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Style

Wishlist

Da che ho un blog personale, non ho mai pubblicato una wishlist.
Non che sia una mancanza così grave, tuttavia solitamente io sono abbastanza attento nel seguire mode e trend del popolo blogger e quindi appare abbastanza strano che io non abbia ancora scritto pixel su monitor (voleva essere la trasposizione informatica del cartaceo “nero su bianco”, ma rileggendo non mi era parsa poi così chiara, indi specifico) quelli che sono i miei desideri nel cassetto.
Se mi appresto a stendere una wishlist però non è per colmare una mancanza.
Non è neppure perchè siamo ad un paio di settimane dal mio compleanno. Sto giro infatti credo che non ci sia rischio di ricevere alcunchè da chicchessia e non è certo sbattendo on-line i miei capricci che posso cambiare le cose.
Lo faccio solo per focalizzare i miei sforzi.
Senza un piano preciso, lasciato in balia della mia umoralità, potrei correre il rischio di spendere soldi in maniera poco costruttiva e, siccome non nuoto nell’oro, è bene che mi auto ricordi quali sono, attualmente, le priorità.
In rigorosissimo ordine sparso.

  • Ho bisogno di un paio di Ray-Ban.
    Ho volutamente scritto la marca e non la semplice dicitura “occhiali da sole” perchè sono proprio quelli, gli occhiali di cui ho bisogno. Ne avevo un fantastico paio fino ad una settimana fa, tuttavia ho in qualche modo deciso di perderli o di farmeli fregare e quindi ora come ora ne sono sprovvisto. Li voglio con lente scura e montatura nera, per la precisione. Ho a lungo valutato anche la possibilità delle lenti a specchio con montatura cromata, tuttavia per quanto fighe all’ennesima potenza risultano troppo scomode e difficili da portare, riuscendo a sporcarsi al solo contatto con l’atmosfera. Con l’estate alle porte, le giornate che si allungano e un biglietto aereo per cuba già acquistato, seppur coi soldi di Peich, i Ray-Ban sono la mia primissima esigenza e conto di regalarmeli entro i primi di Aprile. Il prezzo dell’oggetto in questione è di circa 70 euri.

  • Ho anche bisogno di un cappello.
    Visto che si parlava di Cuba, non posso certo partire senza un copricapo adeguato. Uno di quelli da accoppiare alla classicissima camicia a fiori e che mi farebbe apparire come un perfetto yankees pronto per essere impallinato dai miliziani. Il modello linkato è della Volcom, si chiama Straw Hat ed è al 100% in paglia. Reputo questo acquisto abbastanza complicato, vista la difficoltà che ho avuto anche solo in internet nel reperire immagini dell’indumento, tuttavia penso di poterlo fare mio prima della partenza con accurate sessioni di shopping. Prezzo dell’oggetto: circa 30 euri.

  • Fino a qui è stato abbastanza facile ed indolore, ora viene il bello: ho bisogno di una TV.
    Attualmente non ho ancora mobili ove poggiarla, ma essendo questi stati ordinati, la necessità diventa tangibile. Anche e soprattutto in vista dell’appuntamento calcistico di Giugno. La mia scelta è caduta sul Samsung LE26R86BD, un 26 pollici HD ready dal design abbastanza trandy da potersi abbinare con gusto al mio arredamento. La scelta del prodotto non è affatto definitiva però, soprattutto alla luce del costo decisamente proibitivo. Il prezzo dell’oggettino in questione è di 672,50 euri a Mediaworld.

  • Essendo una wishlist non vedo perchè tralasciare quegli oggetti di cui non ho bisogno, ma che desidererei tantissimo avere. Ad esempio una batteria digitale.
    Il modello in questione è una Yamaha DT Explorer. Averla mi consentirebbe di cimentarmi con il mio desiderio di imparare a suonare questo grazioso strumento senza incappare in processi civili e penali intentati contro di me da tutto il circondario. La musica però non è per tutti. Il prezzo dell’articolo è 599 euri.

