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Sport

Il peggiore degli incubi

Alle 13.30 di oggi è approdato in casa Milan Cristian Vieri.
Se c’è un giocatore inguardabile, odioso, arrogante, scarso, fragile fisicamente, incapace tatticamente è “il Maiale col 32”.
Dio mio, non ho proprio le parole per esprimere il concetto. Dopo Istambull pensavo che la stagione non potesse vivere momenti peggiori.
Evidentemente sbagliavo.
Certo, magari poi arriva e fa 40 gol. Magari gioca tutta la stagione e ci fa vincere tutto. Forse in quelle circostanze non potrei fare a meno di gioire di questo acquisto. Mi sentirei comunque sporco.
Tuttavia adesso, convinto che giocherà si e no 10 partite e che darà fastidio per tutto l’anno, sono a dir poco affranto.
Non riesco nemmeno ad esprimere la totalità del mio disappunto. Posso solo chiudere con una certezza: io per quello lì non ci tifo.

The party is over

Eccomi alla fine della mia settimana da single.
Il giudizio complessivo è piuttosto negativo, per ovvi motivi. Innanzi tutto il rinvio dell’esame di Biotecnologie Farmaceutiche II a stamattina mi ha impedito di godermi anche un solo minuto della mia autonomia domestica. Fortunatamente l’esame è andato bene e quindi non c’è il rammarico di aver speso il tempo inutilmente. Magra consolazione. In questa settimana dominata dall’insonnia, dallo stress, dal rammarico e dal nervosismo ha avuto un ruolo centralissimo la finale di Champions League. Un incubo. Tutt’ora se ci penso fatico a credere a ciò che ho visto, mi sembra una sorta di incubo terribile. Non è però della partita che voglio parlare, perchè sto già cercando di rimuoverla dalla memoria, bensì di ciò che la sciagurata serata dell’Ataturk ha portato alla luce. Da tempo rifletto sulla possibilità di andare a vivere da solo, è una cosa che mi piacerebbe tantissimo fare e che non esiterò a realizzare appena avrò delle entrate. Pensare ad una propria autonomia mi ha sempre entusiasmato, ma c’è una cosa che non ho mai tenuto in considerazione: la solitudine.
Non è che in questi giorni sentissi la mancanza dei miei, nè di solito mi spiace avere la casa sotto il mio controllo, tuttavia questa volta è stata un po’ diversa. Ho realizzato che quando si è giù di morale, come è capitato a me nel “day after”, essere da soli è terribile. Non c’è nessuno che ti distragga, che ti porti a distogliere la mente. Sei solo tu coi tuoi malesseri e non puoi scappare. La situazione può diventare veramente pesante, cosa che non credevo e a cui non avevo mai pensato. Per questo devo ringraziare Ambra che Giovedì mi ha fatto compagnia e mi ha aiutato a menarmi via un po’. Grazie.
Detto questo, è ora di tornare alle sane vecchie abitudini di convivenza coi genitori e riprendere un ritmo di vita più normale. Magari riposando un po’ visto che le mie occhiaie iniziano ad essere spaventose.
Magari…

