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TV

Last, I get lost too

Per tutti e sei gli anni in cui Lost è stato trasmesso io ero uno di quelli che andava fiero dell’esserne completamente disinteressato.
Avevo in realtà provato un approccio quando la serie era già giunta al terzo capitolo, downlodando l’intera prima stagione. Ne avevo guardato un episodio e mezzo e avevo deciso di smettere. Il motivo? A metà del secondo mi ero clamorosamente addormentato. Da quel momento avevo bollato la serie come qualcosa di decisamente non adatto al sottoscritto e così è stato fino a un mese fa.
Poi c’è stata la svolta.
In meno di quaranta giorni io e la Polly ci siamo visti tutte e sei le stagioni, episodio per episodio, dormendo sempre meno e dando sfogo a congetture e ipotesi sempre più assurde. Tutto normale, sensazioni ed umori che chi è finito sull’isola prima di noi ritardatari conosce molto bene.
Oggi, ormai qualche ora fa, Lost è tuttavia giunto al termine anche per noi ed è quindi arrivato il tempo di parlarne in maniera adeguata (anche) su questo sito. Vederlo tutto d’un fiato ci ha probabilmente privato di una delle parti fondamentali del suo successo, ovvero la discussione. Quel meccansimo per cui dopo un episodio parli con gli amici, leggi in internet e, in sostanza, diventi pazzo nel tentativo di capire cosa ci sarà nell’episodio seguente o nella serie successiva. Ecco noi tutto questo non l’abbiamo vissuto perchè, essenzialmente, dopo ogni puntata l’unica cosa che ci interessava fare era guardare la seguente, in un meccanismo che se non può essere definito come dipendenza, beh, poco ci si allontana. Col senno del poi forse questo non è stato proprio un male perchè, visto come il tutto si è concluso e le tonnellate di interrogativi che mi sono rimasti, non essermi scervellato per anni al fine di tirarne fuori altri è certamente qualcosa che credo sia bene apprezzare.
Come detto però, la conclusione è arrivata ed è quindi ora di tirare le somme. Lost, a mio avviso, racchiude il meglio ed il peggio della televisione. Potenzialmente rivoluzionario, appassionante, curato e coinvolgente, ma allo stesso tempo inconcludente, pretenzioso, negletto e banale, Lost è stato uno show capace di sconvolgere il modo di fare fiction, ma che a mio avviso ha finito col dover pagare dazio ai meccanismi televisivi canonici, piegandosi alla loro volontà. Con le avventure dell’isola gli autori hanno portato in casa di milioni di persone la filosofia, la letteratura, la fisica e la fantascienza aprendo per molte di queste nuovi mondi e nuovi interessi ed è in questo che la serie secondo me ha iniziato una potenziale rivoluzione, alzando il livello “culturale” ed aprendo lo scenario a concetti non così frequenti nel prime time televisivo. Di contro però, con la conclusione della serie hanno deciso di mettere da parte molto di quel che avevano costruito, per far convergere il tutto nell’ottica dell’emozione, ovvero esautorando i misteri dell’isola dal ruolo di star e conferendo lo scettro ad amore e morte dei personaggi, le due cose che, in definitiva, portano al coinvolgimento emotivo del telespettatore.
E’ lì che sta il fallimento, secondo me. Chi ha seguito Lost si aspettava delle risposte perchè gli autori hanno creato la serie facendo in modo che fosse così. Hanno fornito delle aspettative. Lost non è un film di Lynch, per intenderci. Il messaggio che avrebbe potuto/dovuto passare era che alzando il livello culturale di una serie, portando elementi non consueti in casa della gente, si potesse creare una trama più complessa e ciò nonostante farla risultare fruibile a tutti. Quel che è passato invece è che quando ci sono di mezzo fantascienza, fisica, matematica, filosofia e letteratura alla fine non ci si capisce un cazzo. Questo è un peccato perchè, magari sbaglio, ma un domani il pubblico di fronte alle stesse tematiche potrebbe storcere il naso e dire: “No grazie, poi va a finire che non mi spiegano niente e ci rimango di merda come con Lost. Ridatemi Grey’s Anatomy che almeno lì i personaggi limonano duro e non c’è nulla da capire!”. Questo è quel che intendo quando dico che alla fine Lost si è piegato ai canoni della televisione. Jack e Kate che si dicono “Ti amo”, Sawyer che ritrova Juliet, Charlie che ritrova Claire, Jin e Sun che muoiono insieme baciandosi son cose che coinvolgono e commuovono, me per primo, ma che non sono certo gli elementi per cui la gente (o se vogliamo io) ha iniziato ed ha soprattutto continuato a guardare Lost.
