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Riflessioni

Summertime…

…and the living is easy…
Una canzone del passato recitava così ed è difficile darle torto.
Da ieri sono ufficialmente in vacanza.
Questo non vuol dire che io sia al mare o che abbia smesso di lavorare, tuttavia la sessione estiva dell’Università si è conclusa ieri pomeriggio alle 14.30 con l’esame di Analisi dei Farmaci II, prova per altro superata con discreto successo.
Questa cosa, che per molti potrebbe non significare molto, per me invece è cruciale.
Andare in laboratorio a fare un lavoro che mi piace non pesa se una volta a casa posso finalmente spegnere il cervello e dedicarmi al niente più assoluto, anzi, è un ottimo modo per non annoiarmi.
Prendiamo oggi.
Sono arrivato in lab alle 8.30, con trenta minuti di anticipo, un po’ perchè ormai ero sveglio, un po’ perchè attendevo il risultato di un esperimento importante.
Come da copione, il risultato non è arrivato.
Pazienza, ormai ho capito che in questo lavoro ci dovrò fare l’abitudine quindi guardo avanti, si rifarà il tutto cambiando qualcosina e forse andrà meglio.
Forse no.
In ogni caso non è il momento per fasciarmi la testa visto che il problema non è dovuto a miei errori e che, soprattutto, anche stare a disperarsi non ha senso e non cambia le cose.
Via quindi a nuovi esperimenti, diversi, sperando di avere più fortuna.
Uscito dal lavoro, sono giunto a casa in poco più di venti minuti, arricchiti da una massiccia opera di “sing along” su freschi e giovani pezzi estivi.
Una volta avvolto nella privacy della mia cameretta, rigorosamente in mutande, mi sono guardato il primo Fast and Furious.
Decisamente un filmone.
Direi che sono stato seduto al compiuter anche troppo.
Vado a farmi una doccia.
Anzi, un bel bagno.
Tanto oggi ho tempo.
Fico.

And the winner is…

Sono arrivate le sentenze per gli illeciti sportivi.
Sono abbastanza vergognose.
Per carità, al Milan è anche andata bene e io non dovrò perdermi la Champion’s League l’anno prossimo, ma in tutta onestà speravo in un ripulisti nettamente più esemplare.
Con i vari ricorsi ulteriori si rischia di vedere anche la Juve in A e questo vuol dire continuare a guardare le partite pensando che ci sia qualcosa sotto.
Ogni fuorigioco non fischiato, ogni rigore dato o non dato, ogni cartellino estratto o non estratto continuerà a far pensare a qualche strano gioco di potere e non alla semplice sorte.
In poche parole, non cambierà nulla.
Peccato.
Era una buona occasione per migliorare le cose.
Non venendomi in tasca nulla tuttavia, la vivo con il distacco di chi continuerà a vedere le partite perchè ama questo sport, sebbene abbia molto riserbo nei confronti di chi lo gestisce.

“Perchè adesso è notte, ma poi verrà giorno.”