  • Desiderio stupido? Infantile? Inutile? Sicuramente. Però pur sempre desiderio rimane: la PS3.
    Ok che la televisione sta due punti sopra e che quindi al momento non saprei che farmene, però non posso certo negare che l’idea di non poter giocare a GTA4 quando uscirà un po’ mi logora. Ci sono in giro anche un sacco di promozioni, basate perloppiù sullo scambio con la vecchia PS2, che renderebbero l’acquisto fattibile. Io tuttavia ho fin troppe spese per poter anche solo pensare ad una mossa del genere. Certo, se come accadde ai tempi della PS2, Max dvesse imbattersi in un “camion di console ribaltato” forse un pensiero potrei pure farcelo. Forse. Prezzo della console in negozio: 399 euri, 299 euri se si consegna la vecchia PS2.

  • Nella lista dei miei desideri non possono certo mancare dei CD.
    La lista completa di tutti i CD che vorrei non è certo pubblicabile, anche perchè non mi sono ancora deciso a stilarla per benino, però questi sei sono i primi che comprerei attualmente. Si tratta di “…and don’t forget to breathe” degli A Static Lullaby, “A place in the sun” dei Lit, “Life on a plate” dei Millencolin, “When broken is easily fixed” dei Silverstein, “They’re only chasing safety” degli Underøath e “Life in general” degli MxPx. Il prezzo totale dell’acquisto, spese di spedizione incluse, è di circa 70 euri.

  • Per finire, in una lista dei miei desideri, non può certo mancare il Lego.
    Nella collezione del Lego Castel è uscita la miniera dei nani. Quando l’ho vista sono stato male. Non conta che sia composta si e no da 10 pezzi, con buona pace del lego di una volta e della sua genialità, la miniera dei nani ha al suo interno gli orchi. E un troll. Deve essere mia. Il prezzo di questa chicca è di 49,99 euri.

Ok, direi che l’operazione wishlist si è conclusa con discreto successo. Sono sicuramente rimaste fuori dalla lista un po’ di cose, ma non importa. Quello che c’è merita di esserci ed è questo l’importante.
All’inizio ho detto che questo post non è volto a consigliare nessuno, visto che non credo qualcuno sia in vena di farmi regali. Se così non dovesse essere però, sarò ben lieto di essermi sbagliato.
La cosa non capita spesso, io ne approfitterei.

La scienza è arte

Neuroni?Non si può non rimanere estasiati di fronte a certe cose.
Proprio non si può.
A fianco è possibile vedere neuroni del tronco encefalico fotografati in fluorescenza tramite microscopio confocale. Questo, questo, questo, questo, questo, questo e quest’altro sono altri esempi di fotografie realizzate con diverse tecniche di microscopia, tuttavia quella che ho messo qui a lato è la mia preferita. Non vedrei nulla di male se qualcuno decidesse di farci su una bella mostra, magari al MoMA, perchè trovo queste immagini di una bellezza esagerata. Per altro non credo nemmeno che chi si è inventato il modo di fare microscopia a fluorescenza a questi livelli sia meno degno dell’appellativo di artista rispetto a Monet, per fare il nome di chi i neuroni avrebbe benissimo pututo disegnarli come sono raffigurati in alcune di queste foto, se solo li avesse mai visti.
Purtoppo la qualità delle immagini che si trovano sui lavori non consente di farci delle gigantografie da appendere in casa, perchè altrimenti credo che alla testa del mio letto queste immagini troverebbero sicuramente spazio.
Hanno la capacità di attirare la mia attenzione, di farsi guardare ininterrottamente, come fossero quadri di qualche artista moderno/contemporaneo. Quelle opere che fissi per minuti pur se non hanno senso alcuno, solo perchè sono belle da guardare, cosa che per un quadro non è certo da sottovalutare. La cosa straordinaria è che qui invece un senso c’è. Eccome se c’è e a mio modo di vedere è estremamente affascinante.
Quasi quasi metto mano a qualche immunofluorescenza fatta da me e ci ricavo fuori un pannello di un paio di metri. Non saranno mai a questi livelli, i mezzi a disposizione non sono paragonabili, però magari qualcosa di decente lo riesco a tirar fuori.
Qualcosa alla Warhol magari.
Impressionante.