A casa da solo

Ghiaccio, succo di frutta “Ananas e Fibre” della Derby Blue e Jack Daniel’s.
Shakerare.
Versare nei bicchieri.
Correggere con una punta di succo “Arancia Rossa” sempre della Derby Blue.
Questo è il metodo di preparazione del famigerato cocktail “A casa da solo” dy Manq, da gustasri comodamente immersi nella vasca da bagno. Da sempre un must quando i miei genitori vanno via per qualche tempo. Una volta, almeno, lo era.
Da ieri la situazione che non si presentava da tempo immemore è tornata di grande attualità poichè i miei hanno risposto all’invito di nozze di alcuni miei parenti in terra sicula (colgo occasione per fare i miei più sentiti auguri). Le circostanze però, sono tutt’altro che favorevoli al relax e al divertimento sfrenato.
Il mio cane deve prendere delle medicine al mattino presto e alla sera e, essendo diventato anzianotto, necessita di mille attenzioni e continue escursioni alla toilette. Ieri sera ho erroneamente scordato alzata la tapparella della mia camera, causandomi una infelicissima sveglia alle 4.53 di questa mattina, impossibile da riconvertire in sonno. Questo ha fatto si che le mie ore tra le braccia di Morfeo siano state ridotte a meno di 3. Già perchè ieri sera è venuta Ambra che, nonostante tutti i buoni propositi e le amorevoli operazioni volte a distendermi i nervi, non è riuscita ad impedirmi di dare un’ultima lettura agli appunti di Biotecnologie Farmaceutiche II, cosa che mi ha tenuto impegnato fino a ben oltre le 2. Passate così due ore a rigirarmi nel letto imprecante senza riuscire a richiudere occhio, è “finalmente” giunto il momento di alzarsi.
7 in punto.
Mi attendono, oltre alle sopracitate manovre sul frangente cane, 8 ore di seminari di Bioetica sulla commercializzazione del corpo umano. L’inizio è previsto per le 9.30, tuttavia pur di scroccare un passaggio alla metrò da Simo esco di casa alle 7.45 pensando di sfruttare il pre lezione per studiare, visto che la giornata non lascierà troppo spazio a questo tipo di attività. Stenderò un velo pietoso sul ritardo del gay*, uscito di casa solo dopo che il campanile avesse scandito le 8, e passerò direttamente a ciò che è stata la giornata. Per quanto l’abbia fatto forte, il caffè della mattina aveva di che tribolare per contrastare l’azione degli antistaminici, purtroppo imprecindibili in questo periodo, e la mia attenzione a lezione era sufficiente a tenermi sveglio, ma non a consentirmi operazioni di ripasso. Ad aggravare la situazione si è aggiunta una scelta errata nell’abbigliamento che, adatto alle 7 del mattino quando l’arietta è ancora gelida, sì è rivelato totalmente inopportuno per le restanti 8 ore. Non mi era mai capitato di rimpiangere di non aver messo i pantaloni corti, anche perchè solitamente li indosso perfino in condizioni di freddo importanti. Le ore passano lente fino alle 16.30 quando ormai allo stremo delle forze, decido con Lale di fuggire dal seminario con un’oretta di anticipo. L’dea è di tornare a casa dove mi attendono i chilometri a piedi dalla metro alla mia dolce dimora e quelli dedicati alla bestia che, seppur incolpevole, è diventata un bell’impegno. Fatto questo ci sono da lavare i piatti, arieggiare casa e preparare una cena decorosa. L’importante è non rilassarsi perchè dormire alle 18 vuol dire giocarsi la notte. Domani infatti ho l’esame alle 9.30 e, come di consueto, sono tesissimo. Se non trattengo tutta la stanchezza per stanotte rischio di passarla insonne e questo sarebbe un bel guaio. Per poter fare tutto con calma ho puntato la sveglia alle 6.30 e, nel farlo, mi sono sentito soffocare. Le 6.30 sono un orario che non ho mai conosciuto.
Ora concludo la mia serata scrivendo un po’, prima di andare a letto a ripetere un po’ nella speranza che il sonno mi colga. La cosa non si sta rivelando troppo redditizia perchè il mio stato di tensione resta ai massimi storici.
Domani 25 Maggio ho un esame e questo di per se è già un ansiogeno notevole, in più si aggiunge la finale di Champions League. La partita della stagione.
Solitamente dopo l’orale la tensione scende.
Domani non sarà così.
Domani sarà una sorta di giornata campale.

* preciso che la parola gay non è usata come insulto o discriminazione, ma semplicemente come aggettivo qualificativo.

Amo il calcio

Tornato da pochissimo dal Meazza, l’unica cosa che mi sento di dire dopo la sconfitta scudetto è che amo il calcio. Può sembrare pazzesco visto ciò che è appena accaduto, però è così. Le grandi delusioni derivanti dal pallone bruciano, ma ciò nonostante si è sempre li ad aspettare l’occasione per potersi rifare, per lavarle via con qualche bella vittoria. Vivere la passione per la propria squadra insieme agli amici, soffrire e gioire insieme dei risultati ed essere uniti nell’incitare i propri beniamini sono cose fantastiche.
Per questo amo il calcio.
Per questo odio la Juve.

Vergognosi

Sono semplicemente schifato da quanto accaduto al Meazza stasera. Certe tifoserie e certe società non dovrebbero stare in vetrina in Europa. Società i cui giocatori si permettono di dire che quanto accaduto è “giustificabile” per via dell’arbitraggio dovrebbero giocare tra i dilettanti.
Mandiamo in europa società e tifoserie belle come quelle della piazza di Palermo.
Non riesco nemmeno a gioire della vittoria.
Questo non è calcio*.
Lo scempio visto dal campo

* Che schifo!

