara è stato più che eloquente. Ed è stato tremendo.
Alla luce di tutti questi fatti, io penso che l’affare sia già bello che chiuso.
E sono disperato.
Al momento non mi interessa discutere la scelta della società, di come tanto con i soldi presi non compreranno nessuno, non mi interessa nemmeno ricordare a tutti il presidentissimo che, dopo la finta offerta del Real e prima delle elezioni, diceva: “Kakà non se ne andrà perchè nessuno al mondo può venire e offrirgli più del Milan.”.
Al momento voglio solo rammaricarmi per la perdita del più grande di tutti.
Io ero troppo piccolo per apprezzare appieno Van Basten, ma quando si è ritirato ho pianto.
Oggi emotivamente sono su quei livelli lì.
In un mondo dove ormai dovunque guardo vedo solo dello schifo, lo sport che più amo si impegna a non essere da meno.
Non sono cose belle, queste.
Ora mi restano solo due speranze.
La prima è che Pato vinca quanto ha vinto Kakà prima di essere venduto.
La seconda è che qualcuno ci liberi di Ancelotti e Sedorf.
Anche gratis.
Anche con la violenza.

“Sono stato di CL prima di te, sono stato più cattivo io.” [cit.]

In questi giorni di vacanza avrò acceso la TV (per guardare i programmi intendo) si e no due volte.
Una delle due è stato poco fa.
Su All Music c’era un’intervista a Dj Francesco aka Francesco Facchinetti aka DJ Facchinetti aka l’unico italiano con una lista di nomi e pseudonimi paragonabile a quella di Prince.
Non è da me guardare certe interviste, però l’ho beccata all’ultima domanda e me la sono ascoltata.
In 30 secondi di risposta il nostro eroe prima accosta Giovanni Paolo Secondo (aka Santo Subito aka Wojtyła aka il pontefice una volta conosciuto come Karol) ad una rock star per le sue capacità comunicative.
Poi cita Don Giussani.
Ma solo io non sapevo che il “Capitano uncino” è un CLlino?
Ok, non ha detto esplicitamente di essere di CL, però chi altri potrebbe mai nella vita citare Don Giussani senza essere di Comunione e Liberazione?
Comunque in seguito all’intervista mi sono documentato e il buon Francesco ha pure fatto uscire un libro in cui si definisce: “un punk in seno a CL”.
Un punk?
Dj Francesco sarebbe un punk?
Non voglio fare del campanilismo, per carità, però questa cosa mi infastidisce più che altro per una ragione.
Si tenta di far passare il concetto per cui dentro CL c’è di tutto: c’è gente normale, ci sono i giovani e ci sono pure i ribelli.
Non è così e io posso dirlo con cognizione di causa.
Allora che senso ha tutta questa voglia di camuffarsi?
Mistero. [cit.]

L’unica cosa che dirò sulla questione scuola/Gelmini

Pubblico uno stralcio del discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 Febbraio 1950.
C’è di che riflettere.

“Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasfornare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.
Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.”