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Sport

NBA All-Star Game 2013

Anche quest’anno, come ogni anno, è giunta l’ora di votare i quintetti dell’ NBA All-Star Game.
Come al solito quindi ho effettuato tutta la procedura on-line e, dopo diversi ballottaggi, sono giunto alle mie dieci pick definitive. Che sono queste.

Prima di procedere con le spiegazioni dettagliate è bene chiarire alcune linee guida usate per la votazione. Per prima cosa, ovviamente, c’è la simpatia personale, ovvero quel sano tifo che permette di andare oltre il reale valore tecnico del giocatore o del suo attuale rendimento. In secondo luogo l’ormai consueta regola di dare al quintetto una parvenza old school, mettendo quindi in campo un solo play, un solo centro e così via. Last but not least, in protesta verso la tendenza ormai spiccata di aggregare stelle all’interno di un’unica franchigia, mi sono imposto di non pescare più di un giocatore per squadra. Andiamo quindi all’analisi dei due quintetti.
OVEST:
In posizione di centro, la prima notevole esclusione. Niente Howard, quest’anno, un po’ per come stanno realmente andando i Lakers e un po’ anche perchè da centro io voglio far giocare Sergione Ibaka. Certo, avrei potuto mettere Ibaka da 4 e tagliare Davis, che ancora non ha fatto vedere un beneamato niente a noi tifosi dei calabroni, però monociglio sta rientrando e necessita di tutto il supporto possibile. Fuori Howard quindi e fuori pure Danilone Gallinari, per la prima volta da che è possibile votarlo, a vantaggio di un Iguodala che a Denver per come la vedo io sta facendo buone cose. Per quanto riguarda il pacchetto guardie, immancabile selezione per CP3 che resta uno dei miei giocatori preferiti della lega nonostante un po’ di alti e bassi in questa prima parte di stagione. Al suo fianco, impossibile da non votare, spunta la barba di James Harden che taglia fuori dai giochi un Kobe mai così meritevole di menzione. E per la pacific side, abbiamo concluso.
EST:
Il mio centro preferito della east side è Lopez e quindi si becca la canotta, non che avesse chissà quali concorrenti. Al suo fianco il genio e la sregolatezza di Josh Smith, un altro dei miei personali pallini quando si parla di NBA. A fare l’ala piccola del quintetto ci mettiamo Melo che, si dica un po’ quel che si vuole, ma al momento fa tanto MVP. In cabina di regia, assolutamente impossibile da non votare nonostante mi spiacesse tagliare Irving, c’è Rondo, l’uomo che ha giocato tutta la stagione unicamente per allungare la sua striscia di partite con +10 assist e ha vanificato tutto con un’espulsione insulsa. Con lui ci metto Monta Ellis anche se quest’anno non ho una minima idea di quanto stia producendo coi Bucks. E’ rimasto fuori talmente tante volte pur dovendoci andare, che il mio voto lo prende anche per quello.
Resta la scelta finale, quella dell’outsider, che nel mio caso è andata a Greivis Vásquez perchè secondo me è un giusto.
That’s it.

E noi abbiamo Cassano

Oggi, tramite l’ormai indispensabile strumento che è Twitter, sono venuto a conoscenza di una notizia riportata da il Post.it. La storia, riassunta in breve, scaturisce da una risposta del delegato democratico del Maryland Emmet C. Burns Jr. alle esternazioni del giocatore dei Baltimora Ravens Brendon Ayanbadejo in materia di matrimoni gay. Nella fattispecie Ayanbadejo pare essersi pubblicamente schierato, più volte, in favore della concessione di questo diritto alle coppe omosessuali.
La presa di posizione di Burns nei confronti delle esternazioni del giocatore è stata espressa sotto forma di lettera, direttamente alla dirigenza dei Ravens. Questo il testo:

Molti dei miei elettori e molti dei vostri tifosi sono inorriditi e sbalorditi dal fatto che un membro di una squadra di football possa esprimersi in merito a una questione così controversa e cercare di influenzare l’opinione pubblica in un senso o nell’altro. Molti dei vostri tifosi non sono d’accordo con le sue posizioni e pensano che non debbano avere posto nello sport, che è fatto per il tifo, l’intrattenimento e l’entusiasmo. Penso che Ayanbadejo dovrebbe concentrarsi sul football ed evitare di dividere i suoi tifosi.
Richiedo pertanto che lei prenda i necessari provvedimenti, come proprietario della squadra, per impedire altre dichiarazioni di questo tipo da parte dei suoi dipendenti, e che ordini a Ayanbadejo di smetterla con questo comportamento ingiurioso. Non sono a conoscenza di altri giocatori che abbiano fatto quello che fa Ayanbadejo.