Intendiamoci, io non critico le scelte che hanno adottato per spiegare il poco che hanno spiegato perchè non è lì la questione. Se pensi una trama e la sveli alla fine, il risultato piò convicere o meno, ma almeno la spiegazione c’è stata e quindi va bene così (accetto anche il maxi lavandino finale, per intenderci). Che critico è quando invece si fa finta di nulla e si lasciano cadere le domande nel vuoto. In quel caso infatti non si parla più di gusti, ma di tradimento della fiducia che il telespettatore ha riposto nella serie.
Ok, il grosso della critica l’ho quindi snocciolato. Passiamo alle cose buone.
Di Lost ho amato la cura nella creazione dei personaggi, probabilmente unica nel genere, la fotografia, la regia, le musiche sempre di altissimo livello ed in alcuni momenti direi spettacolari. E poi gli elementi che dicevo prima, che anche se non sono stati portati avanti come speravo fino alla fine, per gran parte delle serie mi hanno coinvolto ed appassionato come mai mi era capitato prima. E poi, come dicevo, non sono certo rimasto insensibile alla parte emotiva del tutto, specie in alcuni casi. Questo in termini generali, entrando invece nel dettaglio direi che potrei andare per punti e parlare dei Lost moments che ho amato di più:
Ogni scena in cui presenziava Sawyer. Indiscusso eroe della serie, personaggio superiore da ogni punto di vista. L’ho amato dal primo momento, anche nei picchi in cui era eccessivamente stronzo. La scomparsa dell’addominale con l’andare delle puntate è la cigliegina sulla torta, ma a lui lego realmente i momenti più belli della serie. Tra gli altri personaggi, la mia stima va a Miles, Lapidus, Charlie, Desmond e Jin.
Ogni scena in cui Ben prendeva schiaffi. Mai provata cotanta indisponenza nei confronti di un personaggio centrale ad una serie. Altri losties mi hanno irritato parecchio, tipo Mikail, Juliet nella fase pre Sawyer, Shannon, ma nessuno mai ha solo sfiorato il livello di fastidio causatomi da Benjamin Linus.
La greatest hits di Charlie. Forse il mio episodio preferito di tutte le serie.
I flashback. La vera droga, ciò che rende le prime serie superiori alle ultime. Scoprire pian piano la storia dei personaggi è stata la cosa che più mi ha dato dipendenza.
E adesso ecco le (prime) 10 domande che mi sono rimaste dopo l’aver assistito alla serie completa.
1 – Perchè, quando gli Oceanic 6 decidono di tornare sull’isola, Sun è l’unica tra loro a non finire nel 1977?
2 – Perchè Libby era al Santa Rosa Institute? Prima del volo 815 intendo.
3 – Perchè sull’isola le donne incinte muoiono?
4 – Perchè gli altri si mascherano da primitivi?
5 – Chi ha paracadutato i viveri della Dharma ai superstiti sull’isola? Se è stata la Dharma stessa, perchè l’ha fatto se i suoi scenziati sono tutti morti nei tardi anni settanta?
6 – Se era il fumo nero a prendere le sembianze delle varie visioni avute dai losties sull’isola, chi era a prendere le sembianze del Jacob giovane dopo la morte di Jacob stesso?
7 – Ma i tatuaggi di Jack? Passi per quello “spiegato” nell’episodio tailandese (che poi, vabbè…), ma gli altri? Senza senso?
8 – La bomba chiaramente non è esplosa, quindi il flash alla fine della quinta serie è dato da un altro salto temporale. Dovuto a cosa, visto che la ruota era stata sbloccata?
9 – Se gli studi della Dharma avevano un reale senso, perchè presupponevano anche stazioni inutili come la Perla?
10 – Ma Walt, il suo dono e il fatto che gli altri fossero interessati a lui che ruolo avevano nella vicenda?
Queste sono le prime dieci domande che mi sono venute. Probabilmente ne avrei anche altre, ma al momento mi limito a queste. Escludo di proposito il finale dalle domande, perchè per quello sarebbe una soltanto: What the fuck?
Tirando le conclusioni quindi, direi che la Lost Experience vale la pena di essere vissuta e, anche alla luce dei difetti elencati, la rifarei senza dubbio.
Chiudo con questo video perchè direi che il messaggio che ne scaturisce è senza dubbio vero: nel bene e nel male, “We’ll never be lost again”.