Mi dedico delle attenzioni, ogni tanto.

Oggi mi sono dato al risanamento del mio ego ferito come solitamente fanno le donne.
Shopping e pianificazione del prossimo futuro.
Avevo bisogno di sentirmi ancora attraente?
No. Avevo bisogno di un giubbetto primaverile. Sabato son passato di fronte a Treesse (quello delle origini, quello in viale Monza) e son rimasto folgorato da un giubbettino di cotone corto e nero che più tamarro non si può.
Oggi sono uscito dal lavoro alle 18.46 e son volato ad acquistarlo.
Mi son preso pure una cintura. Dopo averne spaccate due in meno di una settimana e aver constatato di aver necessità di stringere la terza rimasta di almeno 8 centimetri (il frigo costantemente vuoto paga) era una scelta forzata.
Entrambi gli oggettini che ora militano nel mio guardaroba sono targati Atticus.
Atticus è il meglio, per quel che mi riguarda.
E poi “l’uccello morto”, per dirla come la direbbe il Theo, ha un non so che di metaforico oggigiorno.
Riguardo la pianificazione del mio futuro non ho fatto granchè, in realtà.
Ho solo deciso che andrò a Cuba a Luglio.
Definitivamente.
Ancora da chiarire sono invece la composizione della squadra, l’esatto periodo e l’itinerario, ma queste son cose che contano meno.
L’importante era decidere di partire e io ho deciso.
Vediamo quanti consensi riuscirò a tirar su.
Intanto, come primo step, ho chiesto a Lale se mi recupera in quel di Boston una guida Frommer dell’isola. Mi sono innamorato delle guide Frommer a New York, solo che non è possibile trovarle in Italia, nè acquistarle on-line dall’Europa e quindi l’ultima speranza è la fanciulla di Busto.
Io credo in lei.
Direi che posso pure andarmene a letto.
Anzi no, devo fare i compiti. Oggi ho iniziato il corso di inglese e Susan ci ha detto di scrivere qualche frase tutti i giorni. Una sorta di diario volto ad allenare la mente a pensare e scrivere nella lingua di albione.
Non è un’idea così orribile, dopo tutto.
Credo parlerò del mio nuovo giubbetto.

Ultime dalla mia vita

Possibile che con la bri alle prese con i koala e di conseguenza un bel po’ di tempo libero in più, io non riesca a trovare qualche minuto da dedicare al blog? Vorrei poter dire di no, eppure è proprio così. In questi giorni infatti mi sto ritrovando con tante cose da fare. Nessun dovere, sia chiaro, ma tanti piacevoli passatempi che nella lista delle mie priorità riescono sistematicamente a scavalcare la stesura di pagine per il mio diario.
Per fare un esempio, sto dedicando la mia seconda serata alla lettura. Per le mani ho “Ballando nudi nel campo della mente”, autobiografia visionaria del premio nobel per la chimica Kary Mullis. E’ un libro favoloso che consiglio caldamente. Avrei voluto trascrivere qui un’intero capitolo ieri sera, mentre lo leggevo, tuttavia è decisamente un’operazione troppo lunga e faticosa. Il capitolo è intitolato “Cosa è successo al metodo scientifico?” ed è a dir poco illuminante. Tutto il libro però è l’esempio della follia che spesso sta dietro la genialità, come della genialità che sta spesso dietro alla follia. Sono duecento pagine o poco più, quindi se io fossi nei panni di qualcuno che leggendo qui si chiedesse se dare o meno una chances a questo libro, beh, gliela darei.
Oltre a leggere, l’altra cosa che mi ha impegnato in questo periodo è elaborare un piano attuabile per diventare ricco.
Credo di esserci riuscito.
Ho progettato una maglietta. Una maglietta che credo molte persone vorrebbero avere. L’idea ce l’avevo lì da un po’, ma a sbloccare la questione è stato il buon Uazza, quando ha comunicato di aver trovato un posto dove stampano le magliette bene e senza eccessive controindicazioni.
Ora aspetto solo che me la realizzino e me la spediscano.
Poi si tratta solo di registrare il logo, darle un minimo di visibilità ed incassare i soldi.
Per l’estate prossima dovrebbe venire pronta un’intera linea di prodotti capaci di dettare legge trasversalmente dalla California a Gabicce Mare.
Credo mi serviranno uno o due soci per questa impresa.
Più che altro per dividere i guadagni che, altrimenti, sarebbero sconsiderati.
Un uomo solo non dovrebbe terere per se quanto potrebbe rendere ricchissime tre persone.
Attendo curricula.
Per il resto direi che la mia vita è stata abbastanza conforme al solito, indi non credo ci sia molto da raccontare.
Ieri, forse per la prima volta nella mia vita, mi sono vergognato di essere milanista.
Inizia la sesta serie di Scrubs.
Vado.
Ah, il trasferimento di post e commenti continua inesorabile e forse è quella, come da un bel po’, la vera ragione per cui non sto aggiornando.