Avrei mai potuto lasciare correre i primi interventi su questo blog del caro amico Manowar?
Avrei potuto sottrarmi alla diatriba con uno dei pochi personaggi che conosco che siano di destra davvero e non solo quando serve un motivo per giustificare la propria intolleranza?
Certo che no.
Ad un tale onore è doveroso rendere giustizia con un’apposita discussione, quindi colgo la palla al balzo e riparto proprio dalle ultime parole del mio metallozzo preferito.
Adesso è notte.
Già, è proprio vero.
Tuttavia soffermiamoci un momento a capire perchè è notte.
Adesso è notte perchè siamo governati (oltre che da chi ha i soldi) da chi ha il potere di bloccare il paese: tassisti, produttori di latte, camionisti, operatori di volo, ferrovieri e tramvieri.
Chiunque sia nella posizione di creare disagio al prossimo e non ha ritegno nel farlo viene ascoltato da chi ci governa, sia di destra che di sinistra, spingendo la popolazione priva di questo potere a fare altrettanto.
Nessuno è contento in Italia.
Quindi a turno ecco che ognuno bloccherà binari, aereoporti, metropolitane per ottenere che nessuno sconvolga il suo orticello.
Siamo al punto in cui Firenze viene bloccata dai tifosi per la sentenza riguardo a calciopoli.
Una roba vergognosa.
La destra sulle sommosse di piazza è sempre stata, anche storicamente, piuttosto chiara: disperdere i sovversivi e mandarli a lavorare (magari in campi dedicati).
Tuttavia oggi apro il bolscevico sito di Repubblica e cosa mi tocca leggere?
Mobilitazione generale degli avvocati.
Come?
Rileggo meglio, convinto di aver preso lucciole per lanterne, ma non è così.
E’ noto come la categoria degli avvocati non sia prettamente vicina alla politica rifondaiola eppure eccoli li, tutti belli uniti a far casotto. Partendo dal presupposto che non mi sento certamente di dire che in Italia gli avvocati siano una categoria disagiata e meritevole di protestare, la cosa che più mi infastidisce è la terribile mancanza di coerenza.
Credo sia per questo che adesso è notte, perchè non vi è più identità politica nelle persone.
A voler essere del tutto pignolo mi piacerebbe sapere che senso possa mai avere lo sciopero per un lavoratore in proprio che, quindi, non perde giornata e stipendio in virtù di farsi sentire.
Intanto il tanto agoniato, almeno da me, governo di sinistra è già agonizzante perchè quei pazzi estremisti e ottusi della sinistra radicale non sono favorevoli al rifinanziamento della missione italiana in medio oriente.
Tutti a dargli addosso quindi, sebbene siano gli unici che provano a far valere quanto promesso dall’Unione alla gente prima del 9 Aprile.
Ci si può accanire con chi cerca unicamente di tutelare le idee di chi ha dato loro il voto?
Io non me la sento.
Tuttavia il governo non è di questo parere e preferisce andare avanti con l’appoggio dell’Udc piuttosto che cercare di dare corpo a quanto detto in campagna elettorale.
Certo che anche l’Udc un pizzico di ribrezzo nel fare quello che fa potrebbe pure dimostrarlo, ma forse queste movide arraffa consensi sono proprio la volontà del popolo democristiano che, come diceva mio nonno, “purtoppo non morirà mai”.
Di sicuro se mi chiamassero adesso alle urne per via di una crisi di governo, penso defecherei sulla scheda e la spedirei direttamente a Roma.
E’ proprio vero, è notte fonda.
L’unica domanda che mi piacerebbe fare al prode e littorio Manowar è: “Sei sicuro che poi verrà il giorno?”

Annotazione

Sono passati due anni da quando, pensando di aver fatto uno dei più grandi errori della mia vita, ho fatto una delle migliori scelte di sempre.
Mi sono regalato un pezzo di felicità.
Da quel Lunedì sera ne sono successe di cose, forse anche troppe, ma l’unica cosa che conta è che io sia ancora qui a sorridere pensando al tempo trascorso e senza paura per ciò che riserverà il futuro.
Questa credo sia la cosa più bella che l’amore mi ha dato.