Commozione

  • Manq 
  • TV

Giro di boa. Si prosegue.
“Greatest Hits” puntata colossale.

Manq’s awards 2010

Eccoci qui, come alla fine di ogni anno, a stilare un po’ di classifiche sul meglio ed il peggio di quello che mi è passato per le mani in questi dodici mesi. Per alcuni aspetti l’anno che volge alla conclusione è stato decisamente prolifico: ho letto tanto e visto molte serie TV, ad esempio, ma per altri si è trattato di dodici mesi di magra. Un dato su tutti: credo di aver visto solo quattro film usciti in quest’anno.
Come di consueto le classifiche riporteranno non solo il meglio, ma anche il peggio perchè io le ho sempre intese così e come di consueto a margine delle scelte ci sarà la classica spiega.
Ah, se qualcuno si chiedesse come mai le mie classifiche non fittino mai, ma proprio mai, con le opinioni della blogosphera (di solito abbastanza compatta nei giudizi), la risposta è che, probabilmente, io sono una brutta persona.
Via

Migliori Dischi 2010
1° Envy – Recitation (recensione)
2° Far – At night we live (recensione)
3° My Own Private Alaska – Amen (recensione)
Speiga:
Il primo, secondo me, è un disco perfetto nel suo mix di post-rock, screamo e post-hc. E poi è in giapponese, cazzo, totale. Il secondo per quello che mi riguarda è il miglior disco emocore uscito quest’anno ed è una bella cosa che una band del calibro dei Far si sia riunita per tirar fuori qualcosa di onesto, genuino e “fedele alla causa”. Soprattutto se si guarda a cosa stanno combinando i Get Up Kids. Il terzo è il disco più interessante dell’anno. Acerbo e seminale quanto si vuole, però interessante e, a tratti, colossale.

Peggiori Dischi 2010
3° Comeback kid – Symptoms + Cures (recensione)
2° Weezer – Hurley (recensione)
1° Rufio – Anybody out there (recensione)
Spiega.
Per i Comeback kid la colpa principale non è tanto l’aver fatto un disco pretenzioso, quando da loro mi aspetto solo e soltanto punk-hc a settecento all’ora, ma l’averlo fatto male. Sui Weezer c’è poco da dire, hanno rotto il cazzo. Grossissima delusione invece per quel che riguarda i Rufio, band che ai tempi avevo amato e che torna insieme dopo anni per dare alla luce un disco di cui si poteva ampiamente fare a meno. Peccato, perchè il tutto inizia con un riff di chitarra che lasciava ben sperare.

Migliori Concerti 2010
1° Joey cape + Tony Sly + Jon Snodgrass @ Underground – Koeln
2° Scooter @ Palladium – Koeln
3° Fine Before You Came + Minnie’s @ Bloom – Mezzago (MI)
Spiega.
Nel primo caso è stata veramente un’esperienza super emozionante, uno di quei concerti che se ne vedono pochi. Il secondo è stata una di quelle robe che, una volta nella vita, bisogna vedere. Il terzo l’ho apprezzato per l’atmosfera che c’era al Bloom, una roba veramente anni novanta.