Rivelazione

PanneloQuesto è quanto in questi giorni ho prodotto in Photoshop. In realtà questo pannello è solo una parte della produzione, ma è la cosa che più mi piace. Il tutto è nato dalla volontà di cimentarmi con il noto programma di foto ritocco e si è poi evoluto al tentativo di fare qualcosa di bello.
Per quanto possa valere il mio parere, a me piace.
A tal punto che ho pensato addirittura di poter utilizzare qualcosa di simile come testata di quello che sarà il mio futuro letto. Non avendo voluto comprare un letto vero e proprio, ho necessità di qualcosa che stia sulla parete in testa alla coppia rete/materasso e che arredi l’ambiente in vece di un vero e proprio mobile.
Non so bene cosa mi affascini di quest’opera. Forse è l’accostamento di colori, forse è l’idea, forse sono i soggetti, più probabilmente è solo che si tratta di una mia opera.
Non sono sempre sufficientemente critico con me stesso.
Sta di fatto che dopo aver accennato a questo lavoro nel post precedente, mi è sembrato giusto mostrarlo quantomeno per chiarezza, anche se temo qualche caustico commento tipo: “Se stai sveglio di notte per fare ste schifezze, è meglio che dormi!”.
Tuttavia a me piace.
Restando in tema fotografia, stasera sono uscito a cena con mio cugino Valerio. La scelta è ricaduta sulla cucina giapponese e così abbiamo prenotato in un bel locale di via Eustachio, in zona Abruzzi. Posto bello, sushi e maki ottimi, prezzi discreti e buona compagnia.
Uno degli argomenti su cui ci siamo soffermati a discutere è stato il fotoritocco. Mi è molto piaciuta la definizione di fotografia che Valerio mi ha dato: una foto è la realtà come il fotografo la vede. Io ho sempre ritenuto dovesse essere la realtà come tutti la vedono ed è stato spiazzante sapere che non può essere così, che macchine e ottiche distorcono ognuna a proprio modo ciò che è l’oggettività.
Questo potrebbe portarmi a sviluppare un diverso approccio nei confronti delle manipolazioni digitali. Citando sempre Valerio un fotografo scatta immaginandosi ciò che vuole la sua foto illustri, introducendo in partenza la possibilità di utilizzare alcuni ritocchi per meglio esprimere la sua visione del soggetto.
Questo anche ai miei occhi potrebbe essere un bene.
Continuando a parafrasare, scattare foto senza idee ben precise e tentare poi con l’ausilio di un PC di cavarci qualcosa di buono è invece un approccio profondamente sbagliato che quasi mai conduce a buoni risultati.
E’ stato istruttivo.
Oggi ho anche comprato un tostapane.
Un tostapane poserissimo.
Un tostapane che abbrustolisce le fette decorandole con un teschio.
Un oggetto di culto.