Se l’ottimismo è il sale della vita, la mia dieta è iposodica

Non lo faccio per darmi un tono.
Non lo faccio perchè la gente cerchi di tirarmi su.
Semplicemente, se mi si richiede un parere sull’esistenza, questo non sarà mai troppo roseo.
Non mi piace il mondo in cui vivo.
Per niente.
Ogni giorno di più mi rendo conto di come la gran parte delle persone faccia da contorno, da comparsa in un copione scritto da pochi per gli interessi di pochi.
La gente come me passa una vita ad alimentare un sistema che disprezza dal profondo senza potersene distaccare, dipendente da qualcosa che vorrebbe veder finire e che allo stesso momento gli garantisce di mantenere quel tenore di vita agiato di cui non può fare a meno.
Questa cosa secondo me logora fino a che si ammette di essere impotenti e si accetta passivamente quanto orchestrato dall’alto pur di non rinunciare a quello che per noi è il minimo indispensabile, ma che sul dizionario si trova sotto la voce “lusso”.
Stando a cavallo tra la consapevolezza e la rassegnazione si vive piuttosto male.
E’ difficile contestare il sistema economico mondiale se non si è capaci di rinunciare ad internet, alla macchina col serbatoio sempre pieno, alle vacanze, a soddisfare qualunqe tipo di capriccio e all’aria condizionata.
Per questo bestemmio ogni qual volta che vedo la classe dirigente calpestare i più essenziali diritti umani, tuttavia non ho mai la lucidità di chiedermi come vivrei se non agesse come agisce, priva del minimo scrupolo.
Come tutti quindi, mi rivesto di ipocrisia e vivo pornto a sparlare del sistema che mi permette di vivere nell’agio da cui dipendo.
Un’immagine da volta stomaco, ma che sfido chiunque a contestare.
Il mondo fa schifo, di questo sono sicuro, e sono anche sicuro di supportare certe posizioni spinto unicamente dalla mia morale e non dalla consapevolezza di poterlo fare in virtù di privilegiato.
Tuttavia se faticassi a mangiare, probabilmente sarei meno idealista e la vita mi starebbe molto meno stretta.
Sono convinto che per mantenere l’euro forte sia necessario avvallare la politica omicida e immorale dello stato di Israele, so che non osteggiare il governo di Gerusalemme deve portare un qualche tipo di beneficio per noi europei, però non ho paura di passare per antisemita dicendo che è vergognoso come lo stato dalla stella a sei punte gestisce le questioni internazionali.
Tra l’altro è buffo vedere come si possa venir facilmente tacciati di razzismo se si osteggia Israele, mentre non sia assolutamente un problema accanirsi su palestinesi, libanesi e quant’altro. Anzi, l’insulto ai mussulmani terroristi ultimamente è quasi tutelato.
In uno scenario in cui due popoli ignoranti si muovono guerra in nome di entità fittizie, prendere le parti giuste diventa essenziale per restare tra i paesi del mondo che contano.
Via libera quindi a chi fa il mio bene calpestando le mie idee?
Questo e quanto vogliono che inizi a fare.
Questo è il segno della maturità, che a quato pare coincide con il riconoscere l’irrinunciabilità ai propri agi anche in virtù di comportamenti totalmente immorali.
Io non sono maturo.
A differenza di anni fa però colgo questa incongruenza di fondo e ne sparlo, conscio di non potervi porre fine.
Non mi fa stare meglio, non mi permette di vivere felice e spensierato questa realtà, ma almeno mi fa ancora sentire vivo.
Credo che sentirsi vivi sia riconoscere quanto la vita faccia schifo.
Persa questa capacità si è forse più felici, ma sicuramente meno consci di quello che è stare al mondo.
Probabilmente presto o tardi anche io perderò la capacità di rendermi conto delle cose e forse tornerò a trovare del buono in questa esistenza.
Questa pagina però resterà qui a ricordarmi come una volta, per quanto triste, depresso e amareggiato, fossi totalmente cosciente della dubbia esperienza che si chiama vita.