(La versione originale della lettera del delegato Burns è visibile qui)
Questa lettera, che effettivamente si commenta da sola, ha tuttavia suscitato la reazione di un altro giocatore della NFL, Chris Kluwe dei Minnesota Vikings, che ha deciso di dire la sua scrivendo una lettera di risposta direttamente al delegato. Il testo della contro replica è decisamente degno di segnalazione, tanto per il contenuto, quanto per lo stile diciamo non propriamente elegante. Stando a quanto sostiene Kluwe, infatti, l’utilizzo di espressioni colorite e forti non solo faciliterebbe l’arrivo del messaggio, ma dovrebbe anche fungere da “cartina tornasole per quelli che sanno vedere il contenuto di verità di un messaggio invece che fermarsi a guardare la confezione con cui quel messaggio è consegnato”.
Di seguito riporto la versione tradotta e “ripulita” del testo. Non perchè mi siano particolarmente indigeste le volgarità, quanto perchè è l’unica traduzione che ho trovato senza dovermela fare da solo. Qui, tuttavia, la versione originale del documento:

Caro Emmett C. Burns Jr.,
Trovo inconcepibile che lei sia stato eletto come delegato dello stato del Maryland. Il suo livore e la sua intolleranza mi imbarazzano, e mi disgusta pensare che lei sia in qualsiasi modo e a qualsiasi livello coinvolto nel processo di formazione delle politiche sociali.
Le posizioni che lei abbraccia ed espone non prendono in considerazione alcuni punti fondamentali, che illustrerò con dovizia di particolari (potrebbe esserle necessaria l’assunzione di uno stagista che la aiuti con le parole più lunghe):
1. Come sospettavo, non ha letto la Costituzione, quindi le vorrei ricordare che il Primo, primissimo emendamento di questo fondamentale documento si occupa della libertà di parola, e in particolar modo delle limitazioni di tale libertà.
Utilizzando la sua posizione istituzionale (facendo riferimento ai suoi elettori in modo da minacciare implicitamente la gestione dei Ravens) per dichiarare che i Ravens dovrebbero «scoraggiare dichiarazioni di questo genere» da parte dei loro dipendenti – nello specifico Brendon Ayanbadejo – non solo lei sta chiaramente violando il Primo Emendamento, ma dimostra di essere una narcisista macchia di merda.
Che cosa mai l’ha fatta diventare così stupido? Mi sconcerta che un uomo come lei, che fa affidamento sullo stesso Primo Emendamento per coltivare i propri studi religiosi senza timore di ritorsioni da parte dello Stato, possa giustificare il soffocamento del diritto alla libertà di espressione di qualcun altro. Chiamare “ipocrita” un uomo come lei sarebbe mancare di rispetto alla parola. “Osceno, assurdo ipocrita del cazzo” è un po’ più appropriato, forse.