Peggiori Concerti 2010
3° Nofx @ Festival Radio Onda D’Urto – Brescia
2° Fightstar @ Blue Oyster – Koeln
1° HORSE the band @ Essigfabrik – Koeln
Spiega.
I Nofx non hanno colpa, perchè sfoderano una prestazione eccellente con una scaletta favolosa. Però ascoltare un concerto dei Nofx a quei volumi rovina tutto. Tutto. E, vista la premessa, il giramento di cazzo è doppio. I Fightstar si sono rivelati sorprendentemente mosci e non hanno suonato “Mono”. Direi che basta e avanza per punirli. HORSE the band imbarazzanti.

Miglior Film 2010
The expendables – I Mercenari.
Spiega.
Non serve, direi, però preciso che se anche avessi visto “The social network”, “Inception”, “Toy Story 3” e via dicendo la scelta non sarebbe cambiata. Ecco,resta il dubbio “Machete”.

Peggior Film 2010
Twilight – Eclipse
Spiega.
Non serve, colpa mia che mi ostino.

Migliori Serie TV 2010
1° Californication serie 3
2° House serie 6
3° Big Bang Theory serie 2
Spiega.
Tengo fuori dal podio, ma devo menzionare, la serie completa di Friends che ho finalmente visto per intero, e che becca il premio alla carriera. Per il resto direi che la prima posizione vince con discreto distacco, anche se sia House che la seconda serie di BBT (la terza è pessima) meritano parecchio. Avessi iniziato prima a guardarlo forse ci sarebbe stato spazio per Lost, perchè la seconda serie è veramente bella. La terza tuttavia mi sta deludendo, quindi sospendo il giudizio.

Peggiori Serie TV 2010
3° Dexter serie 4
2° Boris serie 3
1° Life serie 2
Spiega.
Come detto avrei voluto punire anche la terza serie di Big Bang Theory, rea di aver perso di vista le nerdate per dare spazio ad una sorta di friends meno riuscito, ma queste tre cose si son rivelate ancora peggio. La quarta di Dexter, esclusi gli ultimi 5 minuti, butta di nuovo in merda il personaggio. La terza di Boris non fa ridere e la seconda di Life è qualcosa di indescrivibile. Ok che a metà hanno deciso di sospenderla e di conseguenza hanno dovuto rigirare tutto per concludere, ma ne è uscito qualcosa di abominevole.

Migliori Libri 2010
1° L’inverno di Frankie Machine – Don Winslow
2° Vedi di non morire – Josh Bazell
3° Io sono il tenebroso – Fred Vargas
Spiega.
Il primo è il mio scrittore preferito e si prende il premio che avrebbe dovuto vincere anche l’anno scorso con “Il potere del cane”. Il secondo è veramente un libro geniale. Il terzo è forse il miglior giallo/noir letto quest’anno.

Peggiori Libri 2010
3° La Dalia nera – James Ellroy
2° Il simbolo perduto – Dan Brown
1° La trilogia degli Avatar – Richard Awlinson
Spiega.
Ellroy mi ha fracassato i coglioni, Dan Brown ha fatto peggio. Il primato tuttavia va a quella monnezza tratta da D&D che, non so neanche come, m’è venuto in mente di leggere.

Miglior Videogame 2010
Uncharted 2
Spiega.
Ben fatto e appassionante, veramente un capolavoro.

Peggior Videogame 2010
Assassin’s creed
Spiega.
Un’imensa rottura di cazzo, che ti fa ripetere per milioni di volte la stessa identica dinamica di gioco.

Mi pare di aver detto tutto. Ovviamente i commenti sono a disposizione di chi volesse replicare o far sapere le sue scelte.

