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Broken promise ring?????

Non l’ha suonata.
Bastardo.
Però ha suonato “Boys of summer”.
Bastardo due volte, visto che tagli il pezzo che sogno di ascoltare live da 10 anni per fare una cover.
Questo dovrebbe portare ad una valutazione negativa del concerto di ieri sera al Tambourine, ma così non è.
“I won’t spend another night alone” acustica vale, da sola, l’intera serata.
Pelle d’oca di diverse spanne. L’ho cantata tutta a squarciagola insieme a più o meno tutti quelli che c’erano intorno a me e alla fine ero relamente commosso. Dopo quel pezzo avrebbe potuto suonare anche l’intero repertorio dei Cannibal Corpse a cappella che sarei stato soddisfatto ugualmente.
Dall’album di cui questo tour dovrebbe essere il tributo ha poi suonato altri quattro pezzi: “Losing streaks”, “1*15*96”, “Your boyfriend sucks” e l’immancabile “San dimas high school…”.
Tutti eclatanti, ovviamente, per l’emozione generata.
Per il resto poi è stato quasi tutto “So long astoria”, album preferito dall’80% dei presenti al concerto, da quel che mi è parso, e che per me ha segnato la fine degli Ataris.
Ieri sera mi sarei aspettato una maggiore presenza di gente della mia età ed invece mi sono ritrovato semicircondato da teenagers che hanno di Kris Roe un concetto molto, ma molto diverso dal mio.
Per esemplificare meglio: sulla previa citata “Boys of summer” la gente ha dato di matto.
Io volevo tirargli una scarpa.
Da citare, per chiudere il quadro sul live acustico del frontman degli Ataris, l’esecuzione di “Fast times at drop-out high”, unico estratto da “End is forever” e “The cheyenne line”, unico estratto nonchè unico pezzo decente di “Welcome the night”.
Che dire quindi, forse è stato il più bel live che ho visto fare a Kris Roe e questo la dice molto lunga.
Io però lo amo e mi sono fatto una foto con lui (che ricordo a Bazzu di spedirmi, essendo sul suo cellulare) e gli ho pure comprato una stampa autografata della foto usata per la copertina di “Blue skies, broken hearts… Next 12 exit”.
Me la appenderò in casa nonappena riuscirò ad incorniciarla.
Chiudo con una citazione d’onore alle due band di spalla.
I “My own rush” non mi hanno convinto appieno. Credo abbiano fatto sei pezzi: due carini, due orrendi e due di nuovo carini. Facevano molta fatica a suonare assieme, non so perchè, forse a causa delle spie. Lui però a mio avviso ha una bella voce.
Discorso diverso per i “Minnies” che mi son proprio piaciuti un sacco. Sono uno di quei gruppi che sento nominare in giro da dieci anni e che non mi sono mai cagato. Senza un reale motivo, ad essere onesti.
Ieri però mi hanno proprio impressionato, seppur suonando in chiave “acustica”. Ho apprezzato molto il cantato in italiano con testi che ad una prima analisi mi son sembrati belli e per nulla banali.
Approfondirò il discorso.
Non sono sicuramente uno che arriva per primo sulle cose, però c’è da riconoscermi una certa propensione a rimediare agli errori e alle sviste.

4 commenti su “Broken promise ring?????”

  1. dovevo venire su anche io ma causa tempo e lavoro non ce l’ho fatta.. grande rammarico! betta

  2. kirs da solo è stato stupendo!
    a mio avviso i my own rush invece si son differenziati un po dallo stereotipo emo. minnies bravsssimi XD

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