2. «Molti dei vostri tifosi non sono d’accordo con questa presa di posizione e ritengono che [questi argomenti] non debbano avere posto nello sport, che dovrebbe riguardare il tifo, l’intrattenimento, l’entusiasmo e nient’altro». Santo cielo, quante stronzate. Ha sul serio detto questa roba, lei che è stato «attivamente coinvolto nelle task force del governo che si sono occupate delle conseguenze culturali e sociali della schiavitù in Maryland» (come recita la sua voce di Wikipedia, ndt)? Non ha mai sentito parlare di Kenny Washington? Di Jackie Robinson? Nel 1962 la NFL prevedeva ancora la segregazione razziale, che è stata spazzata via grazie a atleti e allenatori coraggiosi che hanno osato esprimere il loro parere e fare la cosa giusta. E nonostante tutto questo lei è capace di dire che la politica e le questioni politiche «non dovrebbero avere un posto nello sport»? Non so neanche da dove cominciare per immaginare la dissonanza cognitiva che con ogni probabilità sconvolge in questo momento la sua mente confusa e marcia, e la ginnastica mentale con cui il suo cervello si è contorto fino a produrre una dichiarazione così assurda da meritare una medaglia d’oro olimpica (il giudice russo sicuramente le darebbe 10, per “bellissimo repressivismo”).
3. Questo è più un mio dubbio personale. Ma perché odia la libertà? Perché odia il fatto che altre persone vogliano avere la possibilità di vivere le loro vite ed essere felici, anche se la pensano in modo diverso dal suo, o si comportano in modo diverso? In che modo, in che forma, la riguarda il matrimonio gay? In che modo influisce sulla sua vita? Teme che se il matrimonio gay diventasse legale, lei comincerebbe all’improvviso a pensare al pene? «Oh merda, il matrimonio gay è stato approvato, devo subito correre a farmi sfondare di cazzi!». Ha paura che tutti i suoi amici diventino gay e non vengano più la domenica a vedere le partite da lei? (Comunque è improbabile, dato che anche ai gay piace guardare il football).
Posso assicurarle che il matrimonio gay non avrà alcun effetto sulla sua vita. I gay non verranno a casa sua a rubare i suoi figli. Non la trasformeranno magicamente in un lussurioso mostro mangiacazzi. Non rovesceranno il governo in un’orgia di edonistica dissolutezza soltanto perché all’improvviso avranno gli stessi diritti del 90 per cento della nostra popolazione – diritti come le indennità della previdenza, agevolazioni fiscali per chi ha figli, i permessi familiari o i congedi per malattia per prendersi cura dei propri cari, e l’assistenza sanitaria estesa a coniugi e figli. Sa che cosa farà ai gay il fatto di avere questi diritti? Li renderà cittadini americani a tutti gli effetti, proprio come tutti gli altri, con la libertà di perseguire la felicità con tutto ciò che questo comporta. Le dicono niente le battaglie per i diritti civili degli ultimi 200 anni?
In conclusione, spero che questa lettera, in qualche modo, la porti a riflettere sulla dimensione del colossale casino che lei ha spudoratamente scatenato ai danni di una persona il cui solo crimine è stato esporsi per qualcosa in cui credeva. Buona fortuna per le prossime elezioni, sono certo che ne avrà bisogno.
Cordialmente,
Chris Kluwe
P.S. Mi sono dannatamente esposto sulla questione del matrimonio gay, quindi può anche prendere il suo «non sono a conoscenza di altri giocatori della NFL che abbiano fatto quello che fa Ayanbadejo» e ficcarselo nella sua piccola boccaccia priva di empatia, strozzandocisi.
Stronzo.