Diritto di replica

E’ una situazione strana, quella del mio Paese. Ogni giorno si fa un gran parlare del diritto di replica, ma la cosa buffa è che a richiederlo siano sempre e solo le persone che la possibilità di parlare già ce l’hanno. Le giornate trascorrono tra commenti e repliche degli stessi agli stessi, in un circolo vizioso che onestamente mi ha decisamente stancato. Ieri era Maroni che, in qualità di Ministro degli Interni, sentiva la necessità di far sentire la sua voce sorvolando sul fatto che la sua carica questa possibilità gliela fornisce a prescindere. Oggi è il comitato per la Vita a voler replicare alle storie di vita di Welby ed Englaro. Come se alla Chiesa mancasse una voce. Come se non ci fosse il Papa tutte le domeniche su tutti i telegiornali. Cosa ci sia da replicare poi ad un racconto di vita, resta un mistero. Il concetto è che questa gente sente di continuo il bisogno di dire la sua su tutto, sempre. Non conta quante volte l’abbiano già fatto e quanto spazio già abbiano, vogliono di più. Vogliono parlare sempre, vogliono spazio sempre. Si impongono. Non credo qualcuno possa affermare che Berlusconi non abbia possibilità di esprimere le sue opinioni, però è necessario che intervenga a Ballarò per farlo una volta di più.
Ancora e ancora.
Il pretesto come detto è sempre lo stesso: il diritto di replica.
Ho citato questi tre casi, ma ce ne sarebbero molti altri ed il fatto che questa maggioranza lo faccia in modo più “violento” non le da comunque l’esclusiva. Gli altri fanno altrettanto e non certo con meno frequenza.
Esistono però persone cui il diritto di replica è negato, sempre, e forse è il caso che qualcuno dia loro questa possibilità. Sempre che queste persone non decidano di prendersi da soli il diritto di replicare, utilizzando mezzi che in qualunque caso il sottoscritto non si sentirebbe di criticare.
Prendiamo ad esempio questa ragazza. Le verrà data la possibilità di replicare al suo amico carabiniere?
Oppure si potrebbe chiedere di replicare ai cittadini che hanno devoluto il 5×1000 quest’anno e che ne sono stati derubati.
Credo sarebbe anche giusto far replicare un po’ di votanti di qualsivoglia colore e chiedere loro se il Parlamento parlasse davvero in loro vece quando oggi, praticamente all’unanimità, ha deciso di non rinunciare il vitalizio. In giorni in cui non si raggiunge la maggiornaza su nulla o quasi, vedere il voto compatto di 498 deputati fa una certa impressione.
Insomma, non vado avanti con la lista perchè poi finisco per innervosirmi ancora di più, però direi che di esempi di diritto di replica mancato ce ne sono a bizzeffe, quotidianamente.
Alcuni si organizzano e salgono sui monumenti per farsi sentire, ma c’è chi pensa che andrebbero menati per questo.
Ecco, questo post è essenzialmente volto a ringraziare il signor Giuliani per aver fatto valere il mio diritto di replica.

Se ci sei, batti un colpo.

Non avevo riflettuto sul fatto che stare lontani da casa e lasciare per [troppi] giorni il post precedente come ultimo segnale di se stessi potesse dare spazio a domande di molte persone.
Non mi hanno arrestato, deportato ne messo in uno di quei posti che da queste parti furono tremendamente in voga anni fa.
Sto bene.
Se non sto più scrivendo è essenzialmente perchè lavoro tanto. Troppo. La dimostrazione è che oggi, primo giorno di pseudo relax da tempo immemore, sto aggiornando questa pagina.
Non avendo tuttavia troppi minuti a disposizione, sarò breve e mi limeterò ad uno di quegli elenchi che tanto non piacciono all’internauta medio.
– La trasmissione di Saviano e Fazio a me personalmente piace. La trovo originale, ben pensata, utile, culturalmente valida, ma non per questo inaccessibile. Ha i suoi momenti buoni e quelli meno buoni, può apparire retorica, ma è bello veder parlare in televisione di certi temi senza che lo facciano le bestie che comunemente si spacciano per nostri rappresentanti.
– Dopo due mesi e finita la speranza di riceverlo, il pacco contenente gli ultimi CD che ho comprato è finalmente giunto a destinazione. Chicche a piovere su cui non mi dilungherò, ma una roba la voglio scrivere. Una [seconda] band al mondo che nel CD d’esordio si concede il lusso di piazzare un capolavoro come questo non esiste.
– NBA2K11 è una figata stellare.
L’elenco finisce qui, perchè adesso accendo la play.