Un fine settimana preciso

A volte capita di passare un week-end preciso, in cui tutto fila come avrebbe dovuto ed alla fine si va a letto soddisfatti, pronti per una nuova settimana di lavoro.
Lo scorso fine settimana per me è andato esattamente così e quindi ho deciso di scrivere un post per ripercorrerne le tappe.
Venerdì sera sono andato a “La Casa 139”, circolo A.R.C.I. di Milano. Ci sono andato con la Bri seguendo questo nuovo trend per cui almeno una sera a settimana cerco di fare qualcosa di diverso. Suonava un tipo Venerdì, tal Fabrizio Coppola. Non sapevamo nemmeno che suonasse, siamo andati lì perchè abbiamo fatto la tessera A.R.C.I. e stiamo cercando di sfruttarla. Il sopracitato cantante stava tenendo un set acustico in cui proponeva in chiave “unplugged” pezzi presi dai suoi due album pubblicati nonchè dal terzo in uscita per Ottobre. Lo show mi è piaciuto talmente tanto che alla fine ho acquistato il primo dei suoi dischi e mi sono ripromesso di andare alla seconda data milanese del suo minitur acustico. Mi piacerebbe proporre ad Aui di venire con me e la Bri a sentirlo, credo che gradirebbe tanto la musica quanto la compagnia.
Sabato mattina mi sono svegliato di buon’ora con diverse commissioni da fare. Il primo punto del programma prevedeva andare in biblioteca a prenotare un libro da leggere dopo Crypto di Dan Brown. L’operazione è perfettamente riuscita perchè ho prenotato “Un nome senza volto” di Ludlum e “Il trono di Spade” di R.R. Martin. A questo punto mi sento in dovere di spendere due parole su Crypto: una merda. Forse due parole sono un po’ pochine, quindi è il caso di argomentare. In sostanza è il classico ed ormai scontato libro di Dan Brown in cui però la tesi cospirativa non appassiona come nelle precedenti circostanze ed in più la trama risulta piuttosto scontata ed incapace di sorprendere. Direi che, visti gli unici intenti che l’autore si pone per i suoi manoscritti, è facile definire il libro come un fallimento.
Seconda tappa della mattinata è stata la questura di Monza, per il ritiro del passaporto della Bri in vista dell’ormai prossima partenza per NY. Tutto ok, documento ritirato e una seccatura in meno a cui badare.
La terza tappa mi ha visto rientrare al liceo “P. Frisi” dopo diverso tempo. L’idea era di dare una copia della tesi alla mia prof. di scienze dell’epoca, ma ho appreso che la totalità dei miei professori è ormai in pensione o in via di pensionamento quest’anno.
Mi sono sentito vecchio.
Sarà perchè sono vecchio.
In tutto questo però sono riuscito a salutare Antonio il bibliotecario e Diario, imperatore del “Mantega”.
Uscito dal mio vecchio liceo con un velo di tristezza mi sono appropinquato all’ultima tappa della mattinata: il Colors Tattoo Studio.
Alle 13.00 di Sabato ho inciso per la terza volta la mia pelle.
Direi che il risultato mi soddisfa decisamente, frocio quanto basta.
La serata di sabato è invece stata all’insegna dello sport: prima spazio alle gesta di Ronaldo sul prato di S.Siro e poi qualche partita a biliardo tra incapaci in un Tatanka inaspettatamente sovrapopolato.
A metà del mio fine settimana ero già ampiamente soddisfatto, ma la situazione è riuscita a migliorare Domenica pomeriggio, quando dopo circa 6 anni di speranze ho potuto assistere alla reunion dei Murder, We Wrote. Cinque pezzi suonati alla festa delle scuole di Cassano d’Adda possono sembrare pochi, ma per i fan che attendevano questo momento da un’eternità, è stato semplicemente magico.
“Falling Down”, cazzo, ho risentito “Falling Down”.
Emozione.
Questo bel week end si è concluso con un aperitivo censurabile al Route 66 e con una visita a casa della Bri.
Ci siamo visti “Lady Vendetta”, un film asiatico che mi aspettavo pesante ed invece si è rivelato bello. Abbiamo anche chiacchierato un bel po’.
Ora chiudo con una chicca scovata Sabato sera su Qoob, il canale pseudo indie di MTV sul digitale.
Mi ha spezzato.