A me, tutta questa faccenda, ha chiaramente ricordato le esternazioni di Cassano all’Europeo.
Il punto però non è tanto che ci siano omofobi in Serie A, perchè nella NFL ce ne sono sicuramente di più. La questione è: quando, in Italia, un calciatore proverà ad usare la notorietà per combattere delle battaglie sociali?

It’s bracket time!


Il mio pronostico sugli incombenti play-off NBA.
Fatto da tifoso, di pancia, con aspettative e speranze che esulano dalla competenza tecnica. Anche perchè di competenza non ne ho.
Il primo round inizia domani e di certo occhi puntati sulla sfida NY-MIA.

Parliamo di calcio giocato

Non è che io parli spessissimo di calcio, qui sopra.
Quando succede è, solitamente, perchè la mia squadra vince qualcosa. Sono milanista e in tutti questi anni da bloggher qualche post a celebrare trofei vinti sul campo m’è anche capitato di scriverlo. Quello che ho fatto raramente, per non dire mai, è stato fermarmi a parlare di calcio giocato in caso di sconfitte o comunque di momenti non brillanti della squadra.
Che poi è la cosa che mi sto accingendo a fare in questo momento.
Ieri, con tutta probabilità, s’è perso lo scudetto. Il suicidio è stato portato a termine nel peggiore dei modi: in casa e contro un’accoppiata non proprio inaffondabile composta da Fiorentina prima e Bologna poi. La ragione della sconfitta però è che, per la prima volta in direi sei anni, il nostro campionato è riuscito a proporre una seconda candidata al titolo oltre l’undici partente coi favori del pronostico. Questo non vuol dire che negli anni scorsi chi ha vinto ha vinto facile, ma semplicemente che perdere il campionato era oggettivamente molto complicato. Quest’anno non è stato così. La Juve non si è trovata quasi per caso sul finale di stagione a potersi giocare il tricolore, ma è stata lì dall’inizio, con merito, giocando per ampi tratti molto meglio degli altri. Bravi loro quindi. Niente episodi, niente arbitri. Ti giochi lo scudetto in casa col Bologna e alla mezz’ora perdi uno a zero. La tua avversaria, stesse condizioni, dopo 8 minuti ha rifilato due sberle alla Roma. That’s it.
Siccome in Italia siamo tutti allenatori, io qui adesso metto giù le mie idee sulla stagione fallimentare del Milan.
Qui a sinistra c’è una foto. Nella foto è ritratto un attaccante decisivo mentre segna un gol decisivo e ci fa vincere la coppa dei campioni. La foto è piccola, forse non si vede, ma non si tratta di Ibra.
Lo so che dire che Ibra è il problema di questo Milan fa storcere il naso a molti e, in effetti, detta così non ha molto senso come frase. Se hai lottato fino alla fine infatti è soprattutto grazie ai gol di Ibra, rigori a parte, quindi il problema non dovrebbe stare lì. Ed invece, secondo me, il problema è tutto lì. I motivi:
1- Ibra vincola tremendamente il gioco. Con Ibra si gioca in una maniera sola e spesso, quando lui viene a mancare, non si sa più creare nulla. L’anno scorso s’è vinto lo scudetto, ma se si va a riprendere la stagione si vede come la crisi milan sia stata nelle partite in cui Ibra non c’era, partite in cui non si faceva più gol. Anche quest’anno, l’abisso che separa i gol segnati dallo svedese rispetto a quelli del resto della squadra è indice di una Ibra-dipendenza che non può far bene ad una squadra che vuole vincere. Mi si potrebbe obbiettare che il problema è dovuto ai restanti dieci giocatori, non all’altezza di Ibra. Non è così, secondo me. L’organico del Milan senza Zlatan non è più scarso di quello della Juve, sia tecnicamente che agonisticamente. Con Ibrahimovic la squadra è incatenata ad un’unica soluzione e questo non può mai essere un bene.
2- Ibra è uno scassa cazzo. Deve giocare sempre e tutta la gara. Anche in partite come quella di ieri dove definirlo indisponente è poco o in partite dove sai dall’inizio non farà nulla di utile. Poi è vero che ieri se lo togli magari perdi invece che pareggiare, ma questo è uno strascico del punto 1.
3- Analizzandolo come giocatore è sovraumano, ma è come LeBron James: isolamenti, isolamenti e ancora isolamenti. Fisico illegale e tecnica sopraffina. Può segnare da ovunque. Può passarla a chiunque con assist straordinari. Di contro, non creerà mai un gioco offensivo degno di questo nome. Ed infatti, in sistemi di gioco ben strutturati, non si inserisce (vedi Barcellona).
4- Da tifoso, non hai mai l’impressione si stia impegnando. Gioca e si atteggia, sempre, con sufficienza. La palla è lunga o corta di mezzo metro? Non ci va. E si incazza. Caracolla per il campo fino a che non gli dai la palla tra i piedi e allora o fa la giocata da applausi, o la perde in malo modo provando tacchi, sponde o dribling che si trattasse di un ragazzino sconosciuto lo inchioderebbero alla panchina e non lo farebbero alzare mai più.
5- Nelle partite importanti, quando conta davvero, sparisce. Si nasconde. E non ti farà mai vincere un cazzo fuori da competizioni in cui da solo può stendere il 70% delle squadre avversarie.
Per tutti questi motivi Ibra secondo me è più un male che un bene, per la mia squadra, quindi dovessi risolvere il problema Milan partirei da lì. Non che tutto il resto non conti eh. Il Milan non ha giocatori di livello in molti ruoli chiave, è stato falcidiato da infortunii per tutta la stagione ed ha visto una gestione non proprio felice di alcune situazioni di mercato che avrebbero potuto portare molti punti e qualche prospettiva in più (vedi caso Pato).
In sintesi lo scudetto lo vince una squadra sola quindi il dramma non è aver perso. Io però vorrei vedere una squadra che torni a giocare a pallone e non a quello sport chiamato “dalla a Zlatan”, anche se magari porto a casa qualche scudetto in meno.
Che poi, sta storia che Ibra vince gli scudetti da solo, io andrei a raccontarla a Conte.
Non fosse che lo odio.