USA-hole

Avrei passato volentieri la serata a veder perdere il Milan, ma non posso farlo perchè anche lo streaming mi ha abbandonato. Di conseguenza chiudo questa giornata non felicissima dando libero sfogo a qualche riflessione.
In tutto il mondo ridono dell’Italia perchè il nostro presidente sembra un personaggio dei film di Vanzina. Ci sta. Se si considera che il cinepanettone tutti gli anni sbanca al botteghino non c’è da stupirsi che Berlusconi stia al governo, le persone che fomentano i due fenomeni sono le stesse. Sono gli italiani, o quantomeno una larga parte di questa categoria, gli artefici di questa situazione e ci sarebbe da incazzarsi con questi ultimi più che con chi cerca di fornir loro il prodotto che richiedono. Il prolema è che non si ha il coraggio di prendere le distanze da una popolazione che esige a gran voce elementi come Berlusconi dietro cui nascondersi. Il popolo non è mai colpevole, è colpa della televisione che non lo informa o che lo indottrina. Al sottoscritto, in sincerità, questo alibi inizia ad andare un po’ stretto.
In realtà chi ci governa è chi vogliamo ci governi. Punto. Perchè se la gente non volesse farsi indottrinare farebbe come me, si informerebbe altrove. Invece alla gente sta bene che le cose vadano così quindi smettiamola con tutte queste stronzate dello scoop del presidente che va a troie o che fa i festini con la droga, come se si fosse tirata fuori chissà quale verità scomoda e malcelata con incredibile abilità giornalistica. Son cose che sanno tutti, che son già uscite due anni fa con interpreti diversi e che comunque non smuoveranno un’opinione pubblica che, per questo o nonostante questo non fa differenza, continuerà a dare fiducia a gente come Berlusconi.
E se anche è vero che non siamo messi bene, noi del bel Paese, ne ho pieni i coglioni di farmi fare la morale da tutto il mondo. Me ne fotto di cosa scrive la stampa estera di Berlusconi.
Se il New York Times non si capacita di come in Italia Berlusconi continui a governare nonostante tutte le stronzate che combina, mi chiedo come possa capacitarsi di un popolo, quello americano perlappunto, che sfiducia pesantemente un Presidente reo solo di aver provato a garantire a tutti il diritto dell’assistenza sanitaria. Una roba che qui da noi c’è da sempre.
Da estraneo ai fatti l’idea che ho è che per una volta gli Stati Uniti abbiano un uomo vero come presidente. Uno che pur di perseguire gli ideali in cui crede accetta di perdere consenso. Uno che dopo aver perso le elezioni dichiara non solo di essere conscio della sconfitta, ma se ne prende pure la colpa. Echi l’ha mai visto uno così in Italia? Negli USA però mica l’hanno votato per quello. L’hanno votato perchè era di colore, per lanciare al mondo il messaggio di quanto siano evoluti. Però nonappena si sono accorti che le cose che diceva di voler fare non erano le classiche storielle da campagna elettorale, bensì un programma VERO, si son subito preoccupati di tirare il freno a mano.
Il problema è che le classi dirigenti rispecchiano il popolo ed il popolo, nella maggior parte dei casi, fa schifo.

Uno che se lo mandi “a fare in culo” rischi di farlo contento.