Mille cose

Finalmente ho una mezz’oretta per dedicarmi al mio diario virtuale. Questa settimana è pienissima di impegni e non ho ancora la certezza di riuscire a tener fede a tutti. Per il momento sto procedendo bene, ma l’imprevisto è certamente annidato dietro qualche svincolo buio, pronto a farmi la festa.
Oggi è il compleanno di Ambra e quindi le faccio gli Auguri. Spero anche di riuscire a telefonarle e trovarla a casa prima di uscire, così da poter espandere il concetto scrittole via SMS. Per festeggiare usciremo domani sera. Andremo a mangiare fuori nel giorno che separa il suo compleanno dal mio, che sarà Venerdì. Il posto prescelto, su consiglio di Dani e della Vera, è in Brianza, poco prima di California. Sembra ci si mangi più che discretamente e questo è l’importante. L’imperativo della serata sarà infighettarsi. Non so perchè a Bri sia venuta questa idea, forse, come sospetta mia madre, è stufa di vedermi vestito come un imbecille. Sta di fatto che dovrò dare spolvero a giacca, camicia e cravatta. Niente vestito nè scarpino elegante però, perchè anche io ho una dignità. Vinceranno probabilmente le Etnies sempre più vicine al loro pensionamento. Le idee chiare sul vestito compensano una totale assenza di spunti creativi in ambito regalo. Le idee venutemi sono mille, quelle buone si riducono ad una. Peccato che questa sia stata destinata ad essere abortita per cause di forza maggiore. Domani alle 16.00 ho appuntamento con la Kla sull’ultima spiaggia, sperando nell’illuminazione ultima.
Sarebbe stato tutto più facile se oggi non fossi totalmente arso dalla tensione per il Derby di Champions che tra poco più di venti minuti andrò a vedermi dal terzo anello del Meazza. Oggi ho provato di tutto nel tentativo di svagarmi: ho tagliato i capelli (tra l’altro questa operazione mi ha avvicinato notevolmente allo stadio finale di “Emo-Poser” cui ambisco da qualche mese), ho fatto la barba, sto scrivendo sul blog e ho persino provato a studiare. Inutile dire che tutto è stato vano.
Ieri sera sono andato a vedere il live dei Queen, o meglio di ciò che ne resta: Bryan May e Roger Tayolr. Esperienza emozionante. Voglio fare una nota di merito a Paul Roger che si è sobbarcato l’onere di frontman con discreta attitudine, intelligenza e capacità. Bravo. Se non fosse stato per Aui che mi ha gentilmente offerto un biglietto, non sarei mai andato ed ora posso indubbiamente dire che sarebbe stato un male. Grazie.
Domattina spero di riuscire a lavare la macchina, visto che ormai ha forme e colori che non le appartengono. Sarà dura convincere la croppa di polvere ad abbandonare gli interni, ma spero di vincere.
Bene, è giunta l’ora di uscire e andare a soffrire.
Prima però vorrei dire solo una piccola cosa riguardo un avvenimento mastodontico accaduto in questi giorni: la morte del Papa. Sebbene disdegni profondamente il caos mediatico spinto dal denaro che ne è conseguito, un pensiero voglio scriverlo anche io.
Per quel che mi riguarda è stato un grande uomo.