Lo schifo

E’ morto un ragazzo di 25 anni.
E’ morto di sport, una cosa che ultimamente accade troppo spesso.
Probabilmente adesso è presto per riflettere sul perchè cose così continuano a verificarsi, ma purtroppo la storia ci insegna che lo spazio per le riflessioni è solo a caldo. Se si lascia alla gente il tempo di metabolizzare, la si lascia dimenticare. Si da modo di distrarsi, di non pensarci, e il problema sparisce.
Almeno fino alla prossima volta.
E’ normale, fisiologico. Pensare alla morte fa male sempre, specie se poi si tratta di ragazzi.
Quindi a mio avviso bisogna stringere i pugni e parlare di questa cosa anche adesso che fa male. Fermarsi, se davvero serve, per riflettere e cercare di capire il perchè. La fatalità lasciamola agli eventi rari.
Qui si parla di numeri spaventosi, di casistiche drammatiche.
Una spiegazione logica, scientifica, è per forza di cose lì fuori da qualche parte e va tirata fuori.
Per farlo però non serve parlare di Morosini.
Non serve parlare della sua vita, dei suoi problemi, scavando fino a trovare il dettaglio che renda il tutto ancora più drammatico. E poi ancora, ancora, senza fine.
Anzi.
Mi fa schifo, profondamente, la corsa al dramma di cui siamo spettatori.
Non voglio i video del malore. Non voglio la diretta del tracollo. Non voglio lo scoop sui soccorsi nè il ricordo in diretta di chi gli ha voluto bene.
Disprezzo profondamente chi genera tutto questo desiderio di portarti dentro il dolore, tanto quanto chi ci si lascia portare.
Tanto rumore e non sappiamo nemmeno concedere il rispetto a chi è crollato, venticinquenne, su un campo di pallone.
Subito a filmare, a fotografare, a rincorrere la possibilità di dare al lettore un’immagine ancor più vicina del fatto.
Come se limitarsi a scrivere che è morto un ragazzo mentre giocava a calcio non fosse abbastanza a sconvolgere chiunque.
Questo non è giornalismo.
E’ merda.
Merda prodotta da gente schifosa, viscida, che ho il sospetto goda nel poter dire: “siamo meglio degli altri perchè noi abbiamo la foto del momento in cui gli si ferma il cuore”.
“Abbiamo vinto, noi abbiamo il video del decesso.”
Non posso credere che a nessuno di questi sciacalli schifosi venga in mente come ci si può sentire ad essere davvero tra quelli che da una tragedia così vengono colpiti in prima persona.
Fermiamo il campionato, che riprenderà tra sette giorni nelle stesse condizioni e con le stesse possibilità che qualcuno non finisca la partita, in nome di un rispetto e di un cordoglio che però non riesce a fermare lo spettacolo becero della caccia allo scoop macabro.
Etica, servirebbe solo etica.
E la capacità una volta per tutte di prendere uno per uno questi scribacchini dei miei coglioni e mandarli per bene affanculo.
Pubblicando poi foto e video in diretta della loro pubblica umiliazione.