One step closer to life

Giungo ora dalla registrazione di Metodi Fisici in Chimica Organica e Chimica Analitica.
Venticinque.
Perfettamente in media.
Il mio compito era l’unico sufficiente su trentaquattro.
Devo ringraziare la professoressa che, sebbene non abbia l’abitudine di fare un orale dopo la prova scritta, mi ha concesso di andare a correggere il compito per migliorare il voto.
Esiste ancora gente degna di ammirazione all’interno dellUniversità.
Tirata quindi la consueta riga rossa sul foglio protocollo che reca l’elenco degli esami del mio corso, mi ritrovo a tre orali ed uno scritto dalla fine.
Come dire che ancora non vedo la luce, ma inizio a sentire dipanarsi l’odore stagnante di chiuso che impregna questo tunnel.
Oggi sono anche arrivati i dati degli esperimenti che ho svolto in questo week-end di lavoro. Neanche a dirlo, sono piuttosto enigmatici.
Credo che appena finito di scrivere queste righe manderò una e-mail oltre oceano al mio capo, chiedendo delucidazioni e possibilmente indicazioni.
Lo stronzo che sputa sulla mia macchina ha colpito ancora.
Era un po’ che non si faceva vivo, il vile, forse anche perchè avevo cambiato parcheggio. Oggi tuttavia sono arrivato tardi al lavoro e l’unico posto disponibile era quello soggetto all’insalivazione dei finestrini. Inutile dire che l’augurio che faccio a questa persona è il medesimo fatto poc’anzi al commentatore anonimo.
In casa continua a non funzionarmi il telefono. Fortunatamente la connessione questa volta funziona, tuttavia iniziano a girarmi fortemente i coglioni. Mio padre mi ha chiesto di informarmi riguardo a Fastweb, ma dalle prime info raccimolate la spesa raddoppierebbe.
Credo sia anche normale, magari con quel 50% in più ci si paga l’eventuale assistenza.
Tra ventisei ore gli azzurri affronteranno la Germania nella prima semifinale mondiale.
Tensione.

E fu

E fu così che andammo dal vecchio a cenare.
Niente di diverso dal solito.
Tanto pesce, tanto vino, tanta voglia di stare bene in compagnia.
Pronostico rispettato appieno.
Eccomi qui, scarsamente capace di percepire la realtà per quello che è, in camera mia.
Solo.
In testa tanti pensieri e poca lucidità per connetterli tutti.
Avrei voluto parlare con qualcuno, ma forse è stato meglio che non ci fosse disponibilità in questo senso.
Spaesato tra ciò che penso e quello che forse dovrei pensare, ma che in realtà è lontano dalla mia mente.
Vuoto.
Tirando le somme sono poche le certezze.
Una è che sono dannatamente innamorato.
Se questo è un bene o un male non è certo il momento per stabilirlo.
Di sicuro adesso senza la gioia di essere totalmente preso da una persona vivere sarebbe ancora più insopportabile.
E allora basta pensare.
Basta riflettere.
Basta scrivere frasi sconnesse che chiunque potrebbe leggere e interpretare in chissà quale maniera.
Credo di desiderare che l’80% delle persone che leggono queste righe non lo facessero.
L’altro giorno mia zia Enza mi ha lanciato una battuta sul blog.
Forse ho frainteso, ma credo di aver capito che i miei ne siano lettori e ne parlino con i loro amici.
Non so perchè ma questa cosa mi fa schifo.
Mi piace l’idea che sconosciuti leggano i miei sproloqui, ma odio pensare che lo facciano persone cui sono così strettamente vicino.
La mia più grande paura è che percepiscano miei eventuali disagi solo leggendo queste righe e non vivendo a contatto con me quotidianamente.
Sarebbe triste.
Come cazzo sono finito a parlare di sta faccenda?
Sto cavalcando l’onda emozionale disinibita che le cene dal vecchio causano sovente e, ad essere del tutto sincero, ora non me ne preoccupo minimamente.
Domani probabilmente sarò imbarazzatissimo da quanto ho scritto.
Sono fatto così e non ci sono parole per descrivere ciò che penso di me.
Forse dovrei rileggere il tutto.
Forse dovrei chiudere e andare a dormire.
Senza dubbio scrivere questa pagina mi è molto piaciuto.
Se qualcuno entrasse nella mia stanza, mi sventrasse e spalmasse su foglio elettronico i miei stati d’animo al momento, sarebbero perfettamente sovrapponibili a questa delirante pagina.
Che immagine orribile.

