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2010

L’ultimo anniversario

Questa mattina mi sono svegliato da solo.
Sono andato al PC per il classico harvesto mattutino pre-lavoro e sulla tastiera ho trovato un libro ed un biglietto.
Il libro è “Black Jesus – The anthology” di Federico Buffa, il biglietto recitava così:

” Tanti auguri Amorizia!
Al nostro ultimo anniversario da fidanzati!
Ti amo!
Polly :) “

Direi che c’è poco da aggiungere, quando la tua ragazza ti regala un libro sul basket.

Vita e pensieri di un italiano in Germania.

Capita che tipo tu sei in un paese straniero e via dicendo.
Cioè può capitare, mica dico che deve capitare a tutti, però può succedere che uno, chessò per lavoro, deve andare a finire da qualche parte lontano da casa.
E allora ti metti sull’aereo e parti ed intanto pensi a tutte quelle menate dell’integrazione, del fatto che sei un immigrato e cose così. Pensi che alla fine è meglio cercare di fare il possibile per farsi accettare perchè se chi ti ospita fa altrettanto tutto fila come si deve. Cioè, almeno così mi si dice che le cose dovrebbero funzionare ed infatti probabilmente è così che funzionano. Sta di fatto che però io sono arrivato in Germania cinque mesi fa o giù di lì e ad integrarmi ci ho anche provato. Nel senso, ci vado a bere la birra con gli altri e tutto il resto, provo a stipulare un buon rapporto con i colleghi e via dicendo, però non è che proprio tu ti senta a casa tua in questo posto qui. La gente è carina e simpatica, mica dico di no, però c’hanno sempre un po’ quel fare che loro sono perfetti e tu mica tanto. E non è vero per niente, se si va a guardare, però loro sono così e tu non sei come loro ed il gioco è fatto. Ci si trovano a loro agio a sentirsi meglio di te e quindi tu magari non vuoi creare casini e ce li fai sentire, meglio di te. Ok, li compatisci, ma mica è necessario proprio che lo dai a vedere no? Il risultato, al loro occhio soprattutto, è che gli stai dando ragione e questo fa andare avanti le cose come dovrebbero. Ad incasinare tutto però ci si mette la coppa del mondo. Nel senso, io mica l’avevo prevista questa variabile qui nel mio schema di comportamento. Così succede che l’Italia qui non è troppo ben vista, ma mica la squadra e basta, proprio l’Italia come paese e l’italiano come persona. Cioè, capisco anche io che la storia della competizione non remi proprio a favore di una simpatia teutonica nei nostri confronti. Vabbè, il 2006, il 1982 e il 1970 ce li ricordiamo noi come se li ricordano loro. E capisco pure che noi siamo il paese di Berlusconi e delle sue minorenni e via dicendo. Insomma, posso capire che ce l’abbiano su con noi questi qui e che lo scontro sportivo di solito porti a galla le questioni. Io stesso non è che se proprio devo descrivere il mio Paese ed i suoi abitanti ci vado giù leggero. Insomma dai, l’italia è un po’ uno schifo e se è così è colpa degli italiani, mica degli alieni. Però oh, sa il cazzo com’è, se lo dicono loro a me un po’ di fastidio mi si genera. Diciamo che proprio mi gira il cazzo ecco.