Roma 2020 e altre cose di cui avrei potuto scrivere

Oggi pomeriggio al lavoro è noia pesa.
Siccome ho già provato ad impegnare il tempo facendo ogni sorta di lavoro e ho tirato al massimo un’oretta, ho deciso che potrebbe essere un buon momento per aggiornare il blog. Magari con un post vero, non con una di quelle ciofeche da tre/quattro righe che pubblico ultimamente.
Tra tutti gli argomenti che ho a disposizione (e che sono tantissimi), deciso di spendere due parole in merito all’ormai quasi ufficiale veto di Monti ad Alemanno per la candidatura di Roma alle olimpiadi 2020.
Se in Italia parlare di pudore avesse ancora un senso, ci si chiederebbe chi s’è portato via quello del sindaco di Roma che, a pochi giorni dalla manifesta incapacità di gestire qualche centimetro di neve, se ne esce autocandidandosi all’organizzazione dell’evento sportivo mondiale per antonomasia. Una roba tipo Schettino che domani chiama la NASA e si auto-candida per pilotare il prossimo Shuttle. E conta poco che probabilmente nessun comitato olimpico (vado a braccio eh, non ho idea minima di chi sia poi incaricato a scegliere tra le candidate) prenderebbe in considerazione Roma (e l’Italia) sulla scia di quanto stiamo mostrando in giro ultimamente, il NO di Monti sarebbe ampiamente giustificabile anche solo per una questione di dignità. “No, caro Alemanno, oggi come oggi il permesso per farci bocciare l’ennesima volta non te lo do. Stiamocene buoni per un po’ e vediamo se ne usciamo.”
Il dramma vero è che la debacle di Roma nella sua sfida alle intemperie, pur essendo indicazione sufficiente a far nascere legittimi dubbi sulle capacità organizzative della capitale, non è nulla paragonata a quanto verificatosi l’ultima volta che a Roma s’è avuto in gestione un evento sportivo rilevante. Perchè ci ricordiamo tutti vero, quello che è successo in occasione dei mondiali di nuoto 2009? Ora, io non dubito che un alone di corruzione aleggi intorno più o meno a tutti i grandi eventi di questo genere, in tutti i paesi del mondo. Ci sarà sempre chi alle spalle di una macchina miliardaria come l’olimpiade (o i mondiali, gli europei, l’expo e via dicendo) troverà il modo di arricchirsi. Non dovrebbe capitare, ovviamente, ma capita e sono convinto non solo qui nel bel Paese. Il dramma è che da noi il tutto è esasperato. Oggi leggevo in twitter che intorno a Napoli ci sono dei lavori in corso per un’uscita della tangenziale appaltata per Italia ’90. Non mi ci metto nemmeno a verificare se l’nformazione è vera, perchè è credibile e tanto basta. Insomma, c’è un’attitudine italiana alla tangente che già spaventa a priori, c’è il precedente, proprio a Roma, di una situazione analoga, più piccola, e finita malissimo e ci sono un sindaco ed una giunta che dimostrano il loro non essere pronti al minimo inconveniente e il non saper farvi fronte. In aggiunta, come ciliegina, siamo in una situazione economica che dire precaria e puro eufemismo (oggi c’è chi dice che la crisi Greca iniziò con l’olimpiade e, non avendo le basi, non posso nè confermare nè smentire).
Con questi presupposti, il NO di Monti non solo è legittimo, ma auspicabile.
Che poi, Alemanno, è sicuro di avere abbastanza parenti per farsi carico di un evento del genere?
Ecco fatto, il post è scritto e il blog torna, per una volta, sul pezzo.
Giusto per conoscenza, ecco gli altri argomenti che avrei potuto trattare:
Il nuovo singolo di Jovanotti ha una base che è plagio plagissimo della colonna sonora di Drive. Così, a muzzo, senza che io verifichi chi è uscito prima e chi poi.
Il nuovo singolo di Madonna ad un certo punto (minuto 2:20 del video, per apprezzare appieno) piazza un breakdown di chiara matrice hardcore. L’unica spiega plausibile è che nel 2012 i produttori siano gente che ascolta bella musica e questo porterà inevitabilmente ad un mondo migliore. (vedi parentesi al punto precedente).
– Su radio 105 gira un pezzo che pare fatto mischiando insieme tutta la discografia dei Jimmy Eat World. Non avendo uno smartphone dalle mille applicazioni utili, non ho idea di chi siano gli autori. Sono solo sicuro non si trati dei Jimmy Eat World. Nel nome della band potrebbero esserci le parole Pedro o Leon, ma non si tratta dei Pedro the Lion.
– Il PD perde le primarie a Genova e la sindachessa uscente si incazza su twitter dicendo che è tutto dovuto al suo essere donna. Stando al ragionamento, quattro anni fa probabilmente non lo era.
– Google celebra S.Valentino con un cartoon in cui si omaggiano tutti i tipi di coppie. Google non ha mai omaggiato, ne mai omaggerà Giovanardi. Il passato, prima o poi, ci lascerà liberi.
– Si vocifera di una possibile mossa del governo volta a rivedere le esenzioni ICI per i beni immobiliari della Chiesa. Bravi. E’ vero, son gli stessi che provano quotidianamente a cancellare i diritti dei lavoratori, ma un governo normale non fa mai solo cose giuste o cose sbagliate. Quello di Monti è un governo normale. E’ che non ci siamo più abituati.