Si riaprono i contatti con l’esterno

Back on the net.
Dopo una settimana esatta, l’Infostrada ha riallacciato la mia linea telefonica e con lei è tornato il tanto atteso accesso ad internet. Senza poter accedere al blog mi sentivo a disagio. Non ho mai così tanta voglia di scrivere come quando non ne sono in possibilità.
In questa settimana sono successe molte cose, ognuna delle quali forse avrebbe ottenuto una paginetta propria su questo sito se ne avessi avuto le possibilità. Così non è stato ed ora sono nelle condizioni di dedicare a questi argomenti solo poche parole.
Ora il problema è scegliere quali e credo che per certe questioni sarà tutt’altro che facile. Come spiegare tutto ciò che mi è passato per la testa riguardo l’immediato dopo cena di Venerdì scorso?
Pensieri contrastanti, riflessioni, paure.
Speriamo vada tutto a finire per il meglio.
Per non parlare del fatto che ha chiuso uno dei locali chiave della mia vita: le Grotte di Realdino. E’ strano ricordare come ai tempi del liceo andarci fosse l’evento, mentre ultimamente passarci la serata era più assimilabile ad una tortura. Eppure il locale è sempre rimasto uguale a se stesso.
Noi no, evidentemente.
Sebbene uno dei sogni ricorrenti fosse vincere abbastanza soldi per comprare quel pub e raderlo al suolo, ora che ha chiuso sono dispiaciuto.
Sono schiavo della malinconia.
Più faccio mente locale più mi vengono alla mente cose accadute in questi giorni di cui vorrei parlare, come il live dei BoySetsFire di Lunedì, senza dubbio il concerto più HC che io abbia mai visto. Mai stato al cospetto di cotanta attitudine, mai visto un gruppo dare così tanto per un pubblico di sì e no cinquanta persone. Stima a profusione per loro.
Fa caldo.
Stare al computer ancora mi diventerebbe un peso.
Per questo dovrò esimermi dal parlare di Pessotto, se non facendogli un “in bocca al lupo” carico di stima, della nazionale che senza sapere bene come si ritrova ai quarti di finale, del “NO” che vince, ma non convince al referendum pur guadagnandosi il mio voto e del lavoro che assieme ai primi risultati porta un carico ancor più gravoso di impegno.
Non è detto che non torni magari nei prossimi giorni su questi temi, ma anche così non fosse non mi spiacerebbe più di tanto.
Non amo scrivere a freddo.

Foto del giorno n°10 – Last but not least
Maledetta Sterla
*In un’immagine, il meglio ed il peggio di Londra.