Comunque sia per come si era arrivati a questo mondiale io lo sapevo che avremmo fatto una figura di merda. Quindi succede che vedi la prima partita e con il Paraguay fai zero a zero mentre loro massacrano l’Australia con quattro sberle e via dicendo. Il giorno dopo non è che puoi scappare all’ironia del tedesco medio. Loro sono molto ironici, dicono, più ironici di noi, ovviamente. Quindi loro vincono, tu succhi e via con le battute e i caroselli. Perchè alla fine noi l’ultima volta avevamo rubato. Conta poco che su sette partite l’unica degna di nota è quella in cui gli abbiamo fatto il culo, perchè noi non abbiamo meritato e quindi dobbiamo stare zitti, che poi siamo mafiosi mangiaspaghetti e via dicendo. La roba va avanti come deve essere quindi, con loro che vincono e noi a casa. Così iniziano a chiederti ogni minuto se guardi ancora il mondiale, perchè qui loro mica lo guardano perchè gli piace il calcio. Lo guardano perchè gioca la Germania. Poi ti dicono che da loro non si può affiggere la bandiera teutonica perchè si passa subito per nazi, perchè i nazionalisti sono tutti nazi e loro nazi non lo sono più e stanno cercando di cambiare la loro immagine nel mondo, ma il mondo continua a giudicarli solo per Hitler e cose così. Però alla fine della fiera quando ci sono i mondiali tutti in strada a gridare “Deutschland über alles” pittati come indigeni perchè si può fare ed in queste occasioni non si è mica nazzi se lo si fa. E ci si può ubriacare come merde e tirare bottiglie di birra da un lato all’altro della strada perchè c’è la nazionale in tele e quindi si può. Se lo fai un altro giorno sei un ubriacone incivile e loro cercano di combattere quest’immagine che li vuole tutti ubriaconi incivili, perchè loro non sono così come il mondo li dipinge. Mica come noi mandolinai pizzaioli.
Vabbè cosa stavo dicendo? Ah sì, dicevo che quindi appena siamo usciti tutti lì a tirarci il culo e noi lì a farcelo tirare. Un po’ perchè hanno ragione quando ci dicono che siamo scarsi, un po’ perchè alla fine cerchi di integrarti e un po’ perchè non è mica morto nessuno. E allora succede che ti becchi i caroselli, gli insulti e tutto il resto ed inizi a pensare che ok l’integrazione, ma se per caso dovessero perdere magari poi il culo potresti pensare di farglielo anche tu. E così tipo inizi a guardare le partite con quella partecipazione che non è proprio quella di chi ama il calcio e lo sport, ma che è più quella del tifoso. E allora succede che magari sotto casa tua c’è un locale che trasmette le partite in public viewing e che ti cucchi i loro cori contro l’Italia, l’Argentina e la Spagna per diciamo un paio d’ore. E succede che tu te ne stai buono chiuso in casa perchè l’integrazione viene prima di tutto e non è certo il calcio che deve guastare un meccanismo di inserimento già magari complicato di per se. E mentre pensi tutto questo succede anche che tipo Puyol incorna di testa a cento all’ora e la spara in porta. Così niente, capita che ti ritrovi affacciato a gridare “Rete” e “Vamos” a quelli di sotto che, però, di cantare hanno appena smesso. E poi capita che magari qualche spagnolo decida di uscire a fine partita a festeggiare e che i locali decidano di dimenticarsi quanto sportivi e ironici sono e inizino a tirare bicchieri e bottiglie verso le auto. Robe così, che poi magari arrivano gli sbirri e se la prendono con gli spagnoli, che non è ora di stare in giro a fare casino e via dicendo.
Comunque questo l’ho scritto mica per dire niente eh, perchè mica credo che siamo migliori di loro noi. Però, ecco, neanche peggiori forse.
E forse non so se è vero, ma potrebbe essere che questo post l’ho scritto così perchè ho iniziato a leggere “Il giovane Holden”.