EDIT: Il pezzo che frulla cinque dischi Jimmy Eat World e finisce per passare in radio è Cough Syrup degli Young Giant. Da li a capire perchè avessi in mente Pedro e Lion ne passa una vita.

Due o tre robe da dire

In aereo, rientrando dal week-end a Colonia, ho pensato che potesse essere il caso di aggiornare il blog.
Avere un blog oggi è cosa complicata, specie se si tratta di un blog come il mio: specchio della mia vita e cassa di risonanza per le mie riflessioni. Le nuove abitudini e la pigrizia infatti spingono perchè io la smetta di scrivere lunghe pagine qui sopra in virtù di lapidari e brevissimi status di Facebook o ancor più trendy Tweets.
E’ così che va il mondo ed è così che credo, prima o poi il mio blog morirà.
Ma non oggi.
Oggi aggiorno, dopo quasi due settimane, dando spazio ad un po’ di pensieri sparsi inerenti a fatti sparsi accaduti in ordine sparso negli ultimi tempi.
– L’FBI ha deciso di chiudere Megaupload e Megavideo. Ora, che quei due siti fossero utilizzati anche in modo illegale è credo incontestabile. Ci sono però un sacco di cose legali che la gente può usare per infrangere la legge senza che l’FBI si metta in mezzo. Tipo: non credo l’FBI chiuda General Motors perchè una parte delle persone che usa le automobili infrange i limiti di velocità. Insomma, mi pare un po’ l’abbiano fatta fuori dalla tazza. Sicuramente chi l’ha presa male son stati quelli dell’Anonimous Group che in prima istanza hanno hackerato qua e la siti di enti governativi statunitensi e di importanti colossi del music and video business e oggi hanno deciso di mettere online, anche simpaticamente (cit.), l’intero catalogo Sony Music. Io, volendo rimanere estraneo a queste lotte, mi limito a chiedermi se non sia forse il caso di rivedere la politica alla base della questione invece di continuare con guerre e rappresaglie che non porteranno mai a nulla. Perchè che di analoghi a Megaupload e Megavideo ce ne sono a bizzeffe non credo sia un segreto.
– Sicuramente l’argomento del momento è il dramma della Costa Concordia. Ora, non volendo entrare nel dettaglio della questione, mi limito a provare una certa pena per la questione Schettino, non tanto per l’uomo che stando a quanto si legge pare abbia sicuramente delle responsabilità, ma per la classica reazione italiana del “tutti fenomeni” per cui anche chi in vita sua non è mai riuscito a tenere a galla un materassino si permette di andarsene in giro a dire come un capitano si dovrebbe comportare e cosa avrebbe dovuto fare nella fattispecie. Io ho sentito la telefonata con la capitaneria di porto e ho visto un po’ di articoli qua e la. Che Schettino probabilmente non fosse il più integerrimo tra gli uomini di mare è una sensazione che difficilmente troverà smentite, tuttavia son sempre dell’idea che il capro espiatorio sia un male colossale perchè riduce problemi seri (la politica delle compagnie di crocere, per esempio, o i rischi di questo tipo di situazioni) alla macchietta di un disgraziato. In sintesi: che ci sia interesse a far finire il tutto in “Schettino era un coglione” mi pare ovvio. Io però verificherei se la cosa è vera e se, anche fosse, sia quella l’unica causa alla base del disastro.
– Venerdì è morta Sarah Burke dopo un brutto incidente mentre si allenava. Io lo capisco che non è Simoncelli e che non è certo il caso di fare a gara di popolarità tra giovanissimi ragazzi morti mentre inseguivano il loro sogno di sportivi, però ecco, due righe sui quotidiani nazionali potevano pure scriverle (Gazzetta esclusa, che ne ha parlato). Ad ogni modo, dispiace tanto.
– Ho visto i primi due episodi di Alcatraz, nuova serie TV in cui c’è lo zampino di JJ Abrams e della Bad Robot. Nonostante le premesse, pare per nulla male. E’ in sostanza identica a Fringe, solo senza le minchiate scientifiche da quattro soldi. Penso seguirò con attenzione. E’ anche iniziata la quinta serie di Californication, ma dopo due episodi non s’è vista nemmeno una tetta e questo non è un buon segno.
– Chiudendo col botto, è di questa sera la release del nuovo disco dei Fine before you came. Si intitola “Ormai” e io non l’ho ancora sentito, ma in battuta penso sia buona cosa per voi scaricarlo (qui) e ascoltarlo.