Questo post parte dalle conclusioni, che sono le seguenti.
Essere Rocco Buttiglione è eticamente e moralmente sbagliato.
Votare o aver mai votato Rocco Buttiglione dovrebbe essere civilmente e penalmente perseguibile.
Il motivo per cui affermo tutto questo lo si può capire in pochi secondi leggendo questo articolo.
Il pezzo tratto dal Corriere offre tuttavia al sottoscritto non uno, ma tre spunti di riflessione.
Il primo, ovviamente, riguarda l’equazione omosessualità=pratica moralmente sbagliata. Anzi, citando il presidente dell’UDC, “pratica oggettivamente sbagliata”. Per quello che mi riguarda certe affermazioni, nel 2010, si commentano da sole. Passiamo le giornate a condannare i talebani, i palestinesi e tutti gli integralisti religiosi con cui viene quotidianamente riempito il TgN (mettete un numero a caso) e ci teniamo in parlamento gente che non si fa esplodere solo perchè troppo attaccata al proprio culone nonchè alla poltrona su cui si poggia. Bene così, perchè gli integralisti son sempre gli altri quando uno ha “oggettivamente” ragione. Che poi, detto tra noi, non sono mica sicuro che il buon Rocco non paghi profumatamente qualche trans clandestino per farsi profanare dalle parti dell’osso sacro (a quelli come lui piace dire così, ano è volgare e la volgarità offende il Signore), ma si sa che i politici che lo prendono dai trans non sono gay, ma semplicemente troppo tempo lontani da casa, chiesa e famiglia, quindi va bene anche questo. Da queste dichiarazioni ad ogni modo è subito nato un polverone mediatico di quelli tipici all’italiana: sfdegno sui social network, sui blog, sui giornali. L’affermazione è senz’altro grave, ma leggendo lo sbobinato messo a disposizione dai giornalisti Rai la cosa che mi colpisce è un’altra e a questa offro il secondo spunto di riflessione.
Butt-iglione (cit. da Accento Svedese. Genio.) ascrive l’omosessualità alla categoria di cose “moralmente sbagliate, ma che la legge non deve perseguire” e fa degli esempi: adulterio, mancata carità verso i poveri, evasione fiscale, … ehhhhh? Fatemi rileggere. EVASIONE FISCALE? L’evasione fiscale è un atto moralmente sbagliato che la legge NON DOVREBBE PERSEGUIRE????? Ma stiamo dando i numeri?
Eppure su questa cosa nessuno commenta, tutti sorvolano. Io capisco lo schierarsi a favore dei gay quando una persona fa un’uscita che definire infelice è niente, ma questo non deve distogliere l’attenzione dal resto.
E’ un po’ come se Hitler avesse detto “Arresterò gli omosessuali e sterminerò gli ebrei” e la gente avesse replicato solo alla prima metà dell’affermazione. A mio avviso che un cattolico integralista bacchettone e intellettualmente prossimo alle mosche giudichi “morlamente sbagliata” l’omosessualità non è che ci sia da stupirsi o scandalizzarsi più di tanto. Ma se una persona che ripetutamente ha rivestito e forse riveste ruoli istituzionali sostiene che evadere il fisco, ovvero rubare i soldi di tutti, non debba essere legalmente perseguibile è decisamente più grave.
Cazzo è immensamente grave, puttana bastarda la miseria.
Il terzo ed ultimo spunto di riflessione investe il tenore della risposta dei giornalisti RAI. Non ho molto da dire se non che li ho trovati geniali.
Vabbè, vado a gustarmi cotechino e lenticchie.
Se Buttiglione nel contempo dovesse farsi saltare in una chiesa Valdese qualcuno me lo faccia sapere.

Friends and nerds

Quest’anno mi sono visto un quantitativo innumerevole di serie TV.
Probabilmente per i veri “series addicted” non sono nemmeno molte, ma per il sottoscritto è sicuramente tanta roba. Dopo lo shockante finale della quarta serie di Dexter (che poi a me nemmeno è piaciuta più di tanto, ad essere onesti) io e la Polly abbiamo deciso di darci per un po’ a qualcosa di più easy e così ci siamo sparati, in fila, dieci serie di Friends e la terza serie di Big Bang Theory.
Firends è la comedy series definitiva. Niente cazzi. Tutto ciò che è venuto dopo, per quanto piacevole, non è altro che la copia di una dinamica già vista. Ti siedi sul divano, guardi Friends e ogni due per tre ti sorprendi nel vedere da dove le altre serie hanno preso le gags.
Niente di male per carità, anche se forse Luttazzi non sarebbe d’accordo, ma è bello aver visto per intero “l’originale”.
La terza serie di Big Bang Theory invece mi ha un po’ deluso. Sono spariti i nerd. Intendiamoci, resta Sheldon, ma lui non è nerd. Lui è un pazzo. Sono sparite tutte quelle cose che rendevano bella la serie, cose tipo “carta, forbice, sasso, lizard, Spock“, cose che solo i veri nerd potevano apprezzare. Ecco, appunto, con tutta probabilità visto l’aumento di interesse nei confronti della serie si son dovuti smorzare i toni ed aprire alle masse. Questo dimostra una tesi che io avevo già provato ad analizzare tempo fa. Per quanto si voglia far passare il concetto che oggi nerd è figo, la realtà è che un nerd resta e resterà sempre uno sfigato. I fighi sono quelli che si atteggiano a nerd quando fa comodo, ma che nerd non sono, così come i nerd che diventano fighi è perchè nerd non lo sono più.
Eddai.
Io rivoglio le partite ai videogiochi, le spade laser e tutte quelle cose che mi facevano tanto ghignare e che spesso dovevo spiegare alla Polly.
Fortuna che ancora c’è Rajesh Koothrappali!