Nota: aggiornata la sezione “letture”.

Google hit list [Giugno 2010]

Cazzo, i BBQ qui sono una cosa fottuatemente seria.
Però uno che mi sta al passo ancora fatico a trovarlo, e gioco pure fuori casa.
Ci fosse il buon vecchio baffo li sotterrerei tutti, sti teutonici.
E dopo il post da festa delle medie, anche detto “facciamo a chi piscia più lontano?”, eccoci alla classifica, con qualche minuto di ritardo.

1 – “Iaquinta è una merda”
2 – L’odore del caffè
3 – che effetto di chitarra usare per l’intro di boulevard of broken dreams
4 – cori duplè
5 – finale champions league milan scherzo teatro professori fidanzate
6 – lippi con le mani tra i capelli
7 – monoranze italiane all’estero
8 – riluttanze dei filetti
9 – racconti maitresse
10 – obbligata a dare il culo

Nota: aggiornata la sezione “musica”.

Il calcio è metafora della vita.

Dedico un post al gol qualificazione del Ghana contro gli Stati Uniti.
L’azione la si può apprezzare appieno nel video qui sotto.

Si può ben notare come Bocanegra, il difensore degli States, cerchi di abbattere il povero A. Gyan con tutte le sue forze, ma che questi tuttavia resista alla carica e piazzi la palla in porta con conseguente visibillio delle folle (o perlomeno del sottoscritto).
La morale che ne ho tratto è la seguente: per quanto gli USA provino a fare i prepotenti con i popoli che considerano inferiori, alla fine questi troveranno sempre il modo per mettergliela in culo.
Chiudo questo post delirante, visionario e a suo modo assurdo, con una citazione consona ai tre aggettivi previa elencati.
“Fottuti yankee a casa, l’Africa è dei neri, non dei rompicoglioni”.

In italia siamo tutti allenatori.

Tranne Lippi, che è un coglione.
Ad ogni modo proprio perchè all’italiano medio piace dire la sua in termini di nazionale io scriverò due righe a caldo, dopo la vergognosa e sacrosanta eliminazione.
Per punti? Massì, per punti, che il nervoso non aiuta a strutturare pensieri in forma particolarmente brillante.
1- Che nessuno, NESSUNO, si azzardi mai più a dire in mia presenza che Iaquinta “alla fine ci sta, è uno che corre e si danna l’anima, è utile”. Iaquinta è una merda che non giocherebbe in nessuna delle squadre presentate come teste di serie al mondiale e che in italia fatica a fare il titolare in una squadra che arriva a malapena in zona Europa League (quanto suonava meglio zona Uefa?). Non fatemelo più vedere, please.
2- Giocando quindici minuti in tre partite l’italia confeziona due gol validi di fattura anche pregevole, un terzo in fuorigioco più che dubbio ed un quarto salvato sulla linea o forse oltre. Alla luce di questo non è lecito chiedersi come cazzo sia possibile che nei restanti 255 minuti non si sia combinato niente? Non un tiro, non un’azione. Nulla. Questa è la cosa più vergognosa, non si è giocato a calcio.
3- Lippi ha le sue colpe e cazzo quante ne ha, ma non si può stare in campo senza correre. Senza pressare. Senza andare incontro alla palla. Queste cose le devono fare gli uomini che giocano e da noi non le ha fatte nessuno. Quindi tutti colpevoli. Tutti. Perchè anche la Quaglia, che oggi mi ha dato emozioni fortissime, all’esordio era entrato con l’atteggiamento molle e compassato degli altri.
4- Di Natale a trent’anni gioca nell’Udinese. Cannavaro svincolato per trovare una maglia è dovuto andare a Dubai. Zambrotta è la riserva di Abate (ABATE) nel Milan. Gattuso è la riserva di Ambrosini. Camoranesi e Pirlo si fanno male e partono comunque. Non solo, giocano pure. Vogliamo dire che la nostra nazionale, nel campionato italiano, lotta per non retrocedere?
Ecco, già scrivendo questi punti un po’ del nervosismo m’è passato. Meritavamo di uscire e siamo usciti. Giusto. Con un girone come il nostro era doveroso fare meglio. Magari non passare, ma giocare a pallone. Ora non resta che guardare cosa fanno gli altri, con le sole certezze del tifo pro Maradona e del fatto che possono vincere tutti, ma non la Germania.