NBA All-Star Game 2012

Scroccare la rete wireless dei vicini è illegale ed io non lo sto facendo.
Detto questo, come ogni anno eccomi qui a stilare i miei due quintetti per l’NBA all-star game, anche conosciuto come “basket goes wrestling”. Con il lockout di inizio stagione, la regular season praticamente appena iniziata ed il mercato che impazza, le scelte sono più frutto di presonalissime prospettive che non dei reali meriti di questa stagione, però non essendo io nulla più che un appassionato semi ignorante, la differenza con le pick precedenti non è poi così significativa.
Ad ogni modo ecco le mie scelte. Sotto poi, do qualche motivazione.

Le motivazioni, dicevo. Anche quest’anno ho provato a formare dei quintetti verosimili, cercando di avere un solo giocatore per ruolo e un 3 ed un 4 a far da ali, questo è il principale motivo di tante delle esclusioni. Su nba.com la scelta inizia con le ali e quindi inizio a commentare da lì. A Ovest ho scelto Griffin e Gallinari essenzialmente per tifo, anche se nel caso del primo credo ci sia poco da star lì a farmi le pulci. Resta fuori Durant che, campanilismi a parte, nel mio quintetto sarebbe stato il 3 per diritto. Complicatissima la scelta ad Est che quest’anno in tema “forwards” offre poco per non dire nulla. Escluso Melo, che per quanto forte non raccoglie la mia simpatia, da scegliere non resta poi molto e così mi butto su due giocatori di sostanza che il loro lo fanno sempre discretamente. Indiana tra l’altro quest’anno secondo me non è male, quindi Granger magari qualche bel numero lo mette su. Si passa alle guardie. Ad Ovest scelgo Curry a fare il play perchè è un poeta del basket e gli metto di fianco Evans perchè tra le scelte a disposizione è il meno play di tutti (Bryant escluso, ma se ancora qualcuno spera di vederlo nelle mie selezioni allora c’è qualche problema di comunicazione). Resta fuori Paul semplicemente perchè pur comprendendone le motivazioni, la sua decisione mi ha ferito nel profondo. Westbrook invece lo odio e basta. Ad Est non c’è competizione. Io un play più forte di Rose non lo vedo, con buona pace dei vari Rondo (che amo) e D-Will (che amavo), così come un 2 anche solo lontanamente paragonabile a Wade. Avrei potuto mettere Allen di fianco all’MVP, ma io i Celtics non riesco proprio a votarli. Si chiude coi centri. Ad Ovest Nenè è quello che mi convince di più. Il ballottaggio è stato con Camby. Ad onor del vero da quella parte ho molta curiosità per la stagione di DeAndre Jordan, come di tutti i clipps, ma avevo già scelto Griffin e mi pareva di esagerare. Ad est vince Chandler perchè lo adoro dai tempi di New Orleans. Pesa molto il fatto che Howard forse finirà ai Lakers smettendo istantaneamente di starmi simpatico. Il dubbio forte è stato escludere McGee, l’uomo che schiaccia con tre palloni e che secondo me ha fatto la comparsa in almeno un milione di film e serie nel ruolo dell’ispanico. Infine, giocatore scelto per il voto secco è chiaramente il Barone, più che altro per buon auspicio riguardo la sua schiena malmessa.
That’s all.
Vedremo cosa riserverà questa stagione. I Clippers spero vadano più avanti possibile perchè, tutto sommato, son brava gente. Dubito però andranno oltre le semifinali (ed è già tantissimo). Squadra simpatia senza dubbio New York, che però se passa il primo turno di play off è già un mezzo miracolo. Secondo me eh.

Preso malissimo


Poche tragedie sportive mi han preso male quano la morte di Simoncelli.
Tipo che son stato lilì per piangere.
Ok, non c’è molto altro da dire, se non che tutti i giornali che sbattono in prima pagina “guarda il video e la fotosequenza dell’incidente” dovrebbero vergognarsi ed andarsene affanculo (l’ho visto un po’ ovunque: Repubblica, Corriere, il Giornale. Pure la Gazzetta. Che schifo.).
Dio, se m’ha preso male sta cosa.