La moviola

La RAI ha deciso di eliminare, o meglio, di ridurre notevolmente l’utilizzo della moviola durante le sue trasmissioni. Il motivo è che mostrare alla gente le decisioni sbagliate degli arbitri “avvelena” il dibattito sportivo e “agita gli animi”. Le reazioni a questa decisione sono ovviamente le più varie: da chi sostiene sia giusto, a chi pensa invece che non lo sia affatto.
Più o meno tutti concordano col fatto che la RAI perderà non poco nei confronti della concorrenza, ma questa non è certo la prima volta in cui prendono decisioni di questo tipo e non è quello di cui voglio parlare.
Vorrei invece sottolineare un altro aspetto. Siamo sicuri che il problema del calcio sia la moviola in TV? E’ senza dubbio vero che la moviola spesso porti alla luce “ingiustizie” e “misfatti” che altrimenti resterebbero sconosciuti ai più e questo può certamente agitare gli animi. Nascondere la polvere sotto il tappeto però non significa eliminarla e questo lo insegnano tutte le mamme del mondo. Se ci sono problemi legati ad un regolamento che non viene rispettato o fatto rispettare come si dovrebbe, anche se vogliamo a causa di un limite oggettivo della classe arbitrale, a mio avviso bisognerebbe fare in modo che questo problema venisse risolto in modo da rendere inutile la moviola in TV. Eliminare la moviola stessa e sperare che i cittadini non vengano mai a sapere delle eventuali irregolarità è invece una soluzione che non può andare bene in un paese civile.
Facciamo un esempio.
Mettiamo il caso si stesse parlando di legge e non di sport. Ipotiziamo per un momento cosa accadrebbe se in un paese ci fosse il reale problema di una giustizia che, per diversi motivi, fatichi a farsi rispettare. Potrebbero facilmente esistere alcuni uomini privilegiati che, esattamente come le squadre di calcio più blasonate, in questo paese godano di un trattamento diciamo “di favore”, di una certa sudditanza psicologica da parte dell’opinione pubblica e di chi la legge dovrebbe farla rispettare. Sempre per ipotesi in questo paese il problema potrebbero non essere i giudici in se, ovvero gli arbitri, ma gli strumenti che questi giudici possiedono per fare in modo che le leggi vengano rispettate. Il governo di questo paese in questo parallelismo avrebbe il ruolo della Federazione, ovvero di colei che stabilisce le regole e, sempre per assurdo, questo governo potrebbe prendere decisioni che invece di facilitare il lavoro dei giudici, lo rendono sempre più difficile.
Ebbene, in un paradossale scenario come quello dipinto l’unico modo che il cittadino potrebbe avere per venire a conoscenza di tali misfatti è che qualcuno, dall’esterno, li documenti e li riporti al pubblico. La moviola ha quindi il ruolo che avrebbe una stampa libera in un paese governato da persone che pensano di scavalcare la legge: il compito di denucnciare nella speranza che certi fatti non capitino di nuovo. E se la gente si incazza, una volta scoperta la magagna, il problema non sta certo in chi l’ha informata, ma in chi ha commesso il misfatto.
Bloccare la moviola quindi è come imbavagliare l’informazione.
Ed è per questo che Fabrizio Cichitto, presidente dei deputati di centro destra, è così contrario al fatto che questa venga eliminata dai programmi RAI.
Perchè loro, all’informazione libera, ci tengono.
Il calcio, lo dico da sempre, è metafora della vita.