Fade to black

La mattina io, solitamente, leggo il giornale per farmi un’idea di quel che succede.
Di norma visito Repubblica.it e do una scorsa ai titoli della homepage, aprendo solo gli articoli che attirano il mio interesse. Se la notizia è particolarmente succulenta e non ho troppo da fare al lavoro magari apro anche il Corriere ed il Giornale, giusto per capire un po’ come la notizia è stata recepita e riportata dalle varie parti.
In questi giorni l’attenzione della stampa è sicuramente incentrata sulle riforme finanziarie. Il dibattito investe gli ormai arci noti condoni che il nostro governo attua per rientrare di una parte (minima, stando alle cifre) di quanto sottratto al fisco utilizzando vari metodi di evasione. Tremonti ha ribadito più volte di stare lavorando per combattere in profondità questa piaga e io non ho le basi per poter sostenere che questo non sia vero. Da totale ignorante in campo economico, lo dico senza sarcasmo, trovo che alcuni dei procedimenti vadano nella direzione opposta (come l’innalzamento del limite per il pagamento in contanti da 100 a 5000 euro) se non addirittura verso una sensazione di impunità percepita quantomeno da chi, come me, in quanto dipendente assiste alla cosa da spettatore. I vari condoni come i patteggiamenti infatti lasciano l’impressione che, superato il disagio morale, l’evadere le tasse non porti ad alcuna conseguenza punitiva. Il caso di Valentino Rossi è solo uno degli esempi più eclatanti in merito, con il pilota che versa 20 milioni di euro a fronte dei 112 richiesti (ecco la fonte). D’altra parte è viva convinzione del nostro premier che, se sottoposti ad una pressione fiscale valutata come “scorretta”, i cittadini siano “moralmente autorizzati ad evadere, per quanto possibile, le tasse”, quindi per quel che mi riguarda la lotta all’evasione potrebbe essere sostenuta in termini sicuramente più decisi.
Dico tutto questo perchè questo clima di lassismo nei confronti del problema è facilmente percepibile girando per il paese, quando ci si scontra contro il muro insormontabile del “neraccio”. Alcune volte non ci si fa nemmeno caso, come quando il barista non consegna lo scontrino del caffè o il parrucchiere non rilascia la fattura. Altre volte ci si scontra con la propria morale o i propri bilanci di fine mese, come quando il dentista chiede il 20% in meno per l’apparecchio del bambino o il muratore fa lo stesso per la facciata della propria palazzina. Sono tanti soldi, il risparmio è cospiquo e quindi non sempre è facile restare sulla retta via, ma c’è chi comunque ci riesce.
Ultimamente però stanno via via diventando sempre più comuni situazioni ancora più estreme. Parlo di quando ci si decide a comprare casa e ci si va ad informare presso l’agenzia. Non è insolito, anzi è veramente comune, che ci si ritrovi di fronte alla richiesta di pagare un’ingente parte del valore dell’immobile in nero. La cosa se vogliamo tragicomica è che in questi casi l’acquirente non trae nemmeno vantaggio dall’infrazione, perchè non ci risparmia nulla. L’affare è solo per chi vende. Gli agenti immobiliari sono anche preparatissimi nel indicare all’utente come fare a versare queste somme spropositate senza destare attenzione. Un mio amico mi raccontava che nel suo caso gli chiesero di prelevare 2400 euro ogni venti giorni e, semplicemente, consegnarli. Leggendo in internet si può facilmente vedere come questo tipo di richiesta non sia soltanto comune, ma anche incredibilmente sfacciata e, cigliegina sulla torta, come non si tratti più di un accordo tra le parti, ma di una regola a cui non ci si può sottrarre.
In molti casi o si accetta il nero, o non si compra.
Sempre restando a quanto ho sentito da diverse testimonianze, questo fenomeno è abituale per quanto riguarda le case non ancora costruite, mentre si affievolisce decisamente se si va a trattare per immobili già edificati.
Un’altra domanda che mi sono ed ho posto in merito alla faccenda è come mai nessuno si rivolga alla Guardia di Finanza e la prima cosa che si nota è una scarsissima fiducia del cittadino medio nei confronti delle forze dell’ordine. E’ vero che rifugiarsi dietro la classica frase: “Tanto, anche se denuncio, non fanno un cazzo.” è forse un po’ troppo comodo, ma analizzando le cose con un minimo di calma e lucidità non è poi così incomprensibile questo tipo di rassegnazione. Il fenomeno in questione ha infatti assunto pieghe e dinamiche talmente macroscopiche da rendere difficile per il cittadino l’idea che il tutto sia ignoto alla GdF. Anzi. L’idea che passa è che la piaga non sia insanabile, ma semplicemente non curata e forse a questo contribuisce anche il clima di lassismo e depenalizzazione di cui parlavo all’inizio. Per curiosità personale, tuttavia, ho deciso di provare a guardare sul sito della Guardia di Finanza se ci fosse materiale in merito e mi sono imbattuto in questa pagina. Il concetto, in sintesi, è che non solo la compravendita di immobili con pagamenti in nero sia illegale e gravemente punita, ma anche come questa sia sconveniente da un punto di vista economico. Il tutto non farebbe una grinza, se le cose funzionassero come si dovrebbe, tuttavia il fatto che questo tipo di accordi siano diventati se non consueti, quantomeno molto comuni rende il tutto come dire “retorico”. Quello che manca, almeno stando alle mie capacità di navigare il sito, è una chiara indicazione su cosa fare e a chi rivolgersi qualora “vittime” di proposte indecenti di questa risma. Per dovere di cronaca segnalo tuttavia la presenza sul sito di un numero verde a cui è probabilmente possibile rivolgere le domande in questione ed avere delle risposte. Avrei volentieri concluso questa mia piccolissima “inchiesta” (eddai, ci sono le virgolette, siate buoni) chiamando e facendo qualche domanda, ma non essendo in Italia mi è impossibile farlo.
Chiudo linkando una pagina in cui è possibile leggere una delle tante testimonianze in merito che si possono trovare in giro per la rete. La cosa che ha destato in me maggiore attenzione sono stati i commenti. Cito:

“… Prima di andare dal GDF ragioni sul fatto che facendo una segnalazione potrebbe rovinare l’esistenza ad un essere umano. …”

L’amore vince sempre sull’odio.

Manq: videography [pt.1]

E’ un po’ di tempo che ho in mente di fare un post come quello che segue, ma per diversi motivi non ho mai trovato il tempo o la voglia per portarlo a termine. Ad essere onesti non garantisco di farcela nemmeno a sto giro, però quantomeno ho deciso di provare ad iniziare.
L’idea è fare un post con un po’ di video musicali che parlino di me.
Lo so, nulla di originale, anzi parto subito con l’ammettere che l’idea l’ho presa da qui. Il fatto che lo spunto arrivi da un post di metà Aprile da il quadro del fatto che a) è davvero un po’ che voglio scrivere un post come questo e b) ultimamente non sono propriamente il prototipo del blogger attivo aka blogger “comesidovrebbe”.
Ad ogni modo io tenterò di fare tutto in un unico post e di dare spazio a categorie più inconsuete. Insomma, qui sta per saltar fuori materiale buono soprattutto per coloro che intendessero avere armi da usare contro di me.
L’idea è anche di commentare con due righe ogni selezione, giusto per inquadrare la scelta.
Parto.
1 – Un pezzo dal primo CD comprato di propria iniziativa.
Vasco Rossi – Ridere di te (Fronte del Palco Live)
Ricordo che ero in piscina, facevo credo le elementari. Quarta, quinta elementare al massimo. Ero in vasca e continuavo a canticchiarmi nella testa questa canzone così la sera all’Euromercato di Carugate, mentre mia mamma faceva la spesa, le ho buttato nel carrello questo doppio CD. Fatta la cassetta, l’ho messa nel walkman e ce l’ho tenuta per tutta la restante parte delle elementari, insieme a “Greatest Hits II” dei Queen e “Hanno ucciso l’uomo Ragno”.
2 – Un pezzo figo di un genere che odio.
Dragonforce – Through the Fire and Flames
Che il metal mi faccia cagare non è un segreto ed è sempre bello ribadirlo, quindi il genere è presto scelto. Per il pezzo invece è stato più difficile. Questa canzone però funziona bene perchè racchiude in se molto di quello che odio del metallo e ciò nonostante secondo me spacca il culo. Ecco, un disco intero di sti qui non credo potrei sopportarlo, ma non è lì il punto.
3 – Un pezzo di un gruppo che non ammetterei di ascoltare neanche sotto tortura, ma che in realtà apprezzo.
Aiden – Last sunrise
Non c’è molto da dire a mia discolpa. Sono agghindati in maniera raccapricciante, si atteggiano in maniera raccapricciante, fanno testi raccapriccianti e suonano un pop-punk teenmodaiolo anch’esso raccapricciante. Eppure tre dei quattro dischi che hanno buttato fuori me li sono ascoltati alla follia, specialmente quello da cui è preso il pezzo in questione. Ecco cosa posso die a mia discolpa: “Conviction”, l’album che non mi piace, è ben peggio degli altri ed è realmente una merda.
4 – Un pezzo da una band che millanto di apprezzare.
Fugazi – Waiting room
Essendo tendenzialmente uno che se la mena, tendo a millantare. Facendo un rapido calcolo il gruppo simbolo di questi miei momenti sono i Fugazi. Pilastri del post-hc, pionieri dell’emocore e simboli del math-rock sono da sempre una di quelle band che se ti piace sei un figo e se non ti piace o non conosci sei uno sfigato. In questo post tutto sincerità ammetto di non essermeli mai cagati. Anzi ammetto di aver provato ad ascoltarli solo quando Tom Delonge li ha definiti come suo gruppo preferito in un’intervista e, dopo averlo fatto, di aver pensato che facessero cagare. Secondo me sono come “2001: Odissea nello spazio”, non piacciono a nessuno, ma tutti mentono per sentirsi belli, bravi ed intelligenti. Ovviamente sto scherzando.