Rilassati, finchè puoi…

In questi giorni mi sto dedicando alla visione dei film che da un po’ di tempo avevo intenzione di vedere senza aver mai trovato il tempo per farlo. Studiando la mattina e lavorando il pomeriggio, sono riuscito a ritagliarmi uno spazio cinematografico dalle 18 alle 20.30 della giornata. Mi sdraio sul mio letto, inserisco il DVD nel lettore e mi rilasso per un po’.
Ho iniziato l’altra sera, per caso, dopo che Ambra mi ha prestato “Dogma”. L’ho trovato piacevole e l’esperimento del film pre-dinner si è rivelato una buona cosa, da riproporre. Così è stato. I primi due della lista del recupero sono stati “Terminator 3” e “Ogni Maledetta Domenica”.
Il primo lo volevo vedere più che altro per completezza (un po’ come mi è successo per la serie di Matrix), mentre per il secondo ho sempre avuto il pallino.
Li ho apprezzati entrambi, sebbene per motivi molto diversi. L’ultimo capitolo della trilogia di Shwarzy è esattamente come me lo aspettavo: trash. Poche spiegazioni per quanto riguarda la trama, evidentemente il due era così ben realizzato da non poter lasciare spazio ad un terzo episodio, molta azione e sferzante ironia cibernetica da parte del T-101. Una sorta di Terminator 2 riveduto e corretto per stare al passo coi tempi. Niente di nuovo insomma, però ammetto che il film trascorre via liscio e non lascia la sensazione di aver buttato via del tempo nel guardarlo. Visti i presupposti da cui partivo, il voto è positivo, un 6/7 direi. “Any Given Sunday” di Oliver Stone è invece tutt’altra pasta di film. Ricordo quando uscì al cinema e volevo andare a vederlo. Ne ero incuriosito senza conoscere realmente la trama, solo dal trailer mi sembrava meritevole di una visione. Poi ad Al Pacino una chance non andrebbe mai negata. Dopo averlo visto devo ammettere che è un bel film, mi è piaciuto molto. Personaggi curati in maniera molto approfondita, in modo che ognuno di loro abbia una parte di ragione ed una di torto nella storia. Non ci sono i buoni e i cattivi, ma semplicemente uomini (e donne) diversi con valori diversi e vedute diverse. Questa è la cosa che più mi ha colpito della pellicola. Oltre a questo il film offre una trama ricca di buoni spunti e quasi mai banale, cosa che in un film sullo sport non è affatto facile da reperire. E’ insomma un film che mi sento di consigliare e che, per i miei gusti, merita un buon 8.
I prossimi sulla lista sono “Zoolander”, consigliatomi veramente da tutti, e la versione rimasterizzata di “Apocalypse Now”, film che ho vergogna nell’ammettere di non aver ancora visto.
Cambiando totalmente discorso, oggi è stata giornata di sorteggi per la Champions League. Sarà Milan vs. Inter. Sarà Euro Derby. Sarà una partitissima. Sarà spettacolo. Per tutti.
Per me no.
Per me, sarà un calvario.

Double faces

Oggi è stata una giornata a due facce.
E’ iniziata in circostanza spiacevoli, visto che sono dovuto andare al funerale della mamma di Anna, la mia collega. Non essendoci stato nè corteo fino in chiesa, nè corteo dalla chiesa al cimitero, il tutto si è ridotto alla funzione in parrocchia a Cologno. Erano anni che non assistevo ad una messa e la cosa mi ha lasciato un po’ perplesso. Forse perplesso non è nemmeno il termine giusto, direi pensieroso. La prima cosa a cui ho pensato è alla ritualità dei gesti e delle parole del sacerdote. Mi ha colpito come tutti ripetessero quelle cose in maniera seriale. Ho cercato di capire quanto lo facessero “usando la testa”, quanto quello non fosse una semplice routine. Ovviamente non ci sono riuscito, però tutto ha preso ai miei occhi le sembianze di una sorta di rito scaramantico di massa, di una superstizione collettiva. A quel punto non ho potuto fare a meno di pensare al mio essere ateo, alla mia razionalità estrema che, per definizione, esclude la possibilità dell’esistenza di un Dio artefice della mia esistenza. Non riuscivo a capire come gli altri potessero avere una certezza tanto salda in un qualcosa di assolutamente incerto. Ad un certo punto non nego di aver pensato che magari, quello in errore, potessi essere io. In effetti potrebbe essere che la mia certezza che Dio non esista sia unicamente dovuta alla mia arroganza e che, in realtà, il fatto che io non riesca a comprendere la fede non significhi che questa sia incomprensibile per tutti. E se fossi io a sbagliarmi? Possibile. Tuttavia mi sembra tutto unicamente un costrutto volto a dare risposte comode a domande scomode. Come ho detto forse è tutto dovuto al fatto che sono arrogante.
La seconda parte della giornata è stata invece molto più gioiosa. Molto è merito della grande partita dei ragazzi contro i Red Devils. L’ho vista al Libra con Simo e Fà e mi sono divertito parecchio. Credo sia la miglior prova del Milan, quest’anno.
Bene così.