La compianta monarchia

Girando per la rete non ho potuto fare a meno di notare come moltissimi blogger si siano dedicati a commentare gli episodi riguardanti Vittorio Emanuele di Savoia ed il suo strascico di misfatti.
Fino a quel momento io davo alla vicenda un’importanza pari a quella che per me può avere il campionato di pallamano polacco, tuttavia ho pensato che se in giro era riscontrabile tutto questo interesse per la faccenda, forse sbagliavo a non curarmene.
All’inizio ho faticato a capire da cosa nascesse tutto questo clamore. In fin dei conti di ricchi delinquenti l’Italia è piena, basti vedere Ricucci, Craniotti, Tanzi, Silvio Berlusconi, per non parlare di tutto il marasma che è venuto fuori dal mondo del calcio. Non siamo certo nuovi a queste situazioni. Eppure tutti ne parlano.
Il motivo non risiede neanche nel fatto che l’indagato in questione sia la persona più stupida che la storia mondiale ricordi, eccezion fatta forse per Flavia Vento. Avrei infatti capito se tutti fossero attratti dalle gesta di un demente di cotal spessore perchè pronti a cogliere in tempo reale (ihih) le stupidaggini che racconta in modo da riderne insieme al bar.
E invece no.
Il motivo che tiene tutto il nostro paese attento allo svolgersi di questa inchiesta è che l’accusato è l’erede al trono Italico. Sarebbe già buona cosa chiedersi di quale trono si parli, essendo noi una democrazia, e a quale titolo nobiliare si faccia riferimento essendo la Monarchia Italiana ed i suoi esponenti caduti ed esiliati dal Bel Paese nel dopoguerra.
Eppure, per l’opinione pubblica, il candidato alla 20° nomina consecutiva di “World Greatest Asshole” resta una figura aristocratica e nobile, distaccata, come fosse un gradino sopra noi plebaglia.
Svelato l’arcano di cotanto interessamento mediatico e fermamente convinto che, nella mia graduatoria personale, ora il campionato polacco di pallamano sia di molte lunghezze più in alto, ho avuto modo di fare un’altra riflessione.
Come sarebbe avere ancora la Monarchia?
Intendo una monarchia seria, non sul modello inglese dove i Reali non contano più nulla e sono solo fenomeni per incentivare il turismo.
Un Regno Italico governato dal Re.
Tra i lati positivi, anche qualora fosse l’idiota di cui sopra a portare la corona, vedrei sicuramente quello di non avere responsabilità in merito. Con la Democrazia chi governa è votato dalla gente. In realtà chi governa sul serio è chi ha in mano le redini economiche del paese e questi non vengono certo eletti a suffragio popolare, tuttavia noi eleggiamo gente che poi rappresenta l’Italia e le sue posizioni nel mondo. Se questi sono totalmente idioti, come spesso è accaduto e tutt’ora accade, la responsabilità si riversa su di noi cittadini. Io sento molto questa cosa e ne traggo parecchio disagio. E’ come se mi sentissi responsabile per un problema che in realtà non ho causato.
Con la Monarchia sarei alleviato da questo peso.
E non sarebbe nemmeno più necessario farmi credere che posso essere artefice del mio futuro e delle sorti del mio paese andando a votare. Meglio non avere la libertà ed esserne coscenti, che pensare di averla quando in realtà non la si ha per niente.
Tutte queste riflessioni mi riportano al solito punto d’analisi: se fossi nato pesantemente ignorante vivrei meglio.
In una dittatura poi sarebbe l’ideale.
Farei solo quello che mi dicono di fare, senza pormi problemi nè domande sul perchè farlo. Obbedirei solo perchè non avrei l’intelligenza e la capacità per poter capire che c’è anche la possibilità di non farlo. Vivrei felice con un decimo di quello che ho adesso solo perchè non potrei mai ambire o immaginare di avere nulla in più o di stare meglio.
Un po’ come in Matrix: vive meglio chi è ignaro di tutto o chi si è posto il problema di cercare la verità ed ha scoperto che la verità fa schifo?

Foto del giorno n°7 – Out of Heaven
Virgin Megastore
*All’uscita del Virgin Megastore di Piccadilly Circus…

Più per dovere…

Non ho molto da dire, nè ho voglia di pensare a qualcosa da scrivere.
Sono piuttosto stanco e decisamente nervoso in questi ultimi giorni.
Il motivo è sempre lo stesso quindi anche in questo senso è inutile cercare parole.
Al momento sto avendo una piacevole discussione con la Bri in ICQ.
L’argomento è la vicendevole conoscenza delle nostre vite.
Solo a volte realizzo quanto mi sia utile averla vicino in questo periodo non proprio estasiante.
Quando mi capita mi chiedo se l’ho mai ringraziata per questo e se è conscia dell’aiuto che spesso riesce a fornirmi.
Sono patetico.

Foto del giorno n°6 – Camden Town
Esempi di T-Shirt
* Secondo me, le tre migliori magliette in vendita.