5 – Un pezzo di una band che mi sta sul cazzo.
Afterhours – Non è per sempre
Non c’è gara, Agnelli mi sta in culo come poche altre persone sulla terra. Potrebbe perdere giusto contro una boyband composta da Seedrf, Gasparri, il Papa, Fede e Pavel Nedved, ma non esistendo una band del genere il premio è suo. Musicalmente poi gli Afterhours li ho sempre trovati ai limiti del fastidioso, con in più l’irritante aggravante di fare testi in italiano di cui non si capisce nulla. “Cut up” sto cazzo e vaffanculo all’alternativismo italiano da quattro soldi.
6 – Un pezzo da un genere che non mi capacito di aver ascoltato.
Ska-p – El gato Lopez
Ebbene sì, da giovane ho apprezzato tutto quel filone ska-punk che tanto spopolava. Nel tentativo di discolparmi posso dire che ero più propenso al filone “core” della faccenda, quindi ai vari Less then Jake, Mad Caddies, Kemuri e co., piuttosto che allo ska vero e proprio dei vari Vallanzaska, Matrioska, Porcamadoska e via dicendo. I Porcamadoska me li sono inventati, ma non dubiterei che esistano davvero. Ad ogni modo l’apice dell’incredulità oggi ce l’ho quando ripenso al fatto che, per un breve periodo, ho avuto in macchina un CD con 4 pezzi degli Ska-P. Oggi come oggi per me gli Ska-p sono il male sotto ogni punto di vista e non solo musicalmente parlando ed è per questo che tra i pezzi a disposizione sceglo forse il meno significativo, ma l’unico che posso accettare finisca linkato sul mio blog. Ah, lo ska ha battuto la dance anni ’90 in questa ambitissima categoria. Per chiarire un po’ il punto, insomma.
7 – Un pezzo da un disco preso a scatola chiusa e di cui mi sono innamorato.
Nofx – Falling in love (So long… and thanx for all the shoes)
Anche qui mi ricordo la scena. Vado alla Ricordi di Monza, sono in seconda liceo ed ho scoperto da poco i Nofx grazie alla cassetta di “Heavy Petting Zoo” datami non ricordo neanche più da chi, forse Ciccio. Parto quindi spedito verso lo scaffale “punk-alternative” intenzionato a comprare una copia di “Liberal Animation”, da me chiamato “Quello con le mucche”, perchè ne ero da sempre incuriosito e soprattutto per via delle mucche in copertina. Poi però vedo quello strano CD a tre colori su uno scaffale. Era da un po’ che consultavo la discofgrafia dei Nofx sugli scaffali dei vari negozi di dischi (internet cosa?) e quello lì proprio non mi tornava. lo tiro su, lo giro e vedo che è appena uscito. Penso: “Cazzo, ma se heavy petting zoo è nuovissimo. Mmmm, qualcosa non mi torna”. Con le mucche sempre lì a chiamarmi vengo colto dal terribile dubbio e, alla fine, dopo ore credo, decido per “So long”. Arrivo a casa e me lo sparo tutto a volume smodato con somma gioia dei miei genitori. A chiudere l’opera c’è la canzone sopra citata che, secondo me, è il capolavoro assoluto dei Nofx. Ogni volta che la sento mi da i brividi e mai una volta che la suonino ad un concerto cui sono presente. Probabilmente, se quel giorno avessi preso “Liberal animation” tutto sarebbe stato diverso nella mia vita. Il mio personalissimo “sliding doors”.