Scrivere in questo momento è una cosa di cui non posso certo privarmi

Cazzo.
Ho finito gli esami.
Mi sento leggero, come poche volte negli ultimi tempi.
Gli effetti tremendi di questa cosa sono principalmente tre: non riuscire a smettere di sentire “Calligrafie” dei Gemini, essere piacevolmente alticcio in questo momento e riposare finalmente bene.
Vedo la luce alla fine del tunnel.
E’ lì.
Posso quasi toccarla.
Ieri ho tagliato i capelli, come da progetto.
Via tutto.
Nove millimetri di peluria uniforme avvolgono il mio cranio e mi rendono diverso da come sono sempre stato.
E’ giusto.
Sono diverso da come sono sempre stato.
“One little step for a man, a giant step for humanity”.
Nella fattispecie, thirtyone (not even so) little steps.
Adesso l’euforia la fa da padrona.
Si parla di viaggi oltre oceano, prospettive future, lavoro remunerato, feste.
E’ come aver spento la televisione dopo un brutto film che però alla fine ha saputo dare delle soddisfazioni.
So che dovrei preoccuparmi di scrivere la tesi per tempo, cosa che non è affatto scontata, tuttavia le uniche cose a cui riesco a pensare sono il tatuaggio che mi regalerò probabilmente intorno al 10 di febbraio (il probabilmente è unicamente legato alla data) e l’impostazione dei ringraziamenti della Tesi.
Sono andato.
Probabilmente è un trip che finirà presto e che probabilmente non ricomincierà mai più, tuttavia voglio vivermelo fino alla fine e senza perdere nemmeno un secondo.
Se in questo momento dovessi analizzare la mia vita, la definirei perfetta e questo è straordinario, soprattutto per uno come me.
Avrò tempo in futuro per ricredermi e trovare nuovi problemi di cui dannarmi, ma non ora.
Ora sto bene.
Sto bene.
Cazzo.

Spot

Occhiali poser CK: 80/90 euro.
Codini: 2 euro .
Polina a righine Quicksilver: 30/40 euro.
Pantalone Skater Analog: 40/50 euro.
Scarpe DC: 50/60 euro.
Trasformare una metallozza in una fikissima Emo/Skate/Poser Girl* non ha prezzo.
Emogirl
* Manca giusto una cintura con le borchie, ma provvederò…

A present for me?

Finalmente è arrivato il mio regalo di compleanno*.
Bellissimo.
Comprarlo on-line ci era sembrato un rischio, senza poterlo provare nè vedere se non in foto, tuttavia l’affare si è rivelato azzeccatissimo. Un grosso ringraziamento va fatto a Gigio del Family’s Street Shop che ce li ha procurati.
Nella foto si possono anche distinguere le lesioni che, fino alla visita dermatologica di domani, continuerò ad attribuire alla varicella.
Sono raccapriccianti e mi fanno ancora un prurito tremendo.
Spero che lo specialista mi risolva questo problema.
Avrei voluto scrivere di più, ma inizio ad avere sonno.
Starò al PC ancora qualche minuto nell’attesa di vedere un servizio sulla finale di Champion’s. Dopo tutto quello che è successo in questi giorni riguardo allo sport nazionale, ho perso perfino la voglia di vedere la partita dell’anno. Ora però sono curioso. Ho come il sentore che l’unica partita che ho scelto di non vedere quest’anno sia stata anche l’unica che valesse la pena vedere. Non sono comunque pentito, la serata che ho passato è meglio di qualsiasi partita non veda il Milan tra i contendenti.
Chiudo con il rammarico più grande della giornata: Mastella Ministro alla Giustizia.
Ed io che, con la nuova legislatura, volevo iniziare a crederci nella giustizia.
Ingenuo.
Billabong rulez!
*Grazie Bri!