8 – Un pezzo da un disco preso a scatola chiusa che ho odiato.
The Ataris – Boys of Summer (So long, Astoria)
Nell’era multimediale fa un po’ ridere parlare di CD presi a scatola chiusa, ma io un po’ di volte l’ho fatto. Mi fa piacere pensare che ancora ci siano fan pronti ad andare in negozio a prendere il disco appena uscito per ascoltarlo con quell’ansia data dalla trepidante attesa. Vero che non ci sono più i negozi di dischi e vero anche che l’ascolto emozionato lo si può fare anche con gli mp3 freschi di download, ma a me piace pensarla così. Sta di fatto che il disco in questione andai a comprarlo una mattina del mio terzo anni di università, prima del corso pomeridiano di virologia. Sono andato da Mariposa con Lale e la Cristina e me lo sono portato in aula felice come un bambino. Lo aspettavo come fosse una nuova venuta del Messia, con lo stesso mix di rispetto e devozione. Alla prima traccia ricordo che mi sono chiesto: “Ma che cazzo di effetti alla voce hanno messo??”. Per me ha segnato la morte di una delle mie band preferite di sempre se non la preferita in assoluto. A rendere la cosa ancora più amara c’è la rimasterizzazione di “I won’t spend another night alone”, messa lì come ghost track più che altro a sottolineare l’inutilità di tutte le tracce suonate in precedenza.
9 – Un pezzo dal concerto che più di tutti non mi sarei voluto perdere.
Blink 182 @ University of Montreal- Josie
So che dovrei vergongarmi di questa scelta. So che ci sono milioni di gruppi che hanno fatto la storia della musica che dal vivo non ho mai visto come so che ci sono stati milioni di eventi musicali rivoluzionari a cui non ho partecipato, però non c’è un cazzo da fare: io rimpiango da sempre non aver visto i Blink del tour dopo l’uscita di “Dude ranch”. Prima del successo, prima delle nudità, con un Travis appena subentrato a Scott che ancora suona punk-rock invece di darsi le pose da punk e suonare R’n’B. Un tour dove suonavano “Josie” ed “Enthused”. Un tour dove suonavano. Cazzo. E poi oh, io a Woodstock probabilmente mi sarei rotto il cazzo.
10 – Un pezzo da un concerto cui sei andato per caso e che poi ti è piaciuto un sacco.
Fabrizio Coppola @ Casa 139 – La città che muore
Fabrizio è un figo. I suoi live acustici non sono da meno ed è così che l’ho scoperto, una sera. Ci sarebbero molti altri esempi da fare, ma questo è il più significativo perchè quella sera non sapevo nemmeno che qualcuno suonasse. Però gli ho preso il CD, come poi ho preso gli altri e come prenderò l’ultimo nonappena deciderà di finire di registrarlo. Ah, per la cronaca, Tutto questo succedeva molto prima che il trend acustico invadesse il mondo della musica. Perchè Fabrizio è avanti.

Alla fine è stata una cosa divertente, questa. Magari un giorno deciderò di rifarlo. Magari. E’ comunque stato un buon modo di tornare a scrivere dopo tanto, troppo tempo.

Le cose che hanno reso figo questo week-end

1- I Mondiali di calcio trasmessi in chiaro dalla TV tedesca. Partite viste: tutte.
2- Il completamento di Uncharted 2 per playstation. Gioco fighissimo.
3- Cronometro alla mano, ho passato 4/5 di questo fine settimana nudo. No alle prigioni di tessuto.
4- I peperoni grigliati che ho fatto spaccavano il culo.
5- Ho evitato la palestra.
6- Anche qui è arrivata l’estate.
Si nota molto che non ho voglia di scrivere, ultimamente?